Sensi di colpa per la famiglia

Salve,
volevo sottoporre alla vostra attenzione la mia situazione, abbastanza complessa per me: ho 35 anni, vivo in famiglia sia per motivi di lavoro (collaboro con un'attività di famiglia), sia perché non ho avuto fortuna a livello sentimentale, dopo quasi 12 anni insieme ad una persona. L'amore è tornato circa tre anni fa, dopo un anno passato all'estero: attualmente siamo tornati in Italia, ma l'idea sarebbe quella di riprovarci. E qui scattano i miei sensi di colpa: purtroppo la salute di mia madre non è eccezionale (lotta da diverso tempo con un tumore), anche se mio padre e i miei due fratelli sono qui. Però mi vedo come una persona indispensabile: sono io quello che ha sostituito mia madre su molte cose, soprattutto nelle faccende domestiche, mentre gli altri membri sono, diciamo, meno avvezzi a tutto ciò. Inoltre l'attività di famiglia potrebbe aver bisogno di una persona in casa: purtroppo, però, non siamo più in grado di sottoscrivere contratti di lavoro, complice la crisi economica, quindi non avrei un'attività retribuita regolarmente.

Da qualche tempo mi si è presentata una possibilità di lavoro in nord Europa, un normale impiego "base", ma che mi permetterebbe di vivere con la mia fidanzata e cambiare un po' questa situazione di stallo che sto vivendo. Il senso di colpa di abbandonare la mia famiglia, però, è sempre più opprimente e mi sento stressato, triste. Spesso, paradossalmente, sembra non riuscire a sopportare alcuni atteggiamenti o discorsi dei miei familiari. Un contrasto che mi sta facendo impazzire.

Non riesco a prendere una decisione, ho paura di abbondarli e complicargli le cose (anche se c'è da dire che mia madre è la prima a dirmi che sarebbe felice se andassi) ma nello stesso tempo non sopporto la situazione qui... Spero in un vostro consiglio o parere.

Saluti e buona giornata.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Lei si pone in una situazione di "o bianco o nero":
o rimanere in famiglia rinunciando ad una vita propria,
o distanziarsi di qualche migliaio di chilometri e realizzare le sue giuste aspirazioni di coppia.
Ma anche là i sensi di colpa si farebbero sentire.
E dunque ambedue i "corni del dilemma" - cioè le alternative tra cui si propone di scegliere - sono impraticabili, e lei rimane intrappolato nell'immobilità.

Ci sarebberò però le nuances intermedie,
fuor di metafora, ad es. riuscire a uscire di casa abitando in una località vicina ma non troppo,
e andando vivere con la Sua fidanzata.

Però questo lavoro sulle sfumature non è così semplice, spesso è più facile andarsene lontano.
Certamente un percorso psicologico La aiuterebbe a distanziarsi dalla Sua famiglia d'origine,
evitando la necessità di farlo geograficamente,
elaborando i sensi di colpa e di impotenza.

Saluti cordiali.









Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
Gentilissima dottoressa, la ringrazio innanzitutto per il tempo dedicatomi e per la risposta. Capisco, e probabilmente è così, ma purtroppo c'è il problema dell'assenza di lavoro in questa zona:sia io che la mia fidanzata non abbiamo un impiego attualmente e l'attività di famiglia in crisi non mi permette di avere un lavoro retribuito. Ecco il perché dell'intenzione di andare all'estero e prendere in considerazione questa proposta di lavoro. È una situazione che sto vivendo davvero male. So che mia madre non è sola e che lo farei per necessità e voglia di farmi una vita, ma nel contempo mi sento quasi 'egoista', immaginando che loro senza me potrebbero non farcela o vivere male a causa mia...
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Probabilmente Lei proietta su di loro un proprio malessere nel separarsi.
Perchè non farsi aiutare a districare questo nodo così complesso, che mette a repentaglio i Suoi progetti?
[#4]
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
Forse ha ragione. A volte penso che se mia madre non avesse alcun problema di salute mi troverei in una situazione simile., magari con un'intensità differente. Vedremo se riuscirò in qualche modo a trovare un aiuto psicologico, anche se non so se troverò il coraggio di farlo. La ringrazio davvero per l'attenzione dottoressa!
[#5]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Le auguro di cuore di poter trovare "il coraggio di farlo".
Si rivelerà una vera arricchente "esperienza",
non solo un rattoppo dei buchi della vita.

Saluti cordiali.
Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?

Leggi tutto