Disforia di Genere

Salve, sono un ragazzo, contrariamente a quanto riportato qui, ma questa contraddizione presumo sia facilmente comprensibile per via del titolo, e da circa qualche anno ho iniziato ad avere dubbi, perplessità, stranezze e una serie di confusioni in merito alla mia identità sia di genere che sessuale...
Senza soffermarmi troppo sui particolari della mia storia, che come ho potutto leggere e chiarire tramite il web, è simile ad altre che trattano il tema della Disforia o del disturbo d'identità di genere, ad un certo punto ho unito alcuni "punti" e ricordi che riguardavano la mia infanzia e il mio trascorso che, assieme al presente, era costellato di una crescente inquietudine, un disagio ripetuto verso me stesso e il mio corpo. Proprio a causa di questo disagio, dell'aver ricordato di alcuni episodi che avevo "rimosso" in un certo senso, legati alle prime scoperte della mia sessualità (truccarmi e vestirmi da donna, avere fantasie su dei ragazzini della mia età ecc) e del fatto che provando il cosiddetto sesso "tradizionale" con una donna, la penetrazione ecc ho avuto fin da subito problemi, ho capito che era questa maschera che indossavo a "castrarmi" nella vita.
Mi sono reso conto che la mia crescente femminilità, pur essendo uomo e pur cercando goffamente di camuffarla sotto atteggiamenti aggressivi o di ostentata virilità, era l'unica cosa vera di me, assieme al modo di pensare, alla profonda sensibilità che tutti hanno sempre apprezzato in me e a tanti altri ricordi e interessi che coltivavo in privato.
Morale della favola ho sperimentato altre esperienze sessuali con la mia attuale ragazza, che è stata non solo paziente ma anche capace di seguirmi in questa strada poco chiara e assai rischiosa che ho intrapeso, d'apprima con molta sofferenza, per poi interrompere (per vergogna e senso di colpa, nonché paura) e ora ritrovata da poco; ho scoperto di essere attratto, o sarebbe meglio dire, dal momento che non come "uomo" attratta, dagli uomini ma al contempo dalle donne; di essere masochista, anziché sadica, come finora avevo fatto credere, preferendo la "sottomissione" e l'abbandono ad un'innata fragilità e debolezza rispetto alla meccanica e fredda condotta che avevo in precedenza come "compagno" e "partner"... in queste vesti mi sono fin da subito trovata meglio, sperimentando un orgasmo assai diverso da quello maschile, legato soprattutto all'organo genitale, oltre che una passione maggiore nell'atto stesso. La stessa cosa è stata percepita dalla mia ragazza, che è ora ben più soddisfatta (si lamentava sempre della mia freddezza, nonostante il resto funzionava perfettamente). Ora io vorrei solamente sapere se fosse possibile rivolgermi gratuitamente a qualcuno nella mia regione (Umbria) anche tramite ASL, premesso che fare coming out con "la società" o la famiglia ora sarebbe difficilissimo.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"ho potuto leggere e chiarire tramite il web, è simile ad altre che trattano il tema della Disforia o del disturbo d'identità di genere"

Il "dottor Google" nella realtà non esiste e l'autodiagnosi alimenta convinzioni a volte fuorvianti che non chiariscono alcunché, sebbene milioni di persone ogni giorno leggendo testimonianze e articoli cedono alla tentazione di "patologizzare" la propria condizione pur di avere una "chiave di lettura" che gli consenta di accettare il proprio disagio attraverso la razionalizzazione.

"una crescente inquietudine, un disagio ripetuto verso me stesso e il mio corpo"

Il rapporto con il proprio corpo durante l'infanzia e l'adolescenza è fisiologicamente fonte di una certa inquietudine che a sua volta può condiziona le prime esperienze sessuali.


"preferendo la "sottomissione" e l'abbandono ad un'innata fragilità e debolezza rispetto alla meccanica e fredda condotta che avevo in precedenza come "compagno" e "partner" "

Ci sono stereotipi culturali ancora molto diffusi trasmessi attraverso l'educazione, che identificano la virilità con la "freddezza" e la femminilità con la "fragilità"; in realtà, gli uomini in quanto esseri umani hanno una vulnerabilità emotiva che si ribella alla coercizione dei modelli imposti dalla cultura di appartenenza, rivelandosi attraverso il linguaggio del corpo e la sessualità, ma non necessariamente indica la presenza di un orientamento bisessuale.
Paradossalmente, essere se stessi e rivelarsi all'altro in modo autentico, viene percepita come una "trasgressione" o peggio una perversione sessuale: sadismo, masochismo.

Naturalmente le mie osservazioni vogliono soltanto offrirle alcuni spunti da approfondire durante il colloquio diretto con lo psicologo, la consulenza on line con i limiti connessi alla comunicazione a distanza, non consente di entrare ulteriormente nel merito.

