Incapacità di amare
La mia domanda è:
si può vivere una vita senza la necessità di avere una relazione? oppure la cosa viene considerata come incapacità di amare?
Ho 27 anni laureato da qualche mese, lavoro come praticante, tanti sogni e progetti che voglio realizzare, ho conosciuto un po di ragazze che mi piacevano sia fisicamente che caratterialmente, ho instaurato un legame affettivo, ma arrivati al dunque cioè quando la cosa si doveva concretizzare in qualcosa di più e nonostante l'affetto mi sono tirato sempre indietro perchè sentivo la necessità di essere libero, di avere progetti, magari se trovo lavoro da altre parti di trasferirmi per inseguire i miei sogni, viaggiare. ecc
Solo una volta mi capitò una ragazza in cui mi andava di concretizzare ma non era corrisposta come cosa per il resto ho sempre rifiutato o comunque non sono mai arrivato al dunque.
Apparte questo dubbio conduco una vita normale, amici uscite non mi sento in solitudine o triste
Quando la cosa può considerarsi normale e quando si oltrepassa il limite?
Mi sono posto questo dubbio, o forse semplicemente ancora non ho conosciuto la persona giusta.
si può vivere una vita senza la necessità di avere una relazione? oppure la cosa viene considerata come incapacità di amare?
Ho 27 anni laureato da qualche mese, lavoro come praticante, tanti sogni e progetti che voglio realizzare, ho conosciuto un po di ragazze che mi piacevano sia fisicamente che caratterialmente, ho instaurato un legame affettivo, ma arrivati al dunque cioè quando la cosa si doveva concretizzare in qualcosa di più e nonostante l'affetto mi sono tirato sempre indietro perchè sentivo la necessità di essere libero, di avere progetti, magari se trovo lavoro da altre parti di trasferirmi per inseguire i miei sogni, viaggiare. ecc
Solo una volta mi capitò una ragazza in cui mi andava di concretizzare ma non era corrisposta come cosa per il resto ho sempre rifiutato o comunque non sono mai arrivato al dunque.
Apparte questo dubbio conduco una vita normale, amici uscite non mi sento in solitudine o triste
Quando la cosa può considerarsi normale e quando si oltrepassa il limite?
Mi sono posto questo dubbio, o forse semplicemente ancora non ho conosciuto la persona giusta.
[#1]
Gentile utente,
non credo le aiuterebbe molto l'informazione statistica sulle aumentate probabilità di sopravvivenza di individui in coppia, in contesti dove la stessa sopravvivenza sia messa in discussione, rispetto ad individui soli nelle stesse condizioni (pensi all'uomo delle caverne o ai soldati in guerra).
Lei d'altronde non descrive una situazione di pericolo.
L'intimità è un bisogno fondamentale e l'essere umano è un monogamo seriale (le consiglio il libro "Attaccamento e amore" di Grazia Attili) per cui passare da una relazione all'altra è statisticamente normale, nelle culture che lo consentano.
La frequenza e le motivazioni dei passaggi danno però più informazioni sulla salute (intesa come serenità, consapevolezza, ecc.) con cui questi avvengono, al netto dell'elaborazione del lutto connesso alla fine di una relazione significativa.
Per come ha posto la domanda sembrerebbe infatti che il suo "normale" stia per "rassicurante" e "anormale" stia per "preoccupante". Quindi mi pongo alcune domande. Chi la spinge oggi a porsi questa domanda? Cosa sarebbe per lei anormale in questo ambito? Si riferisce ad un dubbio sull'orientamento sessuale? O sulla possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili passando da un partner al'altro?
O parliamo della paura del futuro? Quando chiede di questa "normalità" ha in mente qualcuno in particolare che se ne discosta e che la preoccupa? E' stato "accusato" da qualcuno, recentemente, di non concretizzare, in un modo che la ha particolarmente colpita?
Lei descrive la sua situazione in maniera tranquillizzante: lavora, ha amici, non si sente triste. Sembra che voglia difendere gli stessi psicologi a cui pone la domanda dalla preoccupazione, che è abbastanza grande da spingerla a scrivere qui. Le risposte che ha ricevuto da quegli amici con cui esce non sono state sufficienti? Cosa è mancato alle conversazioni con loro su questo argomento, se ci sono state?
Tante domande perché nessuno potrà mai dirle cosa è "normale" per lei, ma è giusto che lei chiarisca a se stesso cosa vuole per sé, in modo da dirigercisi verso.
non credo le aiuterebbe molto l'informazione statistica sulle aumentate probabilità di sopravvivenza di individui in coppia, in contesti dove la stessa sopravvivenza sia messa in discussione, rispetto ad individui soli nelle stesse condizioni (pensi all'uomo delle caverne o ai soldati in guerra).
Lei d'altronde non descrive una situazione di pericolo.
