Quando si ha un blocco sessuale di origine ossessiva bisogna "forzarlo" sfidandolo di continuo?
Come da titolo ho un blocco "moderato" che per quanto mi renda possibile il sesso e la masturbazione, mi riempie di ansia, nervosismo e insicurezze ogni qual volta mi approccio col gentil sesso. Per non parlare dei rapporti sessuali. E' nato nell'ambito di un problema più vasto: in passato ho sofferto di problemi ossessivi, tutte a tema diverso, vinte e "dissolte"completamente da solo, attraverso un cambio completo di stile di vita e con la lettura di alcuni manuali.. poi ecco che in un periodo di forte stress e insicurezza inizio a ossessionarmi più del dovuto sui miei genitali ed ecco la paura di non riuscire ad avere la stessa spontaneità nel sesso, ecco la paura ossessiva di aver sviluppato un deficit psicogeno, detto fatto..
Il sesso con la mia amata diventò stressante e carico di ansie e insicurezze, e dopo alcune defaillance finii per peggiorare la situazione.. col tempo e sforzandomi di avere rapporti appena potevo, le cose sono leggermente migliorate nel senso che riuscivo a fare sesso etc, ma ogni rapporto o approccio col sesso femminile era ed è ancora carico di ansia e insicurezza.. a seguito di questa insicurezza che ha colpito la mia virilità ho iniziato ad avere problemi a reggere gli sguardi femminili in un primo momento, i cosiddetti "flirt", per poi generalizzarsi: iniziavo ad avere problemi nel reggere lo sguardo di chiunque.
Mi sono rivolto a un terapeuta breve strategico ma l'esito dopo due anni di terapia è stato a mio giudizio, fallimentare. Nessun esercizio in particolare se non quello di scrivere ogni mattina la mia paura per dieci minuti, e questo stesso esercizio con piccole varianti (tipo farlo più volte al giorno, o uno si e uno no) è andato avanti per due anni.. ma poichè continuavo ad avere rapporti sessuali tesi, nervosi e spesso brevissimi, riuscendo a nascondere a fatica la mia tensione con la mia bellissima ragazza ho iniziato presto a disperare di tornare alla normalità..
Adesso che lei mi ha lasciato sto provando a conoscere ragazze ma sono ancora carico di ansia e paura, al punto da avere un atteggiamento che comunica disagio e scarsa voglia. Risultato: le ragazze per ovvi motivi percepiscono la mia insicurezza e mi scartano.
Il terapeuta sembra un imbonitore, continua ciecamente a dirmi che per lui sto molto meglio di come ero all'inizio, ma ciò è falso: sono sempre allo stesso punto e fatico duramente per non deprimermi.
In particolare lui sostiene che la mia terapia deve essere "provarci, provarci e provarci con le ragazze, uscire a più non posso, anche da solo, mettermi continuamente alla prova", ma questa soluzione, ovvero il fare muro contro muro, magari sulla scorta di un fallimento avuto la sera precedente, mi sembra rafforzi ancora di più il mio problema.
Questa è la situazione, ora vi chiedo di rispondere alla mia domanda: Quando si ha un blocco sessuale di origine ossessiva bisogna "forzarlo" sfidandolo di continuo o sospendere per un po' l'oggetto della paura dedicandomi ad altro?
Il sesso con la mia amata diventò stressante e carico di ansie e insicurezze, e dopo alcune defaillance finii per peggiorare la situazione.. col tempo e sforzandomi di avere rapporti appena potevo, le cose sono leggermente migliorate nel senso che riuscivo a fare sesso etc, ma ogni rapporto o approccio col sesso femminile era ed è ancora carico di ansia e insicurezza.. a seguito di questa insicurezza che ha colpito la mia virilità ho iniziato ad avere problemi a reggere gli sguardi femminili in un primo momento, i cosiddetti "flirt", per poi generalizzarsi: iniziavo ad avere problemi nel reggere lo sguardo di chiunque.
Mi sono rivolto a un terapeuta breve strategico ma l'esito dopo due anni di terapia è stato a mio giudizio, fallimentare. Nessun esercizio in particolare se non quello di scrivere ogni mattina la mia paura per dieci minuti, e questo stesso esercizio con piccole varianti (tipo farlo più volte al giorno, o uno si e uno no) è andato avanti per due anni.. ma poichè continuavo ad avere rapporti sessuali tesi, nervosi e spesso brevissimi, riuscendo a nascondere a fatica la mia tensione con la mia bellissima ragazza ho iniziato presto a disperare di tornare alla normalità..
