Attacchi di panico: quando capire che è il momento di cambiare terapeuta?
Sono anni che soffro a periodi alterni di attacchi di panico. Un anno e mezzo fa ho iniziato un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale...nei primi mesi ho avuto molti benefici e avevo superato buona parte delle mie paure. Purtroppo dopo, a causa di un periodo prolungato di forte stress dovuto alla fine di una relazione con molti strascichi, ho avuto un crollo. Ciò mi ha mostrato che il problema lo avevo messo solo a tacere, ma non superato del tutto...tutto il percorso si è basato sui sintomi e sull'affrontare. Sto continuando ad andare dallo stesso psicoterapeuta ma ho perso fiducia e in questo momento non riesco più ad affrontare. Sono piu bloccato di quando iniziai la terapia. Ho intenzione di cambiare, ma non so quale approccio potrebbe aiutarmi...forse capire del perchè ho queste paure potrebbe aiutarmi?
[#1]
Gentile Utente,
a volte un intervento incentrato esclusivamente sul sintomo funziona, ma altre volte dà risultati solo temporanei che possono sgretolarsi quando il paziente attraversa un periodo di stress o vive qualche evento per lui emotivamente rilevante.
Direi che un anno e mezzo è già un periodo più che sufficiente per stabilire se la TCC è adatta a risolvere i suoi problemi e la sua risposta sembra essere un deciso "no".
Ne ha parlato con il suo terapeuta?
Se sì, cosa le ha risposto?
a volte un intervento incentrato esclusivamente sul sintomo funziona, ma altre volte dà risultati solo temporanei che possono sgretolarsi quando il paziente attraversa un periodo di stress o vive qualche evento per lui emotivamente rilevante.
Direi che un anno e mezzo è già un periodo più che sufficiente per stabilire se la TCC è adatta a risolvere i suoi problemi e la sua risposta sembra essere un deciso "no".
Ne ha parlato con il suo terapeuta?
Se sì, cosa le ha risposto?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Se pensa che in questo momento il tipo di approccio proposto non le sia utile nè le dà fiducia (considerando la ricaduta che sta avendo) le suggerisco di cambiare e di orientarsi nella scelta verso un tipo diverso di psicoterapia, come quella psicodinamica o psicoanalitica, che le consenta di riconnettersi alle cause del suo malessere individuandole e lavorando per eliminarle.
A mio avviso è non solo utile, ma anche necessario e fondamentale che un paziente comprenda cosa lo fa stare male e che non si limiti a constatare che ci sono dei sintomi che non vorrebbe avere, perché il malessere psicologico ha sempre una causa e un significato da comprendere.
A mio avviso è non solo utile, ma anche necessario e fondamentale che un paziente comprenda cosa lo fa stare male e che non si limiti a constatare che ci sono dei sintomi che non vorrebbe avere, perché il malessere psicologico ha sempre una causa e un significato da comprendere.
[#4]
Gentile Utente,
ben ritrovato!
Come mai sta scrivendo, dopo pochi mesi dalla Sua ultima richiesta in cui chiedeva la stessa cosa?
Le avevamo già detto che gli approcci direttivi permettono al pz. di affrontare le proprie paure e non solo sapere tutto del proprio passando andando a scavare alla ricerca delle cause.
Le avevamo già fatto notare che con Lei la terapia cognitivo-comportamentale aveva avuto successo, perché Lei in modo GRADUALE aveva iniziato a stare meglio e ad affrontare le Sue paure, così da superarle.
Tuttavia, Lei scrive: "Sono anni che soffro a periodi alterni di attacchi di panico."
Se soffre da anni di un disturbo psicopatologico, non può pretendere di stare bene in poco tempo né che non ci siano "incidenti di percorso" o ricadute, che possono essere del tutto fisiologiche. Non ci sono trattamenti come quello per gli attacchi di panico in cui tutto fila liscio, perché Lei sta imparando nuove modalità di affrontare lo stesso problema e quindi è come se Lei indossasse un abito nuovo, appena confezionato: probabilmente ha bisogno ancora di qualche modifica per sentirlo proprio Suo.
Ma se Lei si concede un tempo limitato per poter cambiare, dopo aver messo in atto per ben trent'anni delle strategie che si sono rivelate disfunzionali, allora è chiaro che si sentirà sfiduciato.
