Tachicardia e betabloccanti che non funzionano
Buona sera dottori,sono una ragazza di 28 anni e da 8 soffro di tachicardia...dopo varie visite cardiologiche,i medici hanno evinto che la mia tachicardia non ha cause cardiache ma è di base ansiosa....mi sono stati somministrati vari betabloccanti(atenol,dilzene,cardicor)ma fino ad ora nessuno ha avuto effetto perciò la mia frequenza si aggira intorno ai 110/120 battiti al minuto e ciò mi limita molto nella vita di tutti i giorni,e sinceramente non so più che fare per far scendere i battiti per lo meno sotto i 100...ho anche intrapreso una cura per l'ansia con fuoxetina e bromazepam ora sospesa...sperando possiate darmi un aiuto, ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#1]
Cara Utente,
se il suo sintomo cardiaco non è legato ad alcuna patologia fisica è piuttosto improbabile che un farmaco per cardiopatici possa risolvere il problema: è come utilizzare una pomata cortisonica sugli sfoghi cutanei che derivano da un'allergia alimentare, mentre si continua a magiare quello che la provoca.
Nessuno le ha consigliato di rivolgersi ad uno psicologo?
Le sono state prescritte solamente terapie farmacologiche?
Ha avuto qualche miglioramento nel corso dell'assunzione di psicofarmaci?
se il suo sintomo cardiaco non è legato ad alcuna patologia fisica è piuttosto improbabile che un farmaco per cardiopatici possa risolvere il problema: è come utilizzare una pomata cortisonica sugli sfoghi cutanei che derivano da un'allergia alimentare, mentre si continua a magiare quello che la provoca.
Nessuno le ha consigliato di rivolgersi ad uno psicologo?
Le sono state prescritte solamente terapie farmacologiche?
Ha avuto qualche miglioramento nel corso dell'assunzione di psicofarmaci?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Grazie per la risposta dottoressa...
si,ho fatto qualche seduta da una psicologa che però non mi ha aiutata molto,forse perché non ho avuto molto "feeling" con la dottoressa,in poche parole mi faceva domande ma non ascoltava le risposte(non vorrei sembrare antipatica ma le prime volte le ho raccontato dei miei problemi familiari
e lei dopo tutta la mia pappardella mi ha detto che a livello familiare ero equilibrata!!!)...sono passata dalla psicologa ad uno psichiatra che mi ha impostato la terapia con fluoxetina e bromazepam che mi ha aiutata,ed ora sto meglio in confronto a qualche tempo fa,ma rimane questa benedetta tachicardia che mi fa stare malissimo e davvero, non so più che fare... Grazie ancora...
si,ho fatto qualche seduta da una psicologa che però non mi ha aiutata molto,forse perché non ho avuto molto "feeling" con la dottoressa,in poche parole mi faceva domande ma non ascoltava le risposte(non vorrei sembrare antipatica ma le prime volte le ho raccontato dei miei problemi familiari
e lei dopo tutta la mia pappardella mi ha detto che a livello familiare ero equilibrata!!!)...sono passata dalla psicologa ad uno psichiatra che mi ha impostato la terapia con fluoxetina e bromazepam che mi ha aiutata,ed ora sto meglio in confronto a qualche tempo fa,ma rimane questa benedetta tachicardia che mi fa stare malissimo e davvero, non so più che fare... Grazie ancora...
[#3]
Gentile utente,
"...i medici hanno evinto che la mia tachicardia non ha cause cardiache ma è di base ANSIOSA....mi sono stati somministrati vari betabloccanti ..."
Questi farmaci agiscono sull'ansia?
"..luoxetina e bromazepam ..."
nemmeno questi hanno funzionato?
Propenderei per ripetere la visita cardiologica,
oppure di postare il presente consulto in Cardiologia,
al fine di accertare l'appropriatezza delle terapie farmacologiche.
Per POI passare allo Psy.
Saluti cordiali.
"...i medici hanno evinto che la mia tachicardia non ha cause cardiache ma è di base ANSIOSA....mi sono stati somministrati vari betabloccanti ..."
Questi farmaci agiscono sull'ansia?
