Angoscia

G.li dottori, sono una ragazza di 21 anni e scrivo qui per alcuni problemi che mi affliggono da un po' di anni a questa parte. Parto dal presupposto che ho avuto la mia prima relazione seria (durata circa 5 anni) all'età di 13 anni, storia che, dato il percorso di crescita della mia persona e di mancanza di sentimento nei confronti del ragazzo, ho deciso di chiudere. Diciamo che c'era stata la cotta ma che poi si era trasformata in abitudine, tanto da non aver mai avuto alcun rapporto intimo. Una volta chiusa tale relazione, mi sono infatuata di un altro ragazzo, era come se lui mi avesse fatta rinascere, così che abbiamo intrapreso una relazione durata circa 3 anni. Lui è stata la mia prima volta. Tale relazione ha iniziato ad avere una brutta piega dopo due mesi circa dal suo inizio, perché io ho iniziato a vivere di ansie a causa del primo ragazzo che non voleva proprio lasciarmi in pace.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Tutto ciò è stato alimentato da una scarsa capacità di comprensione da parte della mia famiglia. Sono caduta in un tunnel dal quale (forse) sono uscita dopo circa 5 mesi, con 10kg in meno e con tante insicurezze. Insomma, la mia vita è diventata un "non lo so". Era come se, nonostante avessi chiuso la mia prima relazione, fossi ancora legata a quella storia a tal punto da voler tornare indietro in alcuni momenti, forse per il tempo passato con quella persona, per i 5 anni di vita in cui ci siamo praticamente cresciuti. Dopo quei 5 mesi, ho trovato un po' di tranquillità, nel senso che ho finalmente capito che determinati pensieri di "ritorno alla prima storia" erano stati provocati dalle paure di una ragazzina che era uscita dalla sua prima storia seria e che si era illusa di star bene sin da subito. Ho vissuto l'inferno dentro di me, ho pensato spesso di lasciare il ragazzo che avevo conosciuto subito dopo, ma non ce l'ho mai fatta perché effettivamente lui mi faceva stare bene, ero seriamente presa da lui. La storia, quindi, è continuata fino ad un mese e mezzo fa, ma con più bassi che alti. È stata una storia ostacolata dalla mia continua insicurezza, dai miei continui "non so se posso amarti davvero" e da problemi che mi tormentavano. Ci siamo lasciati anche un bel po'di volte prima di quella definitiva. Ricordo di aver avuto un bel po' di pensieri ossessivi, ad esempio una volta vidi un ragazzo in spiaggia del quale apprezzai il fisico, ma che non mi piaceva nel complesso, insomma non mi interessava minimamente. Quel giorno mi sentii talmente male che abbandonai la spiaggia, mi sentii quasi ossessionata da quel pensiero che avevo avuto, come se avessi tradito il mio ragazzo. Il pensiero di quel ragazzo sulla spiaggia mi tormentava, io provavo a baciare il mio ragazzo ma avevo in mente l'immagine di quella persona che mi faceva sentire "sporca". Dopo circa un mese quell'ossessione mi abbandonò, ma ne subentrarono tante altre sempre per motivi simili. Dopo tante difficoltà e tanti tentativi di recuperare un sentimento che ormai non c'era più, ho deciso di lasciare il mio secondo fidanzato. Per l'ennesima volta sono io a lasciare. Inutile dire che all'inizio mi sentivo libera, benissimo, quasi troppo per i miei gusti. Ma ho pensato che dipendesse dal fatto di non aver mai riposto particolare fiducia in quella storia, che ho deciso di non portare neanche in famiglia, viste le esperienze negative vissute con i miei genitori alla fine della prima storia (non accettavano il fatto che avessi lasciato il fidanzato "storico"). Nel frattempo ho iniziato a parlare con un collega universitario, che già da qualche mese conoscevo, che non avrei mai pensato potesse piacermi ma poi, tra un messaggio e l'altro, ho notato che mi interessava sempre si più e, pur provando a non affrettare i tempi data la mia recente rottura, è scattato il bacio. Prima che accadesse, però, avevo detto più volte a me stessa di restare sola, perché altrimenti avrei avuto l'ennesima storia sbagliata. Mi sono ritrovata a stare male, a non mangiare di nuovo, ad avere quelli che io chiamo "attacchi di panico", momenti in cui sento i muscoli del mio corpo tesi, lo stomaco mi si blocca, ho la tachicardia e sento che nessuno mi possa aiutare e che l'unico rimedio sia la morte. Dopo aver avuto questo attacco, ho deciso di prendere la situazione in mano e di evitare di cadere in quel tunnel in cui sono già caduta tempo fa, tanto che ci stavo riuscendo pian piano. Stavo sentendo questo ragazzo senza fretta, dando un po' di tempo a me stessa, e devo dire che al mattino mi svegliavo più tranquilla, ero più ottimista e sinceramente un po' mi aiutava questa nuova conoscenza, in quanto tranquilla ma al contempo coinvolgente. Solo che poi ho iniziato a pensare che stessi cercando un ragazzo per coprire un qualche "vuoto" e ho iniziato a perdere la fiducia in questa conoscenza e in me stessa. Ho letto su internet vari articoli di riviste che parlano di passare del tempo da soli dopo una relazione, a prescindere dal fatto che l'abbia chiusa tu o meno. Solo che ora mi risulta difficile allontanare questo ragazzo, perché mi piace davvero. Ma al contempo penso che io sia "insana mentalmente" e che debba curarmi, per questo non posso continuare a conoscerlo. Questa mia situazione mi deconcentra e non mi consente né di studiare, né di vivere tranquillamente. Ho una sorta di angoscia dentro che mi fa pensare che non abbia senso vivere, sento come un forte senso di smarrimento. È come se, nel momento in cui penso a questo ragazzo e mi sento meglio, mi sentissi in colpa, perché ho paura di non riuscire a stare bene da sola e che non abbia il controllo di me stessa. Allora penso di essere costretta a lasciar andare questo ragazzo, nonostante mi piaccia molto, per dover subire il fatidico momento "sola con me stessa", post relazione. Insomma, non riesco a prendere la mia vita in mano e a seguire una logica in ciò che faccio, sono un mix di paure, di angoscia e di dubbi.
Il fatto di essere cresciuta con due genitori poco tranquilli, di aver visto mio padre picchiare mia madre e di aver avuto paura di lui per tutta la mia infanzia può centrare con il fatto che io sia diventata cosi?
Mi scuso per lo sfogo, ma le sto tentando tutte.
Vi ringrazio in anticipo per la Vostra disponibilità.
Distinti saluti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Il fatto di essere cresciuta con due genitori poco tranquilli, di aver visto mio padre picchiare mia madre e di aver avuto paura di lui per tutta la mia infanzia può centrare con il fatto che io sia diventata cosi?"

