Scatti di rabbia
Buonasera, volevo chiedere un vostro parere perché sono molto turbato. È da quando ho 15-16 anni che soffro di umore depresso per la scarsa qualità della mia vita. La mia vita sociale è inappagante, perché non riesco ad essere me stesso con le altre persone, sono rigido e inibito; pertanto ci sono periodi di "isolamento" in cui per qualche mese non voglio più uscire di casa, anche se i miei amici me lo chiedono. La mia vita relazionale è inesistente, non ho mai avuto una ragazza anche se l'ho sempre desiderata intensamente, ma l'estrema bruttezza del mio volto e la mia bassezza me lo impediscono.
L'unico pregio, l'unica soddisfazione che avevo era quella di andare bene a scuola, ma da quando ho cominciato l'università non ho nemmeno più quello. Delle prime due diverse facoltà che ho scelto ho seguito solo qualche corso senza dare nessun esame. Poi, l'anno scorso mi sono iscritto a ingegneria informatica, e questo terzo tentativo in realtà qualcosa di buono me l'ha dato: sono riuscito a dare 4 dei 5 esami del primo anno con voti abbastanza buoni, ma ormai arrivato al secondo anno ho perso del tutto la motivazione ed è da due mesi che non riesco a studiare nulla. Se anche riuscissi a risollevarmi da questo punto di vista, è ormai inevitabile che finirò fuori corso.
Forse mi sarei anche rassegnato ad essere un fallito e a crogiolarmi nella mia malinconia, visto che ormai ci ho fatto l'abitudine; anche perché comunque rispetto ad anni fa le manifestazioni di panico (che cominciai ad avere a scuola, in seconda superiore) si sono notevolmente ridotte in quanto a frequenza; e anche perché ci sono dei momenti in cui provo degli stati di quasi-euforia/felicità inspiegabili e assolutamente immotivati (se penso poi dopo, a freddo, a com'è la mia vita) innescati dalle mie passioni (ascoltare musica, leggere libri). Dicevo, forse mi sarei anche rassegnato a questa vita fatta di sbalzi di umore come vi ho descritto, se non fosse che da qualche tempo ho degli scatti di rabbia improvvisi che mi spaventano molto. L'ultimo è stato poco fa: dopo aver pensato alla mia condizione e poi a una frase di rassicurazione che mi aveva detto un mio amico, mi è venuto il pensiero: "ma possibile che non si renda conto di quanto soffro?" e poi mi è venuto un impulso incontrollabile di tirare i pugni contro il materasso e ho urlato con una voce terribile, animalesca. Ero solo a casa quindi nessuno mi ha sentito.
Dopo essermi calmato mi sono subito preoccupato, e adesso sto pensando di poter essere pericoloso per chi mi sta vicino. Voi sapete se in casi come il mio si possa diventare dei violenti e fare del male alle altre persone? Quanto devo preoccuparmi per questa cosa?
L'unico pregio, l'unica soddisfazione che avevo era quella di andare bene a scuola, ma da quando ho cominciato l'università non ho nemmeno più quello. Delle prime due diverse facoltà che ho scelto ho seguito solo qualche corso senza dare nessun esame. Poi, l'anno scorso mi sono iscritto a ingegneria informatica, e questo terzo tentativo in realtà qualcosa di buono me l'ha dato: sono riuscito a dare 4 dei 5 esami del primo anno con voti abbastanza buoni, ma ormai arrivato al secondo anno ho perso del tutto la motivazione ed è da due mesi che non riesco a studiare nulla. Se anche riuscissi a risollevarmi da questo punto di vista, è ormai inevitabile che finirò fuori corso.
