Aiutare la mia ragazza ad affrontare il lutto per la morte del padre
Buongiorno, sono un ragazzo di 28 anni, sono fidanzato da 10 anni con la mia fidanzata di 27, vi scrivo per conto di lei perchè vorrei sapere come aiutarla.
La mia ragazza ha da poco (1mese e mezzo) perso il padre. Lei era legata moltissimo a suo padre che è stato la sua guida per tutta la vita e spesso era l'unica figura (in famiglia) che sapesse apprezzare e accettare le sue decisioni e darle dei consigli, suo padre godeva di tutta la sua fiducia, più di qualunque altra persona me compreso.
La situazione psicologica della mia ragazza sembra peggiorare e non vuole farsi aiutare ne chiedere consiglio (motivo per il quale vi scrivo), più volte le ho proposto di cercare uno psicologo che la sappia aiutare in qualche modo, ma lei è una persona non facile da gestire e non sono riuscito a ottenere nessun risultato.
Lei psicologicamente è a pezzi, non vuole "accettare" la morte del padre, non vuole "superarla" nel senso che il solo sentire queste parole la fa arrabbiare moltissimo.
Soffre molto nei momenti di solitudine perchè i pensieri non le danno pace, dice che questa vita non è la sua, non può essere la sua, non riesce a convivere neanche per un secondo con l'idea che suo padre non faccia più parte della sua vita.
In questi momenti di tristezza mi ha da poco confessato che ha pensato a farsi male, per distrarsi dai continui pensieri che fa, e che la tormentano. La morte di suo papà è stata in parte improvvisa, stava affrontando delle cure molto pesanti ma non ci si aspettava che se ne andasse da un giorno all'altro.
Lei non riesce a trovare pace, non è più interessata a nulla come uscire, lavorare e stare in mezzo alle persone. Rifiuta con tutta se stessa l'idea che suo padre non ci sia più, e penso che una delle sue paure più gradi sia quella di dimenticarlo, si immagina tra 20 anni e ha paura che suo padre diventi solo un ricordo sfocato del suo passato.
Ribadisce che quella che sta vivendo non è la sua vita, che lei è cambiata per sempre e non potrà mai più essere quella di prima, e vuole con tutta se stessa che le cose tornino ad essere come prima, ma ovviamente la realtà le nega subito questa fantasia.
Io non so come altro aiutarla, la ascolto, quando è necessario cerco di distrarla, cerco il più possibile di mandare avanti le cose ed evitarle di fare le cose più pesanti durante la giornata.
Quando è triste, non parla, vuole stare sola, si isola e come ho detto ho l'impressione che la situazione stia peggiorando.
Ha delle amiche che la vengono a trovare, forse adesso un po meno che appena accaduto il fatto, sembra che riesca meglio a distrarsi quando vengono. Con sua mamma non posso parlare di queste cose per diversi motivi, come primo motivo anche sua mamma sta soffrendo molto e non posso caricarla di un altro pensiero, in più la dipartita del marito ha lasciato delle situazioni abbastanza pesanti da risolvere, come secondo motivo mi inimicherei la mia ragazza per non aver ascoltato le sue volontà.
Come posso aiutarla?
La mia ragazza ha da poco (1mese e mezzo) perso il padre. Lei era legata moltissimo a suo padre che è stato la sua guida per tutta la vita e spesso era l'unica figura (in famiglia) che sapesse apprezzare e accettare le sue decisioni e darle dei consigli, suo padre godeva di tutta la sua fiducia, più di qualunque altra persona me compreso.
La situazione psicologica della mia ragazza sembra peggiorare e non vuole farsi aiutare ne chiedere consiglio (motivo per il quale vi scrivo), più volte le ho proposto di cercare uno psicologo che la sappia aiutare in qualche modo, ma lei è una persona non facile da gestire e non sono riuscito a ottenere nessun risultato.
Lei psicologicamente è a pezzi, non vuole "accettare" la morte del padre, non vuole "superarla" nel senso che il solo sentire queste parole la fa arrabbiare moltissimo.
Soffre molto nei momenti di solitudine perchè i pensieri non le danno pace, dice che questa vita non è la sua, non può essere la sua, non riesce a convivere neanche per un secondo con l'idea che suo padre non faccia più parte della sua vita.
In questi momenti di tristezza mi ha da poco confessato che ha pensato a farsi male, per distrarsi dai continui pensieri che fa, e che la tormentano. La morte di suo papà è stata in parte improvvisa, stava affrontando delle cure molto pesanti ma non ci si aspettava che se ne andasse da un giorno all'altro.
Lei non riesce a trovare pace, non è più interessata a nulla come uscire, lavorare e stare in mezzo alle persone. Rifiuta con tutta se stessa l'idea che suo padre non ci sia più, e penso che una delle sue paure più gradi sia quella di dimenticarlo, si immagina tra 20 anni e ha paura che suo padre diventi solo un ricordo sfocato del suo passato.
Ribadisce che quella che sta vivendo non è la sua vita, che lei è cambiata per sempre e non potrà mai più essere quella di prima, e vuole con tutta se stessa che le cose tornino ad essere come prima, ma ovviamente la realtà le nega subito questa fantasia.
Io non so come altro aiutarla, la ascolto, quando è necessario cerco di distrarla, cerco il più possibile di mandare avanti le cose ed evitarle di fare le cose più pesanti durante la giornata.
Quando è triste, non parla, vuole stare sola, si isola e come ho detto ho l'impressione che la situazione stia peggiorando.
