Come funziona la psicologia analitica di Jung?
come si svolge questo tipo di psicoanalisi? che differenze ci sono con la psicoanalisi freudiana nella pratica? Come si pone lo psicoanalista nei confronti del paziente? cosa gli dice? è lui a guidare la terapia? Funziona nella cura delle patologie?. Sto andando da non molto per la cura di disturbi d'ansia, ma durante la terapia si parla di un po' di tutto e non riesco a capire se non abbiamo ancora cominciato l'analisi oppure se è proprio strutturata in quel modo, perchè se così mi sembra serva a poco. Lo psicanalista è molto preparato.
[#1]
Gentile utente,
nessuno meglio del Suo psicanalista junghiano, che è anche "molto preparato", può rispondere alle Sue domande.
Egli infatti, oltre a conoscere - mi pare di capire - il proprio mestiere,
conosce anche Lei <br />
e le scelte terapeutiche che fa sono dettate anche da ciò.<br />
Come mai non ha rivolto direttamente a lui le Sue domande?<br />
Qualche timore la frena?
O la mancanza di fiducia nelle possibili risposte?
Altro?
Lei chiede inoltre se questo tipo di terapia "funziona nella cura delle patologie". Le rispondo che per le varie patologie ci sono orientamenti più adatti e altri meno, ma anche questo può essere valutato assieme al curante.
Per ultimo una domanda a Lei:
Il Suo psicanalista è anche Psicologo psicoterapeuta iscritto all'Ordine? Lo ha verificato?
Può inoltre leggere questo articolo in cui il Collega Vita descrive efficacemente la psicologia junghiana:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
nessuno meglio del Suo psicanalista junghiano, che è anche "molto preparato", può rispondere alle Sue domande.
Egli infatti, oltre a conoscere - mi pare di capire - il proprio mestiere,
conosce anche Lei <br />
e le scelte terapeutiche che fa sono dettate anche da ciò.<br />
Come mai non ha rivolto direttamente a lui le Sue domande?<br />
Qualche timore la frena?
O la mancanza di fiducia nelle possibili risposte?
Altro?
Lei chiede inoltre se questo tipo di terapia "funziona nella cura delle patologie". Le rispondo che per le varie patologie ci sono orientamenti più adatti e altri meno, ma anche questo può essere valutato assieme al curante.
Per ultimo una domanda a Lei:
Il Suo psicanalista è anche Psicologo psicoterapeuta iscritto all'Ordine? Lo ha verificato?
Può inoltre leggere questo articolo in cui il Collega Vita descrive efficacemente la psicologia junghiana:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Intanto occorre dire che la funzione della psicoanalisi junghiana è quella di aiutare il soggetto in un percorso di trasformazione della personalità. Non è cosa facile perché il terapeuta non interviene direttamente con funzioni di condizionamento e di costrizione. Ma operano il linguaggio e il racconto del paziente: lo svelamento di sé.<br />
Alla base c’è quindi la finalità del tramutarsi della libido verso stadi sempre più elevati, togliendosi dalla sofferenza, dal disagio, dalla paura, dalla tensione, risalendo da un magma indifferenziato e plumbeo verso un aspetto chiaro e terso della vita. <br />
La differenza con la psicoanalisi freudiana è che la libido non è intesa unicamente come impeto sessuale, ma forza psichica in ogni senso e in ogni situazione di vita. <br />
L’incontro tra terapeuta e paziente è fatto alla pari, nel senso che anche da un punto di vista topologico, i due soggetti, analista e paziente siedono l’uno di fronte all’altro. Una situazione assoluta di parità, sinceramente, non può esserci, perché tra i due soggetti uno dei due deve essere esente da disagi propri, da patologie psichiche, da processi mentali deviati o da stati d’animo ammorbati. E dei due questo deve essere necessariamente il terapeuta. Ecco perché la formazione dell’analista prevede una quantità enorme di sedute analitiche alle quali egli si è sottoposto durante il periodo della sua formazione. Oggi, chi vuole specializzarsi in psicoterapia e analisi junghiana deve fare un corso di 4 anni, come tutti gli altri che optano per altre scuole terapeutiche, e studiare molte discipline, ma contemporaneamente deve sottoporsi ad un percorso analitico almeno per 4 anni, cioè contemporaneo alla durata del corso di specializzazione. (E non è ancora analista!!)<br />
L’analista junghiano fa uso del materiale prodotto e raccontato dal paziente, racconti della sua vita pregressa ed altro. Va anche fatto, dal terapeuta, l’esame del contesto in cui vive il paziente e i rapporti tra i diversi membri della famiglia. Ma l’esame dei sogni è una delle vie principali per giungere a strati profondi della personalità del paziente, e lì cogliere le anomalie che ci sono e che hanno una loro storia. L’interpretazione dei sogni non è fatta dall’analista, o meglio non è fatta 'soltanto' dall’analista, ma da tutti due, analista e paziente. In fondo, il padrone del sogno è il paziente, e l’analista, per quanto sia preparato, deve avere la bontà e l’umiltà di interpretare il sogno unitamente al suo paziente. <br />
L’analista guida l’analisi, sta attento al percorso che spesso può prendere strade traverse che ostacolano il raggiungimento di tappe progressivamente sempre più impegnative. Spesso, inconsciamente, è il paziente stesso, per una forma molto comune di resistenza, che finisce per parlare di altro e deve essere ricondotto, delicatamente, al discorso fondamentale. <br />
La materia che l’analista di solito cerca di aggredire sono i conflitti interni, quell’area propria dell’inconscio personale. Seguiranno poi, approfondimenti e, se del caso, il raggiungimento di strati dell’inconscio collettivo. Ma non sempre. <br />