"Purtroppo dopo, a causa di un periodo prolungato di forte stress dovuto alla fine di una relazione con molti strascichi, ho avuto un crollo"
Non specifica di che cosa si tratta, ma probabilmente anche questo è un atteggiamento fobico, di chiusura.
E' vero che la fine di una storia fa soffrire, ma quello che è importante è superare questa situazione con le relative paure che probabilmente si porta con sé.
In tutta onestà sono d'accordo con il terapeuta che già La segue e anche sulle modalità di procedere in terapia.
Solamente, quando si ha una modalità fobica di stare al mondo, si ha la tendenza ad evitare e in questo senso Lei sta proprio evitando di affrontare la problematica.
Cordiali saluti,
ben ritrovato!
Come mai sta scrivendo, dopo pochi mesi dalla Sua ultima richiesta in cui chiedeva la stessa cosa?
Le avevamo già detto che gli approcci direttivi permettono al pz. di affrontare le proprie paure e non solo sapere tutto del proprio passando andando a scavare alla ricerca delle cause.
Le avevamo già fatto notare che con Lei la terapia cognitivo-comportamentale aveva avuto successo, perché Lei in modo GRADUALE aveva iniziato a stare meglio e ad affrontare le Sue paure, così da superarle.
Tuttavia, Lei scrive: "Sono anni che soffro a periodi alterni di attacchi di panico."
Se soffre da anni di un disturbo psicopatologico, non può pretendere di stare bene in poco tempo né che non ci siano "incidenti di percorso" o ricadute, che possono essere del tutto fisiologiche. Non ci sono trattamenti come quello per gli attacchi di panico in cui tutto fila liscio, perché Lei sta imparando nuove modalità di affrontare lo stesso problema e quindi è come se Lei indossasse un abito nuovo, appena confezionato: probabilmente ha bisogno ancora di qualche modifica per sentirlo proprio Suo.
Ma se Lei si concede un tempo limitato per poter cambiare, dopo aver messo in atto per ben trent'anni delle strategie che si sono rivelate disfunzionali, allora è chiaro che si sentirà sfiduciato.
"Purtroppo dopo, a causa di un periodo prolungato di forte stress dovuto alla fine di una relazione con molti strascichi, ho avuto un crollo"
Non specifica di che cosa si tratta, ma probabilmente anche questo è un atteggiamento fobico, di chiusura.
E' vero che la fine di una storia fa soffrire, ma quello che è importante è superare questa situazione con le relative paure che probabilmente si porta con sé.
In tutta onestà sono d'accordo con il terapeuta che già La segue e anche sulle modalità di procedere in terapia.
Solamente, quando si ha una modalità fobica di stare al mondo, si ha la tendenza ad evitare e in questo senso Lei sta proprio evitando di affrontare la problematica.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Ex utente
Ho riscritto dopo pochi mesi perchè ho voluto dare un'ulteriore possibilità al terapeuta, ma se la situazione non migliora e nelle sudete ormai ci diciamo le stesse cose mi viene da chiedere se non sia il caso di cambiare. Un anno e mezzo non credo sia poco.
Non ho specificato il fatto della storia solo per non dilungarmi troppo...in pratica la mia ex ha avuto comportamenti borderline e per 7 mesi sono stato in balia dei suoi cambi. Fortunatamente ora ne parlo con serenità...ho superato il tutto e non provo neanche rancore, anzi mi sento sollevato per aver chiuso una storia cosi.
Ritornando alla domanda, questo è stato il secondo psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Sicuramente è un approccio valido e penso che con me abbia funzionato bene però non ho mai capito il perchè di quello cue mi succede...questo mi induce a pensare che forse sarebbe il caso di approfondire questo aspetto
Non ho specificato il fatto della storia solo per non dilungarmi troppo...in pratica la mia ex ha avuto comportamenti borderline e per 7 mesi sono stato in balia dei suoi cambi. Fortunatamente ora ne parlo con serenità...ho superato il tutto e non provo neanche rancore, anzi mi sento sollevato per aver chiuso una storia cosi.
