Nausea psicosomatica perenne da due anni... Aiutatemi :(
Salve, mi chiamo Giorgio e ho 23 anni. Vi scrivo perchè sono disperato, i miei genitori sono disperati. Vi spiego la situazione... Il 9 Marzo ho perso uno dei miei più cari amici così all'improvviso per un aneurisma celebrale. Non piansi nemmeno una lacrima, nemmeno al funerale. Il 19 Marzo 2015 sera sono uscito con i miei amici dopo aver mangiato abbastanza... Dopo circa 2 ore completamente all'improvviso ho cominciato a sentirmi male, mal di pancia e nausea fortissima ma senza vomitare. L'indomani sto così così ma pensando che il giorno prima ero stato malissimo ho pensato che era normale. Ma questa sensazione è rimasta nei giorni successivi e notavo che dopo mangiato avevo bruciore di stomaco quindi ho pensato alla gastrite. Sono andato dai vari medici, ho fatto analisi del sangue ecc ma non risultava niente... Comunque durante l'estate mi convinco ad iniziare una terapia con uno psicologo. Non vedendo risultati positivi vado da uno psichiatra e la prima cosa che mi dice è che devo fare sport per risolvere... Io rimango allibito e allora ci provo ma non appena faticavo mi iniziava a girare la testa e avere nausea forte quindi ho smesso. Siccome non riuscivo più a mangiare ho perso 7 kg arrivando a pesare 53 kg, così lo psichiatra mi ha prescritto delle gocce ma non mi hanno aiutato per niente. Dopo un pò mi ha prescritto il solian mezza compressa da 200 mg prima di cena e da lì ho ricominciato a mangiare ma avevo sempre nausea ogni giorno quindi non stavo bene. Dopo un anno di terapia con il primo psicologo ho deciso di andare da un altro psicologo ancora che mi ha fatto fare la cosiddetta terapia breve e mi ha detto che in 10/12 sedute avrebbe risolto il problema della nausea.. Insomma dopo queste benedette sedute, sono rimasto lo stesso. La soluzione per questo psicologo era che dovevo fare le cose che volevo facendo finta che la nausea non c'era, cosa impossibile. Anche perchè i primi mesi io uscivo sempre ma non stavo affatto meglio. Ho avuto in miglioramento dopo una lite pesante con mio padre, da quel giorno non sono andato più da nessun psicologo e il solian che prendevo ancora l'ho dimezzato, quindi ne prendevo un quarto. I giorni passavano, avevo sempre nausea ma di meno però ho notato che la nausea mi aumentava quando dovevo uscire di casa, molte volte avevo paura quando entravo in un supermercato perchè non sapevo dove poter vomitare e avevo l'ansia al solo pensiero che tutti mi potessero vedere. Insomma adesso sono combinato che il solian l'ho definitivamente tolto il 25 aprile riducendo le dosi a poco a poco. I primi giorni non ho notato tanta differenza poi però ho cominciato a soffrire di nausea sempre più forte tanto da non riuscire a mangiare. L'ultimo psicologo mi ha detto che può essere una crisi di astinenza dal farmaco e di aspettare alcuni giorni per vedere se continua. Dopo due anni sono veramente stanco e avvilito. Spero che leggiate la mia domanda e che mi aiutiate in qualche modo. vi ringrazio!
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Caro Utente,
da qui e senza conoscerla possiamo solo fornirle qualche spunto di riflessione, ma non certo aiutarla a risolvere il problema.
Posso ad esempio farle presente, se già non le è stato detto, che sul piano psicosomatico la nausea rappresenta un rifiuto che può riguardare fatti o persone appartenenti all'ambiente in cui si vive, come anche situazioni sulle quali non si riesce ad incidere per produrre un cambiamento.
Se la tragica perdita del suo amico ha portato allo sviluppo di un malessere intenso e persistente si può pensare che si sia trattato solo di un evento scatenante, che ha portato alla luce un disagio che prima o poi sarebbe comunque emerso e che quindi il problema sia più profondamente radicato in lei rispetto alla sofferenza del "semplice" lutto a allo shock per quella morte improvvisa.
Per ricevere un aiuto concreto deve rivolgersi di persona ad un professionista, seguendo la terapia per tutto il tempo necessario che può essere più di un anno e di conseguenza decisamente maggiore rispetto alle poche sedute di terapia breve che non hanno inciso sul suo problema:
"Dopo un anno di terapia con il primo psicologo ho deciso di andare da un altro psicologo ancora che mi ha fatto fare la cosiddetta terapia breve e mi ha detto che in 10/12 sedute avrebbe risolto il problema della nausea.. Insomma dopo queste benedette sedute, sono rimasto lo stesso".
Una terapia infatti può durare più di quanto il paziente vorrebbe, a seconda di molti fattori che concorrono a rendere più o meno ostico affrontare il problema:
http://www.serviziodipsicologia.it/quanto-dura-una-psicoterapia-la-sua-durata-e-prevedibile/
Ci sa dire che tipo di percorso ha svolto nel primo anno?
da qui e senza conoscerla possiamo solo fornirle qualche spunto di riflessione, ma non certo aiutarla a risolvere il problema.
