Pensieri ossessivi e figli
Gentilissimi,
scrivo per sottoporre un problema mio che temo possa avere conseguenze sui miei bambini (di 6 e 3 anni). Negli ultimi anni (nell'ultimo soprattutto) ho avuto diverse fonti di stress (insoddisfazione e ansia per il lavoro, casa in ristrutturazione e un lutto in famiglia) che hanno portato il riemergere di un problema che ho già affrontato con una psicologa in due momenti diversi della mia vita anni fa e che ho risolto. Nel senso che riesco ad affrontare la cosa in modo positivo da sola, in questi giorni però la cosa mi sta sfuggendo di mano. Ho pensieri ossessivi assurdi che mi fanno venire la nausea e non riesco a distogliermi da questi pensieri: ho paura di prendere malattie infettive (es. hiv), è sempre stata questa la mia ansia principale non so perché, ma adesso ho paura che lo prendano i bambini adesso o quando saranno più grandi, ho letto di bambini e ragazzi che lo hanno e non se ne parla e mi viene l'ansia anche se so come si prende e che non sono normali queste ansie. Quando le cose vanno un pò diversamente da come avevo pensato o ragionato vado in tilt. Le gravidanze mi hanno aiutata molto nel gestire queste ansie perché da quando sono rimasta incinta affronto le cose con molta più serenità, ma le preoccupazioni anche economiche hanno fatto riemergere il disturbo adesso. Quando la cosa degenera cerco di porvi rimedio, ma adesso sono in difficoltà. Per tanti anni sono stata bene: certo tendo a pensare più del normale, ma non in modo patologico e senza pensieri ossessivi.
Ho paura che questi miei disturbi incidano negativamente anche sui bambini, che assorbono tutto come spugne. In particolare, mio figlio grande mi somiglia molto ed è sempre preoccupato se fa qualcosa per cui lo sgridiamo e si dà le manate da solo per punirsi. Non succede spesso però mi fa riflettere. E' un bambino molto intelligente, curioso e sensibile e le maestre dell'asilo sono molto contente di lui, dicono che è bravissimo, aiuta i compagni, gioca sereno. Probabilmente io mi preoccupo per poco anche perché è generalmente un bambino bravo e fa le cose tipiche della sua età, ma in questo periodo è molto attaccato a me e anche quando esco un paio d'ore con le amiche o per fare la spesa inizia a piangere quasi senza respirare con scenate assurde. Voglio però che capisca che io ci sono sempre per lui ma ho anche una vita come donna che lavora. Le stesse scenate capita che le faccia anche per cose da poco: un gioco che non riesce o un vestito che non piace.
Aggiungo solo che non sono una mamma ansiosa, i bambini li faccio giocare fuori, sporcare, aiutare in casa etc...per dire che non li tengo sotto una campana di vetro e prima di questo momento non ho mai avuto particolari ansie su di loro, affrontando i problemi quando si presentavano.
So che ho messo insieme due problemi, i miei disturbi ossessivi e i comportamenti di mio figlio, ma ho paura che queste mie preoccupazioni che mi fanno essere sempre nervosa non aiutino lui a vivere sereno.
scrivo per sottoporre un problema mio che temo possa avere conseguenze sui miei bambini (di 6 e 3 anni). Negli ultimi anni (nell'ultimo soprattutto) ho avuto diverse fonti di stress (insoddisfazione e ansia per il lavoro, casa in ristrutturazione e un lutto in famiglia) che hanno portato il riemergere di un problema che ho già affrontato con una psicologa in due momenti diversi della mia vita anni fa e che ho risolto. Nel senso che riesco ad affrontare la cosa in modo positivo da sola, in questi giorni però la cosa mi sta sfuggendo di mano. Ho pensieri ossessivi assurdi che mi fanno venire la nausea e non riesco a distogliermi da questi pensieri: ho paura di prendere malattie infettive (es. hiv), è sempre stata questa la mia ansia principale non so perché, ma adesso ho paura che lo prendano i bambini adesso o quando saranno più grandi, ho letto di bambini e ragazzi che lo hanno e non se ne parla e mi viene l'ansia anche se so come si prende e che non sono normali queste ansie. Quando le cose vanno un pò diversamente da come avevo pensato o ragionato vado in tilt. Le gravidanze mi hanno aiutata molto nel gestire queste ansie perché da quando sono rimasta incinta affronto le cose con molta più serenità, ma le preoccupazioni anche economiche hanno fatto riemergere il disturbo adesso. Quando la cosa degenera cerco di porvi rimedio, ma adesso sono in difficoltà. Per tanti anni sono stata bene: certo tendo a pensare più del normale, ma non in modo patologico e senza pensieri ossessivi.
