Atteggiamento bimbo quattro anni
Mi figlio di quattro anni e mezzo ha sviluppato un atteggiamento che non so come gestire.
Spesso chiude la conversazione con me, la madre, con frasi tipo "non te lo dico", "ma adesso vuoi lasciarmi in pace?", "voglio stare da solo", lasciando la stanza. Questo capita, ovviamente, quando lo sto rimproverano, oppure quando tocchiamo argomenti che non vuole affrontare.
Questo atteggiamento non mi piace affatto, vorrei insegnargli che chiudere, girarsi e andare via è maleducazione e, soprattutto, può ferire l'interlocutore, ma non so come pormi con lui. Come fargli capire, alla sua età, che comunicare è importante? Come dargli la buona abitudine a confidarsi con me, anche in vista degli anni futuri?
È carattere? È una fase? Non lo so, mi sento a disagio.
Spesso chiude la conversazione con me, la madre, con frasi tipo "non te lo dico", "ma adesso vuoi lasciarmi in pace?", "voglio stare da solo", lasciando la stanza. Questo capita, ovviamente, quando lo sto rimproverano, oppure quando tocchiamo argomenti che non vuole affrontare.
Questo atteggiamento non mi piace affatto, vorrei insegnargli che chiudere, girarsi e andare via è maleducazione e, soprattutto, può ferire l'interlocutore, ma non so come pormi con lui. Come fargli capire, alla sua età, che comunicare è importante? Come dargli la buona abitudine a confidarsi con me, anche in vista degli anni futuri?
È carattere? È una fase? Non lo so, mi sento a disagio.
[#1]
Gentile utente,
i bambini non si inventano tali comportamenti - a quattro anni - bensì li imitano.
Quindi mi vien da pensare che frasi e comportamenti quali
".."non te lo dico", "ma adesso vuoi lasciarmi in pace?", "voglio stare da solo", lasciando la stanza .."
li ha osservati in qualcuno degli adulti più prossimi.
E dunque che l'adulto modifichi i propri è importante, essenziale.
Quanto poi al
"..Come dargli la buona abitudine a confidarsi con me, ..",
non si tratta di buona abitudine, ma di fiducia che si sviluppa nel tempo quando gli atteggiamenti dei genitori sono corretti: rassicuranti e autorevoli al contempo.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Dottoressa Brunialti,
la ringrazio. Sono un po' stupita perché non mi sembra davvero che qualcuno in casa abbia potuto mostrare a mio figlio l'atteggiamento che ha: io e mio marito parliamo molto ed abbiamo un bel dialogo, nessuno di noi taglia i discorsi o se ne va sui due piedi.
Quanto ad essere autorevoli e rassicuranti, penso che un problema al momento ci sia: da tre mesi mio figlio ha una sorellina e penso che questa cosa ci abbia resi, ai suoi occhi, meno rassicuranti di prima.
Che ne pensa?
la ringrazio. Sono un po' stupita perché non mi sembra davvero che qualcuno in casa abbia potuto mostrare a mio figlio l'atteggiamento che ha: io e mio marito parliamo molto ed abbiamo un bel dialogo, nessuno di noi taglia i discorsi o se ne va sui due piedi.
Quanto ad essere autorevoli e rassicuranti, penso che un problema al momento ci sia: da tre mesi mio figlio ha una sorellina e penso che questa cosa ci abbia resi, ai suoi occhi, meno rassicuranti di prima.
Che ne pensa?
[#3]
Gentile signora,
l'arrivo della sorellina può essere senz'altro un motivo di stress per Suo figlio, ma è molto probabile che ciò che ripete lo abbia appreso da qualcuno. Se ciò non è avvenuto a casa, magari lo ha sentito all'asilo da altri bimbi proprio mentre c'è stato un conflitto.
La famiglia è il primo luogo degli apprendimenti, ma poi se ne aggiungono altri, quali le occasioni sociali che iniziano proprio con il gruppo di pari.
Cordiali saluti,
l'arrivo della sorellina può essere senz'altro un motivo di stress per Suo figlio, ma è molto probabile che ciò che ripete lo abbia appreso da qualcuno. Se ciò non è avvenuto a casa, magari lo ha sentito all'asilo da altri bimbi proprio mentre c'è stato un conflitto.
La famiglia è il primo luogo degli apprendimenti, ma poi se ne aggiungono altri, quali le occasioni sociali che iniziano proprio con il gruppo di pari.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Condivido l'intervento della Collega Pileci, a cui aggiungerei
i nonni, gli zii ed altri adulti con cui sta a contatto.
In questa fase, dai 2 anni in poi "fase oppositiva",
i bambino sono come spugne per tutte le modalità oppositive che possono osservare negli adulti o compagni.
Potrebbe essere produttivo
parlargliene in un momento rilassato
riservato solo a lui
e fuori casa, ad es. lui e il papà a passeggio oppure al bar a bersi insieme una cioccolata,
evitando lunghi ragionamenti ed utilizzando una modalità concreta (come è il loro tipo di pensiero in questa età.. e per qualche anno ancora).
Saluti cordiali.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.2k visite dal 04/03/2017.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.