Carenza affettiva materna
Buongiorno a tutti,
Mi piacerebbe avere una risposta da esperti su un atteggiamento.
In poche parole non so come superare un mio “pregiudizio” radicato e che non riesco a togliere.
Non ho fatto studi ufficiali di psicologia ma ho letto tantissimi libri di auto-aiuto, libri su schemi comportamentali, su come cambiarli e su come migliorarli ma non riesco proprio a trovare una soluzione.
Il malessere nasce da una carenza cronica di affetto materno: ho sempre avuto un rapporto conflittuale molto al limite con mia madre che, seppur presente fisicamente in casa, mi ha reso completamente freddo e insensibile riguardo al rapporto madre-figlio.
Non è mai stato possibile trovare una soluzione perché è una persona mentalmente instabile e il rapporto si è distrutto pian piano dopo che, fin dall’infanzia, ci sono stati grossi problemi.
Principalmente dovuti alla sua fissazione con il denaro.
Questo mi porta a degli atteggiamenti che io stesso ritengo “strani” ma che non riesco a cambiare, pur mettendoci tutto l’impegno.
Premesso che sono diagnosticato leggermente Asperger, a me piacerebbe veramente costruire un rapporto sano e continuativo con una persona ma, quando questa si avvicina e la cosa diventa continua, io stesso, senza accorgermene, parto con atteggiamenti che minano pericolosamente il rapporto:
- Metto la ragazza/donna alla prova: tiro su dei “muri” psicologici per vedere se la persona ha la pazienza e il coraggio di superarli così da capire se ci tiene davvero;
- Al tempo stesso mi impegno con tutto me stesso per essere assolutamente “degno” di lei e darle ciò che merita: il problema è che molto spesso ciò che io ritengo giusto (ovvero organizzare un viaggio o farle regali) non è quello che la persona si aspetta o vuole. Vorrebbe invece gesti più intimi e semplici CHE IO NON RIESCO A DARLE
- Quando esco con una ragazza per la prima volta vado in crisi perché cerco di creare la serata perfetta, apparendo però estremamente “costruito” nei comportamenti: questo, penso, lo faccio inconsciamente per evitare che la persona che ho davanti si renda conto da subito quanto io sia arido dentro di me. Questa volontà di “costruire la serata perfetta” però mi mette in difficoltà nel creare un rapporto genuino e spesso preclude il proseguimento del rapporto stesso.
- Altre volte, nei confronti di una ragazza che mi piace particolarmente, ho degli atteggiamenti di ricerca di "coccole" e abbracci ma solo in un primo tempo. Una volta ottenuta la sua attenzione torno freddo e insensibile (parole usate da chi mi è stato accanto)
- Il fatto di essere asperger mi rende estremamente sincero e diretto nelle mie esternazioni e quindi finisco quasi sempre per far sentire le ragazze “accusate” e criticate, considerati tutti i pattern mentali che vi ho descritto sopra.
Personalmente ci ho messo tutto l’impegno possibile per attenuare questa situazione, ho fatto un percorso psicologico di anni ma non riesco proprio a cambiare atteggiamento… suggerimenti?
Mi piacerebbe avere una risposta da esperti su un atteggiamento.
In poche parole non so come superare un mio “pregiudizio” radicato e che non riesco a togliere.
Non ho fatto studi ufficiali di psicologia ma ho letto tantissimi libri di auto-aiuto, libri su schemi comportamentali, su come cambiarli e su come migliorarli ma non riesco proprio a trovare una soluzione.
Il malessere nasce da una carenza cronica di affetto materno: ho sempre avuto un rapporto conflittuale molto al limite con mia madre che, seppur presente fisicamente in casa, mi ha reso completamente freddo e insensibile riguardo al rapporto madre-figlio.
Non è mai stato possibile trovare una soluzione perché è una persona mentalmente instabile e il rapporto si è distrutto pian piano dopo che, fin dall’infanzia, ci sono stati grossi problemi.
Principalmente dovuti alla sua fissazione con il denaro.
Questo mi porta a degli atteggiamenti che io stesso ritengo “strani” ma che non riesco a cambiare, pur mettendoci tutto l’impegno.
Premesso che sono diagnosticato leggermente Asperger, a me piacerebbe veramente costruire un rapporto sano e continuativo con una persona ma, quando questa si avvicina e la cosa diventa continua, io stesso, senza accorgermene, parto con atteggiamenti che minano pericolosamente il rapporto:
- Metto la ragazza/donna alla prova: tiro su dei “muri” psicologici per vedere se la persona ha la pazienza e il coraggio di superarli così da capire se ci tiene davvero;
- Al tempo stesso mi impegno con tutto me stesso per essere assolutamente “degno” di lei e darle ciò che merita: il problema è che molto spesso ciò che io ritengo giusto (ovvero organizzare un viaggio o farle regali) non è quello che la persona si aspetta o vuole. Vorrebbe invece gesti più intimi e semplici CHE IO NON RIESCO A DARLE
- Quando esco con una ragazza per la prima volta vado in crisi perché cerco di creare la serata perfetta, apparendo però estremamente “costruito” nei comportamenti: questo, penso, lo faccio inconsciamente per evitare che la persona che ho davanti si renda conto da subito quanto io sia arido dentro di me. Questa volontà di “costruire la serata perfetta” però mi mette in difficoltà nel creare un rapporto genuino e spesso preclude il proseguimento del rapporto stesso.
- Altre volte, nei confronti di una ragazza che mi piace particolarmente, ho degli atteggiamenti di ricerca di "coccole" e abbracci ma solo in un primo tempo. Una volta ottenuta la sua attenzione torno freddo e insensibile (parole usate da chi mi è stato accanto)
- Il fatto di essere asperger mi rende estremamente sincero e diretto nelle mie esternazioni e quindi finisco quasi sempre per far sentire le ragazze “accusate” e criticate, considerati tutti i pattern mentali che vi ho descritto sopra.
