Non riesco a vedermi in una relazione stabile
Salve a tutti,
Spero di riuscire a descrivere il mio problema e, chissà, magari trovare uno spunto per cambiare/migliorare la mia situazione.
Da come si evince dal titolo (fantasioso), ho parecchie difficoltà anche solo ad immaginarmi assieme ad un'altra persona in un contesto affettivo permanente. Ma prima, penso occorra fare qualche passo indietro.
Sono un ragazzo omosessuale, che per anni (quasi tutta la mia vita) ha sofferto per via del suo orientamento e, come immaginerete, non si è mai accettato. Le cause di questo rifiuto della mia sessualità si collegano sicuramente ad un contesto famigliare e sociale molto chiuso, ma anche ad un desiderio di avere un giorno una famiglia mia. Tale dilemma mi ha portato nel corso dell'adolescenza ma ahimè, anche in fase adulta avanzata, ad avere pensieri suicidi ricorrenti e a commettere atti di autolesionismo.
Durante la scuola e poi università, mi sono sempre sentito inferiore rispetto ai miei coetanei o amici, specialmente di fronte alle coppie. Sapevo che non avrei mai avuto ciò che avevano gli altri e dentro soffrivo, ma davanti cercavo di apparire sicuro di me: facevo sport, curavo il mio aspetto fisico, mi dedicavo alla mia vita sociale, prendevo bei voti. Era come se volessi convincere tutti di essere una persona serena e determinata, quando in realtà invidiavo chi diversamente da me, aveva la ragazza e magari era felice in modo più naturale e genuino.
Questo conflitto con la mia personalità è durato fino a un paio di anni fa. Poi, col tempo, ho iniziato a non farci più molto caso, sino a raggiungere una dimensione di apatia verso il problema.
Il desiderio di avere una famiglia è ormai svanito poiché finalmente ho imparato ad accettare il fatto che non potrà mai accadere. La mia sessualità invece la percepisco come un qualcosa che fa parte di me, ma che allo stesso tempo non è più importante come lo era una volta.
Per quanto riguarda la mia vita sentimentale, negli ultimi anni ho conosciuto varie persone con le quali ho provato ad instaurare un rapporto sano e duraturo ma senza successo. L'unica cosa che riesco a fare (per quanto sia brutto da dire) è eccitarmi a livello sessuale. I sentimenti rimangono congelati. Di recente, ad esempio ho conosciuto un uomo col quale inizialmente mi sentivo molto coinvolto, ma dopo il quinto appuntamento, ho incominciato a sentirmi soffocare e ho deciso di terminarne i contatti .
La verità è che oggi sento di non riuscire a stare con nessuno. Non mi vedo nella vita di coppia, non sono trasportato a livello emotivo, e non so se tutto ciò è causato da anni di delusioni e complessi. Sono diventato una persona apatica ed eccessivamente ironica verso i suoi problemi e disavventure. Sono rassegnato. Non mi importa più di niente. Mi è tutto indifferente e non so se riuscirò mai a trovare un equilibrio una volta per tutte. Mi chiedo se mi sono rovinato con le mie stesse mani. Non so più cosa pensare. Spero di leggere presto il vostro pensiero al riguardo.
Spero di riuscire a descrivere il mio problema e, chissà, magari trovare uno spunto per cambiare/migliorare la mia situazione.
Da come si evince dal titolo (fantasioso), ho parecchie difficoltà anche solo ad immaginarmi assieme ad un'altra persona in un contesto affettivo permanente. Ma prima, penso occorra fare qualche passo indietro.
Sono un ragazzo omosessuale, che per anni (quasi tutta la mia vita) ha sofferto per via del suo orientamento e, come immaginerete, non si è mai accettato. Le cause di questo rifiuto della mia sessualità si collegano sicuramente ad un contesto famigliare e sociale molto chiuso, ma anche ad un desiderio di avere un giorno una famiglia mia. Tale dilemma mi ha portato nel corso dell'adolescenza ma ahimè, anche in fase adulta avanzata, ad avere pensieri suicidi ricorrenti e a commettere atti di autolesionismo.