Gentile Utente,

purtroppo la violenza psicologica lascia delle cicatrici ben peggiori di quella fisica, ma io non so dirLe se il Suo passato è davvero la causa di questa Sua modalità di stare nelle relazioni.

Posso chiedere dei chiarimenti?
Lei dice che il Suo primo ragazzo Le è rimasto nella testa per diverso tempo: avete continuato a vedervi oppure si trattava solo di un Suo pensiero che non Le permetteva di vivere serenamente la nuova storia?

Ha mai fatto qualcosa per le ossessioni di cui parla?
Si è mai rivolta ad uno psicologo psicoterapeuta per fare il punto della situazione?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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G.le Dott.ssa,
Io e il mio primo ragazzo non abbiamo continuato a vederci, ma c'erano dei momenti in cui pensavo che, pur non amandolo, avessi bisogno di lui per sentirmi meglio. Quindi è capitato due volte che io lo contattassi per vederlo, ma poi mi pentivo subito dopo perché capivo di aver sbagliato.
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Era come se volessi vivere bene la mia nuova relazione, ma c'era sempre quel qualcosa che mi faceva stare male. Ero brava a creare problemi e lo sono ancora.

Per quanto riguarda le mie ossessioni non ho mai consultato alcuno psicologo. Sono stata in seduta una sola volta, parlando e spiegando il mio stato di malessere, la mia difficoltà nel trovare la felicità e la serenità in me stessa e non negli altri. Solo che mi fu consigliato di parlare molto con amici e di consultare uno psichiatra qualora avessi provato ancora quel forte senso di smarrimento che mi perseguita ancora oggi. Nonostante io non abbia subito alcun abbandono, ma che abbia deciso io, mi sento impotente, come se non potessi fare nulla per sentirmi serena.
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Ho dimenticato un particolare importante: Il mio primo ragazzo mi contattava senza tregua e mi minacciava dopo la fine della nostra relazione. Ho dovuto bloccare il suo numero di telefono e cercare di evitarlo per tempo.