L'intimità è un bisogno fondamentale e l'essere umano è un monogamo seriale (le consiglio il libro "Attaccamento e amore" di Grazia Attili) per cui passare da una relazione all'altra è statisticamente normale, nelle culture che lo consentano.
La frequenza e le motivazioni dei passaggi danno però più informazioni sulla salute (intesa come serenità, consapevolezza, ecc.) con cui questi avvengono, al netto dell'elaborazione del lutto connesso alla fine di una relazione significativa.
Per come ha posto la domanda sembrerebbe infatti che il suo "normale" stia per "rassicurante" e "anormale" stia per "preoccupante". Quindi mi pongo alcune domande. Chi la spinge oggi a porsi questa domanda? Cosa sarebbe per lei anormale in questo ambito? Si riferisce ad un dubbio sull'orientamento sessuale? O sulla possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili passando da un partner al'altro?
O parliamo della paura del futuro? Quando chiede di questa "normalità" ha in mente qualcuno in particolare che se ne discosta e che la preoccupa? E' stato "accusato" da qualcuno, recentemente, di non concretizzare, in un modo che la ha particolarmente colpita?
Lei descrive la sua situazione in maniera tranquillizzante: lavora, ha amici, non si sente triste. Sembra che voglia difendere gli stessi psicologi a cui pone la domanda dalla preoccupazione, che è abbastanza grande da spingerla a scrivere qui. Le risposte che ha ricevuto da quegli amici con cui esce non sono state sufficienti? Cosa è mancato alle conversazioni con loro su questo argomento, se ci sono state?
Tante domande perché nessuno potrà mai dirle cosa è "normale" per lei, ma è giusto che lei chiarisca a se stesso cosa vuole per sé, in modo da dirigercisi verso.
Dr.ssa Daniela Magri
www.danielamagripsicoterapeuta.it
[#2]
"Quando la cosa può considerarsi normale e quando si oltrepassa il limite?"
Gent.le Ragazzo,
l'unico limite che può esserci deriva dall'atteggiamento giudicante che rivolgiamo verso i nostri sentimenti, aspirazioni, scelte, comportamenti ecc.
In alternativa, possiamo concederci la possibilità di costruire il nostro percorso di vita in funzione di ciò che siamo e non in funzione di ciò che "dovremmo essere", per sentirci normali.
La "persona giusta "così come la " normalità" sono solo dei modi di dire che si fondano su una concezione ideale e quindi poco realistica della vita e delle relazioni interpersonali.
Gent.le Ragazzo,
l'unico limite che può esserci deriva dall'atteggiamento giudicante che rivolgiamo verso i nostri sentimenti, aspirazioni, scelte, comportamenti ecc.
In alternativa, possiamo concederci la possibilità di costruire il nostro percorso di vita in funzione di ciò che siamo e non in funzione di ciò che "dovremmo essere", per sentirci normali.
La "persona giusta "così come la " normalità" sono solo dei modi di dire che si fondano su una concezione ideale e quindi poco realistica della vita e delle relazioni interpersonali.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Utente
Chi la spinge oggi a porsi questa domanda?
Le ragazze che ho frequentato e non ho concretizzato mi hanno diciamo accusato che non so decidermi, non mi voglio assumere le mie responsabilità e che sono troppo concentrato su me stesso. Motivo del mio dubbio.
Cosa sarebbe per lei anormale in questo ambito?
Non saprei volevo solo affermare che esco, ho amici, lavoro nel senso che ho una vita sociale tutto qui, è un dettaglio aggiunto.
Si riferisce ad un dubbio sull'orientamento sessuale?
No
O sulla possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili passando da un partner al'altro?
No
O parliamo della paura del futuro?
Un po forse, di rimanere da solo col mio carattere ma lieve, più dubbio.
Quando chiede di questa "normalità" ha in mente qualcuno in particolare che se ne discosta e che la preoccupa?
No era solo un modo per dire che esco, lavoro ho una vita normale era un dettaglio aggiunto.
E' stato "accusato" da qualcuno, recentemente, di non concretizzare, in un modo che la ha particolarmente colpita?
Una volta una ragazza che frequentavo mi ha detto che avevo tendenza caratteriale ad essere un po narcisista.
Le ragazze che ho frequentato e non ho concretizzato mi hanno diciamo accusato che non so decidermi, non mi voglio assumere le mie responsabilità e che sono troppo concentrato su me stesso. Motivo del mio dubbio.
Cosa sarebbe per lei anormale in questo ambito?
Non saprei volevo solo affermare che esco, ho amici, lavoro nel senso che ho una vita sociale tutto qui, è un dettaglio aggiunto.
Si riferisce ad un dubbio sull'orientamento sessuale?
No
O sulla possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili passando da un partner al'altro?
No
O parliamo della paura del futuro?