Ho paura che questi miei disturbi incidano negativamente anche sui bambini, che assorbono tutto come spugne. In particolare, mio figlio grande mi somiglia molto ed è sempre preoccupato se fa qualcosa per cui lo sgridiamo e si dà le manate da solo per punirsi. Non succede spesso però mi fa riflettere. E' un bambino molto intelligente, curioso e sensibile e le maestre dell'asilo sono molto contente di lui, dicono che è bravissimo, aiuta i compagni, gioca sereno. Probabilmente io mi preoccupo per poco anche perché è generalmente un bambino bravo e fa le cose tipiche della sua età, ma in questo periodo è molto attaccato a me e anche quando esco un paio d'ore con le amiche o per fare la spesa inizia a piangere quasi senza respirare con scenate assurde. Voglio però che capisca che io ci sono sempre per lui ma ho anche una vita come donna che lavora. Le stesse scenate capita che le faccia anche per cose da poco: un gioco che non riesce o un vestito che non piace.
Aggiungo solo che non sono una mamma ansiosa, i bambini li faccio giocare fuori, sporcare, aiutare in casa etc...per dire che non li tengo sotto una campana di vetro e prima di questo momento non ho mai avuto particolari ansie su di loro, affrontando i problemi quando si presentavano.
So che ho messo insieme due problemi, i miei disturbi ossessivi e i comportamenti di mio figlio, ma ho paura che queste mie preoccupazioni che mi fanno essere sempre nervosa non aiutino lui a vivere sereno.
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"Negli ultimi anni (nell'ultimo soprattutto) ho avuto diverse fonti di stress (insoddisfazione e ansia per il lavoro, casa in ristrutturazione e un lutto in famiglia) che hanno portato il riemergere di un problema che ho già affrontato con una psicologa in due momenti diversi della mia vita anni fa e che ho risolto. Nel senso che riesco ad affrontare la cosa in modo positivo da sola, in questi giorni però la cosa mi sta sfuggendo di mano."
Gent.le Sig.ra,
i pensieri ossessivi sono la conseguenza di un disagio, non vanno confusi con il disagio stesso e risolverli non significa imparare a "distogliere l'attenzione", specialmente se quell'attenzione si sposta sui figli, alimentando involontariamente e indirettamente il loro disagio (difficoltà a tollerare l'assenza della figura materna, interiorizzazione di un atteggiamento ipercritico verso se stessi).
Le consiglierei di riprendere il percorso terapeutico che forse ha soltanto bisogno di essere completato per consolidare il processo di cambiamento avviato ma non ancora consolidato.
Gent.le Sig.ra,
i pensieri ossessivi sono la conseguenza di un disagio, non vanno confusi con il disagio stesso e risolverli non significa imparare a "distogliere l'attenzione", specialmente se quell'attenzione si sposta sui figli, alimentando involontariamente e indirettamente il loro disagio (difficoltà a tollerare l'assenza della figura materna, interiorizzazione di un atteggiamento ipercritico verso se stessi).
Le consiglierei di riprendere il percorso terapeutico che forse ha soltanto bisogno di essere completato per consolidare il processo di cambiamento avviato ma non ancora consolidato.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Gentilissima,
grazie per la rapidità della risposta. Capisco quello che dice in merito al disagio, infatti, penso che il riemergere di questi pensieri sia dovuto ad un disagio mio interiore dovuto a queste fonti di stress che ho accennato che mi provocano nervosismo e ansia. Dopo il percorso terapeutico non dico che sono guarita, ma ho davvero vissuto molto serenamente senza pensieri ossessivi e non ho "distolto l'attenzione", ma sinceramente non avevo questi disturbi, non erano semplicemente nascosti, sono sempre riuscita ad affrontare momenti di disagio senza manifestare questo disturbo...non so se mi sono spiegata. Forse non mi sono resa conto di aver caricato delle ansie sui bambini, soprattutto con il più grande che è molto sensibile, e dovrò cercare di migliorare e di cambiare, ma a parte scatti di rabbia che penso siano normali in una mamma (qualche urlo di troppo, ma niente di più) penso di essere sempre stata positiva con loro...anche interiormente intendo. Questi disturbi non erano mascherati e distolti, ma stanno tornando in modo preponderante adesso dopo un anno stressante sotto molti punti di vista. Il bambino grande ha iniziato ora a lamentare che non ci siamo mai e soffre molto la nascita del fratellino. Lo ama molto ed è molto protettivo nei suoi confronti, ma soffre il fatto di non potermi avere tutta per sè. Però è per la maggior parte sereno, lo osservo molto e vedo che non ha problemi di relazione o comportamentali, ma certamente questo attaccamento non è rassicurante...sicuramente se dovessero aumentare questi episodi mi rivolgerò ad un esperto. Purtroppo in questo periodo non so se riuscirò a riprendere il percorso terapeutico anche per motivi economici, oltre che difficoltà organizzative famigliari.
Grazie davvero di cuore per la risposta.
