Ansia, scarsa autostima, indecisione perenne
Buongiorno,
Mi ritrovo a scrivere qui perché vorrei riuscire a sentire un parere completamente è totalmente esterno alla mia vita. Ho fatto la maturità nel 2013, uscendo con 73... a settembre non avendo la più pallida idea di ciò che volessi dalla vita, mi sono iscritta ad economia, lasciandola dopo appena 3 mesi, perché proprio non mi appassionava per niente. L'anno dopo mi sono iscritta a Milano, in Bicocca, a scienze dell'educazione. Ho provato a fare un esame, dopo un mese di pianti, notti insonni... e se ci penso ora non ci ho realmente provato, perché sapevo che la soluzione era lasciare... ho lasciato lì, ho fatto un anno di servizio civile che è finito a settembre 2016. Dopo questo anno mi sono resa conto (provando a lavorare prima in fabbrica e poi in ufficio) che il mio posto è con i disabili, i bambini.. insomma.. nel sociale.... quindi sto pensando, nell'anno dei 23,di riprovare l'università.. ma ho un sacco di dubbi che mi assalgono. Per esempio:
- sono fidanzata da 7 anni quest'anno, lui dice che mi aspetterà, ma non sono un po' stupida il a rimandare di altri anni la convivenza?
- ho già fallito due volte, perche questa volta dovrebbe andare diversamente?
- non credo di avere un metodo di studio, e non ho intenzione di metterci più del previsto...
- se l'università davvero è un mio limite che non riesco a superare?
- come faccio a capirlo prima di sbattere la testa ancora?
Ieri pomeriggio stavo studiando per il test d'ingresso (vorrei provare sia educazione professionale che scienze dell'educazione) e ad un certo punto (dopo 10 minuti) mi sono ritrovata sul divano a piangere e a ripetermi che sono una buona a nulla, che non arriverò mai da nessuna parte nella vita e tante altre cose che realmente penso di me.
COME USCIRNE??? Sono disperata. Vorrei sparire completamente
Mi ritrovo a scrivere qui perché vorrei riuscire a sentire un parere completamente è totalmente esterno alla mia vita. Ho fatto la maturità nel 2013, uscendo con 73... a settembre non avendo la più pallida idea di ciò che volessi dalla vita, mi sono iscritta ad economia, lasciandola dopo appena 3 mesi, perché proprio non mi appassionava per niente. L'anno dopo mi sono iscritta a Milano, in Bicocca, a scienze dell'educazione. Ho provato a fare un esame, dopo un mese di pianti, notti insonni... e se ci penso ora non ci ho realmente provato, perché sapevo che la soluzione era lasciare... ho lasciato lì, ho fatto un anno di servizio civile che è finito a settembre 2016. Dopo questo anno mi sono resa conto (provando a lavorare prima in fabbrica e poi in ufficio) che il mio posto è con i disabili, i bambini.. insomma.. nel sociale.... quindi sto pensando, nell'anno dei 23,di riprovare l'università.. ma ho un sacco di dubbi che mi assalgono. Per esempio:
- sono fidanzata da 7 anni quest'anno, lui dice che mi aspetterà, ma non sono un po' stupida il a rimandare di altri anni la convivenza?
- ho già fallito due volte, perche questa volta dovrebbe andare diversamente?
- non credo di avere un metodo di studio, e non ho intenzione di metterci più del previsto...
- se l'università davvero è un mio limite che non riesco a superare?
- come faccio a capirlo prima di sbattere la testa ancora?
Ieri pomeriggio stavo studiando per il test d'ingresso (vorrei provare sia educazione professionale che scienze dell'educazione) e ad un certo punto (dopo 10 minuti) mi sono ritrovata sul divano a piangere e a ripetermi che sono una buona a nulla, che non arriverò mai da nessuna parte nella vita e tante altre cose che realmente penso di me.
COME USCIRNE??? Sono disperata. Vorrei sparire completamente
[#1]
Cara Utente,
credo che prima di tutto lei dovrebbe chiarire a sè stessa cosa vuole per sè e per il suo futuro.
Il percorso di studi da seguire per arrivare a quell'obiettivo sarà scelto di conseguenza, e non il contrario.
Dove si vorrebbe vedere fra qualche anno?
Come immagina il suo futuro?
Come lo immaginava quando era più piccola?
Considera importante laurearsi o lo considerano importante i suoi familiari?
In generale si sente una persona rinunciataria?
credo che prima di tutto lei dovrebbe chiarire a sè stessa cosa vuole per sè e per il suo futuro.
Il percorso di studi da seguire per arrivare a quell'obiettivo sarà scelto di conseguenza, e non il contrario.
Dove si vorrebbe vedere fra qualche anno?
Come immagina il suo futuro?
Come lo immaginava quando era più piccola?
Considera importante laurearsi o lo considerano importante i suoi familiari?