Un po forse, di rimanere da solo col mio carattere ma lieve, più dubbio.
Quando chiede di questa "normalità" ha in mente qualcuno in particolare che se ne discosta e che la preoccupa?
No era solo un modo per dire che esco, lavoro ho una vita normale era un dettaglio aggiunto.
E' stato "accusato" da qualcuno, recentemente, di non concretizzare, in un modo che la ha particolarmente colpita?
Una volta una ragazza che frequentavo mi ha detto che avevo tendenza caratteriale ad essere un po narcisista.
[#4]
"ho instaurato un legame affettivo, ma arrivati al dunque cioè quando la cosa si doveva concretizzare in qualcosa di più"
Mi spiega meglio.
Si è fidanzato, ha avuto dei rapporti sessuali, ma non si è voluto legare piu stabilmente?
Non è molto chiaro dal suo racconto.
Mi spiega meglio.
Si è fidanzato, ha avuto dei rapporti sessuali, ma non si è voluto legare piu stabilmente?
Non è molto chiaro dal suo racconto.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Utente
Dire la parola fidanzamento è già troppo, non l'ho mai chiamato in questo modo il rapporto, già la parola fidanzamento per me è troppo, nel concreto:
- rapporti sessuali si
- affettivi anche
ma appunto arrivati al dunque quando mi si chiedeva qualcosa in più e più concreto tipo fidanzamento classico con progetto di vita mettiamola così mi bloccavo.
- rapporti sessuali si
- affettivi anche
ma appunto arrivati al dunque quando mi si chiedeva qualcosa in più e più concreto tipo fidanzamento classico con progetto di vita mettiamola così mi bloccavo.
[#6]
"Una volta una ragazza che frequentavo mi ha detto che avevo tendenza caratteriale ad essere un po narcisista."
Gent.le Ragazzo,
l'atteggiamento giudicante a volte lo rivolgiamo contro l'altro, specialmente se delude le nostre aspettative, costruendoci una storia coerente che ci raccontiamo per rassicurarci.
In altre parole,meglio darti del narcisista che riconoscere che non ti piaccio abbastanza e quindi non ti va di proseguire la frequentazione. In realtà, sto solo cercando di "ammortizzare" la delusione colpevolizzando l'altro.
Naturalmente quello che ho descritto è un ipotetico vissuto della ragazza che stavi frequentando, ma è solo un esempio che non ci dice nulla riguardo al tuo vissuto.
Il fidanzamento così come la convivenza/matrimonio non dovrebbero diventare "tappe obbligate" dettate dall'età o dalla condizione lavorativa, ma scelte consapevoli derivanti da una progettualità esplicita e non frutto del mero adeguamento a convenzioni sociali, sempre più spesso messe in discussione in questa "società liquida" come l'ha brillantemente definita Zigmunt Bauman.
Gent.le Ragazzo,
l'atteggiamento giudicante a volte lo rivolgiamo contro l'altro, specialmente se delude le nostre aspettative, costruendoci una storia coerente che ci raccontiamo per rassicurarci.
In altre parole,meglio darti del narcisista che riconoscere che non ti piaccio abbastanza e quindi non ti va di proseguire la frequentazione. In realtà, sto solo cercando di "ammortizzare" la delusione colpevolizzando l'altro.
Naturalmente quello che ho descritto è un ipotetico vissuto della ragazza che stavi frequentando, ma è solo un esempio che non ci dice nulla riguardo al tuo vissuto.
Il fidanzamento così come la convivenza/matrimonio non dovrebbero diventare "tappe obbligate" dettate dall'età o dalla condizione lavorativa, ma scelte consapevoli derivanti da una progettualità esplicita e non frutto del mero adeguamento a convenzioni sociali, sempre più spesso messe in discussione in questa "società liquida" come l'ha brillantemente definita Zigmunt Bauman.