Funziona, funziona, ma è lunga, e non tutti, per vari motivi riescono a resistere. C’è l’aspetto economico che sbarra molti percorsi, perché, nonostante il terapeuta abbassi la parcella, per quanto questa potrà essere modesta, non si potrà prescindere da una seduta settimanale. Si arriva così ad una quarantina di sedute l’anno, considerato un mese estivo di pausa, le vacanze di Natale e Pasqua. Almeno due o tre anni di analisi saranno necessari. <br />
Quando il soggetto riuscirà a giungere a traguardi come la modificazione della propria personalità, l’arricchimento e l’ampliamento della propria sfera di coscienza con i contenuti che provengono dall’inconscio, ci si potrà fermare e invitare il paziente a camminare da solo. <br />
I sintomi che affliggono il paziente scompariranno lungo il percorso, alcuni anche subito, altri, più pertinaci ci metteranno di più. <br />
Le auguro di crederci, di farcela, perché l’analisi fa crescere il soggetto in maturità, libera la mente, mette ordine nei sentimenti e nelle passioni. E porta il soggetto verso un’individualità che prima non possedeva. Sviluppa ampiamente la creatività. L’analisi è liberatoria e catartica. <br />
Mi scuso per la prosa non sempre limpida e chiara.<br />
Coraggio, vada avanti. Le formulo i migliori auguri. Dr. Antonio Vita
Alla base c’è quindi la finalità del tramutarsi della libido verso stadi sempre più elevati, togliendosi dalla sofferenza, dal disagio, dalla paura, dalla tensione, risalendo da un magma indifferenziato e plumbeo verso un aspetto chiaro e terso della vita. <br />
La differenza con la psicoanalisi freudiana è che la libido non è intesa unicamente come impeto sessuale, ma forza psichica in ogni senso e in ogni situazione di vita. <br />
L’incontro tra terapeuta e paziente è fatto alla pari, nel senso che anche da un punto di vista topologico, i due soggetti, analista e paziente siedono l’uno di fronte all’altro. Una situazione assoluta di parità, sinceramente, non può esserci, perché tra i due soggetti uno dei due deve essere esente da disagi propri, da patologie psichiche, da processi mentali deviati o da stati d’animo ammorbati. E dei due questo deve essere necessariamente il terapeuta. Ecco perché la formazione dell’analista prevede una quantità enorme di sedute analitiche alle quali egli si è sottoposto durante il periodo della sua formazione. Oggi, chi vuole specializzarsi in psicoterapia e analisi junghiana deve fare un corso di 4 anni, come tutti gli altri che optano per altre scuole terapeutiche, e studiare molte discipline, ma contemporaneamente deve sottoporsi ad un percorso analitico almeno per 4 anni, cioè contemporaneo alla durata del corso di specializzazione. (E non è ancora analista!!)<br />
L’analista junghiano fa uso del materiale prodotto e raccontato dal paziente, racconti della sua vita pregressa ed altro. Va anche fatto, dal terapeuta, l’esame del contesto in cui vive il paziente e i rapporti tra i diversi membri della famiglia. Ma l’esame dei sogni è una delle vie principali per giungere a strati profondi della personalità del paziente, e lì cogliere le anomalie che ci sono e che hanno una loro storia. L’interpretazione dei sogni non è fatta dall’analista, o meglio non è fatta 'soltanto' dall’analista, ma da tutti due, analista e paziente. In fondo, il padrone del sogno è il paziente, e l’analista, per quanto sia preparato, deve avere la bontà e l’umiltà di interpretare il sogno unitamente al suo paziente. <br />
L’analista guida l’analisi, sta attento al percorso che spesso può prendere strade traverse che ostacolano il raggiungimento di tappe progressivamente sempre più impegnative. Spesso, inconsciamente, è il paziente stesso, per una forma molto comune di resistenza, che finisce per parlare di altro e deve essere ricondotto, delicatamente, al discorso fondamentale. <br />
La materia che l’analista di solito cerca di aggredire sono i conflitti interni, quell’area propria dell’inconscio personale. Seguiranno poi, approfondimenti e, se del caso, il raggiungimento di strati dell’inconscio collettivo. Ma non sempre. <br />
Funziona, funziona, ma è lunga, e non tutti, per vari motivi riescono a resistere. C’è l’aspetto economico che sbarra molti percorsi, perché, nonostante il terapeuta abbassi la parcella, per quanto questa potrà essere modesta, non si potrà prescindere da una seduta settimanale. Si arriva così ad una quarantina di sedute l’anno, considerato un mese estivo di pausa, le vacanze di Natale e Pasqua. Almeno due o tre anni di analisi saranno necessari. <br />
Quando il soggetto riuscirà a giungere a traguardi come la modificazione della propria personalità, l’arricchimento e l’ampliamento della propria sfera di coscienza con i contenuti che provengono dall’inconscio, ci si potrà fermare e invitare il paziente a camminare da solo. <br />
I sintomi che affliggono il paziente scompariranno lungo il percorso, alcuni anche subito, altri, più pertinaci ci metteranno di più. <br />
Le auguro di crederci, di farcela, perché l’analisi fa crescere il soggetto in maturità, libera la mente, mette ordine nei sentimenti e nelle passioni. E porta il soggetto verso un’individualità che prima non possedeva. Sviluppa ampiamente la creatività. L’analisi è liberatoria e catartica. <br />
Mi scuso per la prosa non sempre limpida e chiara.<br />
Coraggio, vada avanti. Le formulo i migliori auguri. Dr. Antonio Vita
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 21.6k visite dal 29/03/2017.
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