Durante la scuola e poi università, mi sono sempre sentito inferiore rispetto ai miei coetanei o amici, specialmente di fronte alle coppie. Sapevo che non avrei mai avuto ciò che avevano gli altri e dentro soffrivo, ma davanti cercavo di apparire sicuro di me: facevo sport, curavo il mio aspetto fisico, mi dedicavo alla mia vita sociale, prendevo bei voti. Era come se volessi convincere tutti di essere una persona serena e determinata, quando in realtà invidiavo chi diversamente da me, aveva la ragazza e magari era felice in modo più naturale e genuino.
Questo conflitto con la mia personalità è durato fino a un paio di anni fa. Poi, col tempo, ho iniziato a non farci più molto caso, sino a raggiungere una dimensione di apatia verso il problema.
Il desiderio di avere una famiglia è ormai svanito poiché finalmente ho imparato ad accettare il fatto che non potrà mai accadere. La mia sessualità invece la percepisco come un qualcosa che fa parte di me, ma che allo stesso tempo non è più importante come lo era una volta.
Per quanto riguarda la mia vita sentimentale, negli ultimi anni ho conosciuto varie persone con le quali ho provato ad instaurare un rapporto sano e duraturo ma senza successo. L'unica cosa che riesco a fare (per quanto sia brutto da dire) è eccitarmi a livello sessuale. I sentimenti rimangono congelati. Di recente, ad esempio ho conosciuto un uomo col quale inizialmente mi sentivo molto coinvolto, ma dopo il quinto appuntamento, ho incominciato a sentirmi soffocare e ho deciso di terminarne i contatti .
La verità è che oggi sento di non riuscire a stare con nessuno. Non mi vedo nella vita di coppia, non sono trasportato a livello emotivo, e non so se tutto ciò è causato da anni di delusioni e complessi. Sono diventato una persona apatica ed eccessivamente ironica verso i suoi problemi e disavventure. Sono rassegnato. Non mi importa più di niente. Mi è tutto indifferente e non so se riuscirò mai a trovare un equilibrio una volta per tutte. Mi chiedo se mi sono rovinato con le mie stesse mani. Non so più cosa pensare. Spero di leggere presto il vostro pensiero al riguardo.
[#1]
Gentile utente,
".. Sono diventato una persona apatica ed eccessivamente ironica verso i suoi problemi e disavventure. Sono rassegnato. Non mi importa più di niente. Mi è tutto indifferente ..." :
da atti di autolesionismo ad una certa indifferenza nei confronti della vita.
D'altra parte non è possibile vivere in una perenne sofferenza.
Ho l'impressione tuttavia che sia in atto una pesante rinuncia nei confronti del possibile, pur di non soffrire, ad es.:
".. desiderio di avere una famiglia .. ho imparato ad accettare il fatto che non potrà mai accadere. .." Perchè?
Ritengo che un percorso psicologico di persona potrebbe rappacificarLa con molti aspetti del Suo orientamento sessuale ed affettivo, aprendoLa a nuove possibilità.
Lo ha mai sperimentato finora?
".. Sono diventato una persona apatica ed eccessivamente ironica verso i suoi problemi e disavventure. Sono rassegnato. Non mi importa più di niente. Mi è tutto indifferente ..." :
da atti di autolesionismo ad una certa indifferenza nei confronti della vita.
D'altra parte non è possibile vivere in una perenne sofferenza.
Ho l'impressione tuttavia che sia in atto una pesante rinuncia nei confronti del possibile, pur di non soffrire, ad es.:
".. desiderio di avere una famiglia .. ho imparato ad accettare il fatto che non potrà mai accadere. .." Perchè?
Ritengo che un percorso psicologico di persona potrebbe rappacificarLa con molti aspetti del Suo orientamento sessuale ed affettivo, aprendoLa a nuove possibilità.