Ha delle amiche che la vengono a trovare, forse adesso un po meno che appena accaduto il fatto, sembra che riesca meglio a distrarsi quando vengono. Con sua mamma non posso parlare di queste cose per diversi motivi, come primo motivo anche sua mamma sta soffrendo molto e non posso caricarla di un altro pensiero, in più la dipartita del marito ha lasciato delle situazioni abbastanza pesanti da risolvere, come secondo motivo mi inimicherei la mia ragazza per non aver ascoltato le sue volontà.
Come posso aiutarla?
[#1]
Gentile Ragazzo,
Il suo racconto è molto doloroso e tocca corde emotive profonde di ognuno di noi..
Il dolore per la perdita equivale alla "paura dell’abbandono", angoscia della scomparsa della protezione genitoriale, quel sostegno necessario in molti momenti particolari e dolorosi della vita.
Questo significa anche crescere come "persona", un giorno come genitore anche lei che adesso deve comunque "farcela da sola" .
Un mese e mezzo tra l'altro, è davvero pochissimo, tra un anno e mezzo, ne riparliamo.
Non voglio farla scoraggiare, ma l'elaborazione del lutto è un processo lento, e soprattutto, soggettivo.
Nessuno potrà, e deve, sostituire il padre che non c'è più, lei potrà starle accanto con garbo, dolcezza, ma senza occupare spazi vuoti.
Il tempo, e se si convincesse, uno psicologo potrebbero essere la strada da seguire
Le invio la mia perdita
https://www.valeriarandone.it/articoli/congresso-nazionale-sia-2015/
Il suo racconto è molto doloroso e tocca corde emotive profonde di ognuno di noi..
Il dolore per la perdita equivale alla "paura dell’abbandono", angoscia della scomparsa della protezione genitoriale, quel sostegno necessario in molti momenti particolari e dolorosi della vita.
Questo significa anche crescere come "persona", un giorno come genitore anche lei che adesso deve comunque "farcela da sola" .
Un mese e mezzo tra l'altro, è davvero pochissimo, tra un anno e mezzo, ne riparliamo.
Non voglio farla scoraggiare, ma l'elaborazione del lutto è un processo lento, e soprattutto, soggettivo.
Nessuno potrà, e deve, sostituire il padre che non c'è più, lei potrà starle accanto con garbo, dolcezza, ma senza occupare spazi vuoti.
Il tempo, e se si convincesse, uno psicologo potrebbero essere la strada da seguire
Le invio la mia perdita
https://www.valeriarandone.it/articoli/congresso-nazionale-sia-2015/
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile utente,
stare vicino ad una persona che ha subìto un lutto importante
è impegnativo.
La persona si chiude talvolta in una bolla,
talatra chiede aiuto e poi lo rifiuta..
Consideri che il processo di elaborazione del lutto dura perecchi mesi.
La persona non va forzata,
ma rispettata nei suoi tempi.
Se dopo quasi un anno la Sua ragazza sarà allo stesso punto, sarà il momento di preoccuparsi.
stare vicino ad una persona che ha subìto un lutto importante
è impegnativo.
La persona si chiude talvolta in una bolla,
talatra chiede aiuto e poi lo rifiuta..
Consideri che il processo di elaborazione del lutto dura perecchi mesi.
La persona non va forzata,
ma rispettata nei suoi tempi.
Se dopo quasi un anno la Sua ragazza sarà allo stesso punto, sarà il momento di preoccuparsi.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentile Utente,
capisco la Sua difficoltà nello stare accanto alla Sua ragazza, tuttavia mi pare anche fisiologico stare male così dopo pochissime settimane dalla morte di una persona cara come è il papà.
Non accettare o non voler accettare la morte di una persona fa parte del processo di elaborazione del lutto: in un primo momento c'è l'incredulità per quanto accaduto. Per ogni figlio è difficile accettare la morte delle persone che da sempre ci stanno accanto e che ci hanno insegnato tutto della vita.
Ma poi, giorno dopo giorno, riusciamo a fare i conti con la realtà e a renderci sempre più conto che la persona cara non c'è più.
Tenga anche presente che la Sua ragazza non ha avuto il modo di aspettarsi questo epilogo: il papà stava male, ma lei non era preparata al peggio.
Tuttavia, mi pare di capire che già ora la situazione stia rientrando, nel senso che anche con le amiche la Sua ragazza inizia a parlarne in modo diverso.
Continui a starle accanto come sta già facendo, ma l'idea dello psicologo la scarterei anche io, semplicemente perché il lutto è un evento della vita che può essere affrontato con il sostegno delle persone care, non patologizzandolo come evento.
Cordiali saluti,
capisco la Sua difficoltà nello stare accanto alla Sua ragazza, tuttavia mi pare anche fisiologico stare male così dopo pochissime settimane dalla morte di una persona cara come è il papà.
Non accettare o non voler accettare la morte di una persona fa parte del processo di elaborazione del lutto: in un primo momento c'è l'incredulità per quanto accaduto. Per ogni figlio è difficile accettare la morte delle persone che da sempre ci stanno accanto e che ci hanno insegnato tutto della vita.
Ma poi, giorno dopo giorno, riusciamo a fare i conti con la realtà e a renderci sempre più conto che la persona cara non c'è più.
Tenga anche presente che la Sua ragazza non ha avuto il modo di aspettarsi questo epilogo: il papà stava male, ma lei non era preparata al peggio.
Tuttavia, mi pare di capire che già ora la situazione stia rientrando, nel senso che anche con le amiche la Sua ragazza inizia a parlarne in modo diverso.
Continui a starle accanto come sta già facendo, ma l'idea dello psicologo la scarterei anche io, semplicemente perché il lutto è un evento della vita che può essere affrontato con il sostegno delle persone care, non patologizzandolo come evento.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 19.4k visite dal 14/03/2017.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.