Bilancia e disturbi alimentari
Gent.mi dottori, sono una donna di 30 anni e ho sofferto per molto tempo di disturbi alimentari (bulimia).Da Circa 5 anni fa le cose sono andate molto meglio, nel senso che l'ossessività nei confronti delle calorie è diminuita e non ho più vomitato, e il mio peso è rimasto stabile (a differenza di prima che saltavo di 10 kg per volta). Premetto che in questi 5 anni ho seguito anche un ottimo lavoro di psicoterapia individuale che continuo a mantenere. Tuttavia Il mio nemico principale continua ad essere la bilancia. Non so come usarla. L'unico anno sono stata davvero serena è stato quello in cui non mi sono pesata: non ce l'avevo a casa, e al massimo mi capitava di pesarmi una tantum da qualche amica. Riducevo il cibo quando avevo esagerato nelle occasioni sociali e festive e stavo serena. Solo che poi un giorno arrivò un commento: 'ti noto un po' più rotonda'. Fu sotto Natale, ma da quel momento la bilancia è stata la mia ossessione, pur dovendo ammettere che facendo molto sport coi pesi posso aumentare di peso per questioni muscolari, da allora non riesco più ad uscire da questa ossessione: da un lato mi piacerebbe aumentare la mia muscolatura, dall'altra ho il terrore che sia grasso. Come devo usarla? mi conviene 'buttarla' di nuovo (e magari buttar via alle spalle i pareri poco carini e non richiesti)?
[#1]
Gentile utente,
credo che ne doverebbe continuare con il suo psicoterapeuta il quale sicuramente saprà lavorare sulla sua immagine corporea e sull'utilizzo della bilancia.
Auguri
credo che ne doverebbe continuare con il suo psicoterapeuta il quale sicuramente saprà lavorare sulla sua immagine corporea e sull'utilizzo della bilancia.
Auguri
Indelicato Dott. Mariano
idm@dottindelicato.it
www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it
[#2]
Gentile ragazza
Dalla sua descrizione mi pare che il grosso del percorso terapeutico lo abbia già fatto. Quindi, intanto, complimenti. Resta solo da imparare a usare la bilancia e gestire la sua reazione nei confronti dei commenti "carini".
La risposta immediata alla sua domanda sarebbe: sicuramente buttare alle spalle i commenti dagli altri. Oppure, in modo più divertente e perfido, potrebbe rigirare loro la frittata rendendosi conto che in chiunque è possibile trovare "aspetti che potrebbero essere migliorati": il colorito della pelle, la statura, la distanza fra gli occhi, l'abbigliamento, la dimensione del seno. Un'infinità di cose. Spesso la gente si diverte a fare commenti "carini" agli altri solo per rassicurare se stessa. Vuole davvero lasciar loro questa soddisfazione a SUE spese?
Riguardo alla bilancia non credo sia necessario che la butti (oltretutto ha un costo) ma solo che la tratti come qualunque altra suppellettile presente in casa. Può usarla solo una volta ogni tanto.
Ad ogni modo, ha già rivolto queste questioni al/alla terapeuta che la sta seguendo? Questa sarebbe la cosa migliore.
Cordiali saluti
Dalla sua descrizione mi pare che il grosso del percorso terapeutico lo abbia già fatto. Quindi, intanto, complimenti. Resta solo da imparare a usare la bilancia e gestire la sua reazione nei confronti dei commenti "carini".
La risposta immediata alla sua domanda sarebbe: sicuramente buttare alle spalle i commenti dagli altri. Oppure, in modo più divertente e perfido, potrebbe rigirare loro la frittata rendendosi conto che in chiunque è possibile trovare "aspetti che potrebbero essere migliorati": il colorito della pelle, la statura, la distanza fra gli occhi, l'abbigliamento, la dimensione del seno. Un'infinità di cose. Spesso la gente si diverte a fare commenti "carini" agli altri solo per rassicurare se stessa. Vuole davvero lasciar loro questa soddisfazione a SUE spese?
Riguardo alla bilancia non credo sia necessario che la butti (oltretutto ha un costo) ma solo che la tratti come qualunque altra suppellettile presente in casa. Può usarla solo una volta ogni tanto.
