Relazioni umane ed emozioni negative

Buongiorno,
scrivo per un problema che mi affligge praticamente da sempre e ho veramente bisogno di un'opinione. Forse per quello che scrivero' ad un certo punto potrò anche sembrare paranoica o vittima di qualcosa, ma vi posso garantire che sono una persona profonda e riflessiva, sia nei miei confronti che negli altri, quindi posso dire di non esserne venuta a capo. Dunque, mi sono accorta, sin da bambina, che molte persone, sia maschi che femmine, dimostrano antipatia nei miei confronti. Per farvi capire meglio, vi racconterò' qualche episodio successo ai quali ci sono rimasta malissimo. Alle elementari, un compagno di classe (di quelli che faceva un po' il bulletto) mi odiava, non gli piacevo e me lo faceva capire. Non ero la più brutta della classe, ma non mi sopportava. A distanza di 20 anni, incontrato casualmente in un locale, ha fatto finta di non avermi visto, guardando in alto a dritto nel momento che gli sono passata a fianco (poco prima il mio fidanzato gli disse che c'ero anch'io e lui ha risposto con un'espressione silenziosa). Altro episodio. Anni fa un inquilino del mio condominio, molto amico di mio fratello, aveva bisogno di qualcuno che gli facesse traduzioni di inglese per motivi di lavoro. Tramite mio fratello che mi disse questa cosa io accettai, lui mi dette il materiale online e io iniziai le traduzioni, 5 gg di lavoro.Mandai il tutto alla sua email. Questo ragazzo non mi rispose mai, non mi ringrazio' mai, e quando mi incontrava faceva finta di niente. Dopo molto tempo, lo aggiunsi su fb...accetto' e dopo neanche 1 mese mi cancello' dai contatti. Tutt'ora quando lo incontro (sono passati anni da quell'episodio) a volte saluta a volte no. Eppure ha avuto per anni un rapporto intimo con mio fratello. Terzo episodio. Sempre nel mio condominio viveva una donna di circa 40 anni, buddista. Anche lei con un buon rapporto con mio fratello. Sempre mio fratello mi chiese di partecipare a un meeting buddista che si sarebbe svolto a casa sua, io (consapevole del poco feeling che c'era tra me e questa donna) all'inizio rifiutai ma poi accettai dietro insistenza di mio fratello e andai. Inutile dire che non mi considero' tutta la sera, non mi rivolse la parola, faceva di tutto per non incrociare il mio sguardo, non mi dette la minima soddisfazione. Io provai ad approcciare chiedendogli si mi poteva regalare un libretto da leggere, ovviamente finto sorriso e me l'ha dato, ma fu solo un momento in cui lei fu costretta a rispondermi. Da allora, ha continuato a tenere il solito atteggiamento quando mi incontra per le scale: a malapena mi saluta, se ne ha voglia.
Mi fermo qua, anche se ce ne sono molti altri simili. Vorrei capire se c'e' qualcosa di sbagliato in me. Sono un tipo riservato ma non ho mai fatto torti a queste persone, quando incontro saluto col sorriso e via. Un conto e' l'indifferenza, un conto e' l'atteggiamento palesemente ostile e denigratorio. Come mi dovrei comportare? cosa ne pensate? Questa cosa mi fa soffrire molto.
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Dr.ssa Rosalba Valenza Psicologo 21
Cara Utente,
ha spiegato in modo chiaro quello che le accade, e si coglie in senso di solitudine che questo suo problema deve procurarle.
Lei che tipo di spiegazione si è data? Perchè secondo lei riceve questo tipo di trattamento dagli altri? Cosa accomuna queste persone che ha elencato, rispetto al rapporto con lei.

Dr. Rosalba Valenza
psicologa-psicoterapeuta

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Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
Grazie per la risposta. Io mi sono data molte risposte ma quando provo a mettermi nei panni di queste persone, pensando di fare anche io la stessa cosa, io lo farei per un motivo valido. Se qualcuno mi sta antipatico a pelle (capita anche a me), ma non lo conosco bene, se un giorno dovesse capitarmi un'occasione in cui ci devo trascorrere un pomeriggio, forse un approccio lo cercherei. Al contrario delle persone che lo hanno fatto con me. Sono un tipo riservato...e ne conosco anche io di persone riservate, e ripeto un conto e' l'indifferenza, un conto e' l'atteggiamento di antipatia o di falsità o di non voler incrociare lo sguardo ruotandolo di 360 gradi se non di più. Io lo farei solo in caso fossi risentita per qualche torto subito o qualcosa che non ho gradito...ma a gratis no, piuttosto sto nel mio ma senza negatività. A volte le persone riservate possono passare da presuntuose? non lo so, lo chiedo. Quando si tratta di donne, mah...il mondo femminile e' costellato di strane gelosie viperine, ma non parto dal presupposto che sia sempre l'invidia il motivo, lo vedo riduttivo. Non so se sto messa male io o e' proprio il mondo che funziona cosi. In ogni caso, se ci sto cosi male e' perché certi trattamenti sento di non meritarli. Preferisco una tranquilla indifferenza che lascia aperte possibilità di rapporti futuri se necessari, ad una palese antipatia prolungata nel tempo, a mio avviso, ingiustificata.
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Dr. Gabriele Vittorio Di Maio Cucitro Psicologo, Psicoterapeuta 43
Gentile Utente,
è chiaro il disagio che sente vivendo episodi di questo tipo.
Quando si fanno esperienze simili e ripetute nel tempo senza che ci sia una spiegazione reale, allora ci si da una motivazione, pur di non restare nel dubbio perenne si trova una spiegazione a ciò che si vive. Questa spiegazione, giusta o sbagliata che sia, diventa sempre più convincente, e si finisce col credervi dandola come unica alternativa plausibile, o comunque la più plausibile di tutte.

