Se alcuni stati d'animo che vivo siano sintomi di dipendenza affettiva
Egregi Dottori,
avrei bisogno di capire se alcuni stati d'animo che vivo siano sintomi di dipendenza affettiva.
Vivo una nuova relazione da 3 mesi, dopo un periodo da single durato più di un anno.
Sono molto innamorato di questa persona, e non abbiamo avuto alcun tipo di contrasto "negativo".
E' capitato però di discutere per un motivo decisamente banale, ovvero la scelta della meta delle vacanze: la discussione si è protratta perché io cercavo la soluzione adatta alle esigenze che lei aveva manifestato, alcune in contrasto tra loro, e pertanto l'eccessivo discuterne senza arrivare ad una scelta l'ha indispettita.
(Alla scelta infine si è arrivati, e io ho fatto presente che le lungaggini non erano dovute a mie indecisioni, ma al cercare di scegliere la meta che le garantisse tutto ciò che cercava)
La discussione, la "pesantezza" della scelta l'hanno indispettita fino al punto di comportarsi in modo molto freddo nei miei confronti per qualche giorno.
Fino a qui può essere molto banale, ma vengo al punto.
L'oggetto della mia domanda sono le sensazioni che ho provato quando l'ho vista così fredda con me: immediatamente ho pensato che il rapporto si fosse già compromesso, che si fosse creata una crepa, che lei avesse cambiato idea su di me.
Durante la giornata, in momenti in cui non ero con lei, spesso mi sono sentito in preda all'ansia: mi chiedevo come mai non si facesse sentire (magari era solo impegnata in altro, a lavoro, ecc), mi chiedevo cosa potessi fare io per recuperare, iniziando davvero a creare con la mente situazioni molto negative relative alla relazione, e alla sua "prossima" fine.
Mi chiedevo se questo stato d'animo, sfociato in momenti di ansia relativamente forti, con la classica sensazione del non sapere cosa fare, dei pensieri ingovernabili (il tutto sfociato in emicranie, peraltro) non fosse dipendenza affettiva.
Ammetto che la paura di sottofondo, se proprio devo darle un nome, è la paura che questa persona di cui sono innamorato possa decidere di troncare subito, o che possa aver cambiato idea su di me.
Ammetto altresì che per me alcune conferme affettive (molto banali, come un abbraccio o un bacio) sono molto importanti, e il "gelo", per me che ci metto molto ad aprirmi è pesante.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Grazie.
avrei bisogno di capire se alcuni stati d'animo che vivo siano sintomi di dipendenza affettiva.
Vivo una nuova relazione da 3 mesi, dopo un periodo da single durato più di un anno.
Sono molto innamorato di questa persona, e non abbiamo avuto alcun tipo di contrasto "negativo".
E' capitato però di discutere per un motivo decisamente banale, ovvero la scelta della meta delle vacanze: la discussione si è protratta perché io cercavo la soluzione adatta alle esigenze che lei aveva manifestato, alcune in contrasto tra loro, e pertanto l'eccessivo discuterne senza arrivare ad una scelta l'ha indispettita.
(Alla scelta infine si è arrivati, e io ho fatto presente che le lungaggini non erano dovute a mie indecisioni, ma al cercare di scegliere la meta che le garantisse tutto ciò che cercava)
La discussione, la "pesantezza" della scelta l'hanno indispettita fino al punto di comportarsi in modo molto freddo nei miei confronti per qualche giorno.
Fino a qui può essere molto banale, ma vengo al punto.
L'oggetto della mia domanda sono le sensazioni che ho provato quando l'ho vista così fredda con me: immediatamente ho pensato che il rapporto si fosse già compromesso, che si fosse creata una crepa, che lei avesse cambiato idea su di me.
Durante la giornata, in momenti in cui non ero con lei, spesso mi sono sentito in preda all'ansia: mi chiedevo come mai non si facesse sentire (magari era solo impegnata in altro, a lavoro, ecc), mi chiedevo cosa potessi fare io per recuperare, iniziando davvero a creare con la mente situazioni molto negative relative alla relazione, e alla sua "prossima" fine.
Mi chiedevo se questo stato d'animo, sfociato in momenti di ansia relativamente forti, con la classica sensazione del non sapere cosa fare, dei pensieri ingovernabili (il tutto sfociato in emicranie, peraltro) non fosse dipendenza affettiva.
Ammetto che la paura di sottofondo, se proprio devo darle un nome, è la paura che questa persona di cui sono innamorato possa decidere di troncare subito, o che possa aver cambiato idea su di me.
Ammetto altresì che per me alcune conferme affettive (molto banali, come un abbraccio o un bacio) sono molto importanti, e il "gelo", per me che ci metto molto ad aprirmi è pesante.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
è difficile (anzi impossibile) poter fare online una diagnosi di dipendenza affettiva.
Possiamo dire che quanto più il nostro benessere dipende dall’altro, tanto più siamo a rischio di dipendenza affettiva: dal/la partner, dai figli, dai genitori..
C'è un elemento della Sua mail che mi ha fatto pensare, e cioè il motivo della Vostra lite:
"io cercavo la soluzione adatta alle esigenze che lei aveva manifestato..".
Tenga conto che non è Lei a dover difendere fino alla pesantezza le esigenze dalla Sua ragazza, bensì essa stessa.
Non si può contemporaneamente stare nei propri panni e in quelli dell'altra; o forse rinunciava ai Suoi?
Tale eventuale "processo di limitazione" si evidenzia attraverso pensieri del tipo:
“I miei bisogni non hanno importanza”
(che equivale a “non sono degno di essere amato”),
dove il “termometro” della propria autostima sta nella capacità di sacrificarsi per la persona amata.
L'uomo dipendente può comportarsi in maniera talmente protettiva, tale da giungere talvolta fino all'eccesso della protezione patologica, cioè "ingabbiante" per l'altra persona.
è difficile (anzi impossibile) poter fare online una diagnosi di dipendenza affettiva.
Possiamo dire che quanto più il nostro benessere dipende dall’altro, tanto più siamo a rischio di dipendenza affettiva: dal/la partner, dai figli, dai genitori..
C'è un elemento della Sua mail che mi ha fatto pensare, e cioè il motivo della Vostra lite:
"io cercavo la soluzione adatta alle esigenze che lei aveva manifestato..".
Tenga conto che non è Lei a dover difendere fino alla pesantezza le esigenze dalla Sua ragazza, bensì essa stessa.
Non si può contemporaneamente stare nei propri panni e in quelli dell'altra; o forse rinunciava ai Suoi?
Tale eventuale "processo di limitazione" si evidenzia attraverso pensieri del tipo:
“I miei bisogni non hanno importanza”
(che equivale a “non sono degno di essere amato”),
dove il “termometro” della propria autostima sta nella capacità di sacrificarsi per la persona amata.
L'uomo dipendente può comportarsi in maniera talmente protettiva, tale da giungere talvolta fino all'eccesso della protezione patologica, cioè "ingabbiante" per l'altra persona.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.8k visite dal 26/04/2017.
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