Depressione e fattori esterni

Salve,

Non è la prima volta che apro un consulto in questa sezione quindi magari chi mi risponderà potrà farsi un'idea, dai consulti precedenti, della mia vita disastrata. Ad ogni modo, mi è stata diagnosticato uno stato depressivo reattivo a seguito di alcune catastrofi che si sono susseguite una dopo l'altra.

Gennaio 2015. Mia madre (rapporto splendido) si ammala e dopo un anno e mezzo di sofferenze, muore.

Ottobre 2016. Perdo il lavoro causa fallimento dell'azienda. Mi arrangio con il libero professionismo ma il reddito è di gran lunga inferiore.

Aprile 2017. Mi stavo riprendendo, pensavo al futuro, a mettermi in proprio... E succede la catastrofe. Compio un errore a lavoro, una persona con molti mezzi economici se ne approfitta e mi denuncia (penalmente), e mi chiederà un risarcimento.

A questo punto crollo. Certo, come in un film dell'orrore ci si mette anche un errore sanitario: sempre ad aprile, per due settimane a mio padre hanno diagnosticato un tumore terminale, per poi scoprire che aveva solo un angioma. E non è finita qui: insorgono alcuni problemi patrimoniali-familiari, a cui sto trovando una soluzione DA SOLO. I miei sintomi ora sono questi.

Alterazione dello stile di vita, marcata anedonia (non gioco più, non ascolto più musica, umorismo scomparso).

Ipersonnia e scarso appetito

Produzione onirica abbondante e creativa (a volte incubi)

Autosvalutazione e vergogna

Stanchezza perenne

Ossessione. Rimugino sulla causa. Immagino scenari futuri. E' da un mese che sono su internet a informarmi su faccende legali. Purtroppo ho fatto la frittata: il mio avvocato dice che me la cavo con un tot, io sono sicuro che scucirò il triplo, che è grossomodo il 70% di quello che ho. Il pensiero della causa non mi abbandona mai, al massimo rimane in rimane in sottofondo. Se non faccio nulla, mi assale...

Pensieri intrusivi. Della peggior specie: suicidio. Nelle due settimane di fuoco, quando si erano accavallati i tre problemi (denuncia, diagnosi infausta-farlocca di mio padre, problemi patrimoniali) penso di esserci arrivati vicino, con tanto di decisione su metodi e tempi (dopo la presunta vicina morte di mio padre). So che è egoistico etc. ma io non ce la facevo più a soffrire e mi sentivo senza forze (e da solo) proprio di fronte l'Everest da scalare. Mi ha salvato, com'è logico che sia, il pensiero del dolore che avrei dato alla mia fidanzata e alle persone che mi amano. Attualmente il pensiero del suicidio è ancora lì, ma è regredito a "pensiero consolatorio". Se le cose non peggiorano, so che non lo farò mai.

Mi hanno segnato il Brintellix e 7 sedute di psicoterapia, che ho iniziato ieri. Le mie domande sono queste.
Si può guarire da una depressione "esogena" se i fattori scatenanti permangono? (penso alla causa, che comunque vada sarà uno stillicidio).
La psicoterapeuta dice di essere "rogeriana". In cosa consiste questa corrente, è efficace?
Nella migliore delle ipotesi, se il paziente risponde bene, in quanto si guarisce?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

se una depressione è reattiva rispetto a fattori esterni è più semplice da trattare, rispetto ad uno stato depressivo apparentemente immotivato (e quindi, dal punto di vita psicodinamico, provocato da fattori inconsci).

Non è possibile prevedere in anticipo quanto lavoro sarà necessario perchè non si può prevedere come il paziente reagirà al trattamento.
In linea di massima i fattori che influenzano la durata di una terapia psicologica sono molti e di vario tipo:
http://www.serviziodipsicologia.it/quanto-dura-una-psicoterapia-la-sua-durata-e-prevedibile/

Anche se le circostanze esterne non cambieranno, quello che cambierà con il lavoro che sta iniziando a fare su di sè saranno la sua reazione e il suo stato d'animo, che sono il punto fondamentale della questione.

Lavori con fiducia e costanza e vedrà arrivare i risultati.

Le faccio tanti auguri per tutto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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