Non so se mi stia venendo la depressione
Ciao mi chiamo Letizia e ho 19 anni. Mi sono resa conto che da un anno a questa parte ho sviluppato manie di controllo e attaccamento compulsivo alla mia migliore amica. Siamo come sorelle da 5 anni, lei soffre di disturbi alimentari e borderline. Come se non bastasse, l'anno scorso ha sviluppato una dipendenza da eroina e crack. Io mi sono sempre sentita in dovere di aiutarla come piu potevo, il nostro rapporto è sempre stato basato su uno scambio più o meno equo di sofferenza e forza(da parte mia). Però da un anno, questo meccanismo si è inceppato, nel concreto non posso fare niente x aiutarla. Il mio volerle bene è morboso... Però sono consapevole che questo rapporto non è sano, e quindi ho deciso di allontanarmi, solo che ogni volta dico: "ok domani è un altro giorno, domani si cambia e penso a me stessa". Ma invece puntualmente mi logoro dentro dandomi la colpa, incolpando lei etc.. in più da un mese vado in ansia, cioè mi viene un lieve nodo alla bocca dello stomaco, in situazioni in cui nn ce alcun bisogno di andare in ansia e in piu odio stare sempre a casa ma poi quando poi esco mi chiudo. Io nn sono mai stata cosi, sono sempre stata spensierata e allegra, questi avvenimenti mi stanno spaventando alquanto perché ne ho di amiche disturbate e, mi fa paura tutto ciò.
Aiuto, ditemi che cosa devo fare, da chi devo recarmi e come posso reagire a questa situazione perche non vedo via di uscita.
Aiuto, ditemi che cosa devo fare, da chi devo recarmi e come posso reagire a questa situazione perche non vedo via di uscita.
[#1]
Gentile Letizia,
non credo tu possa fare più di tanto per la tua amica che, mi sembra, ha bisogno dell'aiuto professionale di uno/a psicologa psicoterapeuta.
Non credo perciò tu debba macerarti con sensi di colpa né ti consiglio di alimentare nella tua amica speranze di risolvere i suoi problemi da sola o con l'aiuto dei soli amici.
Lo psicoterapeuta è una professione sanitaria. Cureresti una polmonite da sola? non credo, allo stesso modo conviene affidarsi a professionisti psicologi se necessario.
Se la tua amica fosse comunque contraria, puoi recarti tu da uno psicologo per acquisire gli strumenti per interagire al meglio e salvaguardare il tuo benessere.
Cordiali saluti
non credo tu possa fare più di tanto per la tua amica che, mi sembra, ha bisogno dell'aiuto professionale di uno/a psicologa psicoterapeuta.
Non credo perciò tu debba macerarti con sensi di colpa né ti consiglio di alimentare nella tua amica speranze di risolvere i suoi problemi da sola o con l'aiuto dei soli amici.
Lo psicoterapeuta è una professione sanitaria. Cureresti una polmonite da sola? non credo, allo stesso modo conviene affidarsi a professionisti psicologi se necessario.
Se la tua amica fosse comunque contraria, puoi recarti tu da uno psicologo per acquisire gli strumenti per interagire al meglio e salvaguardare il tuo benessere.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#3]
Gentile utente,
Lei probabilmente sta esaurendo le energie psichiche positive che fino ad un certo punto Le hanno permesso di "aiutare", o se non altro di "accompagnare".
Noi umani non abbiamo energie illimitate
e stare vicino a chi ha gravi problemi logora, soprattutto se ad un certo punto si diventa impotenti, cioè non si può fare più nulla per l'altra persona.
Ben lo sanno le persone che operano nell'ambito delle professioni di aiuto e che corrono il pericolo del "burnout", di "bruciarsi" (libera traduzione).
Che fare ora?
Quello che Lei ha già intuito.
Staccarsi e fare delle cose belle per sè, per "restaurare" quel senso positivo della vita che il contatto con chi ha un grave disagio ha logorato.
Se ciò Le causa sensi di colpa verso la Sua amica, come se la stesse abbandonando, allora sarà Lei ad avere bisogno di aiuto, come già il suo titolo suggerisce.
Saluti cari.
Lei probabilmente sta esaurendo le energie psichiche positive che fino ad un certo punto Le hanno permesso di "aiutare", o se non altro di "accompagnare".
Noi umani non abbiamo energie illimitate
e stare vicino a chi ha gravi problemi logora, soprattutto se ad un certo punto si diventa impotenti, cioè non si può fare più nulla per l'altra persona.
Ben lo sanno le persone che operano nell'ambito delle professioni di aiuto e che corrono il pericolo del "burnout", di "bruciarsi" (libera traduzione).
Che fare ora?
Quello che Lei ha già intuito.
Staccarsi e fare delle cose belle per sè, per "restaurare" quel senso positivo della vita che il contatto con chi ha un grave disagio ha logorato.
Se ciò Le causa sensi di colpa verso la Sua amica, come se la stesse abbandonando, allora sarà Lei ad avere bisogno di aiuto, come già il suo titolo suggerisce.
Saluti cari.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Gentile Letizia,
può provare a recarsi al Consultorio di zona per un sostegno, ma mi sembra lei abbia più bisogno di consultare uno psicoterapeuta.
Perciò può contattare il medico di base per vedere se le prescrive un ciclo di incontri presso l'ASL o contattare direttamente il DSM dell'ASL, oppure contattare un professionista privato.
In questo ultimo caso le posso dire che i problemi di relazione possono essere brillantemente e velocemente risolti con la terapia della Gestalt.
Cordiali saluti
può provare a recarsi al Consultorio di zona per un sostegno, ma mi sembra lei abbia più bisogno di consultare uno psicoterapeuta.