[#7]
Provi a consultare queste letture, e questa video intervista su "amore e paura"
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4219-sappiamo-ancora-amare-la-nuova-grammatica-del-cuore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6090-amore-e-paura-le-intermittenze-del-cuore.html
È questa video intervista:
https://m.youtube.com/watch?v=hbh5mFUVPok
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4219-sappiamo-ancora-amare-la-nuova-grammatica-del-cuore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6090-amore-e-paura-le-intermittenze-del-cuore.html
È questa video intervista:
https://m.youtube.com/watch?v=hbh5mFUVPok
[#8]
Gentile utente,
mi permetto di aggiungere un'ulteriore riflessione alle considerazioni dei colleghi, date le risposte che ci fornisce. È chiaro cosa le ragazze le abbiano detto ed è chiaro che la sua vita al momento si svolga secondo canoni socialmente accettabili, per cui quel che resta sembrerebbe il fatto che lei si renda conto che la relazione non la soddisfi pienamente solo nel momento in cui le viene richiesto un impegno, come se fin a quel momento non se ne fosse reso conto. Potrebbe quindi ipotizzarsi che si trovi spesso in relazioni per cui in qualche modo non veda un futuro sin dall'inizio, scegliendo persone con cui non lo programmera'. Non so se lo faccia consapevolmente o se sia rassegnato, come se fosse impossibile condividere un'esperienza di trasferimento, di nuovo lavoro, di nuove esperienze con un altra persona. Non è chiaro neppure se sia proprio così, ossia se lei espliciti questo suo timore o convinzione e l'altra persona lo confermi, o se si limiti a scegliere persone così radicate da non poter fare alcun cambiamento. Da quel che dice però sembra che non si sia neppure mai trovato nella situazione reale di doversi porre il problema, come se avesse sempre avuto accanto persone con cui non avrebbe voluto porselo. Le relazioni si costruiscono nel tempo, lasciando aperte le possibilità che le cose accadano. Se qualcosa,all'inizio di una relazione, le impedisce di lasciare aperte tutte le possibilità e rimane anche non detto, soprattutto a se stesso, rischia di farle vivere relazioni con la persona con cui forse non vuol stare completamente, insoddisfacenti, e quindi naturalmente prive di futuro.
Buona giornata
mi permetto di aggiungere un'ulteriore riflessione alle considerazioni dei colleghi, date le risposte che ci fornisce. È chiaro cosa le ragazze le abbiano detto ed è chiaro che la sua vita al momento si svolga secondo canoni socialmente accettabili, per cui quel che resta sembrerebbe il fatto che lei si renda conto che la relazione non la soddisfi pienamente solo nel momento in cui le viene richiesto un impegno, come se fin a quel momento non se ne fosse reso conto. Potrebbe quindi ipotizzarsi che si trovi spesso in relazioni per cui in qualche modo non veda un futuro sin dall'inizio, scegliendo persone con cui non lo programmera'. Non so se lo faccia consapevolmente o se sia rassegnato, come se fosse impossibile condividere un'esperienza di trasferimento, di nuovo lavoro, di nuove esperienze con un altra persona. Non è chiaro neppure se sia proprio così, ossia se lei espliciti questo suo timore o convinzione e l'altra persona lo confermi, o se si limiti a scegliere persone così radicate da non poter fare alcun cambiamento. Da quel che dice però sembra che non si sia neppure mai trovato nella situazione reale di doversi porre il problema, come se avesse sempre avuto accanto persone con cui non avrebbe voluto porselo. Le relazioni si costruiscono nel tempo, lasciando aperte le possibilità che le cose accadano. Se qualcosa,all'inizio di una relazione, le impedisce di lasciare aperte tutte le possibilità e rimane anche non detto, soprattutto a se stesso, rischia di farle vivere relazioni con la persona con cui forse non vuol stare completamente, insoddisfacenti, e quindi naturalmente prive di futuro.
Buona giornata
[#9]
Utente
Ha ragione lei forse non tengo aperte tutte le possibilità perchè queste relazioni sono insoddisfacenti già in partenza e quindi prive di futuro. Effettivamente è così o comunque lo senti dentro che qualcosa non ti soddisfa, però a volte provo comunque a vedere se mi sbaglio, non voglio rimpianti meglio averci provato e scoperto che non ci si poteva impegnare che non frequentare apriori una persona già per partito preso.
Però penso abbia ragione lei, io sono felice da solo per ora almeno fin quando non troverò quella persona che mi faccia tenere aperte tutte le possibilità fin dall'inizio, fin quando non sentirò quello che lei dice. Stare con una persona che non ti fa tenere aperte tutte le possibilità fin dall'inizio è frustrante.
Però penso abbia ragione lei, io sono felice da solo per ora almeno fin quando non troverò quella persona che mi faccia tenere aperte tutte le possibilità fin dall'inizio, fin quando non sentirò quello che lei dice. Stare con una persona che non ti fa tenere aperte tutte le possibilità fin dall'inizio è frustrante.
[#11]
Se almeno una volta ha avuto una relazione per la quale sarebbe stato disposto a "concretizzare", per usare la sua stessa parola, ma la cosa non è andata avanti perché non c'era interesse dall'altra parte, significa probabilmente e semplicemente che finora non ha ancora trovato la ragazza giusta per lei. E che in tale occasione è stato solo un po' sfortunato.
Perciò eviterei di ossessionarmi su dubbi e controdubbi e continuerei a fare esperienza.
A 27 anni c'è ancora ampio margine di tempo per trovare l'amore.
Perciò eviterei di ossessionarmi su dubbi e controdubbi e continuerei a fare esperienza.
A 27 anni c'è ancora ampio margine di tempo per trovare l'amore.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 3.9k visite dal 17/02/2017.
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