Pensieri ricorrenti

Salve dottori,
mi trovo qui per spiegarvi in breve il mio problema.
Sono una ragazza ansiosa per natura e ciò, a causa di un periodo di forte stress emotivo, mi ha indotta ad avere una serie di preoccupazioni di varia natura che alla fine si sono rivelate infondate.
Io ho già parlato di questo in un primo incontro con uno psicoterapeuta che mi ha tranquillizzata a tal proposito dicendomi che si trattava solamente di pensieri passeggeri. Lo stesso, inoltre, voleva sottopormi ad una seduta ipnotica ma mi sono rifiutata in quanto ho avuto paura che, visto il momento di fragilità che attraversavo, per me potesse risultare un'esperienza più negativa che positiva. Quindi non ho proseguito la terapia.
Aggiungo che sono sempre stata cresciuta con amore dalla mia famiglia, la quale non mi ha mai fatta mancare nulla, soprattutto dal punto di vista affettivo. E' soprattutto mai madre che mi ha allevata e seguita in questi anni, dal momento che ho avuto un padre piuttosto "assente" sia per motivi lavorativi che per una questione caratteriale.
Comunque, pochi giorni fa, presa dalle mie solite ansie, mi è capitato di pensare "e se i miei genitori dovessero farmi del male?". Al solo pensiero sono scoppiata a ridere pensando che, conoscendoli, nessuno di loro l'avrebbe mai fatto. Subito dopo però, è sorto un altro pensiero "e se fossero pedofili?".
Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che non esistono nè cause identificative di questa patologia nè tantomeno una personalità ben definita del pedofilo dal momento che è polimorfa. Ho letto anche che questa devianza può scaturire da precedenti traumi subiti durante l'infanzia. Ora, la mia preoccupazione verte sul fatto che, essendo stati entrambi i miei genitori abbandonati dai rispettivi padri durante l'infanzia, loro potrebbero essere pedofili senza che io mi sia mai accorta di nulla. Dentro di me so che è una stupidaggine e il mio istinto mi dice di ignorare queste voci e di fidarmi dei miei genitori come ho sempre fatto ( ossia di quelle stesse persone che mi hanno trasmesso dei valori e che mi hanno sempre protetta nel corso degli anni), ma adesso il mio problema è quello di ricercare un fattore che mi dia l'assoluta certezza che ciò che penso è falso. Come una prova tangibile che i miei dubbi siano infondati. A scrivere queste cose mi sento una stupida però è una cosa a cui penso spesso perciò ho pensato di scrivervi, nella speranza che voi possiate consigliarmi o almeno suggerirmi qualcosa che mi aiuti a stare più tranquilla.

Vi ringrazio anticipatamente per la vostra attenzione.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Si tratta con molta probabilità di un disturbo ossessivo. Da un punto di vista strategico i traumi non c'entrano, sono la vulnerabilità all'ansia insieme a fattori scatenanti come lo stress, a causare i pensieri intrusivi.

Sarebbe importante che chiedesse un consulto a un collega, in grado di aiutarla con una diagnosi esatta e una eventuale cura.

Non possiamo dare suggerimenti né consigli diretti da qui per intervenire, sia per motivi di regolamento che di opportunità (i cosiddetti "consigli" per email non servono a nulla, nel caso dei pensieri ossessivi).

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Dr. Santocito innanzitutto la ringrazio per la risposta. Forse prima mi sono espressa male. Pensavo che lei potesse illuminarmi e "rassicurarmi" sul fatto che i miei pensieri sono infondati fornendomi qualche dato oggettivo. Ho letto tante notizie su internet ed ora è come se adesso associassi determinati comportamenti delle persone che mi circondano a delle cattive intenzioni. Credevo che lei potesse fornirmi qualche "spunto" di riflessione in merito, non per forza una rassicurazione.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> è una cosa a cui penso spesso perciò ho pensato di scrivervi, nella speranza che voi possiate consigliarmi o almeno suggerirmi qualcosa che mi aiuti a stare più tranquilla
>>>

Mi perdoni, ma queste sono le classiche richieste di rassicurazione che le persone ansiose ci fanno ogni giorno, ma alle quali dobbiamo rifiutarci di accondiscendere, perché se lo facessimo alimenteremmo l'ansia anziché lenirla. L'ansioso tutto ciò che vuole è qualcuno che gli dica continuamente "stai tranquillo, non è niente". Oppure, nel caso dell'ansia più sul versante ossessivo, qualcuno che desse risposte certe ai suoi dubbi. Ma è la stessa cosa.

Ansia significa intolleranza verso l'incertezza. E uscire dall'ansia *non* significa ottenere più certezze, significa imparare a non averne più tanto bisogno.

Inoltre, nel suo caso, sembra presente anche un aspetto persecutorio dal momento che i pensieri disturbanti riguardano il dubbio che i suoi genitori possano essere pedofili.

In sostanza: se il disagio è poco, non c'è bisogno di alcuna rassicurazione. Ma se il disagio è tanto occorre il consulto di persona.