Perciò può contattare il medico di base per vedere se le prescrive un ciclo di incontri presso l'ASL o contattare direttamente il DSM dell'ASL, oppure contattare un professionista privato.
In questo ultimo caso le posso dire che i problemi di relazione possono essere brillantemente e velocemente risolti con la terapia della Gestalt.
Cordiali saluti
[#5]
Gentile ragazza,
Ti do un parere da terapeuta cognitivista.
Probabilmente la tua emozione principale in questo periodo/momento della vita è l'ansia. L'ansia è un'emozione che fa parte del nostro patrimonio cromosomico cognitivo fin dalla nascita e che ci torna utile in moltissime occasioni perché, in modo funzionale, ci avverte, a priori, di un pericolo dal quale sarebbe preferibilmente utile tenersi lontani. L'ansia la sperimentiamo tutti quando, per esempio, dobbiamo affrontare qualcosa che non conosciamo (un esame universitario? Un nuovo lavoro? Etc etc). E il più delle volte è proprio l'ansia vissuta positivamente, che ci spinge a fare.
Ci sono tuttavia periodi in cui, questa emozione, diventa negativa e difficilmente gestibile. Perché? Perché lo scopo/obiettivo che ci eravamo prefissati di raggiungere, fallisce. Il fallimento di uno scopo per noi importante, determina ansia.
Nel tuo caso: lo scopo era quello di prendersi cura della tua amica ed è uno scopo che è fallito. Qui subentra l'ansia.
È come se noi, inconsapevolmente ci dicessimo: "oh cavolo! e adesso?". Abbiamo perso lo scopo. E quando falliamo nel raggiungimento di un obiettivo, all'ansia, non di rado, iniziano ad accompagnarsi sensi di colpa e tristezza.
ma ti sei chiesta che come obiettivo, hai scelto uno scopo troppo grande e gravoso per te?!!?. L'amica ha bisogno di uno specialista che si prenda cura di lei. Tu hai fatto il massimo ma nella vita ci sono dei ruoli. Ora il ruolo sarebbe quello specialistico. Tu non puoi avere ormai nessun ruolo altrimenti, per fare del bene agli altri, ci ammaliamo noi...
Ora cosa c'è da fare? Accettare la situazione e prospettarsi un nuovo scopo. Il tuo nuovo scopo funzionale e utile per te è quello di iniziare a prendersi cura di te stessa.
Ti senti in colpa? Non ti è utile. Il senso di colpa è un'emozione che sperimentiamo quando creiamo un danno a qualcuno. Tu non hai creato danno a nessuno. Ti sei allontanata dall'amica, salvaguardando la tua salute come è sano che sia.
Una consulenza presso un/a collega psicoterapeuta ti tornerà utile a "sbrogliare" tutta questa matassa emotiva che ti stai portando addosso. Anche questo vuol dire prendersi cura si sé ;-).
Ciao Letizia
In bocca al lupo!
Ps: Intanto cerca di goderti questo ponte del 25 aprile. Esci e goditi il momento dell'uscita !!!
Ti do un parere da terapeuta cognitivista.
Probabilmente la tua emozione principale in questo periodo/momento della vita è l'ansia. L'ansia è un'emozione che fa parte del nostro patrimonio cromosomico cognitivo fin dalla nascita e che ci torna utile in moltissime occasioni perché, in modo funzionale, ci avverte, a priori, di un pericolo dal quale sarebbe preferibilmente utile tenersi lontani. L'ansia la sperimentiamo tutti quando, per esempio, dobbiamo affrontare qualcosa che non conosciamo (un esame universitario? Un nuovo lavoro? Etc etc). E il più delle volte è proprio l'ansia vissuta positivamente, che ci spinge a fare.
Ci sono tuttavia periodi in cui, questa emozione, diventa negativa e difficilmente gestibile. Perché? Perché lo scopo/obiettivo che ci eravamo prefissati di raggiungere, fallisce. Il fallimento di uno scopo per noi importante, determina ansia.
Nel tuo caso: lo scopo era quello di prendersi cura della tua amica ed è uno scopo che è fallito. Qui subentra l'ansia.
È come se noi, inconsapevolmente ci dicessimo: "oh cavolo! e adesso?". Abbiamo perso lo scopo. E quando falliamo nel raggiungimento di un obiettivo, all'ansia, non di rado, iniziano ad accompagnarsi sensi di colpa e tristezza.
ma ti sei chiesta che come obiettivo, hai scelto uno scopo troppo grande e gravoso per te?!!?. L'amica ha bisogno di uno specialista che si prenda cura di lei. Tu hai fatto il massimo ma nella vita ci sono dei ruoli. Ora il ruolo sarebbe quello specialistico. Tu non puoi avere ormai nessun ruolo altrimenti, per fare del bene agli altri, ci ammaliamo noi...
Ora cosa c'è da fare? Accettare la situazione e prospettarsi un nuovo scopo. Il tuo nuovo scopo funzionale e utile per te è quello di iniziare a prendersi cura di te stessa.
Ti senti in colpa? Non ti è utile. Il senso di colpa è un'emozione che sperimentiamo quando creiamo un danno a qualcuno. Tu non hai creato danno a nessuno. Ti sei allontanata dall'amica, salvaguardando la tua salute come è sano che sia.
Una consulenza presso un/a collega psicoterapeuta ti tornerà utile a "sbrogliare" tutta questa matassa emotiva che ti stai portando addosso. Anche questo vuol dire prendersi cura si sé ;-).
Ciao Letizia
In bocca al lupo!
Ps: Intanto cerca di goderti questo ponte del 25 aprile. Esci e goditi il momento dell'uscita !!!
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 22/04/2017.
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