Ad ogni modo, ha già rivolto queste questioni al/alla terapeuta che la sta seguendo? Questa sarebbe la cosa migliore.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Utente
Ringrazio entrambi i dottori, e per quanto riguarda il mio psicoterapeuta, lui da questo punto di vista non mi dà vere e proprie indicazioni, perché secondo lui essendo quest'ossessione un sintomo devo lavorare prima sulle cause. L'unica cosa antipatica è che nel frattempo i sintomi sono un tantino antipatici...
[#5]
Gentile sig.ra/ina,
i miei colleghi sono stati esaurienti, io aggiungerei di avere pazienza. Lei è in terapia già da tempo, avrà lavorato molto su di sè e sul suo sintomo,ma se il sintomo persiste ci manda un messaggio. Cerchi di decifrare questo messaggio con il suo terapeuta.
Cordialmente.
i miei colleghi sono stati esaurienti, io aggiungerei di avere pazienza. Lei è in terapia già da tempo, avrà lavorato molto su di sè e sul suo sintomo,ma se il sintomo persiste ci manda un messaggio. Cerchi di decifrare questo messaggio con il suo terapeuta.
Cordialmente.
Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl
[#6]
Utente
Gent.ma dott.ssa Ferretti, purtroppo il cammino è per davvero lungo e arduo! Io stavo anche pensando di rivolgermi ad una nutrizionista per avere maggiori direttive su un'educazione alimentare (visto che sono così angosciata dall'idea di ingrassare o di pesarmi da sola), solo che il mio psicologo dice che, per lui, se mi rivolgo ad un dietologo non faccio altro che alimentare la mia ossessione... io non ne sono così convinta, considerando che andrei quasi più per un supporto esterno che non per una fissa personale.
[#7]
Gentile ragazza
Mi permetta una domanda: cos'è che la infastidisce di più, le "cause" dei suoi sintomi oppure i sintomi stessi?
Se lei è tutt'ora angosciata dall'idea d'ingrassare, dovrebbe essere compito del suo psicologo/psicoterapeuta aiutarla a risolvere quest'angoscia. 5 anni mi sembrano veramente troppi per non essere ancora riusciti a venirne a capo.
Quindi, credo che lei abbia tutto il diritto di aspettarselo. Ne parli con il suo psicologo.
Cordiali saluti
Mi permetta una domanda: cos'è che la infastidisce di più, le "cause" dei suoi sintomi oppure i sintomi stessi?
Se lei è tutt'ora angosciata dall'idea d'ingrassare, dovrebbe essere compito del suo psicologo/psicoterapeuta aiutarla a risolvere quest'angoscia. 5 anni mi sembrano veramente troppi per non essere ancora riusciti a venirne a capo.
Quindi, credo che lei abbia tutto il diritto di aspettarselo. Ne parli con il suo psicologo.
Cordiali saluti
[#8]
Utente
Mi terrorizzano entrambe, perché so che se fossi più serena con le cause anche i sintomi mi darebbero meno fastidio, so che si può essere felici anche con 20 chili in più, e so che tutto è nel modo in cui noi affrontiamo le cose. Purtroppo non parto da una situazione 'normale' sotto molti aspetti: ho sofferto di fobie e manie ossessivo-compulsive per anni, a tratti ho avuto periodi di 'simil-ninfomania', sono stata vicina all'alcolismo, e i numeri continuano a popolare la mia vita, ora sotto forma di peso e calorie, prima sotto forma di numero di volte che dovevo fare anche le cose più stupide 'se no poteva succedermi qualcosa di brutto'. Il mio psicologo dice che è il rapporto con mia madre che non riesco ad elaborare. E forse è quella la chiave... Ma vorrei tanto qualcosa nell'immediato che mi aiuti ad alleviare il sintomo per affrontare meglio la causa. Gliene parlo, ma una cosa che noto spesso negli psicologi/psichiatri è che non rispondono se non con altre domande, quindi non saprei dirle esattamente quali sono le sue intenzioni. So solo che ha dimezzato i nostri incontri rendendoli quindicinali, ed io sento di avere ancora bisogno.
[#9]
Gentile ragazza
Gli psicologi/psichiatri/psicoterapeuti non sono tutti così ermetici, ovviamente.
