La sera mi ricominciano i forti bruciori al pene

Buongiorno carissimi Dottori.

Da prima di Natale,ho avuto un forte attacco di prostatite,che ho curato con antibiotici,antinfiammatori,ecc...
Vengo subito al problema e cioè le minzioni frequenti, soprattutto, notturne che mi hanno portato purtroppo a degli attacchi di panico molto forti, arrivando anche allo svenimento.
Purtroppo sono una persona molto ansiosa e ipocondriaca,quindi ho fatto e rifatto per rassicurarmi tutti gli esami di rito per ricerca batteri che sono risultati sempre negativi.
Questo però non mi ha dato purtroppo sollievo,da 5 mesi non ho più vita sociale,non dormo più,le minzioni frequenti trasparenti e abbondanti mi stanno rovinando la vita e quella dei miei cari.
Il mio urologo,santo uomo,dopo altre visite mi ha consigliato di rivolgermi da uno psichiatra e così ho fatto.
Referto di visita psichiatrica:Disturbo ansioso-depressivo con aspetti fobico-ossessivi.
Cura: 10 gtt di Escitalopram al giorno e Alprazolam 7 gtt 3vv/die.
A parte quello che ho passato per potermi abituare ai farmaci, il problema quasi ad un mese dalla cura ancora è molto presente.
Tremo tantissimo,sono sempre nervoso,non riesco a riposare neanche dopo pranzo appena chiudo gli occhi ho degli spasmi al addome.
Le mie domande sono: Per quale motivo un giorno sembra tutto passato e il giorno dopo sto male?
Appena arriva la sera mi ricominciano i forti bruciori al pene e devo correre ogni ora al bagno fino al mattino seguente con conseguente insonnia e irritabilità.
L' Alprazolam non dovrebbe rilassarmi e farmi dormire meglio?
Poi ho notato anche un'altra cosa prima che inizi il tutto il tendine e la caviglia destra inizia a farmi male per poi scomparire del tutto nel giorno in cui mi sento bene.
Può essere legato sempre allo stato d'ansia?
Negli anni passati ho avuto altri attacchi d'ansia,ma non così brutti, ed ho avuto anche supporto psicoterapico di tipo cognitivo-comportamentale, che mi ha insegnato con il respiro profondo ,ecc ad uscirne fuori.
Infatti ci provo e alcune volte riesco a bloccare l'ansia,ma di notte è impossibile non riesco a rilassarmi.
Dovrei farmi vedere anche da un Neurologo o ritornare da uno psicoterapeuta con altri soldoni che volano via?

Grazie in anticipo e scusate li sfogo.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Quando si è in presenza di aspetti ossessivi e ipocondriaci importanti e debilitanti, come sembra essere il suo caso, l'aspetto fisico sta in secondo piano rispetto a quello mentale.

L'ossessivo ovviamente non vuole crederlo, "perché io i sintomi li sento davvero", ma ciò non cambia la sostanza delle cose.

Il fatto è che la paura può rendere reali, molto reali, sintomi e sensazioni che una persona non ansiosa non considererebbe così gravi.

Ciò non esclude che nel suo caso non possano ancora essere presenti postumi della sua prostatite, ma ciò che le sto dicendo è che la *reazione* che lei sta avendo a tali postumi sembra eccessiva.

Per questo vedrei più adeguata, nell'immediato, la cura per l'aspetto mentale e psicologico. Le figure di riferimento sono psicoterapeuta e lo psichiatra. Se con i curanti attuali non sta ottenendo i risultati che desidera, può sempre cambiarli.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

trovandomi spesso a lavorare, sul piano psicologico, con pazienti affetti da prostatiti, so bene quanto questa sindrome/patologia abbia e possa avere ripercussioni importanti sul tono dell'umore determinando un circolo vizioso:

dolore -> ansia -> incremento dei sintomi dolorosi e minzionali -> ansia ----> calo del tono dell'umore.

Le prostatiti batteriche e/o abatteriche sono in forte incremento in questi ultimi anni.

