PERFETTI SCONOSCIUTI
Un giorno sono tranquillo e l'altro molto depresso. Ho sentito dire che non è possibile scoprirsi gay, lo si sa da sempre e lo si "scopre" quando viene accettato.
come è possibile che tutte le mie emozioni passate (fino a 21 anni) fossero contrapposte a quello che oggi credo di essere? Mi ricordo esattamente tutte le cotte, le eccitazioni per ragazze (addirittura quando all'elementari sbirciai involontariamente la scollatura di una maestra), ecc.
Rimango tuttora vergine, poichè sempre stato brutticello e per cui mal voluto dalle ragazze per cui provavo qualcosa; adesso provo a raccontare una storia: "sono un 17enne, non piaccio e aspetto impaziente il mio momento; ogni tanto provo invidia e stupore pensando agli omosessuali, invidia perchè conosco i maschi potrei farlo tutti i giorni e con chi voglio, stupore, come fanno i maschi ad essere attratti da altri maschi, ho giocato a calcio, gli ho visti nudi non mi fanno nessun effetto, non c'è niente di bello da guardare. Cosa ci troveranno i gay? Non capisco, guardo una ragazza con la gonna corta e ne sento il calore (almeno questi sono i miei ricordi), una voce interiore che mi accelera il cuore e mi sento vicino a lei, abracciato con lei, nudo di fronte a tanta bellezza, non riesco a resistere mi piace troppo, è quasi insopportabile.
18 anni, inizio dell'università, mondo nuovo, attraente mi dico... Invece non riesco ad ambientarmi, mi mancano gli amici, la famiglia e non riesco a parlare con nessuno se non "mezzi discorsi" da copione.
Oggi, gennaio 2015, esco con amici,qualche bicchiere, due risate e a ballare. Incontro una ragazza, ci provo, non so neanche se mi interessa, ma la voglio, devo dimostrare qualcosa? Ci baciamo e mi sento a mio agio (credo l'alcol); dopo tanti baci e coccole non mi sento eccitato e quando mi chiede di andare con lei dico no, no? Il giorno dopo mi chiedo se sono gay e guardo maschi nudi sul pc ma non sento NESSUN effetto, neanche un minimo di attrazione.
Le settimane passano in fretta, con uno scarso rendimento nella vita sociale e accademica, con una giornaliera masturbazione che soddisfa sempre meno, arrivo ad agosto. A casa, chi fidanzato, chi si laurea, invece io ossessionato dalla bellezza che non ho e l'invidia per gli altri ragazzi, passo le giornate un pò giù di spirito e arrivò quel giorno: mercoledì notte sono su una chat e parlo con una ragazza, sfodera subito un repertorio a sfondo sessuale, mi eccito ma conosco l'irrealtà delle chat, ad un certo punto prima di chiudere mi scrive:"sono un maschio e voglio mettertelo nel cu". Rimango stupefatto e scatta dentro di me una scintilla indescrivibilmente potente, spaventato vado a dormire".
L'indomani mi svegliai confuso, ed era cambiato tutto, il pene mi eccitava e la vagina no, da allora mi masturbo costantemente con maschi in skype e nelle chat e sono molto infelice. Come posso accettare tutto ciò? sono passati due anni e non riesco.
dovrei provare?Una parte di me spera che sia un incubo da cui svegliarsi.
come è possibile che tutte le mie emozioni passate (fino a 21 anni) fossero contrapposte a quello che oggi credo di essere? Mi ricordo esattamente tutte le cotte, le eccitazioni per ragazze (addirittura quando all'elementari sbirciai involontariamente la scollatura di una maestra), ecc.
Rimango tuttora vergine, poichè sempre stato brutticello e per cui mal voluto dalle ragazze per cui provavo qualcosa; adesso provo a raccontare una storia: "sono un 17enne, non piaccio e aspetto impaziente il mio momento; ogni tanto provo invidia e stupore pensando agli omosessuali, invidia perchè conosco i maschi potrei farlo tutti i giorni e con chi voglio, stupore, come fanno i maschi ad essere attratti da altri maschi, ho giocato a calcio, gli ho visti nudi non mi fanno nessun effetto, non c'è niente di bello da guardare. Cosa ci troveranno i gay? Non capisco, guardo una ragazza con la gonna corta e ne sento il calore (almeno questi sono i miei ricordi), una voce interiore che mi accelera il cuore e mi sento vicino a lei, abracciato con lei, nudo di fronte a tanta bellezza, non riesco a resistere mi piace troppo, è quasi insopportabile.