Adesso che lei mi ha lasciato sto provando a conoscere ragazze ma sono ancora carico di ansia e paura, al punto da avere un atteggiamento che comunica disagio e scarsa voglia. Risultato: le ragazze per ovvi motivi percepiscono la mia insicurezza e mi scartano.
Il terapeuta sembra un imbonitore, continua ciecamente a dirmi che per lui sto molto meglio di come ero all'inizio, ma ciò è falso: sono sempre allo stesso punto e fatico duramente per non deprimermi.
In particolare lui sostiene che la mia terapia deve essere "provarci, provarci e provarci con le ragazze, uscire a più non posso, anche da solo, mettermi continuamente alla prova", ma questa soluzione, ovvero il fare muro contro muro, magari sulla scorta di un fallimento avuto la sera precedente, mi sembra rafforzi ancora di più il mio problema.
Questa è la situazione, ora vi chiedo di rispondere alla mia domanda: Quando si ha un blocco sessuale di origine ossessiva bisogna "forzarlo" sfidandolo di continuo o sospendere per un po' l'oggetto della paura dedicandomi ad altro?
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nè forzare nè sospendere ma continuare la propria vita normalmente mettendo in atto adeguate strategie. Spesso sono i tentativi inadeguati per risolvere un problema che, in realtà, lo alimentano. Forzare e sospendere potrebbero far parte di quei tentativi inadeguati. Sospendere è una sorta di evitamento (quindi un sintomo in più) forzare significa reiterare lo stesso meccanismo che, probabilmente, non sta funzionando.
Quindi continuare ma con nuove strategie. ovvio queste vanno inquadrate in ambito terapeutico sulla base dei suoi comportamenti "inadeguati" da correggere.
saluti
Quindi continuare ma con nuove strategie. ovvio queste vanno inquadrate in ambito terapeutico sulla base dei suoi comportamenti "inadeguati" da correggere.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Buon giorno,
La sessualità è un essere non un fare.
Cambi terapeuta se non ha ottenuto nessun risultato.
Che diagnosi le è stata fatta?
Di cosa soffre?
Quali sono le cause?
Psichiche?
Inconsce?
Relazionali?
Da cattivo apprendimento sessuale?
La sua pregressa problematica sessuologica è stata curata?
Se si, cime?
Ha fatto una visita andrologica ?
Cosa è emerso?
La terapia è stata combinata?
Già nel 2013 utilizzava il levitra in autogestione, ed adesso la situazione è, ovviamente peggiorata.
https://www.medicitalia.it/consulti/andrologia/377104-uso-improprio-di-levitra-rischio-fibrosi-o-la-peyronie.html
"Quando si ha un blocco sessuale di origine ossessiva bisogna "forzarlo" sfidandolo di continuo o sospendere per un po' l'oggetto della paura dedicandomi ad altro?"
No, bisogna curare il nucleo fobico e l'ossessione, capire da dove viene.
Le allego una lettura che mi è venuta in mente, ma ci sarebbe davvero tanto su cui riflettere
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1887-quando-non-piace-fare-l-amore-il-disturbo-da-avversione-sessuale-das.html
La sessualità è un essere non un fare.
Cambi terapeuta se non ha ottenuto nessun risultato.
Che diagnosi le è stata fatta?
Di cosa soffre?
Quali sono le cause?
Psichiche?
Inconsce?
Relazionali?
Da cattivo apprendimento sessuale?
La sua pregressa problematica sessuologica è stata curata?
Se si, cime?
Ha fatto una visita andrologica ?
Cosa è emerso?
La terapia è stata combinata?
Già nel 2013 utilizzava il levitra in autogestione, ed adesso la situazione è, ovviamente peggiorata.
https://www.medicitalia.it/consulti/andrologia/377104-uso-improprio-di-levitra-rischio-fibrosi-o-la-peyronie.html
"Quando si ha un blocco sessuale di origine ossessiva bisogna "forzarlo" sfidandolo di continuo o sospendere per un po' l'oggetto della paura dedicandomi ad altro?"
