Disturbo borderline e partenza del proprio compagno
Buongiorno,
Sono una ragazza di 33 anni, mi è stato riscontrato un disturbo borderline per il quale sono in cura da una psicoterapeuta da oltre due anni, cura integrata recentemente da un appoggio farmacologico prescritto da uno psichiatra.
Detto questo, io sto cercando di accettare e affrontare al meglio i "mostri" che si svegliano in me quando vengo attivata da determinate circostanze, prima fra tutte una smisurata paura dell'abbandono che mi porta a soffrire, a distruggere storie, ad avere comportamenti rabbiosi, pensieri o comportamenti autolesionisti. Dopo alcune storie passate sempre finite male per motivi strettamente collegati a questo disturbo, ora mi trovo in una convivenza con un uomo con cui sto da un anno e mezzo circa. Mi sento profondamente innamorata di lui e sento di essere ricambiata. Ha compreso, faticosamente, il mio disturbo, le zone ombrose di me, i comportamenti aggressivi, i miei scatti per un nonnulla ed anche con il suo appoggio sto cercando di migliorarmi per vedere una via di uscita. Ho notato ultimamente dei miglioramenti ed un periodo di stabilità ma la situazione si è interrotta bruscamente quando sono stata messa di fronte ad una temuta (per me) novità: un suo viaggio con amici. Sono caduta nella disperazione e nello sconforto, in preda a mille dubbi e paure, a pianti irrefrenabili e reazioni oggettivamente esagerate tanto che è stato portato a rinunciare a questa opportunità che si sarebbe svolta in un weekend di luglio. Ora mi sento profondamente in colpa e non sto meglio conoscendo questa rinuncia che, col tempo, genererà rancore ed astio nei miei confronti. Credo che non sia manifestazione di amore da parte mia nei suoi confronti perché dovrei essere felice per lui ma la mia mente va già a quei giorni e mi vedo soffrire come è capitato in altre occasioni analoghe, sofferenza che percepisco come intollerabile. Avrò occasione di parlarne anche con la mia psicoterapeuta ma, vorrei chiederVi altri pareri o consigli per affrontare al meglio questa situazione. Non so cosa possa essere meglio per me e per entrambi: che lui vada ed io stia male, che lui non vada ed io mi senta in colpa e generando anche rancore verso di me.
Grazie a chi sarà così gentile da rispondermi.
Sono una ragazza di 33 anni, mi è stato riscontrato un disturbo borderline per il quale sono in cura da una psicoterapeuta da oltre due anni, cura integrata recentemente da un appoggio farmacologico prescritto da uno psichiatra.
Detto questo, io sto cercando di accettare e affrontare al meglio i "mostri" che si svegliano in me quando vengo attivata da determinate circostanze, prima fra tutte una smisurata paura dell'abbandono che mi porta a soffrire, a distruggere storie, ad avere comportamenti rabbiosi, pensieri o comportamenti autolesionisti. Dopo alcune storie passate sempre finite male per motivi strettamente collegati a questo disturbo, ora mi trovo in una convivenza con un uomo con cui sto da un anno e mezzo circa. Mi sento profondamente innamorata di lui e sento di essere ricambiata. Ha compreso, faticosamente, il mio disturbo, le zone ombrose di me, i comportamenti aggressivi, i miei scatti per un nonnulla ed anche con il suo appoggio sto cercando di migliorarmi per vedere una via di uscita. Ho notato ultimamente dei miglioramenti ed un periodo di stabilità ma la situazione si è interrotta bruscamente quando sono stata messa di fronte ad una temuta (per me) novità: un suo viaggio con amici. Sono caduta nella disperazione e nello sconforto, in preda a mille dubbi e paure, a pianti irrefrenabili e reazioni oggettivamente esagerate tanto che è stato portato a rinunciare a questa opportunità che si sarebbe svolta in un weekend di luglio. Ora mi sento profondamente in colpa e non sto meglio conoscendo questa rinuncia che, col tempo, genererà rancore ed astio nei miei confronti. Credo che non sia manifestazione di amore da parte mia nei suoi confronti perché dovrei essere felice per lui ma la mia mente va già a quei giorni e mi vedo soffrire come è capitato in altre occasioni analoghe, sofferenza che percepisco come intollerabile. Avrò occasione di parlarne anche con la mia psicoterapeuta ma, vorrei chiederVi altri pareri o consigli per affrontare al meglio questa situazione. Non so cosa possa essere meglio per me e per entrambi: che lui vada ed io stia male, che lui non vada ed io mi senta in colpa e generando anche rancore verso di me.
Grazie a chi sarà così gentile da rispondermi.