Ritornando alla domanda, questo è stato il secondo psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Sicuramente è un approccio valido e penso che con me abbia funzionato bene però non ho mai capito il perchè di quello cue mi succede...questo mi induce a pensare che forse sarebbe il caso di approfondire questo aspetto
[#8]
Ex utente
Principalmente ho comportamenti di evitamento. Del tipo non guido in autostrada per lunghi tratti da solo e ho comiciato ad evitare di fare viaggi da solo in treno, etc. A parte il viaggiare da solo in autostrada per lunghi tratti, i resto dei problemi li avevo superati del tutto.
Gli attacchi di panico che ho sono riferiti a queste situazioni...ovviamente ciò mi condiziona
Gli attacchi di panico che ho sono riferiti a queste situazioni...ovviamente ciò mi condiziona
[#9]
"Ciò mi ha mostrato che il problema lo avevo messo solo a tacere, ma non superato del tutto..."
Gentile Utente,
La scelta del percorso da effettuare dipende da svariati fattori:
Le problematiche, e la diagnosi del suo disagio, e della struttura della sua personalità.
(Se il paz e nevrotico, o psicotico, cambia e non poco).
Il significato del sintomo per la psiche.
Il terapeuta
L'empatia che c'è tra terapeuta e paziente
Il senso di fiducia e di benessere che si prova
I risultati, che non equivalgono all'assenza dei sintomi, non sempre.
Ogni percorso è valido, dipende soltanto da lei, in funzione del suo sentire, stabilire se proseguire o meno.
Spesso l'evitamento protegge da paure più profonde, e togliere i sintomi, per alcune scuole di pensiero, prima che il paziente sia pronto a vivere senza, è pericoloso.
Quindi, come può vedere lei stesso, cambia di molto il perocorso ed anche gli obiettivi.
Auguri per tutto.
Gentile Utente,
La scelta del percorso da effettuare dipende da svariati fattori:
Le problematiche, e la diagnosi del suo disagio, e della struttura della sua personalità.
(Se il paz e nevrotico, o psicotico, cambia e non poco).
Il significato del sintomo per la psiche.
Il terapeuta
L'empatia che c'è tra terapeuta e paziente
Il senso di fiducia e di benessere che si prova
I risultati, che non equivalgono all'assenza dei sintomi, non sempre.
Ogni percorso è valido, dipende soltanto da lei, in funzione del suo sentire, stabilire se proseguire o meno.
Spesso l'evitamento protegge da paure più profonde, e togliere i sintomi, per alcune scuole di pensiero, prima che il paziente sia pronto a vivere senza, è pericoloso.
Quindi, come può vedere lei stesso, cambia di molto il perocorso ed anche gli obiettivi.
Auguri per tutto.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#10]
Gentile Utente
Se tra le problematiche che aveva all' inizio della terapia lei ora ha solo la problematica del guidare in autostrada e per lunghi tratti, direi che è davvero a buon punto!
Inoltre, è molto probabile che questa paura sia stata appresa e che provenga dalle sue convinzioni che io non posso conoscere ma che probabilmente dipendono da paura di non avere una via di fuga o di perdere il controllo ecc...
Come vede le ragioni o cause può già saperle ma a che serve saperle se poi non impara a comportarsi diversamente ?
L evitamento lo si può eliminare solo imparando ad affrontare il problema con strategie diverse in modo da abbassare il livello di ansia.
Infine, ne parli col terapeuta anche mostrando questo scambio
Se tra le problematiche che aveva all' inizio della terapia lei ora ha solo la problematica del guidare in autostrada e per lunghi tratti, direi che è davvero a buon punto!
Inoltre, è molto probabile che questa paura sia stata appresa e che provenga dalle sue convinzioni che io non posso conoscere ma che probabilmente dipendono da paura di non avere una via di fuga o di perdere il controllo ecc...
Come vede le ragioni o cause può già saperle ma a che serve saperle se poi non impara a comportarsi diversamente ?
L evitamento lo si può eliminare solo imparando ad affrontare il problema con strategie diverse in modo da abbassare il livello di ansia.