No, bisogna curare il nucleo fobico e l'ossessione, capire da dove viene.
Le allego una lettura che mi è venuta in mente, ma ci sarebbe davvero tanto su cui riflettere
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1887-quando-non-piace-fare-l-amore-il-disturbo-da-avversione-sessuale-das.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
@dr.ssa randone come scritto nella mail le cause sono semplicemente ossessive, sono risultato sano come un pesce a tutte le analisi effettuate.. ma era una cosa che sospettavo già in quanto il problema mi è letteralmente piombato addosso dal giorno prima al giorno dopo a seguito di una serie di "associazioni mentali" negative su cui preferisco non dilungarmi.. prima di quel giorno il sesso con la mia donna così come la mia capacità di eccitarmi con altre donne e di godere di un amplesso, un momento di intimità, un contatto fisico sensuale era perfetto.. è successo dal giorno prima al giorno dopo.. ed ecco l'origine ossessiva di cui parlavo.
quanto al consulto del 2013 cui lei fa riferimento, sì, lì ero nelle primissime fasi del problema e tentai disperatamente di porvi rimedio in quel modo finendo per ossessionarmi e spaventarmi ulteriormente, i sintomi di cui lamentavo nel consulto erano infatti un'ossessione ipocondriaca.. successivamente risolta. Ma il problema scatenante, per il quale usavo il farmaco ha continuato ad esserci.
In realtà la situazione di oggi è molto più chiara di allora, tuttavia è stabile, semplicemente non faccio progressi
quanto al consulto del 2013 cui lei fa riferimento, sì, lì ero nelle primissime fasi del problema e tentai disperatamente di porvi rimedio in quel modo finendo per ossessionarmi e spaventarmi ulteriormente, i sintomi di cui lamentavo nel consulto erano infatti un'ossessione ipocondriaca.. successivamente risolta. Ma il problema scatenante, per il quale usavo il farmaco ha continuato ad esserci.
In realtà la situazione di oggi è molto più chiara di allora, tuttavia è stabile, semplicemente non faccio progressi
[#4]
Utente
Dr. de Vincentiis purtroppo, come avrà letto dalla domanda io sono già in terapia da quasi tre anni con un suo collega, che per quanto sostenga che facciamo "passi da gigante", sono dal mio punto di vista scarsi se non proprio assenti, al momento è una situazione di stallo completo.
Il problema è che col passare dei mesi di terapia, e a fronte dei numerosi insuccessi e di rarissimi momenti "positivi", di "spontaneità", si è pure incrinata la mia fiducia, e quando gli racconto di un fallimento lui è sempre convinto che io stia "ingigantendo" il problema oppure "esagerando " o vedendo il bicchiere mezzo pieno perchè sono un perfezionista. Ma quando mai? faccio schifo con le ragazze nel senso che percepiscono dal mio volto e dai miei atteggiamenti il mio disagio e dunque mi scartano loro, e sono ossessionato dall'idea di non riuscire ad eccitarmi, la mia vita di relazione e autostima sono a pezzi, dov'è il perfezionismo?
A volte mi sembra proprio che il mio attuale terapeuta usi tanta arte retorica per convincermi che "le cose vanno bene", magari divaga su altri temi che non c'entrano piuttosto che propormi una tempistica e una strategia precisa. Il problema è che l'esercizio dei dieci minuti di previsioni negative al mattino lo abbiamo già provato in tutte le salse, con risultati scarsi, ero arrivato al punto che lo evitavo come la peste... adesso l'ultima decisione è stata quella di togliermi definitivamente ogni esercizio e spronarmi a uscire, uscire e provarci con le ragazze... come se già non lo facessi !! il problema è che se non sono io a scappare e a fare l'evasivo, mi scartano loro, perchè vedono la mia insicurezza !!
Alla luce di quanto ho descritto ritiene che potrei avere ancora possibilità col sistema strategico (non voglio dubitare della professionalità del collega, penso che molto sia dovuto alla mia fiducia venuta meno) oppure è il caso di cambiare, oltre allo psicologo anche la scuola, il metodo terapeutico?
Lei ha già affrontato con successo pazienti con problemi simili al mio, lo ritiene risolvibile con un approccio strategico deciso, nonostante questo primo fallimento?