Da ciò che dice sembrerebbe che l'orientamento del suo psicoterapeuta sia rivolto a risolvere prima le "cause", dando per scontato che una volta fatto questo anche i sintomi dovrebbero scomparire.
Ma a parte il fatto che bisognerebbe essere sicuri che sia davvero il rapporto con sua madre a provocarle tutto ciò, le ripeto che 5 anni sono quasi certamente un po' troppi. È dimostrato che è molto difficile che oltre le 20 sedute qualsiasi percorso psicoterapeutico riesca a provocare cambiamenti significativi. Quindi, se continua ad andarci perché questo la rassicura è un conto, ma se non siete riusciti a venirne a capo in 5 anni, cosa le fa pensare che sarà possibile riuscirci in altri 5?
Esistono altri orientamenti psicoterapeutici NON sintomatici, ossia che non agiscono solo sul sintomo, ma che PARTONO dal sintomo per innescare un cambiamento e poi lavorano su quello, senza stare a soffermarsi troppo sulle "cause", che è sempre molto difficile stabilire con sicurezza in questo campo.
Può leggere queste pagine dal mio sito per farsi un'idea:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm
Cordiali saluti
Gli psicologi/psichiatri/psicoterapeuti non sono tutti così ermetici, ovviamente.
Da ciò che dice sembrerebbe che l'orientamento del suo psicoterapeuta sia rivolto a risolvere prima le "cause", dando per scontato che una volta fatto questo anche i sintomi dovrebbero scomparire.
Ma a parte il fatto che bisognerebbe essere sicuri che sia davvero il rapporto con sua madre a provocarle tutto ciò, le ripeto che 5 anni sono quasi certamente un po' troppi. È dimostrato che è molto difficile che oltre le 20 sedute qualsiasi percorso psicoterapeutico riesca a provocare cambiamenti significativi. Quindi, se continua ad andarci perché questo la rassicura è un conto, ma se non siete riusciti a venirne a capo in 5 anni, cosa le fa pensare che sarà possibile riuscirci in altri 5?
Esistono altri orientamenti psicoterapeutici NON sintomatici, ossia che non agiscono solo sul sintomo, ma che PARTONO dal sintomo per innescare un cambiamento e poi lavorano su quello, senza stare a soffermarsi troppo sulle "cause", che è sempre molto difficile stabilire con sicurezza in questo campo.
Può leggere queste pagine dal mio sito per farsi un'idea:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm
Cordiali saluti
[#10]
Gentile signorina,
la sua sofferenza è molto evidente.
A mio avviso, le cose più importante che lei scrive sono due :
La prima: "i numeri continuano a popolare la mia vita". Da queste sue parole io la inviterei a riflettere se ha ancora voglia o intenzione di avere la compagnia di questi numeri e, conseguentemente di decidere se andare o meno da un nutrizionista.
La seconda, riferita al suo terapeuta: "So solo che ha dimezzato i nostri incontri rendendoli quindicinali, ed io sento di avere ancora bisogno"
Le terapie possono durare 2 sedute, un mese o dieci anni.
Non esistono numeri di sedute o anni prefissati, in nessuna terapia.
Quello che conta è se lei sente di averne bisogno e, da quello che scrive, sembrerebbe proprio di sì. Se ritiene che il problema sia suo, tenga duro e continui ad andare dal suo terapeuta. Se non si sente adeguatamente trattata dal suo psicologo può fare due cose: prima di tutto parlarne con lui, senza timore di essere giudicata. La seconda è quella di cambiare teraputa e rivolgersi ad un centro specializzato.
La saluto caramente.
la sua sofferenza è molto evidente.
A mio avviso, le cose più importante che lei scrive sono due :
La prima: "i numeri continuano a popolare la mia vita". Da queste sue parole io la inviterei a riflettere se ha ancora voglia o intenzione di avere la compagnia di questi numeri e, conseguentemente di decidere se andare o meno da un nutrizionista.
La seconda, riferita al suo terapeuta: "So solo che ha dimezzato i nostri incontri rendendoli quindicinali, ed io sento di avere ancora bisogno"
Le terapie possono durare 2 sedute, un mese o dieci anni.