Può rivolgersi direttamente al Consultorio Familiare della sua ASL di appartenenza e prenotare un colloquio con lo psicologo, non è necessario richiedere l'impegnativa del medico di base.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Utente
Utente
Mi aspettavo una risposta del genere... E' comprensibile, anche se un po' scontata, ma le assicuro che è tutto vero. Non devo convincere nessuno, né dimostrare una sorta di "diversità" o ribellione in grado di giustificare un mio malessere temporaneo o una sorta di disagio individuale frutto dell'adolescenza... Capisco che conoscere la mia vita attraverso un messaggio di 3000 righe sia complicato, appunto per questo chiedevo un vero colloquio... Ma le assicuro che non ha nulla a che vedere col dottor google, se avesse letto attentamente ho spiegato come i miei sintomi, i miei ricordi e tutto ciò che ha fatto di me quello che sono, sono stati frutto dell'esperienza quotidiana e della vita; Internet l'ho portato ad esempio per spiegare come la mia storia sia in parte simile o del tutto uguale a quelle d'altri, non certo per far credere che un qualsiasi forum o sito, seppur di medicina come questo, possa avermi influenzato nel disconoscere la mia identità.
E' una cosa tutt'altro che semplice ed è un passo che non prendo alla leggera, svegliandomi magari una mattina e decidendo di uscire di casa truccato e vestito come una donna; si tratta di un malessere che ho sempre avuto, e per tutta la vita era stato confermato da segnali e vari episodi che riguardavano sia il mio intimo che la mia vita sociale e familiare, tanto che mia madre, dopo il coming out, ha detto di averlo sempre saputo e che erano anni che si aspettava un discorso simile da me.
Questo spero non venga interpretato come un ennesimo messaggio di ostinata convinzione verso quelli che sono i miei dubbi.
Le dinamiche con cui ho capito quale fosse il mio posto o la mia identità non hanno a che vedere con stereotipi o internet, sebbene bisogna riconoscere che alcuni stereotipi fanno realmente parte della nostra formazione come individui oltre che cultura. Se ad esempio le dico che da piccolo odiavo gli sport e la competizione e mi piaceva cucinare, sognavo di fare la "moglie o casalinga" e prendevo d'esempio solo e unicamente figure di riferimento (sia familiari, parentali che esterne) femminili non voglio affermare che questo facesse di me una bambina; io non vedo il mondo come bianco e nero, uomo e donna, forza e fragilità o attraverso lo spettro di qualsiasi altro pregiudizio culturale o sociologico, ciò che descrivevo era la mia vita e come io vivevo quest'innata e crescente femminilità, che poi sia frutto di modelli sbagliati o influenze ambientali non lo saprei dire.
Penso che nonostante le definizione, per chiunque, Donna o Uomo che siano, queste parole rappresentano il proprio ideale di ciò che ci definisce, la nostra immagine, ricca di sfumature, riflesso di un'identità individuale, ma anche collettiva, influenzata e connessa, nel bene e nel male, col mondo.
Non pretendo di diventare donna truccandomi oppure ostentando quei tratti appunto detti femminili promossi dalla società; penso che riguardi una concezione più profonda del nostro essere e di come ci rapportiamo agli altri. Quello è solo l'involucro, così come ora c'è quello maschile, poi ci sarà quello femminile. Io le parlo del modo di percepire il mondo, rapportarmi agli altri e di come riflettevo o immaginavo un possibile futuro... quello era in me "Donna".

La ringrazio della risposta e spero di potermi avvalere di un consulto adeguato anche di persona.
P.S:
Io di recente ho cambiato il medico familiare ma non ho mai sentito parlare di Consultorio Familiare invece, di cosa si tratta? Come mi metto in contatto con esso? Purtroppo per ora vorrei evitare qualsiasi coinvolgimento da parte della mia famiglia perciò dovrò fare tutto per conto mio.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Se non avessi letto con attenzione la sua richiesta non avrei scritto una risposta così dettagliata, precisando che si trattava di spunti di riflessione da approfondire in un colloquio.

Il Consultorio Familiare, è un servizio socio-sanitario ASL, multidisciplinare, per la promozione e la prevenzione della salute, relativo alla prevenzione e assistenza nell’area della salute sessuale, riproduttiva e psico-relazionale Le consulenze sono gratuite e si può accedere senza prescrizione medica, preferibilmente con prenotazione.



Riguardo al coinvolgimento della sua famiglia non è chiaro quale sia la situazione attuale poiché scrive:

-"premesso che fare coming out con "la società" o la famiglia ora sarebbe difficilissimo."


- " tanto che mia madre, dopo il coming out, ha detto di averlo sempre saputo e che erano anni che si aspettava un discorso simile da me."