"..luoxetina e bromazepam ..."
nemmeno questi hanno funzionato?
Propenderei per ripetere la visita cardiologica,
oppure di postare il presente consulto in Cardiologia,
al fine di accertare l'appropriatezza delle terapie farmacologiche.
Per POI passare allo Psy.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Gentile utente,
Cerchiamo di fare un po di chiarezza:
Per secoli, tante culture hanno considerato il cuore come la fonte delle emozioni migliori, come l'amore, il coraggio, la generosità. Presso l'Istituto di HeartMath (IHM), sono stati esplorati scientificamente i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, come influenza l'elaborazione delle informazioni, delle percezioni, delle emozioni.
L'osservazione scientifica ha dimostrato che il cuore è molto di più di quello che crediamo e che non è affatto una semplice pompa, come siamo abituati a considerarlo...
Il muscolo cardiaco è, in sostanza, un centro complesso, auto-organizzato, di elaborazione dati, con una propria mente, che comunica costantemente con il cervello, con il sistema nervoso e con tutta la nostra fisiologia, influenzando profondamente ogni organo, in un complesso intreccio di messaggi e feedback.
Giovanni e Beatrice Lacey, negli anni tra il 1960 e gli anni '70, hanno scoperto che il cuore comunica con il cervello in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo.
I coniugi Lacey andarono ben oltre: realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua "mente", che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l'organo predominante.
Infatti il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona.
Mentre i Laceys stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via ad una nuova disciplina detta Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso.
Dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri della psiconeurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, nel 1991 introdusse il concetto di "cervello del cuore".
Il suo lavoro dimostrò che il cuore ha un complesso sistema nervoso intrinseco molto sofisticato, un "piccolo cervello" appunto, una rete intricata di diversi tipi di neuroni, neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelli trovati nel cervello.
Nel libro "Neurocardiology", il Dr. Armour e il Dr. Jeffrey Ardell, forniscono una panoramica completa della funzione del sistema nervoso intrinseco del cuore: il quale contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori; essi rilevano gli ormoni circolanti, la chimica corporea, la frequenza cardiaca e la pressione.
Su queste basi ma anche su evoluzioni moderne di ricerca in ambito psico-cardiologico, si è giunti a capire che è possibile distinguere la tachicardia esclusivamente cardiologica dalla tachicardia dello stato d’ansia, prendendo in considerazione soprattutto 2 caratteristiche fondamentali del battito cardiaco:
– frequenza del battito cardiaco; se la tachicardia si mantiene entro i 130 battiti al minuto ci troviamo quasi certamente, di fronte a una tachicardia su base ansiosa di pertinenza psicoterapeutica e/o psichiatrica, mentre le tachicardie che superano i 150/ 200 battiti al minuto sono da considerare, quasi sicuramente, di natura cardiologica.
– ritmicità o aritmicità; nell'ansia costante è presente l’aumento del battito cardiaco che conserva regolarità del ritmo, l’aumento della frequenza del battito cardiaco con irregolarità del ritmo, è tipico di condizioni cardiologiche.
Si affidi ad un Collega Psicoterapeuta della sua zona, che eventualmente abbia perfezionato studi e interessi in campo psicocardiologico.
Ne trarrà beneficio!
Serenità,
Salute e Saluti cordiali
Cerchiamo di fare un po di chiarezza:
Per secoli, tante culture hanno considerato il cuore come la fonte delle emozioni migliori, come l'amore, il coraggio, la generosità. Presso l'Istituto di HeartMath (IHM), sono stati esplorati scientificamente i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, come influenza l'elaborazione delle informazioni, delle percezioni, delle emozioni.
L'osservazione scientifica ha dimostrato che il cuore è molto di più di quello che crediamo e che non è affatto una semplice pompa, come siamo abituati a considerarlo...
Il muscolo cardiaco è, in sostanza, un centro complesso, auto-organizzato, di elaborazione dati, con una propria mente, che comunica costantemente con il cervello, con il sistema nervoso e con tutta la nostra fisiologia, influenzando profondamente ogni organo, in un complesso intreccio di messaggi e feedback.