Non esistono numeri di sedute o anni prefissati, in nessuna terapia.
Quello che conta è se lei sente di averne bisogno e, da quello che scrive, sembrerebbe proprio di sì. Se ritiene che il problema sia suo, tenga duro e continui ad andare dal suo terapeuta. Se non si sente adeguatamente trattata dal suo psicologo può fare due cose: prima di tutto parlarne con lui, senza timore di essere giudicata. La seconda è quella di cambiare teraputa e rivolgersi ad un centro specializzato.
La saluto caramente.
[#11]
Utente
Purtroppo dai centri specializzati non ho avuto molto ritorno: una volta ho seguito un day hospital per 3 mesi 3 volte a settimana. I miglioramenti sono stati temporanei, durati solo 4 mesi o giù i lì. Un'altra volta mi sono rivolta ad una struttura a Roma, e lì hanno ritenuto che dovessi partecipare ad una terapia di gruppo: l'effetto è stato devastante per me, perché la vicinanza di persone che avevano lo stesso mio problema quasi mi 'autorizzava' ad abbuffarmi ancora di più. Di lì ho abbandonato. Solo le psicoterapie a lungo termine e individuali mi hanno lasciato qualcosa: la prima è durata da quando avevo 16 anni a quando ne avevo 20, a volte anche 2 volte a settimana, e ha agito più che altro sulle manie ossessivo-compulsive che si sono liquefatte; la seconda è stata questa, che ha agito molto sulla frequenza delle abbuffate fino a renderle episodi sporadici dopo i quali non vomito più, sul mio rapporto con gli uomini e col sesso e sulla mia attività lavorativa. Purtroppo resta questo neo che non riesco a cancellare... Vi ringrazio tantissimo per il supporto. Cercherò innanzitutto di rasserenarmi un pochino (sono estremamente stressata in questo periodo) e a mente fredda cercherò di capire come agire. Purtroppo sono strade a tentativi, e dopo aver conosciuto 5 psicanalisti nel giro di 14 anni sono un po' stanchina di tentare...
Grazie ancora!
Grazie ancora!
[#12]
Gentile signorina,
immagino che sia stufa di tentare...ha tutte le ragioni. Non conosco i motivi che l'hanno indotta a cambiare psicoanalisti, e non è questo il luogo per mettersi a discuterne. Le posso solo dire che i momenti di stallo in una terapia sono molto significativi e sarebbe molto importante parlarne con il proprio terapeuta. Io non so, e ripeto, non voglio parlarne in questa sede perchè non credo sia opportuno, le ragioni per cui lei ha cambiato. Tuttavia la invito a riflettere su un fatto che avviene di frequente in terapia: la si vuole interrompere. In questo caso è fondamentale discuterne con il proprio psicologo.
Una ultima cosa: i sintomi, di qualunque tipo, sono una risposta personale e soggettiva a dei disagi. Lei ci rivela che in questo momento è estremamente stressata, quindi si potrebbe supporre che è per questo che il suo, di sintomo, si affacci prepotentemente a disturbarla.
Le auguro di trovare la serenità che cerca.
Codialmente.
immagino che sia stufa di tentare...ha tutte le ragioni. Non conosco i motivi che l'hanno indotta a cambiare psicoanalisti, e non è questo il luogo per mettersi a discuterne. Le posso solo dire che i momenti di stallo in una terapia sono molto significativi e sarebbe molto importante parlarne con il proprio terapeuta. Io non so, e ripeto, non voglio parlarne in questa sede perchè non credo sia opportuno, le ragioni per cui lei ha cambiato. Tuttavia la invito a riflettere su un fatto che avviene di frequente in terapia: la si vuole interrompere. In questo caso è fondamentale discuterne con il proprio psicologo.
Una ultima cosa: i sintomi, di qualunque tipo, sono una risposta personale e soggettiva a dei disagi. Lei ci rivela che in questo momento è estremamente stressata, quindi si potrebbe supporre che è per questo che il suo, di sintomo, si affacci prepotentemente a disturbarla.
Le auguro di trovare la serenità che cerca.
Codialmente.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 2.5k visite dal 24/11/2008.
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