Forse mi sarei anche rassegnato ad essere un fallito e a crogiolarmi nella mia malinconia, visto che ormai ci ho fatto l'abitudine; anche perché comunque rispetto ad anni fa le manifestazioni di panico (che cominciai ad avere a scuola, in seconda superiore) si sono notevolmente ridotte in quanto a frequenza; e anche perché ci sono dei momenti in cui provo degli stati di quasi-euforia/felicità inspiegabili e assolutamente immotivati (se penso poi dopo, a freddo, a com'è la mia vita) innescati dalle mie passioni (ascoltare musica, leggere libri). Dicevo, forse mi sarei anche rassegnato a questa vita fatta di sbalzi di umore come vi ho descritto, se non fosse che da qualche tempo ho degli scatti di rabbia improvvisi che mi spaventano molto. L'ultimo è stato poco fa: dopo aver pensato alla mia condizione e poi a una frase di rassicurazione che mi aveva detto un mio amico, mi è venuto il pensiero: "ma possibile che non si renda conto di quanto soffro?" e poi mi è venuto un impulso incontrollabile di tirare i pugni contro il materasso e ho urlato con una voce terribile, animalesca. Ero solo a casa quindi nessuno mi ha sentito.
Dopo essermi calmato mi sono subito preoccupato, e adesso sto pensando di poter essere pericoloso per chi mi sta vicino. Voi sapete se in casi come il mio si possa diventare dei violenti e fare del male alle altre persone? Quanto devo preoccuparmi per questa cosa?
[#1]
Gentile ragazzo,
certamente dovresti preoccuparti, o meglio occuparti della tua sofferenza non di fare del male a qualcuno, perché la rabbia può essere una logica conseguenza e tu l'hai spiegato molto bene che cosa è successo: NON ti sei sentito compreso dal tuo amico per quanto riguarda la tua sofferenza ed è tipico della persona depressa tutto ciò.
Leggi qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html
Cordiali saluti,
certamente dovresti preoccuparti, o meglio occuparti della tua sofferenza non di fare del male a qualcuno, perché la rabbia può essere una logica conseguenza e tu l'hai spiegato molto bene che cosa è successo: NON ti sei sentito compreso dal tuo amico per quanto riguarda la tua sofferenza ed è tipico della persona depressa tutto ciò.
Leggi qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Riflettendo sul suo articolo, mi trovo molto nel fatto che provo rabbia quando mi dicono che "non ho voglia di affrontare i miei problemi" e nel fatto che oscillo anche in brevi intervalli di tempo fra uno stato di helplessness e uno di aggressività. Sul fatto che tendo a far ricadere le colpe su di me e a giustificare gli altri invece mi trovo poco: specialmente negli ultimi tempi provo molto risentimento verso gli altri per la mancanza di supporto emotivo e di comprensione nei miei confronti; anche se poi alla fine so che più di tanto non possono fare e che i miei problemi li devo risolvere da solo (se si possono risolvere, cosa di cui dubito fortemente, per una mia inferiorità congenita).
Secondo lei questo cosa può voler dire?
Secondo lei questo cosa può voler dire?
[#3]
Se non ritieni di poter cambiare e affrontare il problema per risolverlo, sarà davvero dura, perché noi ci comportiamo seguendo le nostre convinzioni.
Invece, rabbia e risentimento devono essere fatti fuori per poter vivere meglio e affrontare il problema e ciò che ti fa soffrire.
Poi, è ovvio che se la tua convinzione è questa (su te stesso, sugli altri, ecc...) probabilmente ti comporti in modo da non ricevere davvero il supporto da altre persone.
Ci hai mai pensato?
Invece, rabbia e risentimento devono essere fatti fuori per poter vivere meglio e affrontare il problema e ciò che ti fa soffrire.
Poi, è ovvio che se la tua convinzione è questa (su te stesso, sugli altri, ecc...) probabilmente ti comporti in modo da non ricevere davvero il supporto da altre persone.
Ci hai mai pensato?
[#4]
Utente
Sì, ho già sentito questo concetto della profezia negativa che si auto-avvera, e ho provato a riflettere su quali comportamenti posso mettere in atto tali da segnalare ostilità nei confronti degli altri. Però poi a livello emotivo "sento" spesso che agli altri (la maggior parte) la vita semplicemente viene più facile, e che non devono riflettere su come comportarsi perché sono naturalmente accolti dagli altri senza impegnarsi. E quindi non sono riuscito a convincermi del concetto della profezia che si auto-avvera.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.6k visite dal 07/03/2017.
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