Dai racconti che riporta emerge un elemento che li accomuna tutti: sembra che le relazioni di cui parla siano state tutte in qualche modo mediate da altre persone.
L'esperienza fatta con l'ex compagno di classe era mediata dal suo ragazzo, mentre quella con l'inquilino e con la vicina buddista era mediata da suo fratello.
In ognuna di queste esperienze non c'è una relazione diretta tra lei e la persona interessata, ma c'è qualcun altro che fa da "ponte".

In realtà lei non ha avuto modo di entrare in relazione in qualche modo per poter capire cosa pensava l'altra persona; lo ha solo immaginato, lo ha supposto, e la cosa più plausibile è che suscita antipatia negli altri.
Ma supporre ed immaginare non sono delle prove reali: per sapere cosa pensa una persona, il metodo migliore resta sempre quello di entrare direttamente in relazione con lei.
Ci ha mai pensato?

Cordialmente

Dr. Gabriele Vittorio Di Maio Cucitro - Psicologo Psicoterapeuta
www.gabrieledimaio.com

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Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
Grazie dott. Di Maio.

Effettivamente ha ragione, c'era sempre un terzo elemento. Tuttavia come potevo io approcciare se percepivo 'un muro' dall'altra parte?
Nel caso del mio compagno di classe, era palese che l'avesse con me quando ero piccola e non ha mostrato un atteggiamento diverso 4 anni fa, o almeno, ha cercato di non incrociare il mio sguardo mentre io lo guardavo. E cosi anche le altre due persone, a mio avviso, per quanto io non abbia sperimentato direttamente alternative ai miei pensieri e sensazioni, ho comunque fatto un primo passo (le traduzioni al ragazzo e la partecipazione al meeting a casa di quella donna). Io avrei comunque cercato un contatto al loro posto, un segno di gradimento o altro.
Quindi si, effettivamente non essendo riuscita a darmi spiegazioni logiche, le uniche rimaste sono quelle che mi fornisco da sola. Io penso che il linguaggio del corpo e soprattutto lo sguardo indichino molte cose, e io sono una che osserva i dettagli e cerco di dargli un significato. Alla fine di tutto temo proprio di avere forse una sorta di chimica a pelle che crea queste barriere, che desta questi atteggiamenti negativi nelle persone.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

con i limiti del consulto on line...

Lei chiede: " A volte le persone riservate possono passare da presuntuose?"

Sebbene possa sembrare strano, a volte sì, le persone riservate (che fanno fatica a relazionarsi con gli altri) possono sembrare a prima vista un po' snob, come se non volessero dare confidenza agli altri, come se non volessero avvicinarsi agli altri...

Mi rendo conto che dal punto di vista di una persona che è semplicemente riservata e che fa fatica a relazionarsi questo possa sembrare incomprensibile, ma tenga presente che il nostro comportamento viene osservato e decodificato dall'esterno.

Inoltre, una valutazione diretta da parte di uno psicologo psicoterapeuta potrebbe sciogliere tutti i dubbi e soprattutto aiutarLa a modificare alcuni Suoi atteggiamenti.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> A volte le persone riservate possono passare da presuntuose?
>>>

Ovviamente sì. E il meccanismo con cui si instaurano sensazioni di questo tipo è circolare.

Se lei entra in un locale con un'espressione vagamente sospettosa o in allerta, i presenti per riflesso la guarderanno in modo sospettoso. E quindi vedendo i loro sguardi concluderà: "Ecco! Avevo ragione! Non sono paranoica, ce l'hanno proprio con me!"

Se invece entra nello stesso locale sorridendo, gli altri probabilmente le sorrideranno a propria volta, quando li guarda. E così concluderebbe: "Ah, il mondo è proprio un bel posto dove stare!"

Il modo più semplice per cambiare il mondo è partire da se stessi. Le suggerisco anch'io di rivolgersi a un collega, di persona, potrà capire molte più cose che online e soprattutto potrà ricevere istruzioni su cosa fare per cambiare ciò che desidera cambiare.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#7]
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
Grazie, capisco cosa intendete.