18 anni, inizio dell'università, mondo nuovo, attraente mi dico... Invece non riesco ad ambientarmi, mi mancano gli amici, la famiglia e non riesco a parlare con nessuno se non "mezzi discorsi" da copione.
Oggi, gennaio 2015, esco con amici,qualche bicchiere, due risate e a ballare. Incontro una ragazza, ci provo, non so neanche se mi interessa, ma la voglio, devo dimostrare qualcosa? Ci baciamo e mi sento a mio agio (credo l'alcol); dopo tanti baci e coccole non mi sento eccitato e quando mi chiede di andare con lei dico no, no? Il giorno dopo mi chiedo se sono gay e guardo maschi nudi sul pc ma non sento NESSUN effetto, neanche un minimo di attrazione.
Le settimane passano in fretta, con uno scarso rendimento nella vita sociale e accademica, con una giornaliera masturbazione che soddisfa sempre meno, arrivo ad agosto. A casa, chi fidanzato, chi si laurea, invece io ossessionato dalla bellezza che non ho e l'invidia per gli altri ragazzi, passo le giornate un pò giù di spirito e arrivò quel giorno: mercoledì notte sono su una chat e parlo con una ragazza, sfodera subito un repertorio a sfondo sessuale, mi eccito ma conosco l'irrealtà delle chat, ad un certo punto prima di chiudere mi scrive:"sono un maschio e voglio mettertelo nel cu". Rimango stupefatto e scatta dentro di me una scintilla indescrivibilmente potente, spaventato vado a dormire".
L'indomani mi svegliai confuso, ed era cambiato tutto, il pene mi eccitava e la vagina no, da allora mi masturbo costantemente con maschi in skype e nelle chat e sono molto infelice. Come posso accettare tutto ciò? sono passati due anni e non riesco.
dovrei provare?Una parte di me spera che sia un incubo da cui svegliarsi.
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gentile ragazzo, racconta una storia di confusione, timidezza e di ricerca di una propria identità. Viste le dinamiche nelle quali si è imbattuto e le reazioni delle quali lei stesso è spaventato definendole un incubo è tempo di confrontarsi con un terapeuta.
Ha bisogno di comprendere la natura delle sue sensazioni e, soprattutto, imparare ad interpretarle nel verso giusto.
Probabilmente quell'esperienza non le ha fatto scoprire di essere gay ma l'ha turbata così tanto che ora non sa più come interpretare certe sensazioni e in quale verso collocarle.
saluti
Ha bisogno di comprendere la natura delle sue sensazioni e, soprattutto, imparare ad interpretarle nel verso giusto.
Probabilmente quell'esperienza non le ha fatto scoprire di essere gay ma l'ha turbata così tanto che ora non sa più come interpretare certe sensazioni e in quale verso collocarle.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Lei ha ragione , però una mia "curiosità" sarebbe capire se ad uno stimolo improvviso in un momento di fragilità sia corrisposto una mal interpretazione dei segnali che oggi ricevo, nel senso che è vero che non so dove collocarle, mi chiedo se è possibile collocarle involontariamente nel posto sbagliato. Mi sento gay oggi semplicemente perchè provo sensazioni che prima non provavo (o per meglio dire le provavo ma per il sesso opposto), non perchè un giorno ho incontrato un ragazzo ecc. mai successo. Se ho capito bene e interpreto la realtà in modo differente dal quale essa si presenta, allora quello che provo dovrebbe essere mal collocato come dice lei. Mi capisca a 23 anni da un terapista è un passo importante, ed ho capito che non ci sono "prove" di cui possa fidarmi. Grazie ad ogni buono, buona giornata
[#3]
(...) Mi capisca a 23 anni da un terapista è un passo importante,(..)
se c'è un disagio è un passo necessario più che importante.
Lo psicologo è come il medico, non è uno sfizio da adulti, ma una necessità (quando si soffre) per ogni età
saluti
se c'è un disagio è un passo necessario più che importante.
Lo psicologo è come il medico, non è uno sfizio da adulti, ma una necessità (quando si soffre) per ogni età
saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2k visite dal 23/02/2017.
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