La ringrazio.
Il problema è che col passare dei mesi di terapia, e a fronte dei numerosi insuccessi e di rarissimi momenti "positivi", di "spontaneità", si è pure incrinata la mia fiducia, e quando gli racconto di un fallimento lui è sempre convinto che io stia "ingigantendo" il problema oppure "esagerando " o vedendo il bicchiere mezzo pieno perchè sono un perfezionista. Ma quando mai? faccio schifo con le ragazze nel senso che percepiscono dal mio volto e dai miei atteggiamenti il mio disagio e dunque mi scartano loro, e sono ossessionato dall'idea di non riuscire ad eccitarmi, la mia vita di relazione e autostima sono a pezzi, dov'è il perfezionismo?
A volte mi sembra proprio che il mio attuale terapeuta usi tanta arte retorica per convincermi che "le cose vanno bene", magari divaga su altri temi che non c'entrano piuttosto che propormi una tempistica e una strategia precisa. Il problema è che l'esercizio dei dieci minuti di previsioni negative al mattino lo abbiamo già provato in tutte le salse, con risultati scarsi, ero arrivato al punto che lo evitavo come la peste... adesso l'ultima decisione è stata quella di togliermi definitivamente ogni esercizio e spronarmi a uscire, uscire e provarci con le ragazze... come se già non lo facessi !! il problema è che se non sono io a scappare e a fare l'evasivo, mi scartano loro, perchè vedono la mia insicurezza !!
Alla luce di quanto ho descritto ritiene che potrei avere ancora possibilità col sistema strategico (non voglio dubitare della professionalità del collega, penso che molto sia dovuto alla mia fiducia venuta meno) oppure è il caso di cambiare, oltre allo psicologo anche la scuola, il metodo terapeutico?
Lei ha già affrontato con successo pazienti con problemi simili al mio, lo ritiene risolvibile con un approccio strategico deciso, nonostante questo primo fallimento?
La ringrazio.
[#5]
Gentile utente,
non perde la fiducia potrebbe costituirsi come immobilità a non procedere oltre. Capita che non ci si possa trovare bene con un terapeuta ma questo non significa che non c'è soluzione al suo disagio. Forzare un sintomo di tal fatta io non me la sentirei, indagarne la forza e la dinamica nella quale è inserito non sarebbe una cattiva idea. Si dia un'altra possibilità, il resto tocca a lei.
Saluti.
www.psicologibenevento.it
329.80.29.784
non perde la fiducia potrebbe costituirsi come immobilità a non procedere oltre. Capita che non ci si possa trovare bene con un terapeuta ma questo non significa che non c'è soluzione al suo disagio. Forzare un sintomo di tal fatta io non me la sentirei, indagarne la forza e la dinamica nella quale è inserito non sarebbe una cattiva idea. Si dia un'altra possibilità, il resto tocca a lei.
Saluti.
www.psicologibenevento.it
329.80.29.784
Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it
[#7]
Utente
Ho provato di nuovo a fargli notare queste cose, lo stallo completo, ma lui come al solito con la sua dialettica cerca di convincermi del fatto che "sto migliorando", magari appigliandosi a qualche episodio insignificante avvenuto mesi fa.
Attualmente mi ha tolto tutti gli esercizi (anche perchè lì facevo con rabbia e frustrazione, dubitando costantemente della loro efficacia) dicendomi che l'unica terapia che devo seguire è "fare", forzarmi di uscire costantemente, alla prima occasione disponibile, perchè secondo lui le cose le so fare, solo che non mi cimento, e spesso abbiamo discusso su questo mio "mancato impegno a buttarmi", ma è falso.
Sono mesi che sto uscendo tra locali e cene, uscendo 2 o 3 volte a settimana ora con una comitiva ora con un altra, spendendo un sacco di soldi, ma continuo ad avere gli stessi problemi con le ragazze. Sono in un vicolo cieco.
Mi sento preso in giro. Ho costantemente paura di essere io quello sbagliato, io in errore, ma se non ho più fiducia in lui e dubito costantemente cosa ci posso fare? Parlai con un altro terapeuta tempo fa nel tentativo di cambiare, ma fortuna volle che era un suo amico, e mi suggerì di provare qualche altro mese con lui prima di cambiare, perchè "è bravo". Sono io che sono un mostro allora.