Infine, ne parli col terapeuta anche mostrando questo scambio
[#11]
Ex utente
No, al momento sono più bloccato di quanso iniziai. Mi sono spiegato forse male...ho sbagliato ad usare il termine lungh. Iniziai ad andare perchè non riuscivo a prendere l'autostrada da solo e anche ora, a parte brevi tratti, è cosi. Ne parlerò con il terapeuta la prossima seduta e vorrei provare almeno a sentire almeno un altro parere
Grazie per le risposte
Grazie per le risposte
[#12]
Gentile utente,
vuole altri pareri da altri psicologi del sito?
Non vorrei che si illudesse di poter decidere facendo la somma dei "pro" e dei "contro" alla possibilità che lei cambi terapia.
E' piuttosto ovvio che chi crede nella terapia che lei sta facendo le dica di continuare e che chi invece non ha fiducia in questo approccio le dica che 2 tentativi possono bastare.
Tutto questo non può sostituirsi alla sua presa di decisione.
Se vuole un altro parere si deve rivolgere di persona ad un altro psicologo al quale raccontare nel dettaglio tutta la sua vicenda.
vuole altri pareri da altri psicologi del sito?
Non vorrei che si illudesse di poter decidere facendo la somma dei "pro" e dei "contro" alla possibilità che lei cambi terapia.
E' piuttosto ovvio che chi crede nella terapia che lei sta facendo le dica di continuare e che chi invece non ha fiducia in questo approccio le dica che 2 tentativi possono bastare.
Tutto questo non può sostituirsi alla sua presa di decisione.
Se vuole un altro parere si deve rivolgere di persona ad un altro psicologo al quale raccontare nel dettaglio tutta la sua vicenda.
[#13]
Ex utente
Lo so ha ragione dott.ssa. Purtroppo sostenere a livello economico queste sedute non è facile per questo cerco quante più informazioni possibili. Prenoterò con un altro terapesta e gli racconterò il tutto. Sperando di scegliere quello giusto... Purtroppo ce ne sono tanti ed è difficile orientarsi
[#14]
"Ne parlerò con il terapeuta la prossima seduta e vorrei provare almeno a sentire almeno un altro parere"
L'importante è scegliere uno psicologo che sia specializzato in psicoterapia, in quanto il semplice psicologo non si occupa di psicoterapia e non ha nessuna competenza a riguardo, dal momento che si tratta di una specializzazione e quindi non trattata all'università.
In effetti, non è molto comprensibile ciò che dice riguardo la problematica, perché già nel consulto precedente parla di progressi, qui anche e poi ritratta... ma come stanno davvero le cose?
L'importante è scegliere uno psicologo che sia specializzato in psicoterapia, in quanto il semplice psicologo non si occupa di psicoterapia e non ha nessuna competenza a riguardo, dal momento che si tratta di una specializzazione e quindi non trattata all'università.
In effetti, non è molto comprensibile ciò che dice riguardo la problematica, perché già nel consulto precedente parla di progressi, qui anche e poi ritratta... ma come stanno davvero le cose?
[#17]
Ex utente
No, all'inizio era limitato solo all'autostrada. Ora tendo ad evitare tutte quelle situazioni in cui devo viaggiare da solo e mi allontano dai lunghi a me familiari...quindi estremamente limitante.
Per superare il problema ( oltre le spiegazioni che non c'è nulla di pericoloso e che sono sintomi che produce il corpo normalmente in situazioni di paura) mi è stato sempre e solo consigliato di affrontare. Tutto ciò prima mi andava bene e lo facevo costantemente...dopo il crollo invece è come che avessi ricostruito tutte le paure. Tecniche di rilassamento ed esercizi meditativi non mi fanno effetto
Per superare il problema ( oltre le spiegazioni che non c'è nulla di pericoloso e che sono sintomi che produce il corpo normalmente in situazioni di paura) mi è stato sempre e solo consigliato di affrontare. Tutto ciò prima mi andava bene e lo facevo costantemente...dopo il crollo invece è come che avessi ricostruito tutte le paure. Tecniche di rilassamento ed esercizi meditativi non mi fanno effetto
[#18]
Con tutti i limiti del consulto on line...
Quando si affronta qualcosa che fa paura, bisogna anche passare attraverso le convinzioni che mantengono in piedi il problema e la paura. Nel Suo caso, quali sono? Le avete esplicitate ed esplorate in terapia?
