Elaborazione del lutto per la perdita di un animale nei bambini

Buongiorno, premetto che ho già messo questo post in neuropsichiatria infantile ma forse ho sbagliato.
Ho una figlia di 8 anni. A metà ottobre è improvvisamente morto il nostro gatto di 9 anni, quindi il suo fratello peloso maggiore. Abbiamo sofferto tutti per questa perdita e comunque in un modo o nell'altro ci manca tanto.
Mia figlia ha pianto la sera stessa un po' ma poi si è calmata, I giorni seguenti mi chiese di stamparle una foto del gatto e fece un bigliettino con pensierini rivolti al gatto. Poi sembrava finita lì.
Nel frattempo a gennaio abbiamo preso un altro gatto, sia per avere tutti una nuova compagnia e non come sostituto dell'altro, sia perché mia figlia era già da oltre un anno che voleva un secondo gatto. Sembrava andasse tutto bene. Invece due settimane fa, una sera, mia figlia è scoppiata a piangere : io pensavo ad un capriccio, invece vedendo che non si calmava, avevo capito che era un pianto di dolore. Alla mia domanda su cosa avesse, la bimba mi rispose che le mancava il gatto e che le era già capitato anche a scuola , nei mesi scorsi , due volte di piangere perché sentiva la mancanza del gatto (e di questo non ero stata avvertita ne dalle maestre ne dalla bambina stessa).
Questa settimana è capitato ancora tre volte a casa (lei mi ha detto che questa malinconia le viene quando è già triste, per es. se la sgrido perché non vuole fare i compiti o ancora se è sgridata perché non ascolta).
Io l'unica cosa che ho detto alla bambina è stata quella di non trattenere il pianto, di viversi il momento triste, di non scacciarlo, altrimenti sarebbe stato peggio, e di viverselo finché non passasse. Posso fare o dirle altro per aiutarla? Ci sono letture, fiabe o racconti? Vorrei aspettare a portarla da uno psicologo. Grazie mille.
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Signora,

sua figlia è cresciuta con la presenza del gatto, il suo "fratello peloso" (che forse per lei era il suo "bimbo peloso"), e fa i conti magari per la prima volta con la morte, quindi con qualcosa di definitivo.
Ha subito altri lutti?
Ha perso ad es. un nonno o altri parenti?
Con la morte del gatto ha visto anche voi adulti mostrare tristezza? O l'episodio è stato liquidato relativamente in fretta?

In precedenza la bambina si è mostrata vulnerabile ai distacchi?
Ha frequentato il nido?

In genere le racconta quello che succede e che prova, o tende a contare principalmente su sé stessa?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Attivo dal 2014 al 2022
Ex utente
Grazie!
Un vero e proprio lutto non lo ha subito, ha perso un bisnonno quando aveva 3 anni ma non erano particolarmente legati perché non si vedevano mai (oltretutto l'ultimo anno di vita lo ha passato in un ricovero). Mia suocera l'ha portata al cimitero e ha conosciuto il lutto così, ma non ha mai pianto per questo.
Una volta ha visto per due volte il film "il viaggio di Arlo" ed entrambe le volte ha pianto per la paura di poter perdere il padre, come è successo al protagonista del film.
Ha frequentato il nido e la materna molto volentieri (alla sera faticavo a portarla a casa!) e anche adesso a scuola va tutto bene e con i compagni si è relazionata.
Non ha mai raccontato molto di quello che faceva o fa all'asilo/scuola e di questo ne ho sempre parlato con le maestre e una volta con una psicologa, e tutte mi han detto di non dare peso perché per es. come noi adulti dopo una giornata di lavoro a casa non ne abbiamo voglia di parlare. E da quando ho lasciato perdere un po', ogni tanto magari racconta qualche aneddoto.
È una bimba che comunque ha paura di sbagliare e che parte subito dal presupposto di non farcela:in questo modo sono cresciuta io ed è per questo che ho fatto un percorso di psicoterapia. Quello che ho imparato io da questo percorso lo sto cercando di trasmettere a lei e di farle capire che è normale sbagliare e di tentare sempre.
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Come avete reagito voi adulti a questa perdita?

Come si sta relazionando con il nuovo gatto?
Lo ha integrato nella propria vita o lo rifiuta?