-"Purtroppo per ora vorrei evitare qualsiasi coinvolgimento da parte della mia famiglia perciò dovrò fare tutto per conto mio"

Il servizio pubblico purtroppo spesso è oberato di richieste quindi è possibile che ci sia una lista d'attesa e che il numero dei colloqui sia limitato, le condizioni variano da regione a regione, non escluda a priori la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta considerando l'importanza del processo di crescita personale da affrontare.
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Dr. Gabriele Vittorio Di Maio Cucitro Psicologo, Psicoterapeuta 43
Gentile utente,
per poter fare chiarezza in questo periodo importante della sua vita fa bene a cercare qualcuno a cui rivolgersi personalmente.
Le possibilità che le si prospettano sono diverse: potrebbe rivolgersi al Consultorio della sua città come suggerito dalla Collega; potrebbe contattare un Professionista privato che le dia un accesso, diciamo, più immediato, o oppure potrebbe rivolgersi ad un centro nella sua città che si occupa diagnosi e trattamento della Disforia di Genere: in questi casi solitamente l'iter prevede proprio, come prima tappa, l'incontro con uno psicologo.

Non sono a conoscenza di strutture di questo tipo in Umbria, ma essendo collocata la sua regione ad altre, può cercare anche nelle zone limitrofe se non trova nulla sul suo territorio.
In ogni caso, l’incontro con un esperto potrà essere un’occasione per portare tutti gli elementi che ha reso noti nella sua richiesta, che possono costituire un ottimo materiale per riflettere su di sé in questo periodo delicato della sua vita.

Cordialmente,

Dr. Gabriele Vittorio Di Maio Cucitro - Psicologo Psicoterapeuta
www.gabrieledimaio.com

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Utente
Utente
Rispondo ad entrambi dal momento che...
Oggi ho scoperto la mancanza di psicologi nei consultori della mia città (yuppi!) e quindi le opzioni rimaste sono uno psicologo privato o l'asl, a cui mi rivolgerò domani per capire come fare. Per il resto non ho soldi al momento da investire in questa cosa, non lavorando, per cui andare fuori dall'Umbria o pagare qualcuno sarebbe impossibile, per altro quando dovrò iniziare il percorso ormonale e ciò che ne consegue, sarà già di per se uno sforzo economico (in questo caso giustificato e obbligatorio)
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Utente,
le consiglio di prendere contatti con il Consultorio Transgenere di Lucca (ASL Regioe Toscana) che offre tra i vari servizi la Linea Amica 0584 350469.
Probabilmente saranno in grado di fornirle informazioni sui servizi presenti nella sua area di residenza nonchè sulla terapia ormonale sostitutiva.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
se non l'ha già fatto, le suggerisco di visitare il sito dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere, in cui troverà materiali ed informazioni che -spero- potranno tornarle utili:
http://www.onig.it/drupal8/

Saluti cordiali.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa Campione, come ho scritto precedentemente non ho i mezzi per spostarmi dalla mia regione attuale, né quindi di interagire con altri centri specializzati d'Italia.
In risposta alla Dottoressa Scalco, invece, ho preso visione del sito da lei fornito e mi sembra ben strutturato e organizzato.
In ogni caso rimane il problema di trovare una figura adeguata al mio percorso psicologico, e spero avvenga presto.
P.S
Se qualcuno, utente o professionista che sia, fosse a conoscenza di forum o altro, mi farebbe molto piacere anche il confronto con altre persone col mio stesso "disagio" dal momento che non conosco nessun transessuale e per ora sto considerando se mettermi o no in contatto con un associazione LGBT della mia città.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Prendere contatti significa telefonare per avere informazion da chi ha le competenze per fornirle, non recarsi personalmente presso il Consultorio. Infatti le ho risposto:

"Gent.le Utente,
le consiglio di prendere contatti con il Consultorio Transgenere di Lucca (ASL Regioe Toscana) che offre tra i vari servizi la Linea Amica 0584 350469.
Probabilmente saranno in grado di fornirle informazioni sui servizi presenti nella sua area di residenza nonchè sulla terapia ormonale sostitutiva."

Ci sono molte Associazioni ma è importante avere un riferimento che garantisca professionalità e affidabilità dal punto di vista etico, il riferimento fornito dalla Collega è equivalente, può chiamare entrambi in modo da avere un riscontro più esauriente.
La terapia ormonale dovrebbe essere il punto di arrivo e non quello di partenza di un percorso che promuova l'autoconsapevolezza e il recupero del potere personale.
A tal proposito, la frequentazione di un forum non è il contesto adeguato, specialmente in considerazione del disagio finora vissuto, ulteriormente penalizzato dalla solitudine che ci ha descritto.