Terminare o proseguire la terapia?

Buonasera, sono una ragazza di 26 anni e sono seguita da uno psicologo di formazione sistemico-relazionale da 6 per problemi con i miei genitori e per la mia bassa autostima. Ho sempre pensato che il mio psicologo sia un valido professionista, ma nell'ultimo periodo ho dei dubbi. In tante sedute ho avuto la sensazione di essere presa in giro da lui a causa delle frecciatine che mi lancia. Ad esempio gli stavo raccontando che non ho potuto chiedere la tesi ad un professore perchè sarebbe andato in pensione da lì a due mesi. Ho concluso con un "certo che..." sembro sfortunata e invece è ho trovato un'altra professoressa disponibile che ha accolto con entusiasmo l'argomento della tesi che voglio affrontare". Lui non mi ha lasciata finire e ha proseguito al mio posto dicendo "eh sì, quando arriva lei la gente sparisce", chiudendo il tutto con una risata. Io mi sono sentita mortificata, perchè in passato pensavo (e con lui dicevo) tantissime cose di male su di me, mi autodenigravo per qualsiasi cosa, stavo davvero male e avevo la paura costante che gli altri potessero allontanarsi da me a causa mia. Ora sto molto meglio, però trovo crudele il mio psicologo che mi rinfaccia i miei vecchi schemi mentali. Se avesse voluto utilizzare la sua frecciatina per riparlare dei miei vecchi fantasmi avrebbe potuto proseguire, invece non lo ha fatto. Io non gli ho risposto verbalmente perchè mi sentivo scossa, ma penso che il mio sguardo valesse più di mille parole, eppure non mi ha detto più nulla.
Un'altra cosa che mi lascia perplessa è il fatto di avermi detto più volte, dopo aver parlato di amicizia, "anche noi siamo amici, no?". Io gli ho risposto "veramente no", ma lui ha fatto finta di non sentirmi e ha proseguito il discorso.
Inoltre troppe volte occupa mezza seduta a parlarmi dei problemi che lui ha con altri pazienti... ma io non sono il suo supervisore...
Infine vorrei dire che io fin dalla prima seduta, mi sono sempre autoimposta di mantenere un atteggiamento freddo e distaccato verso di lui, e all'inizio mi riusciva bene. Ora esternamente non è cambiato nulla, ma ovviamente sono un essere umano e nonostante i suoi comportamenti ambivalenti provo affetto verso di lui come per qualsiasi altra persona che conosco da un po' di tempo. So che lui da psicologo non può ricambiarmi, e anche se l'ho sempre saputo, ora questo mi fa stare male. Non intendo dire che vorrei un rapporto diverso con lui, se fossimo amici avei difficoltà nel parlargli di certe cose... però mi offende quando mi dice che contatta i suoi pazienti se non li vede da un po', mentre se non vede me non mi chiama.
Ora che mi sento così mortificata e offesa, ho solo voglia di non farmi più vedere da lui. Ma ho paura di pentirmi di questa scelta Non so cosa fare. Non riuscirò mai a parlare con lui di queste cose, sono sicura che scoppierei in un pianto isterico, faccio fatica anche ora mentre scrivo a voi
Scusate se mi sono dilungata, ma ho la testa che scoppia. Grazie!
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
mi sembra che il suo psicologo abbia qualche comportamento ambivalente e ciò può alimentare una sua confusione.
Ad es. il rapporto tra psicoterapeuta e paziente non è di amicizia, per quanto amorevole possa essere.
La terapia molto lunga non facilita il mantenimento dei binari che devono essere rispettati in un rapporto professionale.

Le consiglierei di chiarire con il terapeuta quegli aspetti che trova ambivalenti o contraddittori anche per chiarire se il vostro rapporto non stia scivolando verso qualcos' altro e per fare in modo che comunque il percorso continui ad essere per lei vantaggioso.

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

io credo che dovresti spigare al terapeuta come ti senti, perché una terapia nella quale i fraintendimenti sono così frequenti non può avere esiti positivi.

Ti sei mai chiesta se non ci sia un fraintendimento anche per "..."eh sì, quando arriva lei la gente sparisce"..." e che non sia solo una battuta, magari per sdrammatizzare un po'..?

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie per le risposte.
Sì, molte volte ho considerato certe sue risposte con leggerezza, pensando appunto che stesse sdrammatizzando... però quando questo genere di risposte hanno iniziato a diventare tante ho cambiato un po' opinione... nell'esempio che ho riportato non credo che ci fosse niente da sdrammatizzare, anzi, era un discorso molto banale rispetto a tanti altri argomenti che abbiamo trattato e che ho affrontato con grande sofferenza. Penso che il suo ruolo consista anche nel tenere presente le fragilità di un paziente e quindi credo che si possa permettere di fare battute su aspetti "innocui". Lui sa bene quanto stavo male per l'autostima molto bassa, davvero era una mia convinzione che se qualcuno "spariva" non poteva essere che per causa mia. Adesso non sono più a quei livelli, però di sicuro non ho ancora raggiunto un'autostima normale, sento ancora di avere una ferita aperta, e se lui rigira il coltello nella piaga non mi aiuta.
E poi francamente i suoi discorsi sul fatto che siamo amici e le sue lamentele sugli altri pazienti mi sembrano fuori luogo. Capisco, però, che soltanto lui può spiegarmi i suoi atteggiamenti... spero di trovare la forza di parlargli delle mie perplessità, perché poi, in fin dei conti, la paura è quella che sparisca anche lui... e penso che questo la dica tutta... credevo di essere più avanti di così...
Grazie per avermi fatto riflettere!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
La relazione con il professionista deve rimanere professionale e non amicale, su questo non ci sono dubbi.

Fai benissimo, tuttavia, a parlare con il curante, proprio perché qui possiamo fare tante ipotesi, ma aiutarti direttamente.

Aggiornami se vuoi.

Saluti,
[#5]
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Buongiorno, scusate se scrivo di nuovo, volevo dirvi che dall’ultima volta che ho scritto ho fatto ancora una seduta con il mio terapeuta, ma sono riuscita a dirgli ben poco di tutti i miei dubbi… almeno ci ho provato e adesso mi rendo conto, anche perché mi sono sorti ancora più dubbi dall’ultima seduta, che non posso continuare in queste condizioni. Ora vorrei chiarire tutto, ma la mia paura che lui mi possa rispondere qualcosa come “lei mi sta solo disturbando, se pensa tutte queste cose è inutile che me le venga a dire, vada da un altro senza farmi perdere altro tempo”… il fatto è che mi sembra di rappresentare solo una scocciatura per lui e io non voglio dar fastidio a nessuno… ogni volta mi sembra seccato per qualsiasi cosa che io dica, credo che abbia tante altre cose da fare e altri pazienti che evidentemente preferisce a me, mi sento davvero di troppo, per cui ricontattarlo mi costa un grandissimo sforzo. Secondo voi dovrei provarci ancora oppure è meglio sparire, così è contento?
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
se non si sente libera di poter parlare sentendosi sufficientemente accolta, mi sembra che il suo rapporto col professionista le potrà dare ben poco e rischia di essere inutile se non dannoso.
Un po' come farsi visitare da un medico, ma nascondergli i problemi più seri di cui dovrebbe essere informato.
Comunicare le proprie decisioni è senz'altro corretto, cercare di chiarire anche, anche se può comportare un certo disagio, ma nello stesso tempo lascia una porta aperta alla risposta dell'altro.
cordiali saluti