Crisi personale nella relazione di coppia
Gentili medici,
Vi scrivo per avere un parere sulla situazione che sto vivendo e mi fa stare malissimo. Sono fidanzata da tre anni con un ragazzo,mio coetaneo. La nostra storia è iniziata mentre vivevamo nella stessa cittadina, e abbiamo costruito un rapporto stabile per un anno,nonostante per i miei studi stia via per lungo tempo per svolgere stage e attività. Facendo questo tipo di vita mi trovo a contatto con moltissima gente nuova,e a volte ho conosciuto gente con cui sentivo di poter stare bene come coppia ma ho sempre saputo razionalizzare,sentendo di amare il mio ragazzo. Durante queste mie assenze ho sempre avuto nostalgia di lui e poterlo poi rivedere mi dava un nuovo senso di pace, capivo che il mio razionalizzare era giusto e che è normale che ci siano altre persone compatibili con te. Mi sentivo rafforzata poichè pensavo di aver capito i miei punti deboli in materia di relazioni e di saper scindere interesse/attrazione da amore/sentimento più profondo. Nel 2015 mi sono trasferita lontano per continuare gli studi, e la distanza ha amplificato i problemi. La situazione però è questa:mi sono di nuovo assentata all'estero per due settimane e lì ho stretto conoscenza con un mio collega che ho sempre ritenuto interessante. Stando a stretto contatto ci siamo entrambi accorti che si è creata una forte attrazione, e sembra non solo fisica ma anche caratteriale..questo sembra essere aumentato con il passare del tempo, una volta tornati. Tra noi non è successo nulla se non abbracci e sfioramenti.Ma io mi sento veramente male,perchè non posso credere di provare una cosa così con qualcuno che non sia il mio ragazzo. prima di partire per questo ennesimo viaggio ero strasicura di stare bene, avevamo passato insieme alcuni giorni e io mi sentivo completa,felice e innamorata di lui. E ora non capisco perchè la situazione si sia ribaltata in questo modo, mai visto prima d'ora. Ora sono tornata a casa per le vacanze e ho modo di capire come va con il mio lui,ma finora noto che non ho più le stesse reazioni che avevo prima nel rivederlo, mi ritrovo a pensare all'altro e ho paura. Sto vivendo dei giorni terribili poichè perdo la concentrazione per svolgere il mio lavoro, mi sento dilaniata dai sensi di colpa e tormentata dalla delusione verso me stessa..pensavo di conoscermi, invece questa situazione mi ha stravolto. Ho paura di essere solo una persona volubile, ma il punto è che stavolta non riesco a razionalizzare. Sono anche consapevole che io e il mio ragazzo siamo molto diversi e in più occasioni abbiamo avuti litigi che mi hanno pesato molto e fatto sentire incompresa, poichè le divergenze mi sembra che vi siano per le cose per me più importanti (idee sul futuro e la vita ad esempio). Però non è solo questo il nostro rapporto, ho anche moltissimi momenti meravigliosi. Ho paura che con il tempo le incomprensioni aumentino e il nostro rapporto si appiattisca,anche perchè i miei piani futuri prevedono il continuare a stare lontani.