Cordiali saluti.
grazie per la rapidità della risposta. Capisco quello che dice in merito al disagio, infatti, penso che il riemergere di questi pensieri sia dovuto ad un disagio mio interiore dovuto a queste fonti di stress che ho accennato che mi provocano nervosismo e ansia. Dopo il percorso terapeutico non dico che sono guarita, ma ho davvero vissuto molto serenamente senza pensieri ossessivi e non ho "distolto l'attenzione", ma sinceramente non avevo questi disturbi, non erano semplicemente nascosti, sono sempre riuscita ad affrontare momenti di disagio senza manifestare questo disturbo...non so se mi sono spiegata. Forse non mi sono resa conto di aver caricato delle ansie sui bambini, soprattutto con il più grande che è molto sensibile, e dovrò cercare di migliorare e di cambiare, ma a parte scatti di rabbia che penso siano normali in una mamma (qualche urlo di troppo, ma niente di più) penso di essere sempre stata positiva con loro...anche interiormente intendo. Questi disturbi non erano mascherati e distolti, ma stanno tornando in modo preponderante adesso dopo un anno stressante sotto molti punti di vista. Il bambino grande ha iniziato ora a lamentare che non ci siamo mai e soffre molto la nascita del fratellino. Lo ama molto ed è molto protettivo nei suoi confronti, ma soffre il fatto di non potermi avere tutta per sè. Però è per la maggior parte sereno, lo osservo molto e vedo che non ha problemi di relazione o comportamentali, ma certamente questo attaccamento non è rassicurante...sicuramente se dovessero aumentare questi episodi mi rivolgerò ad un esperto. Purtroppo in questo periodo non so se riuscirò a riprendere il percorso terapeutico anche per motivi economici, oltre che difficoltà organizzative famigliari.
Grazie davvero di cuore per la risposta.
Cordiali saluti.
[#3]
Gentile utente,
ci accenna al
"riemergere di un problema che ho già affrontato con una psicologa in due momenti diversi della mia vita anni fa e che ho risolto."
Forse non si risolve mai una volta per tutte.
Periodi di stress coincidono con ricadute ... non disonorevoli...
Basta riprendere le fila della terapia, e talvolta in breve tempo se ne riprende anche la soluzione.
Lei dice che "in questo periodo non so se riuscirò a riprendere il percorso terapeutico anche per motivi economici, oltre che difficoltà organizzative famigliari."
Ma quando ritiene importante la cosa, una mamma trova la soluzione: Consultorio, Azienda Sanitaria, ecc..
perchè sa che la propria serenità incide su quella dei propri figli.
ci accenna al
"riemergere di un problema che ho già affrontato con una psicologa in due momenti diversi della mia vita anni fa e che ho risolto."
Forse non si risolve mai una volta per tutte.
Periodi di stress coincidono con ricadute ... non disonorevoli...
Basta riprendere le fila della terapia, e talvolta in breve tempo se ne riprende anche la soluzione.
Lei dice che "in questo periodo non so se riuscirò a riprendere il percorso terapeutico anche per motivi economici, oltre che difficoltà organizzative famigliari."
Ma quando ritiene importante la cosa, una mamma trova la soluzione: Consultorio, Azienda Sanitaria, ecc..
perchè sa che la propria serenità incide su quella dei propri figli.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Grazie di cuore per le risposte.
il problema è sempre lo stesso, pensieri ossessivi che creano problemi allo svolgimento normale della vita, simili nei contenuti ma stavolta la paura è per i figli.
Lei ha ragione e cercherò una strada, ma davvero la questione economica non ci lascia tregua e nello stesso tempo aumentano i sensi di colpa verso i bambini perché mi rendo conto che involontariamente anche loro ne risentono. E' un circolo vizioso.
Buona giornata e buon lavoro.
GRAZIE.
il problema è sempre lo stesso, pensieri ossessivi che creano problemi allo svolgimento normale della vita, simili nei contenuti ma stavolta la paura è per i figli.
Lei ha ragione e cercherò una strada, ma davvero la questione economica non ci lascia tregua e nello stesso tempo aumentano i sensi di colpa verso i bambini perché mi rendo conto che involontariamente anche loro ne risentono. E' un circolo vizioso.
Buona giornata e buon lavoro.
GRAZIE.
[#7]
Gent.le Sig.ra,
mi fa molto piacere sapere che Le siamo stati d'aiuto nel fare chiarezza dentro di sé in un momento così delicato.
La sua esperienza può essere di aiuto anche ad altri utenti che leggono le pagine di questo servizio on line.
Le faccio i miei migliori auguri.
mi fa molto piacere sapere che Le siamo stati d'aiuto nel fare chiarezza dentro di sé in un momento così delicato.
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Le faccio i miei migliori auguri.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.2k visite dal 21/02/2017.
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