Nel suo caso probabilmente la prostata è stata inizialmente contaminata da batteri per poi essere curata con antibiotici che hanno eradicato i batteri responsabili dell'infiammazione/infezione (le culture negative di cui ci parla tendono a favore di una prognosi benevola).

Diciamo che stress e scorie anatomo-fisiologiche delle prostatiti, si combinano nel mantenere i sintomi anche quando l'infezione non è più presente.

questo meccanismo è generalmente tipico di prostatiti abatteriche (ovvero con colture batteriologiche negative)

La Prostatite abatterica, conosciuta in ambito scientifico come CPPS (Chronic Pelvic Pain Syndrome/ sindrome da dolore pelvico cronico), è molto spesso causa di richiesta di consulto specialistico, ma al contempo è misconosciuta e spesso sottovalutata dagli addetti ai lavori.


Sintomi
La CPPS è caratterizzata da un dolore pelvico di causa ignota, che dura da almeno 6 mesi ininterrottamente.

I sintomi solitamente presentano un carattere ciclico con dei periodi di miglioramento seguiti ad altri in cui si avverte una recrudescenza degli stessi.

Il dolore può essere lieve o debilitante, e può irradiarsi dai glutei o dal retto, rendendo difficoltoso restare seduti. A questo, non di rado, si accompagnano disuria (bruciore durante la minzione) , mialgia, fatica cronica, dolore addominale, bruciore costante all'interno del pene, frequenza ed urgenza minzionale.

La prostata (e gli altri tessuti dell'area genitourinaria: vescica, uretra e testicoli) possono infiammarsi a causa dell'azione di attivazione che il sistema nervoso pelvico ha sui mastociti (cellule che ci fanno avvertire dolore) nelle terminazioni nervose.

Questa capacità dello stress di indurre infiammazioni genitourinarie è stato dimostrato anche in maniera sperimentale in altri mammiferi.

L'insieme di queste informazioni sembrerebbe suggerire che i batteri non abbiano un ruolo significativo nello sviluppo della CPPS.

La teoria dell'infezione batterica infatti, che è stata per lunghi anni la maggior spiegazione eziologia della CPPS, è stata sminuita in un studio del 2003 effettuato da un team dell'Università di Washington guidato dal Dottor Lee e dal Professor Richard Berger. Lo studio ha utilizzato due gruppi di individui, uno composto da soggetti affetti da CPPS ed un altro di controllo, con soggetti sani.

L'analisi delle colture dei secreti ha mostrato che un terzo dei soggetti di entrambi i gruppi aveva una conta uguale di ceppi batterici simili che avevano colonizzato la loro prostata.
Pensi un po......

Dalla pubblicazione di questi studi il focus di analisi per la CPPS si è spostato dall'eziologia batterica a quella neuromuscolare e stressogena.

i ricercatori medici sembrano concordi nell'affermare che la CPPS non è causata da un'infezione batterica attiva.

Diagnosi
Non esistono test diagnostici definitivi per la CPPS.

Essa infatti è una sindrome poco conosciuta nonostante rappresenti il 90%-95% delle diagnosi di prostatite.

È stata diagnosticata in soggetti di qualsiasi età, con un picco massimo intorno ai 30. La CPPS può essere di tipo infiammatorio o non infiammatorio. Si ricordi che il nostro cervello autonomamente e in periodi di non stress, produce 3 tipi diversi di interferone (gli interferoni sono una famiglia di proteine prodotte sia da cellule del sistema immunitario sia da cellule tissutali in risposta alla presenza di agenti esterni come virus, batteri, parassiti etc etc.) che agiscono positivamente ad alleviare dolori e sintomi.

Il Trattamento, in questi casi è sia fisico che psicologico.