Inoltre, il passaggio "oltre le spiegazioni che non c'è nulla di pericoloso e che sono sintomi che produce il corpo normalmente in situazioni di paura" non sembrano neppure parole di uno psicoterapeuta, perché se il pz. va in terapia per la paura di guidare in autostrada, non ha molto senso dire che non c'è nulla di pericoloso!! Ha semmai senso chiedere al pz. che cosa trova pericoloso (soggettivamente, intendo) nell'andare in auto in quelle situazioni che lo hanno portato in terapia.
Negare il problema del pz. ("non c'è nulla di pericoloso") o rassicurare è sbagliato, scusi la franchezza. Questo è quanto è stato detto dal terapeuta o quanto ha capito Lei?
Quali esercizi di rilassamento fa? Per quanto riguarda la meditazione, che cosa fa? Da solo o con il terapeuta?
Quando si affronta qualcosa che fa paura, bisogna anche passare attraverso le convinzioni che mantengono in piedi il problema e la paura. Nel Suo caso, quali sono? Le avete esplicitate ed esplorate in terapia?
Inoltre, il passaggio "oltre le spiegazioni che non c'è nulla di pericoloso e che sono sintomi che produce il corpo normalmente in situazioni di paura" non sembrano neppure parole di uno psicoterapeuta, perché se il pz. va in terapia per la paura di guidare in autostrada, non ha molto senso dire che non c'è nulla di pericoloso!! Ha semmai senso chiedere al pz. che cosa trova pericoloso (soggettivamente, intendo) nell'andare in auto in quelle situazioni che lo hanno portato in terapia.
Negare il problema del pz. ("non c'è nulla di pericoloso") o rassicurare è sbagliato, scusi la franchezza. Questo è quanto è stato detto dal terapeuta o quanto ha capito Lei?
Quali esercizi di rilassamento fa? Per quanto riguarda la meditazione, che cosa fa? Da solo o con il terapeuta?
[#19]
Ex utente
Grazie anzitutto per la risposta dott.ssa. Scusi il ritardo nella risposta. Quanto ho detto è il succo dei discorsi con il psicoterapeuta. Ovviamente più articolati e non limitati soltando al " tranquillo non è pericoloso ", però il senso è questo fondamentalmente. Affronta perchè comunque non ti succede nulla nonostante la paura molto forte.
La mia paura è per lo più la paura di perdere i sensi...ho molta suggestione quando a causa dell'ansia ho tachicardia e affanno (soprattutto quest'ultimo). Nonostante faccia sport ogni giorno e sono abituato a provare questa sensazione...però in questo caso non mi fa paura.
Poi è subentrata la paura di allontanarmi da solo dai luoghi dove so di trovare qualcuno di familiare che possa farmi passare la paura. Di questo ne abbiamo discusso in terapia e mi ha cercato di spiegare le convinzioni sbagliate che ho.
Come esercizi di rilassamento per lo più tecniche di respirazione...respirazione diaframmatica. La meditazione l'abbiamo fatta insieme al terapeuta per alcune sedute. Questa doveva mirare per lo più al rimanere nel momento presente.
Grazie per la disponibilità e auguri di buona pasqua
La mia paura è per lo più la paura di perdere i sensi...ho molta suggestione quando a causa dell'ansia ho tachicardia e affanno (soprattutto quest'ultimo). Nonostante faccia sport ogni giorno e sono abituato a provare questa sensazione...però in questo caso non mi fa paura.
Poi è subentrata la paura di allontanarmi da solo dai luoghi dove so di trovare qualcuno di familiare che possa farmi passare la paura. Di questo ne abbiamo discusso in terapia e mi ha cercato di spiegare le convinzioni sbagliate che ho.
Come esercizi di rilassamento per lo più tecniche di respirazione...respirazione diaframmatica. La meditazione l'abbiamo fatta insieme al terapeuta per alcune sedute. Questa doveva mirare per lo più al rimanere nel momento presente.
Grazie per la disponibilità e auguri di buona pasqua
[#20]
Gentile Utente,
intanto Buona Pasqua anche a Lei!
Provo a risponderLe, nella speranza di esserLe utile.
"Affronta perchè comunque non ti succede nulla nonostante la paura molto forte."