Lo ha mai sperimentato finora?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Gentile Dott.ssa Brunialti,
Grazie per la Sua risposta.
Questi nuovi sentimenti in relazione alla mia vita e a ciò che mi circonda, decisamente opposti a quelli riscontrati in passato, sono da me percepiti come il risultato di una sofferenza psicologia la quale per molti anni non mi ha dato pace, ma che alla fine si è come autodistrutta da sola, plasmando la mia personalità e il mio carattere, con tutte le conseguenze che ne derivano. Questo è quanto mi sento di dire, guardando al mio passato e dentro di me.
Senza ombra di dubbio mi sento di preferire questa realtà a un passato tormentato da sensi di colpa.
Il mio dubbio principale però si basa sulla domanda: "chi sono diventato oggi?". E' vero che sensi di colpa e inferiorità si sono finalmente arenati, ma quale è stato il prezzo da pagare?
Non sento il bisogno di condividere la mia vita con qualcuno. Magari non è arrivata la persona giusta? Io poco ci credo a tutto ciò. Sono molto selettivo riguardo alle persone che incontro, ma alla fine accade sempre che gli altri si sentano più trasportati a livello sentimentale. Io sono l'eterno insicuro che preferisce a un certo punto troncare le relazioni. E il bello è che sento sempre di aver fatto la cosa giusta!
In teoria sto bene così, ma in pratica mi domando se realmente si possa stare bene in questo modo, dimostrandosi apatici e quasi egoisti. So che sembra un ragionamento contorto ma io tali domande me le pongo sempre.
Poi per quanto riguarda la mia frase riguardo all'impossibilità di avere una famiglia, non ho specificato che mi riferivo al desiderio di avere una famiglia biologica. Si può certamente essere felici e costruirsi una famiglia con un partner del proprio sesso, ma la possibilità di procreare è un qualcosa cui bisogna rinunciare.
Avevo seguito un percorso psicologico anni fa che poi però, avevo sospeso.
Grazie per la Sua risposta.
Questi nuovi sentimenti in relazione alla mia vita e a ciò che mi circonda, decisamente opposti a quelli riscontrati in passato, sono da me percepiti come il risultato di una sofferenza psicologia la quale per molti anni non mi ha dato pace, ma che alla fine si è come autodistrutta da sola, plasmando la mia personalità e il mio carattere, con tutte le conseguenze che ne derivano. Questo è quanto mi sento di dire, guardando al mio passato e dentro di me.
Senza ombra di dubbio mi sento di preferire questa realtà a un passato tormentato da sensi di colpa.
Il mio dubbio principale però si basa sulla domanda: "chi sono diventato oggi?". E' vero che sensi di colpa e inferiorità si sono finalmente arenati, ma quale è stato il prezzo da pagare?
Non sento il bisogno di condividere la mia vita con qualcuno. Magari non è arrivata la persona giusta? Io poco ci credo a tutto ciò. Sono molto selettivo riguardo alle persone che incontro, ma alla fine accade sempre che gli altri si sentano più trasportati a livello sentimentale. Io sono l'eterno insicuro che preferisce a un certo punto troncare le relazioni. E il bello è che sento sempre di aver fatto la cosa giusta!
In teoria sto bene così, ma in pratica mi domando se realmente si possa stare bene in questo modo, dimostrandosi apatici e quasi egoisti. So che sembra un ragionamento contorto ma io tali domande me le pongo sempre.
Poi per quanto riguarda la mia frase riguardo all'impossibilità di avere una famiglia, non ho specificato che mi riferivo al desiderio di avere una famiglia biologica. Si può certamente essere felici e costruirsi una famiglia con un partner del proprio sesso, ma la possibilità di procreare è un qualcosa cui bisogna rinunciare.
Avevo seguito un percorso psicologico anni fa che poi però, avevo sospeso.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.5k visite dal 26/04/2017.
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