Mal di vivere, pensieri fissi

Ho quasi 30 anni.
Sono disoccupata, senza amici, single e senza speranze per il futuro.
Ho sempre superinvestito in storie che mi facessero uscire dal mio mondo ma purtroppo incontravo ragazzi innamorati di altre e non di me.
Sono rinchiusa in casa senza speranze e gioia di vivere. penso sempre al mio ex, che, al mio contrario, ha una bella vita.
Sono intrappolata dalle mie ossessioni, dal mio male di vivere e ho paura soltanto a sperare che questo sia solo un periodo: sono tre anni e con persone diverse che io vivo l'inferno.
Prendo psicofarmaci ma non li accetto. Perché sempre a me? Avere ormai 30 anni e vedersi la propria vita ferma così, è come vivere in una gabbia. Preferirei morire
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

oltre a nutrire delle speranze è importante che lei si attivi per cambiare la situazione divenendo parte attiva in questo cambiamento.
È umanamente comprensibile che lei faccia confronti con il suo ex, che ci dice fare una bella vita, ma la situazione del ragazzo non ha nulla a che fare con lei e anche se lui fosse solo e infelice per lei in concreto non cambierebbe nulla.

Quale diagnosi è stata formulata a proposito del suo quadro clinico?
Soffre di un disturbo dell'umore?
Che farmaci assume?
Chi glieli ha prescritti?

Non è mai stata seguita dal punto di vista psicologico?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

"..sperare che questo sia solo un periodo: sono tre anni e con persone diverse che io vivo l'inferno. .."

Tre anni non sono "un periodo", bensì una parte rilevante della vita.

Dal Suo consulto si respira un clima di passività:
Lei è sempre stata così?
C'è stato un evento in particolare che La abbia "piegata"?
Chi La segue con gli psicofarmaci?

L'abbinamento tra psicofarmaci e psicoterapia sarebbe l'ottmale,
come può leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
Lo potrebbe fare?


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
Utente
Utente
Io non ce la faccio più, vorrei morire.
È un anno che sono in cura con diverse terapie.
L'anno scorso ho chiesto aiuto per risollevarmi da una situazione sentimentale disastrosa, dove lui era innamorato della ex. Era la seconda volta che mi accadeva.

Ora, in terapia, me ne accade un'altra. È la terza, non ne posso più.

Ora assumo mezza compressa di Maveral 100 la mattina e Mutabon Mite la sera.
Grazie
[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cosa intende dire con questo?

"È un anno che sono in cura con diverse terapie"

E' importante che non rincorra diverse soluzioni, abbandonando quelle che non funzionano a breve, ma che scelga una psicoterapia e la segua per tutto il tempo necessario.

Consideri che (da quanto ci dice) ha chiesto aiuto dopo anni di sofferenza, e questa è stata una cattiva idea perchè rende meno semplice aiutarla, trattandosi di un disagio presente già da parecchio: per questo è ancora più importante che lei intraprenda una strada e la porti avanti.

Personalmente se il suo problema è di tipo relazionale le consiglierei una psicoterapia di tipo psicodinamico/psicoanalitico, che lavora efficacemente sulle difficoltà nate all'interno delle relazioni familiari che si riflettono sulle relazioni del soggetto una volta adulto.

Forse però prima di iniziare una psicoterapia sarebbe utile trovare una combinazione di farmaci che le consenta di sentire di nuovo la spinta a fare qualcosa e a non restare chiusa in casa, immersa nella sua passività.
Se - come immagino - è seguita da un medico psichiatra le suggerisco di parlargliene. Se invece i farmaci e sono stati prescritti dal medico di base le suggerisco sentitamente di affidarsi ad uno specialista, anche rivolgendosi al Centro di salute mentale della sua zona o città.
[#5]
Utente
Utente
Mi sono affidata a degli specialisti.
Nel primo caso, stavo assumendo dei farmaci che facevano male al mio organismo, rendendomi astenia.
Questa Psichiatra che mi sta seguendo da un anno, ogni tanto cambia farmaci. Prima assumevo il Maveral 200g al
giorno, più il Mutabon la sera mi faceva sentire sempre addormentata, era un incubo. Ora ne assumo 0,50g di Maveral e non sento niente, la mia vita è sempre nera.
Io poi sono pigra e mi muovo poco, vivo con la speranza che il mio ex ci ripensi e torni da me.
Non riesco a cominciare nulla e a pensare di dimenticarlo.
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

"... vivo con la speranza che il mio ex ci ripensi e torni da me ..."
I farmaci su queste "idee" non agiscono. Per tale motivo si consiglia di abbinare la psicoterapia (Le ripropongo la lettura di https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html ).

Al riguardo Lei non ha ripreso l'argomento, con noi. Forse significa che segue unicamente la terapia farmacologica? Se sì, perchè?

[#7]
Utente
Utente
Seguo la terapia farmacologica passivamente.
La mia psichiatra non mi segue da mesi, a causa di un suo infortunio.
Non accetto che ancora, dopo un anno e dopo due situazioni simili accadute, debba assumere farmaci. La mia vita è vuota.
Ho solo un pensiero fisso: lui.
[#8]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Se assume quei farmaci da mesi e il suo stato è quello che descrive si può pensare che la terapia che sta facendo non le serva a nulla, anche se chiaramente questa è una valutazione di competenza medica e deve arrivarle da uno psichiatra.

I farmaci le devono servire ad alleggerire il carico, ma non possono incidere sugli aspetti psicologici della situazione e sulle sue difficoltà relazionali, che si possono desumere dal fatto che più volte si è trovata nella medesima situazione.
Quando il copione si ripete significa che, senza volerlo e senza rendersene conto, è la persona stessa a scegliere partner sbagliati ed è influenzata in questo dal rapporto con le figure primarie (mamma e papà) costruito nell'infanzia, che può essere stato negativo o carente.
Per questo motivo è necessaria una psicoterapia che incida sulle variabili relazionali che provocano questo tipo di sofferenza.

Non è accettabile che in questa situazione lei non sia seguita da mesi a causa di un problema personale della psichiatra che si occupava di lei in precedenza.
Si rivolga ad una struttura pubblica, dove sono presenti più professionisti e non si troverà abbandonata e senza riferimenti.
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