La prostatite abatterica, detta oltre che CPPS (come sopra) è chiamata mioneuropatia pelvica e rappresenta la maggioranza dei soggetti con diagnosi da "prostatite".

in questi casi si applica un trattamento chiamato Protocollo Stanford, sviluppato nel 1996 dal Professore di Urologia Rodney Anderson e dallo psicologo David Wise della Stanford University,
(pubblicato nel 2005)


Il protocollo consiste nella combinazione di:
1) una "terapia psicologica" (la paradoxical relaxation, che è un adattamento specifico alla CPPS di una tecnica di rilassamento progressivo sviluppato da Edmund Jacobson durante il XX secolo),
2) fisioterapia (basata sull'individuazione di trigger point all'interno del pavimento pelvico e sulla parete addominale)
3) esercizi di stretching che aiutano ad ottenere un maggior rilassamento del pavimento pelvico che adesso costituisce il suo "tallone d'achille"

Secondo questi studi, la CPPS potrebbe avere come sua unica causa iniziale l'ansia, vissuta in maniera compulsiva. È stato teorizzato che lo stress abbia la capacità, in alcuni soggetti predisposti, di sensibilizzare la zona pelvica conducendo ad un circolo vizioso di tensione muscolare che aumenta con un meccanismo di feedback neurologico (neural wind-up).

Quindi: ne parli con il suo urologo e si affidi eventualmente ad un/una fisioterapista, preferibilmente competente in materia, che la aiuterà con esercizi di rilassamento addominale e altre attività fisioterapiche a diminuire i sintomi che ci descrive.

L'attuale protocollo infatti, si focalizza sul rilassamento dei muscoli pelvici ed anali che solitamente presentano dei trigger points (punti di dolore) attraverso sedute fisioterapiche, oltre a tecniche di rilassamento progressivo che hanno l'obiettivo di interrompere l'abitudine di focalizzare l'ansia e lo stress sulla muscolatura pelvica.

eventualmente anche delle sedute di mindfulness potranno giovarle.
Sulla mindfulness legga questo: https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/520-mindfulness.html

https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/5995-meditazione-vivere-la-realta-senza-esserne-travolti-dodici-risposte-sulla-mindfulness.html

nella provincia di Lecce ci sono ottimi colleghi che insegnano a praticare mindfulness. È una tecnica che nella gestione del dolore e non solo (come avrà modo di leggere) offre risultati efficaci.

Cordiali saluti.
In bocca al lupo!

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#3]
Utente
Utente
Grazie Dottor Santonocito.
Grazie Dottor Pizzoleo.

Sono infatti quasi 15 anni che soffro di questa bestia nera, ed ancora non ne sono uscito fuori.
Il mio urologo mi ha parlato della CPPS e che sicuramente ne sono afflitto,ma non credevo fino a questo punto così debilitante.
Cercherò di seguire i vostri sinceri consigli.
Se possibile vi aggiornerò.
Grazie di cuore!
[#4]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Sì, è abbastanza debilitante ma si cura.
Anche passeggiate veloci aiutano.
Perdere peso aiuta perché viene sovraccaricato meno l'apparato urogenitale.

Oltretutto dallo storico ho letto che ha eseguito anche la coltura del secreto prostatico.
più di così.........

segua i suggerimenti che le abbiamo dato.

Ci aggiorni se lo desidera.
noi siamo qui

Cari saluti
[#5]
Utente
Utente
Grazie di cuore Dr. Pizzoleo.

Purtroppo la mia ansia sta peggiorando il tutto,adesso mi è comparso anche il tenesmo rettale e cioè ho sempre lo stimolo a defecare e sento come se avessi un peso nell'ano che vorrebbe uscire,soprattutto di notte, per quel poco che dormo, mi sveglio improvvisamente quasi me la faccio addosso, anche se non è così e poi rimane costante.
Ho deciso di rivolgermi urgentemente da uno psicoterapista.
Sono al limite della sopportazione,non bastava la minzione anche questa cosa adesso!
Mia moglie piange a vedere che mi sto lasciando andare sempre di più.
Grazie.
[#6]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Credo sia la scelta più opportuna che possa fare.

Non trascuri di pensare anche ad un aiuto fisioterapico oltre che psicoterapeutico.

la bacchetta magica non esiste; quindi servirà pazienza, costanza e lavoro.

In bocca al lupo!
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