Giovanni e Beatrice Lacey, negli anni tra il 1960 e gli anni '70, hanno scoperto che il cuore comunica con il cervello in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo.
I coniugi Lacey andarono ben oltre: realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua "mente", che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l'organo predominante.
Infatti il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona.
Mentre i Laceys stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via ad una nuova disciplina detta Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso.
Dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri della psiconeurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, nel 1991 introdusse il concetto di "cervello del cuore".
Il suo lavoro dimostrò che il cuore ha un complesso sistema nervoso intrinseco molto sofisticato, un "piccolo cervello" appunto, una rete intricata di diversi tipi di neuroni, neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelli trovati nel cervello.
Nel libro "Neurocardiology", il Dr. Armour e il Dr. Jeffrey Ardell, forniscono una panoramica completa della funzione del sistema nervoso intrinseco del cuore: il quale contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori; essi rilevano gli ormoni circolanti, la chimica corporea, la frequenza cardiaca e la pressione.
Su queste basi ma anche su evoluzioni moderne di ricerca in ambito psico-cardiologico, si è giunti a capire che è possibile distinguere la tachicardia esclusivamente cardiologica dalla tachicardia dello stato d’ansia, prendendo in considerazione soprattutto 2 caratteristiche fondamentali del battito cardiaco:
– frequenza del battito cardiaco; se la tachicardia si mantiene entro i 130 battiti al minuto ci troviamo quasi certamente, di fronte a una tachicardia su base ansiosa di pertinenza psicoterapeutica e/o psichiatrica, mentre le tachicardie che superano i 150/ 200 battiti al minuto sono da considerare, quasi sicuramente, di natura cardiologica.
– ritmicità o aritmicità; nell'ansia costante è presente l’aumento del battito cardiaco che conserva regolarità del ritmo, l’aumento della frequenza del battito cardiaco con irregolarità del ritmo, è tipico di condizioni cardiologiche.
Si affidi ad un Collega Psicoterapeuta della sua zona, che eventualmente abbia perfezionato studi e interessi in campo psicocardiologico.
Ne trarrà beneficio!
Serenità,
Salute e Saluti cordiali
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#5]
Mi inserisco su richiesta della Collega Brunialti.
Il meccansimo attraverso il quale l'ansia determina tachicardia e' semplice: msi tratta di un aumento delle catecolamine o a volte della sensibilita' dei recettori alle catecolamine , che sono ormoni che l'organismo aumenta in caso di allerta , come la paura ad esempio, e che fa preparare l'individuo alla ...lotta( pensi all'uomo delle caverne che sentiva la bestia feroce nelle vicinanze). Tali ormoni e la risposta a tali ormoni appare eccessiva nel mondo odierno, ma il meccanismo e' identico.
Sarebbe interessante conoscere i dosaggi dei beta bloccanti che ha assunto (tra l'altro il Dilzene NON e' un beta bloccante: comprendera' bene che il dosaggio del bta bloccante deve essere adeguato al peso.
Detto questo, in caso di tachicardia fastidiosa anche un farmaco come la ivabradina e' estremamente utile e privo di affetti collaterali.
Arrivederci
cecchini
Il meccansimo attraverso il quale l'ansia determina tachicardia e' semplice: msi tratta di un aumento delle catecolamine o a volte della sensibilita' dei recettori alle catecolamine , che sono ormoni che l'organismo aumenta in caso di allerta , come la paura ad esempio, e che fa preparare l'individuo alla ...lotta( pensi all'uomo delle caverne che sentiva la bestia feroce nelle vicinanze). Tali ormoni e la risposta a tali ormoni appare eccessiva nel mondo odierno, ma il meccanismo e' identico.
Sarebbe interessante conoscere i dosaggi dei beta bloccanti che ha assunto (tra l'altro il Dilzene NON e' un beta bloccante: comprendera' bene che il dosaggio del bta bloccante deve essere adeguato al peso.
Detto questo, in caso di tachicardia fastidiosa anche un farmaco come la ivabradina e' estremamente utile e privo di affetti collaterali.
Arrivederci
cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 18.5k visite dal 09/03/2017.
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