Attualmente mi ha tolto tutti gli esercizi (anche perchè lì facevo con rabbia e frustrazione, dubitando costantemente della loro efficacia) dicendomi che l'unica terapia che devo seguire è "fare", forzarmi di uscire costantemente, alla prima occasione disponibile, perchè secondo lui le cose le so fare, solo che non mi cimento, e spesso abbiamo discusso su questo mio "mancato impegno a buttarmi", ma è falso.
Sono mesi che sto uscendo tra locali e cene, uscendo 2 o 3 volte a settimana ora con una comitiva ora con un altra, spendendo un sacco di soldi, ma continuo ad avere gli stessi problemi con le ragazze. Sono in un vicolo cieco.
Mi sento preso in giro. Ho costantemente paura di essere io quello sbagliato, io in errore, ma se non ho più fiducia in lui e dubito costantemente cosa ci posso fare? Parlai con un altro terapeuta tempo fa nel tentativo di cambiare, ma fortuna volle che era un suo amico, e mi suggerì di provare qualche altro mese con lui prima di cambiare, perchè "è bravo". Sono io che sono un mostro allora.
[#8]
Utente
@dr. de Vincentiis: una domanda semplice. Un blocco sessuale moderato come il mio (cioè che rende ansiogeno e macchinoso il sesso, e più difficile l'eccitazione, ma non impedisce i rapporti), di matrice ossessiva, subentrato a seguito di un episodio ridicolo in una situazione di totale normalità, spontaneità e piacere sessuale, blocco che perdura da tre anni ormai, ed al momento senza la presenza di una partner fissa, può essere lo stesso affrontato efficacemente con gli schemi e le tecniche terapeutiche che lei conosce?
[#9]
Utente
Ho provato di nuovo a fargli notare queste cose, lo stallo completo, ma lui come al solito con la sua dialettica cerca di convincermi del fatto che "sto migliorando", magari appigliandosi a qualche episodio insignificante avvenuto mesi fa.
Attualmente mi ha tolto tutti gli esercizi (anche perchè lì facevo con rabbia e frustrazione, dubitando costantemente della loro efficacia) dicendomi che l'unica terapia che devo seguire è "fare", forzarmi di uscire costantemente, alla prima occasione disponibile, perchè secondo lui le cose le so fare, solo che non mi cimento, e spesso abbiamo discusso su questo mio "mancato impegno a buttarmi", ma è falso.
Sono mesi che sto uscendo tra locali e cene, uscendo 2 o 3 volte a settimana ora con una comitiva ora con un altra, spendendo un sacco di soldi, ma continuo ad avere gli stessi problemi con le ragazze. Sono in un vicolo cieco.
Mi sento preso in giro. Ho costantemente paura di essere io quello sbagliato, io in errore, ma se non ho più fiducia in lui e dubito costantemente cosa ci posso fare? Parlai con un altro terapeuta tempo fa nel tentativo di cambiare, ma fortuna volle che era un suo amico, e mi suggerì di provare qualche altro mese con lui prima di cambiare, perchè "è bravo". Sono io che sono un mostro allora.
Attualmente mi ha tolto tutti gli esercizi (anche perchè lì facevo con rabbia e frustrazione, dubitando costantemente della loro efficacia) dicendomi che l'unica terapia che devo seguire è "fare", forzarmi di uscire costantemente, alla prima occasione disponibile, perchè secondo lui le cose le so fare, solo che non mi cimento, e spesso abbiamo discusso su questo mio "mancato impegno a buttarmi", ma è falso.
Sono mesi che sto uscendo tra locali e cene, uscendo 2 o 3 volte a settimana ora con una comitiva ora con un altra, spendendo un sacco di soldi, ma continuo ad avere gli stessi problemi con le ragazze. Sono in un vicolo cieco.
Mi sento preso in giro. Ho costantemente paura di essere io quello sbagliato, io in errore, ma se non ho più fiducia in lui e dubito costantemente cosa ci posso fare? Parlai con un altro terapeuta tempo fa nel tentativo di cambiare, ma fortuna volle che era un suo amico, e mi suggerì di provare qualche altro mese con lui prima di cambiare, perchè "è bravo". Sono io che sono un mostro allora.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 3.6k visite dal 15/03/2017.
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