Posso ad esempio farle presente, se già non le è stato detto, che sul piano psicosomatico la nausea rappresenta un rifiuto che può riguardare fatti o persone appartenenti all'ambiente in cui si vive, come anche situazioni sulle quali non si riesce ad incidere per produrre un cambiamento.
Se la tragica perdita del suo amico ha portato allo sviluppo di un malessere intenso e persistente si può pensare che si sia trattato solo di un evento scatenante, che ha portato alla luce un disagio che prima o poi sarebbe comunque emerso e che quindi il problema sia più profondamente radicato in lei rispetto alla sofferenza del "semplice" lutto a allo shock per quella morte improvvisa.
Per ricevere un aiuto concreto deve rivolgersi di persona ad un professionista, seguendo la terapia per tutto il tempo necessario che può essere più di un anno e di conseguenza decisamente maggiore rispetto alle poche sedute di terapia breve che non hanno inciso sul suo problema:
"Dopo un anno di terapia con il primo psicologo ho deciso di andare da un altro psicologo ancora che mi ha fatto fare la cosiddetta terapia breve e mi ha detto che in 10/12 sedute avrebbe risolto il problema della nausea.. Insomma dopo queste benedette sedute, sono rimasto lo stesso".
Una terapia infatti può durare più di quanto il paziente vorrebbe, a seconda di molti fattori che concorrono a rendere più o meno ostico affrontare il problema:
http://www.serviziodipsicologia.it/quanto-dura-una-psicoterapia-la-sua-durata-e-prevedibile/
Ci sa dire che tipo di percorso ha svolto nel primo anno?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
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Utente
Salve dottoressa, allora il primo anno di terapia ho lavorato sulla gestione delle emozioni, mi succedeva spesso anche tutt'ora che appena provo qualche emozione, che sia felicità, rabbia o amore, mi viene la nausea. E' come se non riesca più a controllare questo sistema. Oltre a questo parlavamo dei fatti accaduti durante la settimana, del significato dei sogni che facevo e della mia paura di crescere e affrontare il mondo.
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Non è chiaro se si è trattato di un percorso principalmente Cognitivo-Comportamentale o integrato, visto che lei menziona anche i sogni.
In ogni caso ha avuto qualche beneficio?
Avete affrontato il significato simbolico della nausea come rifiuto e non accettazione di qualcosa?
In ogni caso ha avuto qualche beneficio?
Avete affrontato il significato simbolico della nausea come rifiuto e non accettazione di qualcosa?
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Utente
Di benefici diciamo che non ne ho avuti. A volte capitava che una settimana stavo meglio rispetto ad un altra o che magari durante la seduta avevo nausea e lui facendomi parlare notavo che dopo un po' mi passava. Per quanto riguarda il fatto del rifiuto, si, ne abbiamo parlato ma non siamo mai arrivati a capire da cosa fossi disturbato!
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Le suggerirei di riprendere un percorso psicoterapeutico, magari cambiando del tutto approccio e rivolgendosi ad uno psicologo che utilizzi l'ipnosi.
In alternativa anche un percorso di tipo psicoanalitico, che le consenta di analizzare le cause profonde del suo problema, può essere indicato.
Se dal punto di vista medico è stato fatto tutto il possibile la soluzione è in un intervento psicologico e non si deve lasciar scoraggiare dal fatto che i tentativi precedenti non abbiano portato a risultati soddisfacenti.
In alternativa anche un percorso di tipo psicoanalitico, che le consenta di analizzare le cause profonde del suo problema, può essere indicato.
Se dal punto di vista medico è stato fatto tutto il possibile la soluzione è in un intervento psicologico e non si deve lasciar scoraggiare dal fatto che i tentativi precedenti non abbiano portato a risultati soddisfacenti.
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Sarebbe un discorso troppo lungo da fare in questa sede, può trovare molte informazioni al riguardo in rete se le interessa approfondire l'argomento.
Può ottenere valide spiegazioni anche direttamente dal professionista al quale si rivolgerà, che le potrà spiegare come lavora.
Può ottenere valide spiegazioni anche direttamente dal professionista al quale si rivolgerà, che le potrà spiegare come lavora.
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Utente
Allora dottoressa, ne ho parlato con l'ultimo psicologo/psichiatra che mi ha seguito e mi ha detto che secondo lui l'ipnosi non serve a granchè nel mio caso perchè dice che non è importante capire qual è la causa ma farmi passare questa nausea dovuta all'ansia, quindi mi ha proposto di iniziare una cura farmacologica che mi CURI questa ansia... nel senso proprio che mi faccia passare, ansia, paura, nausea ecc ecc... Io sono un po' scettico... lei cosa ne pensa?
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Utente
Lo so ma ne ho già fatte 2 di terapie, ho 23 anni, non posso perdere altri anni così senza fare niente e stare male.. In questo momento sono combinato che mangio pochissimo, quasi niente quindi sono costretto a doverli prendere e magari se mi daranno un pò di sollievo intraprenderò una nuova terapia.. Comunque la ringrazio per la disponibilità e i consigli visto che è stata l'unica a rispondermi.. Una buona giornata!
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 13.7k visite dal 13/05/2017.
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