Grazie in anticipo
Vi scrivo per avere un parere sulla situazione che sto vivendo e mi fa stare malissimo. Sono fidanzata da tre anni con un ragazzo,mio coetaneo. La nostra storia è iniziata mentre vivevamo nella stessa cittadina, e abbiamo costruito un rapporto stabile per un anno,nonostante per i miei studi stia via per lungo tempo per svolgere stage e attività. Facendo questo tipo di vita mi trovo a contatto con moltissima gente nuova,e a volte ho conosciuto gente con cui sentivo di poter stare bene come coppia ma ho sempre saputo razionalizzare,sentendo di amare il mio ragazzo. Durante queste mie assenze ho sempre avuto nostalgia di lui e poterlo poi rivedere mi dava un nuovo senso di pace, capivo che il mio razionalizzare era giusto e che è normale che ci siano altre persone compatibili con te. Mi sentivo rafforzata poichè pensavo di aver capito i miei punti deboli in materia di relazioni e di saper scindere interesse/attrazione da amore/sentimento più profondo. Nel 2015 mi sono trasferita lontano per continuare gli studi, e la distanza ha amplificato i problemi. La situazione però è questa:mi sono di nuovo assentata all'estero per due settimane e lì ho stretto conoscenza con un mio collega che ho sempre ritenuto interessante. Stando a stretto contatto ci siamo entrambi accorti che si è creata una forte attrazione, e sembra non solo fisica ma anche caratteriale..questo sembra essere aumentato con il passare del tempo, una volta tornati. Tra noi non è successo nulla se non abbracci e sfioramenti.Ma io mi sento veramente male,perchè non posso credere di provare una cosa così con qualcuno che non sia il mio ragazzo. prima di partire per questo ennesimo viaggio ero strasicura di stare bene, avevamo passato insieme alcuni giorni e io mi sentivo completa,felice e innamorata di lui. E ora non capisco perchè la situazione si sia ribaltata in questo modo, mai visto prima d'ora. Ora sono tornata a casa per le vacanze e ho modo di capire come va con il mio lui,ma finora noto che non ho più le stesse reazioni che avevo prima nel rivederlo, mi ritrovo a pensare all'altro e ho paura. Sto vivendo dei giorni terribili poichè perdo la concentrazione per svolgere il mio lavoro, mi sento dilaniata dai sensi di colpa e tormentata dalla delusione verso me stessa..pensavo di conoscermi, invece questa situazione mi ha stravolto. Ho paura di essere solo una persona volubile, ma il punto è che stavolta non riesco a razionalizzare. Sono anche consapevole che io e il mio ragazzo siamo molto diversi e in più occasioni abbiamo avuti litigi che mi hanno pesato molto e fatto sentire incompresa, poichè le divergenze mi sembra che vi siano per le cose per me più importanti (idee sul futuro e la vita ad esempio). Però non è solo questo il nostro rapporto, ho anche moltissimi momenti meravigliosi. Ho paura che con il tempo le incomprensioni aumentino e il nostro rapporto si appiattisca,anche perchè i miei piani futuri prevedono il continuare a stare lontani.
Grazie in anticipo
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"...non posso credere di provare una cosa così con qualcuno che non sia il mio ragazzo. "
In realtà è una cosa del tutto normale, dal momento che siamo esseri umani. Non c'è nulla di male in tutto ciò; semmai rifletterei su ciò che eventualmente vorresti fare di ciò che provi.
Ma la tua preoccupazione per la relazione col tuo ragazzo ha davvero a che fare con questo altro ragazzo o è qualcosa di diverso secondo te?
Ti consideri una persona ansiosa?
In realtà è una cosa del tutto normale, dal momento che siamo esseri umani. Non c'è nulla di male in tutto ciò; semmai rifletterei su ciò che eventualmente vorresti fare di ciò che provi.
Ma la tua preoccupazione per la relazione col tuo ragazzo ha davvero a che fare con questo altro ragazzo o è qualcosa di diverso secondo te?
Ti consideri una persona ansiosa?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Gentile Dott.ssa, grazie mille per la risposta immediata. Per quanto riguarda la prima domanda mi accorgo che sì ok, c'è questa forte attrazione, ma la vera preoccupazione sta nel fatto di provarla e non saperla gestire per la prima volta dato che è così intensa e non va via. Se dovessi mettere fine alla mia storia non voglio farlo per qualcun altro, non voglio saltare da una parte a un'altra, ma piuttosto perchè effettivamente il rapporto ha qualcosa che non va e sta finendo..e non riesco a capire se questa situazione è passeggera o è qualcosa di serio che ha messo in evidenza cosa non va nel mio rapporto. Sento che mette a repentaglio la mia storia, tant'è che ora non riesco a viverla serenamente e anche il mio ragazzo se ne sta accorgendo, ma non so come spiegare la mia situazione , mi sembra così cattivo da dire e ho paura di farlo soffrire. Sto cercando di passare il tempo con lui appositamente per ritrovare quella fiamma che ho sempre avuto ma già il fatto di doverla trovare mi impaurisce perchè significa che effettivamente non c'è ora. Lo incontro, all'inizio sono felice ma poi da dentro mi parte un malessere che non riesco a ignorare, nonostante lui mi piaccia ancora e non provi rifiuto nello stare con lui..Il punto è anche che il nuovo ragazzo (prima non ho specificato ma se può essere utile aggiungo che è straniero) mi da uno stranissimo senso di familiarità e attrazione, e mi sembra di trovarmici molto bene nonostante si possa pensare a problemi di lingua e/o cultura che non mi pare vi siano, e sapere che una volta finite le vacanze lo rivedrò da una parte mi rende fin troppo felice ma dall'altra mi terrorizza.