In generale si sente una persona rinunciataria?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Tra qualche anno mi vorrei vedere con un lavoro che mi piace, in una casa con il mio fidanzato e felice della mia vita. Quand'ero più piccola non ho mai davvero immaginato qualcosa, se non al di fuori del futuro con il mio fidanzato... ho sempre avuto questa tendenza all'aiuto, alla responsabilità, alla voglia di sentirmi utile per qualcuno. Laurearsi di per sè non so se lo considero importante,ma considero importante che ciò che voglio fare io nella vita è l'educatrice, vorrei sentirmi tutta la vita come mi sono sentita l'anno passato durante il servizio civile. Non sono mai stata una persona rinunciataria, ho sempre ottenuto ciò che volevo e ho sempre fatto di tutto per ottenerlo, tranne in questo caso. Qui sembra quasi una cosa più grande di me, che non dipende da me.. o forse, non ho più quella forza di volontà che ho sempre avuto. Ho sempre ottenuto ciò che volevo comunque. Ultimo, il lavoro in ufficio. L'ho cercato e ricercato senza mai arrendermi, fino a quando è arrivato. Ma non mi sono trovata bene per nulla.
[#5]
Ci ha detto questo:
"a scienze dell'educazione. Ho provato a fare un esame, dopo un mese di pianti, notti insonni..."
quindi forse non è questa la sua strada, per quanto senza conoscerla di persona non possa esprimermi entrando maggiormente nel merito.
E' possibile che per qualche motivo che ora non riesce a identificare si senta spinta ad aiutare gli altri e a intraprendere un percorso formativo che conduca allo svolgimento di una professione come quella dell'educatore, ma che questa non sia la sua vera vocazione.
E' anche possibile che i suoi genitori l'abbiano cresciuta non alimentando la fiducia e la stima in sè stessa, e che per questo non riesca a uscire dalla selva di dubbi nè a ottenere dei risultati positivi nello studio in un corso di laurea che, in teoria, dovrebbe interessarle e rispondere al suo desiderio di occuparsi di altri.
Chi ha aiutato e di cosa si è sentita responsabile negli anni della crescita?
Si è occupata da sola di sè stessa, per quello che era possibile?
I suoi genitori che immagine di sè le rimandavano?
"a scienze dell'educazione. Ho provato a fare un esame, dopo un mese di pianti, notti insonni..."
quindi forse non è questa la sua strada, per quanto senza conoscerla di persona non possa esprimermi entrando maggiormente nel merito.
E' possibile che per qualche motivo che ora non riesce a identificare si senta spinta ad aiutare gli altri e a intraprendere un percorso formativo che conduca allo svolgimento di una professione come quella dell'educatore, ma che questa non sia la sua vera vocazione.
E' anche possibile che i suoi genitori l'abbiano cresciuta non alimentando la fiducia e la stima in sè stessa, e che per questo non riesca a uscire dalla selva di dubbi nè a ottenere dei risultati positivi nello studio in un corso di laurea che, in teoria, dovrebbe interessarle e rispondere al suo desiderio di occuparsi di altri.
Chi ha aiutato e di cosa si è sentita responsabile negli anni della crescita?
Si è occupata da sola di sè stessa, per quello che era possibile?
I suoi genitori che immagine di sè le rimandavano?
[#6]
Utente
Ho aiutato i ragazzi disabili durante questo anno di servizio civile, ho aiutato altre persone curando i loro bambini, aiutandoli a fare i compiti. Ho aiutato tante persone. Comunque io invece credo proprio che sia la mia strada, che sia ciò che voglio fare.. penso che il mio problema non sia su ciò che voglio della mia vita. Ma sulle mie insicurezze e sui dubbi su me stessa. I miei genitori mi hanno sempre lasciato la facoltà di scegliere cosa fare della mia vita, mi hanno sempre appoggiata e so bene che loro sono fieri di me per ciò che sono. Quando gli ho detto che avrei voluto provare una terza volta il test mi hanno appoggiata, dicendomi peró che se questa volta lo tengo e entro, devo portarlo alla fine perché non posso continuare a ripensarci per anni e anni. Il mio problema è che non ho sicurezza in me stessa, e quindi mi vien voglia di dire "forse è il caso che lascio stare tutto"... ma appena mi sento dire "ok, allora vendi i libri e cercati un lavoro" mi viene da piangere perché mi sento una fallita. Vorrei poter sparire ed evitare problemi a tutti quelli che mi circondano. Ma forse è ora che affronti ciò che mi succede
[#7]
" Il mio problema è che non ho sicurezza in me stessa"
E' importante che abbia maturato sicurezza nei confronti di quella che ritiene essere la sua strada, e che quindi possa ascrivere il problema a fattori che non hanno a che fare con questa scelta di per sè.
Se ha identificato che il suo problema è la carenza di autostima può farsi aiutare da uno psicologo a modificare questo aspetto e a diventare più sicura di sè.
In bocca al lupo per i suoi studi,
E' importante che abbia maturato sicurezza nei confronti di quella che ritiene essere la sua strada, e che quindi possa ascrivere il problema a fattori che non hanno a che fare con questa scelta di per sè.
Se ha identificato che il suo problema è la carenza di autostima può farsi aiutare da uno psicologo a modificare questo aspetto e a diventare più sicura di sè.
In bocca al lupo per i suoi studi,
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.9k visite dal 09/03/2017.
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