Forse sarebbe utile prenderne un secondo, per far passare il concetto che persone e animali sono due sottoinsiemi differenti in famiglia, e anche per dare al nuovo gatto una compagnia e un suo simile che gli consenta di fare quelle esperienze (come il grooming e apprendere a dosare la forza del morso) che non può fare in presenza di soli umani - ragione per cui spesso i gatti fanno danni in casa o lasciano segni poco piacevoli ai proprietari.
[#4]
Attivo dal 2014 al 2022
Ex utente
Io e mio marito abbiamo pianto per alcuni giorni, per me era la prima esperienza di gatto in casa e lo consideravo il mio "primo figlio" che appunto è arrivato prima delle mie figlie. Mio marito ha sempre avuto gatti. Non ci siamo mai fatti vedere piangere però ne parliamo ancora di lui, più che altro troviamo le diversità dei caratteri dei due gatti.
Mia figlia con questa gatta ha (quasi) superato la paura del graffio e del morso, ora la prende in braccio e le da volentieri la pappa.
Non ho pensato ad un secondo gatto, tutto sommato questa è abbastanza brava in casa.
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Magari ci rifletta, può essere un bene per tutti (umani e felini).

Non è invece un bene che non abbiate mostrato particolare tristezza alla morte del primo gatto, anche se l'avete provata:

"Non ci siamo mai fatti vedere piangere",

perchè la bambina non si è sentita forse autorizzata a tirare fuori le lacrime, osservando come vi siete comportati voi adulti.

E' probabile che avendo tutta questa paura di sbagliare vi osservi anche più di quanto facciano gli altri bambini per capire se sta facendo la cosa corretta, se vi sta deludendo o facendo contenti.

Non è poi per nulla un bene che non racconti praticamente niente e questo consiglio:

"Non ha mai raccontato molto di quello che faceva o fa all'asilo/scuola e di questo ne ho sempre parlato con le maestre e una volta con una psicologa, e tutte mi han detto di non dare peso perché per es. come noi adulti dopo una giornata di lavoro a casa non ne abbiamo voglia di parlare"

mi sembra davvero fuori luogo!

La bambina è una bambina, non è un'adulta che ha la sua vita fuori casa, che si gestisce da sè, e della quale non può essere in dovere di condividere qualcosa.
Attenzione a non trattarla da adulta e a non pensare che non ci sia nessun problema solo perchè vi appare contenta di stare fuori casa (lontano da voi) tutto il giorno fin da quando era piccolissima, perchè può aver semplicemente imparato che questo è ciò che vi attendete da lei (mentre l'esperienza ad es. del nido, e quindi dell'allontanamento precoce dalla madre, non è fisiologica, anche se in certi casi non si può fare altrimenti).

Rischiate di adultizzarla senza rendervene conto e di lodarla o apprezzarla perchè si comporta da grande e gestisce da sola tutto, ma in questo tutto sono comprese emozioni, paure, dubbi che invece vi deve poter esprimere perchè ha solo 8 anni e perchè se non vi parla oggi, che va alle elementari, si stanno gettando le basi perchè non vi parli fra qualche anno di cose potenzialmente più serie e preoccupanti.

Insistete gradualmente su questo, sottolineando il fatto che anche se dovesse raccontarvi qualcosa di brutto o che ha sbagliato qualcosa non vi arrabbierete, perchè fa tutto parte della vita.
Imparate anche voi a condividere di più in famiglia, a tavola o in altri momenti, quello che vi succede, in modo tale da poterle essere d'esempio e da aiutarla ad aprirsi e a non sentirsi più così sola come forse si sente.
[#6]
Attivo dal 2014 al 2022
Ex utente
Grazie dottoressa.
Seguirò i suoi consigli e cercherò di parlarle di più e di condividere le emozioni insieme.
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Benissimo , mi faccia sapere quando vuole come vanno le cose.

Un caro saluto,
[#8]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

dopo i cinque anni i bambini entrano in una fase di attenzione verso la morte; intendo dire che incontrano una prima dolorosa consapevolezza della finitudine della vita.

E' difficile stare loro vicini in questa fase, considerato che la morte rappresenta un tabù ben peggiore del sesso! Un tabù; perchè gli stessi adulti la temono e ne soffrono.

Attorno a questo evento si è cristallizzato un nucleo di tristezza:
"... questa malinconia le viene quando è già triste, per es. se la sgrido perché non vuole fare i compiti o ancora se è sgridata perché non ascolta.."

Sconfiggere il tabù, accettando di dichiararsi tristi, autorizza la bimba ad esserlo anche lei talvolta.
Occorre però considerare che sono passati alcuni mesi e il tempo ha un valore differente e risanante per i bimbi.
Questo lutto non va enfatizzato nè minimizzato, semplicemente è un "fatto accaduto", di cui prestare attenzione ai risvolti affettivi.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/