Crisi di identità
Grazie in anticipo per l'eventuale consiglio..
Sono una ragazza di 20 anni, frequento il primo anno di università e sono da un oò di anni in totale confusione..
Non riesco a capire chi sono veramente io come persona, cosa voglio, cosa non voglio, quali siano i miei veri gusti..
Mi sembra di vivere ma non vivere veramente, non mi sento piena..
Più volte ho cercato di capirmi ma tutto è in vano..
Un giorno mi piacerebbe essere una ragazza tranquilla, un altro capisco che voglio una vita frenetica..
In poche parole non so cosa voglio..
Ho anche deciso non volere un ragazzo accanto perché tutto ciò mi provoca ansia, e nel momento in cui capisco di essere completamente libera provo felicità, anche se in verità non sono mai stata veramente legata..
Spero che capisca cosa voglia dire e mi riesca a dare un consiglio su come "vivere consapevole di farlo".
Grazie
Sono una ragazza di 20 anni, frequento il primo anno di università e sono da un oò di anni in totale confusione..
Non riesco a capire chi sono veramente io come persona, cosa voglio, cosa non voglio, quali siano i miei veri gusti..
Mi sembra di vivere ma non vivere veramente, non mi sento piena..
Più volte ho cercato di capirmi ma tutto è in vano..
Un giorno mi piacerebbe essere una ragazza tranquilla, un altro capisco che voglio una vita frenetica..
In poche parole non so cosa voglio..
Ho anche deciso non volere un ragazzo accanto perché tutto ciò mi provoca ansia, e nel momento in cui capisco di essere completamente libera provo felicità, anche se in verità non sono mai stata veramente legata..
Spero che capisca cosa voglia dire e mi riesca a dare un consiglio su come "vivere consapevole di farlo".
Grazie
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Gentile ragazza,
Oltre a questa richiesta di consulto, ho letto il suo storico qui su Medicitalia, in cui lei propone e vive quella che lei ha individuato come problematica:
-"non so chi sono"
- "cosa voglio e non voglio"
- " quali sono i miei veri gusti".
Da qui, una riflessione e qualche domanda:
* consideri che in fase adolescenziale è frequente non comprendersi proprio perché è un periodo di cambiamento radicale della nostra persona e della nostra identità. Probabilmente (ipotizziamo perché siamo online, e poi sarà eventualmente lei a smentire quanto le sto per dire) non si conosce emotivamente. Vede, le emozioni sono informazioni/ segnali che avvertiamo e che ci consentono di comprendere noi stessi e ciò che ci circonda. Sono i primi segnali che ci consentono di costruire la nostra identità.
La collega Esposito, in un precedente consulto, le aveva proposto di avvalersi di un aiuto psicoterapico. Lo ha fatto?
* da bambina, i suoi genitori le hanno dato una educazione emotiva. Es: le hanno parlato dell'ansia, della tristezza, della serenità, della felicità? Hanno condiviso con lei emozioni e sentimenti o le hanno "tarpato le ali"?
ad esempio: quando lei piangeva le è stato detto "Non si piange" o " smettila di piangere, non serve a nulla?"
Ha avuto un riferimento emotivo a cui faceva riferimento quando sperimentava emozioni spiacevoli come le hanno tutti i bambini?
Oltre a questa richiesta di consulto, ho letto il suo storico qui su Medicitalia, in cui lei propone e vive quella che lei ha individuato come problematica:
-"non so chi sono"
- "cosa voglio e non voglio"
- " quali sono i miei veri gusti".
Da qui, una riflessione e qualche domanda:
* consideri che in fase adolescenziale è frequente non comprendersi proprio perché è un periodo di cambiamento radicale della nostra persona e della nostra identità. Probabilmente (ipotizziamo perché siamo online, e poi sarà eventualmente lei a smentire quanto le sto per dire) non si conosce emotivamente. Vede, le emozioni sono informazioni/ segnali che avvertiamo e che ci consentono di comprendere noi stessi e ciò che ci circonda. Sono i primi segnali che ci consentono di costruire la nostra identità.
La collega Esposito, in un precedente consulto, le aveva proposto di avvalersi di un aiuto psicoterapico. Lo ha fatto?
* da bambina, i suoi genitori le hanno dato una educazione emotiva. Es: le hanno parlato dell'ansia, della tristezza, della serenità, della felicità? Hanno condiviso con lei emozioni e sentimenti o le hanno "tarpato le ali"?
ad esempio: quando lei piangeva le è stato detto "Non si piange" o " smettila di piangere, non serve a nulla?"
Ha avuto un riferimento emotivo a cui faceva riferimento quando sperimentava emozioni spiacevoli come le hanno tutti i bambini?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.6k visite dal 18/05/2017.
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