Per quanto riguarda me, ammetto di essere una persona ansiosa..soffro in maniera irregolare di attacchi di panico, (sono cominciati anni fa nel momento in cui posi fine alla precedente storia con il mio ex, anch'essa ammetto travagliata sul piano interiore), e anche se negli ultimi mesi sono fortemente diminuiti so di doverci lavorare ancora molto sulla mia ansia..penso anche di sapere la sua origine, dal mio contesto familiare, dove sin da piccola mi sono abituata a soffrire di senso di colpa e ansia di non riuscire, di non fare o essere mai abbastanza. E questa ansia è una cosa che ritorna sempre in forme nuove, nonostante vi siano quelli che dovrebbero essere i miei successi a darmi prova del contrario (ottima carriera universitaria, indipendenza e apertura al mondo, sforzo di crescita personale e conoscenza di sè). Non so quanto può essere utile dirlo, ma un'altra cosa che mi ha messo in crisi è l'aver parlato di questa cosa con mia madre: abbiamo sempre avuto più un rapporto di amiche/sorelle piuttosto che madre figlia (lei rimase incinta di me abbastanza giovane) e sono sempre stata abituata a dirle tutto..e lei in questa situazione mi ha spaventato ancora di più dicendomi che sono solo volubile e instabile. Mi rendo conto che con lei parlo in pratica di tutto ma è un dialogo in cui ogni vola espongo me stessa per sentirmi poi ferita, non trovo quella sorta di consolazione che mi aspetto da un genitore..non so, forse qui idealizzo io il rapporto genitore figlio..
Spero di aver scritto qualcosa di coerente, La ringrazio ancora molto.
Per quanto riguarda me, ammetto di essere una persona ansiosa..soffro in maniera irregolare di attacchi di panico, (sono cominciati anni fa nel momento in cui posi fine alla precedente storia con il mio ex, anch'essa ammetto travagliata sul piano interiore), e anche se negli ultimi mesi sono fortemente diminuiti so di doverci lavorare ancora molto sulla mia ansia..penso anche di sapere la sua origine, dal mio contesto familiare, dove sin da piccola mi sono abituata a soffrire di senso di colpa e ansia di non riuscire, di non fare o essere mai abbastanza. E questa ansia è una cosa che ritorna sempre in forme nuove, nonostante vi siano quelli che dovrebbero essere i miei successi a darmi prova del contrario (ottima carriera universitaria, indipendenza e apertura al mondo, sforzo di crescita personale e conoscenza di sè). Non so quanto può essere utile dirlo, ma un'altra cosa che mi ha messo in crisi è l'aver parlato di questa cosa con mia madre: abbiamo sempre avuto più un rapporto di amiche/sorelle piuttosto che madre figlia (lei rimase incinta di me abbastanza giovane) e sono sempre stata abituata a dirle tutto..e lei in questa situazione mi ha spaventato ancora di più dicendomi che sono solo volubile e instabile. Mi rendo conto che con lei parlo in pratica di tutto ma è un dialogo in cui ogni vola espongo me stessa per sentirmi poi ferita, non trovo quella sorta di consolazione che mi aspetto da un genitore..non so, forse qui idealizzo io il rapporto genitore figlio..
Spero di aver scritto qualcosa di coerente, La ringrazio ancora molto.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.1k visite dal 13/04/2017.
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