Rottura di una relazione e ripensamento
Buonasera a tutti
Scrivo perché ho chiuso da qualche settimana una relazione di due anni, in maniera piuttosto brusca. Abbiamo entrambi 20 anni. Litigavamo spesso per banalità, ma da ogni discussione emergeva il suo tentativo (probabilmente inconsapevole) di avermi unicamente per sé, allontanandomi gradualmente dagli affetti più cari, amici e famiglia, e in generale da tutto ciò che credeva potermi allontanare da lui. Lui ha subito una separazione dei genitori e l abbandono da parte del padre e soffre di un malessere simile ad una lieve forma di depressione; adesso non so cosa fare perché se da un lato vorrei tornare indietro per riprovare a costruire qualcosa di più sano, perché ci amiamo ancora, dall altro non so se questo tipo di trauma e di visione distorta delle relazioni può essere risolta o meno.
Aspetto la vostra risposta, grazie in anticipo
Scrivo perché ho chiuso da qualche settimana una relazione di due anni, in maniera piuttosto brusca. Abbiamo entrambi 20 anni. Litigavamo spesso per banalità, ma da ogni discussione emergeva il suo tentativo (probabilmente inconsapevole) di avermi unicamente per sé, allontanandomi gradualmente dagli affetti più cari, amici e famiglia, e in generale da tutto ciò che credeva potermi allontanare da lui. Lui ha subito una separazione dei genitori e l abbandono da parte del padre e soffre di un malessere simile ad una lieve forma di depressione; adesso non so cosa fare perché se da un lato vorrei tornare indietro per riprovare a costruire qualcosa di più sano, perché ci amiamo ancora, dall altro non so se questo tipo di trauma e di visione distorta delle relazioni può essere risolta o meno.
Aspetto la vostra risposta, grazie in anticipo
[#1]
"non so se questo tipo di trauma e di visione distorta delle relazioni può essere risolta o meno."
Gent.le Ragazza,
lo stile di attaccamento che caratterizza le prime esperienze affettive con le figure di riferimento (genitori e/o caregivers) influenza il nostro stile relazionale da adulti anche se tali esperienze non sono state "traumatiche".
Tuttavia non darei per scontato che ci sia da"risolvere il trauma" o "curare il malessere" del quale, in ogni caso, non può essere il partner a farsi carico.
Costruire una relazione funzionale alla gratificazione dei bisogni affettivi di entrambi i partner implica l'assunzione di responsabilità da parte di entrambi, non di uno soltanto, altrimenti non è altro che una "presa in carico terapeutica" mascherata e legittimata dal mito tanto diffuso quanto ingannecole del "io ti salverò".
Gent.le Ragazza,
lo stile di attaccamento che caratterizza le prime esperienze affettive con le figure di riferimento (genitori e/o caregivers) influenza il nostro stile relazionale da adulti anche se tali esperienze non sono state "traumatiche".
Tuttavia non darei per scontato che ci sia da"risolvere il trauma" o "curare il malessere" del quale, in ogni caso, non può essere il partner a farsi carico.
Costruire una relazione funzionale alla gratificazione dei bisogni affettivi di entrambi i partner implica l'assunzione di responsabilità da parte di entrambi, non di uno soltanto, altrimenti non è altro che una "presa in carico terapeutica" mascherata e legittimata dal mito tanto diffuso quanto ingannecole del "io ti salverò".
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Gent.le Ragazza,
il compito dello psicologo non è quello di dare consigli, suggerire comportamenti o scelte ma, al contrario, favorire un processo di empowerment (recupero del potere personale) che consenta alla persona di orientarsi in modo consapevole nell'affrontare il proprio percorso di vita, relazioni affettive comprese.
Ciò che è "giusto" per Lei può essere inaccettabile per un'altra persona, il punto è un altro: cosa resta dei miei sentimenti una volta "spogliati" dalla loro "missione salvifica" ?
il compito dello psicologo non è quello di dare consigli, suggerire comportamenti o scelte ma, al contrario, favorire un processo di empowerment (recupero del potere personale) che consenta alla persona di orientarsi in modo consapevole nell'affrontare il proprio percorso di vita, relazioni affettive comprese.
Ciò che è "giusto" per Lei può essere inaccettabile per un'altra persona, il punto è un altro: cosa resta dei miei sentimenti una volta "spogliati" dalla loro "missione salvifica" ?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3k visite dal 27/02/2017.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.