Io direi: "Affronta ciò che ti fa paura (con precise istruzioni da parte dello psicoterapeuta, calibrate sul pz.), poi in seduta parliamo di come è andata e come ti sei sentito".
Attraverso precise e chiare indicazioni da parte del terapeuta e soprattutto grazie al fatto che il pz. riesce a fare, sperimentando di superare le proprie difficoltà e modificando in questo modo l'idea che ha di se stesso e di ciò che fino a poco prima era un problema, è possibile stare bene e recuperare la capacità di ricominciare a fare ciò che si era in grado di fare in passato, chiaramente con un nuovo e più funzionale equilibrio.
"La mia paura è per lo più la paura di perdere i sensi...ho molta suggestione quando a causa dell'ansia ho tachicardia e affanno (soprattutto quest'ultimo). Nonostante faccia sport ogni giorno e sono abituato a provare questa sensazione"
E' vero che la tachicardia c'è sia quando corriamo, sia quando abbiamo paura, ma è proprio qui l'inghippo per la persona ansiosa. Il pz. ansioso è alessitimico, quindi fa fatica a riconoscere e leggere correttamente le proprie emozioni. Per questa ragione può capitare che il pz. ansioso faccia confusione.
Ad esempio, quando è in macchina deve imparare a leggere correttamente ciò che accade, anche perché tutti proviamo una certa quota d'ansia alla guida. Vero è che poi, con l'abitudine e l'allenamento, riusciamo quasi a non percepire più tale ansia. Perché proviamo ansia? Perché l'ansia è anche l'emozione che serve ad essere vigili e la guida di un auto è chiaramente un momento in cui abbiamo bisogno di essere più lucidi e attenti.
Per quanto riguarda l'allontanamento dai luoghi e persone che La rassicurano scrive:
"Di questo ne abbiamo discusso in terapia e mi ha cercato di spiegare le convinzioni sbagliate che ho."
Cioè?
"Come esercizi di rilassamento per lo più tecniche di respirazione"
Cioè?
intanto Buona Pasqua anche a Lei!
Provo a risponderLe, nella speranza di esserLe utile.
"Affronta perchè comunque non ti succede nulla nonostante la paura molto forte."
Io direi: "Affronta ciò che ti fa paura (con precise istruzioni da parte dello psicoterapeuta, calibrate sul pz.), poi in seduta parliamo di come è andata e come ti sei sentito".
Attraverso precise e chiare indicazioni da parte del terapeuta e soprattutto grazie al fatto che il pz. riesce a fare, sperimentando di superare le proprie difficoltà e modificando in questo modo l'idea che ha di se stesso e di ciò che fino a poco prima era un problema, è possibile stare bene e recuperare la capacità di ricominciare a fare ciò che si era in grado di fare in passato, chiaramente con un nuovo e più funzionale equilibrio.
"La mia paura è per lo più la paura di perdere i sensi...ho molta suggestione quando a causa dell'ansia ho tachicardia e affanno (soprattutto quest'ultimo). Nonostante faccia sport ogni giorno e sono abituato a provare questa sensazione"
E' vero che la tachicardia c'è sia quando corriamo, sia quando abbiamo paura, ma è proprio qui l'inghippo per la persona ansiosa. Il pz. ansioso è alessitimico, quindi fa fatica a riconoscere e leggere correttamente le proprie emozioni. Per questa ragione può capitare che il pz. ansioso faccia confusione.
Ad esempio, quando è in macchina deve imparare a leggere correttamente ciò che accade, anche perché tutti proviamo una certa quota d'ansia alla guida. Vero è che poi, con l'abitudine e l'allenamento, riusciamo quasi a non percepire più tale ansia. Perché proviamo ansia? Perché l'ansia è anche l'emozione che serve ad essere vigili e la guida di un auto è chiaramente un momento in cui abbiamo bisogno di essere più lucidi e attenti.
Per quanto riguarda l'allontanamento dai luoghi e persone che La rassicurano scrive:
"Di questo ne abbiamo discusso in terapia e mi ha cercato di spiegare le convinzioni sbagliate che ho."
Cioè?
"Come esercizi di rilassamento per lo più tecniche di respirazione"
Cioè?