Personalmente ci ho messo tutto l’impegno possibile per attenuare questa situazione, ho fatto un percorso psicologico di anni ma non riesco proprio a cambiare atteggiamento… suggerimenti?
[#1]
Gentile utente,
"..ho fatto un percorso psicologico di anni ma non riesco proprio a cambiare atteggiamento… suggerimenti?.."
Che tipo di percorso ha seguito?
Con che specialita?
Si è impegnato nel cambiamento?
Assume come alibi per sè la carenza affettiva materna?
"..ho fatto un percorso psicologico di anni ma non riesco proprio a cambiare atteggiamento… suggerimenti?.."
Che tipo di percorso ha seguito?
Con che specialita?
Si è impegnato nel cambiamento?
Assume come alibi per sè la carenza affettiva materna?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Salve dott.ssa Brunialti,
grazie per la sua risposta.
sono stato seguito da una psicologa.
Assumere come alibi non direi, ho fatto di tutto per "crescere da solo" e per migliorare questo atteggiamento.
Tengo a precisare che ho preso in ipotesi la carenza affettiva dopo aver provato un lunghissimo percorso di
crescita personale e, dopo essermi fatto tante tante domande, ho scavato nel mio passato per trovare delle risposte arrivando a questa possibilità.
Ho chiesto quel consulto proprio perché, nonostante l'impegno, mi viene sempre naturale comportarmi come sopra descritto.
La ringrazio per un suo gentile riscontro
grazie per la sua risposta.
sono stato seguito da una psicologa.
Assumere come alibi non direi, ho fatto di tutto per "crescere da solo" e per migliorare questo atteggiamento.
Tengo a precisare che ho preso in ipotesi la carenza affettiva dopo aver provato un lunghissimo percorso di
crescita personale e, dopo essermi fatto tante tante domande, ho scavato nel mio passato per trovare delle risposte arrivando a questa possibilità.
Ho chiesto quel consulto proprio perché, nonostante l'impegno, mi viene sempre naturale comportarmi come sopra descritto.
La ringrazio per un suo gentile riscontro
[#3]
"... mi viene sempre naturale comportarmi come sopra descritto. "
Forse in parte dipende dall'Asperger, e in parte dell'atmosfera respirata in famiglia.
Ma nel corso della terapia Lei ha messo tutto il Suo impegno per modificare - con l'aiuto del/la terapeuta quanto Le viene "naturale"?
Forse in parte dipende dall'Asperger, e in parte dell'atmosfera respirata in famiglia.
Ma nel corso della terapia Lei ha messo tutto il Suo impegno per modificare - con l'aiuto del/la terapeuta quanto Le viene "naturale"?
[#4]
Ex utente
Certo, assolutamente!
per quanto mi rimanga difficile cambiare atteggiamenti ormai divenuti "di routine", il percorso psicologico, insieme a tutto il percorso personale è stato molto di aiuto nel cercare almeno di migliorarmi.
Ho imparato tante cose sul rapporto con le persone e, per come gli altri mi definiscono, sembrerei quasi un'Asperger atipico (nel senso che riesco ad ascoltare gli amici e spesso, seppur in modo un po' troppo diretto, riesco a dare il consiglio giusto o capire la situazione).
Tuttavia, quando il rapporto non è di amicizia ma c'è una potenziale relazione, si attivano da soli gli atteggiamenti come sopra.
Mi rendo sempre conto, una volta che il rapporto è finito oppure che una persona me lo fa notare, che cerco di "proteggermi" dalla persona di sesso femminile che ho davanti per evitare di rimanere deluso o ferito...
Il conflitto nasce proprio dall'incoerenza profonda dove,
- nelle intenzioni c'è la volontà di proteggere e far star bene la donna/ragazza (seppur con gesti "insoliti", non con le piccole cose);
- la sensazione di essere "non meritevole" del rapporto e inadeguato mentre sono in sua compagnia (questo è una cosa che sto cercando di migliorare consapevolmente)
- inconsciamente la costruzione di questo "muro" di cui le persone si accorgono e, inevitabilmente, se ne vanno. (questo è il problema più grosso).
per quanto mi rimanga difficile cambiare atteggiamenti ormai divenuti "di routine", il percorso psicologico, insieme a tutto il percorso personale è stato molto di aiuto nel cercare almeno di migliorarmi.
Ho imparato tante cose sul rapporto con le persone e, per come gli altri mi definiscono, sembrerei quasi un'Asperger atipico (nel senso che riesco ad ascoltare gli amici e spesso, seppur in modo un po' troppo diretto, riesco a dare il consiglio giusto o capire la situazione).
Tuttavia, quando il rapporto non è di amicizia ma c'è una potenziale relazione, si attivano da soli gli atteggiamenti come sopra.
Mi rendo sempre conto, una volta che il rapporto è finito oppure che una persona me lo fa notare, che cerco di "proteggermi" dalla persona di sesso femminile che ho davanti per evitare di rimanere deluso o ferito...
Il conflitto nasce proprio dall'incoerenza profonda dove,
- nelle intenzioni c'è la volontà di proteggere e far star bene la donna/ragazza (seppur con gesti "insoliti", non con le piccole cose);
- la sensazione di essere "non meritevole" del rapporto e inadeguato mentre sono in sua compagnia (questo è una cosa che sto cercando di migliorare consapevolmente)
- inconsciamente la costruzione di questo "muro" di cui le persone si accorgono e, inevitabilmente, se ne vanno. (questo è il problema più grosso).
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.4k visite dal 30/03/2017.
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