[#1]
Cara Utente,
il suo disturbo la espone ad una particolare sensibilità all'abbandono, della quale risentono le relazioni che il suo disagio le consente di costruire, essenzialmente instabili e vissute come se fossero perennemente a rischio.
Che psicoterapia sta effettuando?
Con quale cadenza si svolgono le sedute?
Ha visto dei risultati?
Immagino che il discorso relativo alla decisione sul viaggio non si sia svolto e risolto in un paio di giorni: perché non ha ancora avuto modo di parlarne in terapia?
il suo disturbo la espone ad una particolare sensibilità all'abbandono, della quale risentono le relazioni che il suo disagio le consente di costruire, essenzialmente instabili e vissute come se fossero perennemente a rischio.
Che psicoterapia sta effettuando?
Con quale cadenza si svolgono le sedute?
Ha visto dei risultati?
Immagino che il discorso relativo alla decisione sul viaggio non si sia svolto e risolto in un paio di giorni: perché non ha ancora avuto modo di parlarne in terapia?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile utente,
sarebbe opportuno che lei ne parlasse con la sua terapeuta. Cercare dei consigli, premesso che ci siano delle risposte, potrebbe ledere il percorso psicoterapico. Come avrà avuto modo di constatare in terapia un qualsiasi atto, comportamento o fantasia che sia è sempre inserito in una cornice più vasta che la interroga in modo del tutto soggettivo. Continui e persegua il lavoro che sta facendo portando al suo interno tutto quello che la riguarda. Le faccio un in bocca al lupo per il suo percorso.
Saluti,
Dr. A. RAIA
www.psicologibenevento.it
329.80.29.784
sarebbe opportuno che lei ne parlasse con la sua terapeuta. Cercare dei consigli, premesso che ci siano delle risposte, potrebbe ledere il percorso psicoterapico. Come avrà avuto modo di constatare in terapia un qualsiasi atto, comportamento o fantasia che sia è sempre inserito in una cornice più vasta che la interroga in modo del tutto soggettivo. Continui e persegua il lavoro che sta facendo portando al suo interno tutto quello che la riguarda. Le faccio un in bocca al lupo per il suo percorso.
Saluti,
Dr. A. RAIA
www.psicologibenevento.it
329.80.29.784
Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it
[#3]
Utente
Grazie per le risposte Dott.ssa Massaro e Dott. Raia.
Io ho intrapreso un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale, con cadenza settimanale.
Purtroppo ho avuto estreme difficoltà ad aprirmi del tutto e a raccontare le mie reazioni delle quali, in parte non avevo ricordo ed in parte non accettavo come mie ma valutavo come "aliene". Nonostante la terapia duri da oltre due anni e mezzo, il vivo della questione è emerso solo qualche mese fa e da sedute a settimane alterne abbiamo intensificato a sedute, come dicevo, settimanali. Non ho ancora avuto occasione di parlare dell'accaduto con la mia dott.ssa, perché questa novità è emersa tra una seduta e l'altra quindi è molto recente ma io gia la percepisco come invalidante e di conseguenza ho richiesto questo consulto.
Grazie ancora per la disponibilità e per il vostro lavoro.
Io ho intrapreso un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale, con cadenza settimanale.
Purtroppo ho avuto estreme difficoltà ad aprirmi del tutto e a raccontare le mie reazioni delle quali, in parte non avevo ricordo ed in parte non accettavo come mie ma valutavo come "aliene". Nonostante la terapia duri da oltre due anni e mezzo, il vivo della questione è emerso solo qualche mese fa e da sedute a settimane alterne abbiamo intensificato a sedute, come dicevo, settimanali. Non ho ancora avuto occasione di parlare dell'accaduto con la mia dott.ssa, perché questa novità è emersa tra una seduta e l'altra quindi è molto recente ma io gia la percepisco come invalidante e di conseguenza ho richiesto questo consulto.
Grazie ancora per la disponibilità e per il vostro lavoro.
[#4]
Bene continui così, magari prima di prendere qualche decisione che le pare essere problematica ne parli prima con la sua terapeuta.
Saluti.
www.psicologibenevento.it
329.80.29.784
Saluti.
www.psicologibenevento.it
329.80.29.784
[#5]
Ne parli con la nostra collega e valutate assieme anche i risultati ottenuti finora per decidere se non sia meglio per lei passare ad un altro tipo di psicoterapia, visto che quella attuale dura già da parecchio e, se ho capito bene, non ha dato particolari risultati.
Avete raggiunto gli obiettivi che vi siete date ormai anni fa?
Avete raggiunto gli obiettivi che vi siete date ormai anni fa?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 16/03/2017.
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