Attacchi di panico a causa dell'università e della famiglia.
Buonasera. Cerco un consulto in quest'area perché, attualmente, non saprei associare il mio "disturbo" ad altri campi. Sono una studentessa di ventidue anni e da circa tre mesi sto attraverso una vera e propria crisi accompagnata da insonnia, attacchi di panico e sconforto. Tutto è iniziato durante il periodo di transazione liceo/università;mi sono sentita più volte spaventata ma ho ritenuto il mio comportamento caratteristico per ogni giovane adulto che si prepara a scegliere della propria vita.Fin dalle elementari, in quanto persona molto curiosa, ho sempre amato lo studio ed ho avuto sempre ambizioni alte.I miei voti sono stati sempre alti ma a me poco interessava sapere la paginetta di storia ma conoscere realmente e poter affrontare discorsi sull'argomento. Facendo una piccola autoanalisi, penso che il primo problema sia stato la scelta del liceo; una scuola di lingue dove i professori non erano mai presenti, si giocava a carte, si facevano scherzi e le entrate erano sempre posticipate. Da adolescente ho iniziato ad adattarmi alla situazione, alle amicizie "sbagliate" ed anche se la situazione mi pesava (perché non ho imparato nulla) mi sono adagiata. Come anticipato, l'ansia e gli attacchi sono iniziati dopo il liceo perché purtroppo essendomi diplomata con quasi il minimo (65/100) dopo una prova orale praticamente muta ho sentito crollare tutte le mie certezze.Ho scelto ugualmente di proseguire con lingue, ho ignorato i primi sentori di panico e ho sostenuto i primi esami.La scena che mi si ripresenta ogni volta da quattro anni è: problemi fisici legati a alterazioni intestinali e bocca così secca che durante il colloquio sono costretta a bere in continuazione.I problemi si sono presentati, addirittura,circa due anni fa,per due mesi continui con attacchi di diarrea che mi hanno portato non solo a dimagrire oltre 4 kg ma a mangiare quasi niente;dopo una serie di esami costosi il medico mi ha ufficialmente detto che non avevo nulla, sono sanissima e tutte le malattie (come quella dell'intolleranza ai lattici) era scaturita soltanto dalla mia testa. Ormai però mi sono arretrata e mancano dieci esami.Dovrei comunque terminare entro febbraio, quindi non sarebbe mica la fine del mondo.Il fatto sta che,oltre ai miei problemi che ho sempre cercato di risolvere da sola,si è aggiunto il peso della mia famiglia che mi sta accusando di aver perso tempo,di non fare nulla e che devo andarmene a lavorare. Probabilmente è vero,sono troppo emotiva per fare lingue.Capisco la preoccupazione dei miei che giustamente pagano le tasse ma iniziare a lavorare ora vorrebbe dire lasciare da parte gli studi. Ho più volte pensato di abbandonare ma voglio dare un senso ai soldi spesi e, onestamente, anche a tutti i problemi fisici che ho avuto e superato. Chiedo a voi, esperti, se non sia il caso che io chieda davvero consulto a uno specialista. Mi sento in un gabbia fatta di pressioni, cattiverie celate.Non vengo presa sul serio e questo mi fa troppo male.
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Gentile utente,
ritengo che il problema stia nel fatto che
"... miei problemi che ho sempre cercato di risolvere da sola ..."
Non riuscire a chiedere aiuto quando ce n'è veramente bisogno è una decisione - o un'incapacità - che complica i problemi, le relazioni e la vita.
Per rispondere alla Sua domanda:
"Chiedo a voi, esperti, se non sia il caso che io chieda davvero consulto a uno specialista. "
credo proprio di sì!
Si rivolga ad uno psicologo che sia anche Psicoterapeuta.
Se ci sarà necessità di farmaci lo stabilirete poi.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 23/02/2017.
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