Legame ansia-lavoro

Gentilissimo/a.
Ho 26 anni, una bella famiglia alle spalle, fidanzato da 6 anni con una ragazza che amo tantissimo e da poco assunto da una grande azienda. Eppure eccomi qui. Ma partiamo dall'inizio. La mia formazione mi avrebbe consentito di lavorare a livello professionale. Solo dopo mi sono accorto che non avrei fatto un lavoro simile, dato che significava sacrificare weekend e festivi e questo non l'avrei accettato, mi avrebbe reso triste pensando alla mia ragazza e ad una futura famiglia. Così ho iniziato l'università, lavorando. Ero felice ma studiavo poco e così ho interrotto gli studi, continuando a lavorare. Da qui è iniziato un biennio buio a causa di problemi legati agli studi e a problemi di salute subentrati. Ciò mi ha spinto a farmi aiutare da psicologi ma gli incontri non sono serviti. Questa sorta di emergenza è rientrata quando ho deciso di iscrivermi nuovamente all'università per completare il mio percorso e affidandomi a un medico competente, che mi ha rassicurato sulla situazione a livello di salute. E oggi son qui, da poco assunto da questa grande azienda. Ma i problemi sono ricominciati. Ora vivo quella fase iniziale dove è tutto nuovo, nuovo lavoro non facile, tanti colleghi da conoscere tutti entusiasti, tante nozioni in poco tempo, lavoro organizzato da una settimana all'altra. Ciò, sommato alla paura di non farcela e al desiderio di voler fare bene per non deludere nessuno, mi stanno facendo uscire di testa. Le mie giornate iniziano al mattino, svegliandomi prima del tempo e vivendo con una continua palla di ansia allo stomaco. Il mio unico desiderio è rientrare a casa e buttarmi sul letto a piangere. La notte la passo svegliandomi più volte cercando di pensare alle 1000 domande che possono sorgere dal lavoro. Sto impazzendo e nemmeno più il Lexotan fa effetto. Avevo pensato di licenziarmi, ma così deluderei genitori, ragazza, parenti e mi renderei stupido agli occhi dei miei datori di lavoro. Ho voglia di imparare, voglia di fare bene ma le difficoltà, l'ansia e la paura di affrontare anche il minimo problema sono ostacoli che mi bloccano il cervello. Ragion per cui chiedo: esiste un prodotto, un farmaco che possa stroncare quest'ansia tremenda ma che, allo stesso tempo, mi dia coraggio? So bene che non è corretto parlare di farmaci se si chiede consulto ad uno psicologo e me ne vergogno. Ma i precedenti colloqui con psicologi, durati molto e con ben tre psicologi avevano alleviato solo parzialmente i miei dolori e così la fiducia è calata. Non voglio criticare: siete eroi perché avete la capacità di addossarvi i problemi altrui oltre che i vostri, però sto cercando un'altra via. Sono anche una persona che si fascia la testa prima di rompersela, che vuole sempre trovare la risposta a tutto. Questa è una buona possibilità e la voglio sfruttare. Ci sono ragazzi che farebbero di tutto per avere un così ben pagato lavoro. E io sono qui, a piangermi addosso perché ho paura e ansia. La prego, esiste una cura?
Grazie di cuore
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, vorrei tranquillizzarla, tanto lavoro, difficile e nuovo, tanti impegni, tutti imprescindibili, aspettative importanti, le sue in primis , della ragazza, della famiglia, dei datori di lavoro, è umano preoccuparsi, soprattutto se si è esigenti con sè stessi, di molta sensibilità, dotati di un Super -io severo che viene da lontano.. Se si guarda indietro , mio caro, vede che momenti difficili e simili in qualche modo, li ha superati, ora ha bisogno di un pò di starter, le consiglio di ritornare per breve percorso con chi , tra i curanti, ha sentito oltre che competente, più vicino , l'alleanza terapeutica è fondamentale, per avere il suo supporto ed insieme , il contatto con uno psichiatra , per un aiuto farmacologico , poichè , spesso psichiatri e psicologi lavorano insieme.
Via via , una alla volta le difficoltà iniziali si superano , ottimo il Lexotan , ma forse si può cambiare medicina per esempio..
Si ricorda quando ha cominciato a guidare la macchina ? forse anche per Lei la partenza in salita era molto preoccupante, ora è automatica .. ecco, senza drammi e autosqualifiche si dia una mano e cerchi , pragmaticamente , di darsi un aiuto..
Ci riscriva se crede, ma ben presto ascolti il mio consiglio, il mondo sta in piedi su chi prende , con fatica , tutto molto sul serio, ma poi ce la fa.. o pensa che .. fregarsene sia una efficace strategia.. ??

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Buonasera dottoressa. Innanzitutto grazie per la risposta solerte. Guardi, è una situazione difficile. Molto. Piango dalla mattina alla sera perché sono davvero spaventato e la mia unica fiducia è riposta nel lexotan e in moltissime preghiere. Spero vivamente che la situazione cambi perché non ce la faccio più ad andare avanti così, nonostante siano pochi giorni punto non lo so, le sembrerò pazzo oppure lo sto diventando. Spero in un miglioramento. Proverò a seguire i suoi consigli, non escludendo che potrei a ricontattarla. La volevo comunque ringraziare: una buona parola serve sempre. Buon fine settimana
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Utente
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Gentile Dott.ssa.
Approfitto del fatto che mi abbia detto di riscriverle se volevo. Mi rendo conto che è un po' presto per tirare le somme essendo passata solo una settimana dall'ultima risposta. Quest'ultima è stata più dura a livello emotivo, più triste e stressante ma ne sono uscito meglio e il venerdì ero felice.
Ho solo una domanda: l'iperattività dei miei colleghi, la loro gioia e contentezza di lavorare e la non-paura di affrontare altre sfide quotidiane e problemi mi crea quasi una sorta di pigrizia interna. Ho sempre lavorato sodo, anche durante gli studi e ho fatto qualsiasi lavoro per mantenermi, anche i più umili e faticosi. Ma qui è come se le mie poche conoscenze e competenze iniziali mi facessero non avere stimoli e non avere voglia di tirare fuori la voglia di lavorare, quasi come se me ne fregassi e potessi delegare compiti. Un grosso ostacolo. E' davvero difficile. Ciò da cosa può dipendere? Come posso correggermi? Devo farlo perché se no sarò fuori, temo. E nemmeno questo riesce a darmi l'input per la voglia.
Ce la sto mettendo tutta ma è dura!
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