E' giusto licenziarsi?

Buonasera,

chiedo un parere per come dovrei comportarmi con il mio lavoro e il mio capo.
Sono da 5 mesi in stage presso un'azienda piccola. Il mio capo, è la classica persona, che cambia idea e umore ogni 5 minuti.
Se nella sua vita privata le cose vanno male, allora al lavoro non gli si può parlare (e di fatto, il lavoro spesso si blocca a causa di ciò).
Di solito, quando è di malumore, tratta male sia me che i miei colleghi e fin qui "Tutto bene".
Tutto bene non è vero, perchè un capo dovrebbe saper scindere le due cose, ma sorvoliamo.
Il problema è il rapporto che il mio capo ha con me. Perchè quando è di buon umore, sono rare le volte che con me il suo atteggiamento cambia. MI tratta sempre male, non mi fa mai parlare, mi zittisce alla terza parola e più che critiche (ingiustificate) non sa farmi.
All'inizio pensavo fosse solo una mia paranoia, ma quando anche gli altri colleghi hanno notato questo atteggiamento nei miei confronti incapibile, mi sono resa conto che non era solo una mia impressione.

Andare al lavoro sta diventando sempre più pesante, non perché non mi piaccia, ma perché so che passerò 8 ore della mia giornata a sentirmi dire come io sia un costo perchè non faccio nulla.
Peccato che essendo in stage, io faccia tutto quello che mi chiede. Sono una persona molto autocritica e so se le accuse siano fondate o meno.
Se la giornata è calma e non ho tanto lavoro (e di certo non è colpa mia), me lo trovo aiutando magari i colleghi indietro e alleggerendogli la mole di cose da fare. L'80% delle cose che faccio non corrispondono a quello per cui ho studiato e per cui in realtà sono stata assunta. Ma mi adatto. Io sono un costo a quanto dice lui, ma chissà perché sono riuscita a fargli risparmiare migliaia di euro imparando a fare cose non di mia competenza per evitare che pagasse cifre spropositate.

Sono arrivata al limite. Un capo può permettersi di svilire un suo impiegato? Può permettersi di trovare ogni pretesto per criticare, anche il più stupido? Se i miei colleghi chiudono la porta in un modo e io faccio altrettanto, ai miei colleghi non dice nulla, invece a me partono subito osservazioni per come ho chiuso la porta (e vi assicuro, non è un esempio inventato).

In un periodo dove il lavoro scarseggia, mi trovo a chiedermi se sia giusto che alla prossima mancanza di rispetto che ha nei miei confronti io debba rispondergli e andarmene o debba come ho fatto in questi 5 mesi, mandar giu e continuare a lavorare per lui. Non so cosa fare e questa cosa mi sta portando a passare anche notti insonni perché non so come mi debba comportare.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

lo stage non è un'assunzione a tempo indeterminato e dunque non ci si può licenziare, ma solo andarsene anzitempo.
Intendo dire che uno stage prima o poi termina.

E nel frattempo Lei ha imparato un sacco di cose sia dal punto di vista delle competenze, sia della durezza della realtà del lavoro, esperienza che certo non sarà l'ultima.
Se vede tra i consulti, parecchi riguardano proprio queste problematiche.

E dunque può esercitarsi, nel periodo che manca al termine, a lavorare su di sè per crearsi una maggiore impermeabilità alle assurde critiche che il Suo datore Le rivolge.

Le proprongo dunque di cambiare punto di vista, considerando lo stage come una dura scuola guida a termine.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/