[#22]
Ex utente
Grazie per la risposta dettagliata dott.ssa.
"Di questo ne abbiamo discusso in terapia e mi ha cercato di spiegare le convinzioni sbagliate che ho."
Cioè?
Sto sintetizzando tanto e il discorto è stato più articolati però il succo è che sbaglio a pensare che l'iperventilazione possa farmi perdere i sensi...spiegandomelo a livello fisiologico che sono reazioni normali. Che l'affanno non provoca dispinea, etc. Cioè abbiamo dato una risposta alle sensazioni corporee.
Le tecniche di respirazione per lo più respirazione diaframmatica. Inspirare per tre secondi ed espirare per sei...
Ma tutte queste tecniche si rilevano del tutto inutili in pieno attacco di ansia perchè non riesco ad essere cosi lucido da farmarmi a fare tecniche.
Gli strumenti ultilizzati si basano sempre sul discorso dell'affrontare facendo esposizioni graduali...il senso sarebbe desinsibilizzarmi a quelle paure. Il problema è che se faccio esposizioni in certi tratti autostradali in questi mi abituo ma il problema resta se affronto strade nuove. Questo mi fa pensare che non sia la soluzione giusta...anche quando pensavo di aver superato tutto in realtà evitavo ancora. Come se ancora ci fosse un rischio da non correre
"Di questo ne abbiamo discusso in terapia e mi ha cercato di spiegare le convinzioni sbagliate che ho."
Cioè?
Sto sintetizzando tanto e il discorto è stato più articolati però il succo è che sbaglio a pensare che l'iperventilazione possa farmi perdere i sensi...spiegandomelo a livello fisiologico che sono reazioni normali. Che l'affanno non provoca dispinea, etc. Cioè abbiamo dato una risposta alle sensazioni corporee.
Le tecniche di respirazione per lo più respirazione diaframmatica. Inspirare per tre secondi ed espirare per sei...
Ma tutte queste tecniche si rilevano del tutto inutili in pieno attacco di ansia perchè non riesco ad essere cosi lucido da farmarmi a fare tecniche.
Gli strumenti ultilizzati si basano sempre sul discorso dell'affrontare facendo esposizioni graduali...il senso sarebbe desinsibilizzarmi a quelle paure. Il problema è che se faccio esposizioni in certi tratti autostradali in questi mi abituo ma il problema resta se affronto strade nuove. Questo mi fa pensare che non sia la soluzione giusta...anche quando pensavo di aver superato tutto in realtà evitavo ancora. Come se ancora ci fosse un rischio da non correre
[#23]
I frame psicoeducazionali possono essere utili e di supporto alla terapia, ma spiegare soltanto razionalmente come funzionano le nostre emozioni o quali attivazioni somatiche sono ad esse collegate, per quanto utili, NON è sufficiente.
Il lavoro sulle convinzioni disfunzionali in terapia è ben diverso, così come la desensibilizzazione e il rilassamento.
Quanto all'evitamento, è importante non evitare di discutere di tutto ciò col terapeuta.
Ha avuto modo in questi giorni di chiarire con il terapeuta?
Il lavoro sulle convinzioni disfunzionali in terapia è ben diverso, così come la desensibilizzazione e il rilassamento.
Quanto all'evitamento, è importante non evitare di discutere di tutto ciò col terapeuta.
Ha avuto modo in questi giorni di chiarire con il terapeuta?
[#24]
Ex utente
Nell'ultima seduta gli ho parlato dei miei dubbi e dell'evitamento costante che metto in atto...
Lui imputa questo a una mancanza di stimoli che in questo momento ho per una situazione di stallo sentimentale e lavorativa. Non so se sia questo il problema... Ho deciso di provore a fare un colloquio con un altro terapeuta cosi da prendere la scelta se continuare o meno con il mio ex psicoterapeuta più consapevolmente
Lui imputa questo a una mancanza di stimoli che in questo momento ho per una situazione di stallo sentimentale e lavorativa. Non so se sia questo il problema... Ho deciso di provore a fare un colloquio con un altro terapeuta cosi da prendere la scelta se continuare o meno con il mio ex psicoterapeuta più consapevolmente
Questo consulto ha ricevuto 24 risposte e 2.1k visite dal 11/04/2017.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?