Soffro in maniera più o meno intensa d'ansia
Salve.
Sono 3 anni ormai che soffro in maniera più o meno intensa d'ansia.
La prima volta è comparsa circa nel periodo delle scuole superiori, non sono mai riuscito a capire esattamente quali siano stati i fattori scatenanti, per quanto ricordi poco di quel periodo, posso dire con certezza che la mole di studio era intensa, persi un familiare e mi capitava (molto sporadicamente) di fare uso di marijuana.
La mia entrata in questo "status" non è ben descrivibile, ricordo che da un giorno scolastico all'altro cominciai a sentirmi sempre più stanco ed affaticato (anche fisiciamente) senza un apparente motivo, tale disagio ebbe la sua più significativa manifestazione in un attacco di panico accaduto un pomeriggio: ero sdraiato sul letto e cominciai ad avere una forte tachicardia, dal momento che questa sensazione mi era particolarmente nuova allora cominciai ad andare nel panico. Inizialmente pensavo che questo mio malessere fosse dovuto a un qualcosa di fisico, ma accertatomi con i dovuti esami medici che così effettivamente non fosse, ricollegai allora il tutto a un problema di natura psicologica. Non mi rivolsi immediatamente a uno specialista, credevo infatti che potesse trattarsi di una fase temporanea, abbastanza normale per un adolescente, ma con il passare del tempo il mio problema perdurava e non riuscivo a concentrarmi bene nello studio (cosa che mi era sempre riuscita facile e con poco sforzo), ero particolarmente pessimista, perennemente assonnato e irrequieto.
Sono sempre stato un soggetto un pò ansioso, ma non ho mai avuto, nei primi anni di giovinezza, episodi che potessero in qualche modo compromettere il mio stile di vita o l'approccio alle cose come effettivamente è accaduto a seguito di questo periodo...
Non ho mai più avuto, escludendo il primo attacco di panico, ulteriori manifestazioni fisiche così disagianti, ma alcuni sintomi sono rimasti: fitte/fastidi alla testa (in particolare alle tempie), sonnolenza (non sempre), e momenti di "astrazione" in cui mi immergo nei miei pensieri, senza essere sufficientemente reattivo e coinvolto nelle situazioni e eventi che mi circondano.
Sottolineo che il problema in questi anni si è attenuato, ma non sono totalmente soddisfatto della cosa. Vorrei tornare a essere "giovane" o comunque a essere capace di svuotare la mente da pensieri così irrazionali, ossessivi e limitanti... per farla breve, vorrei smetterla di vivere nella mia testa.
Mi sono rivolto a uno specialista, ma ho effettuato poche sedute e il metodo ipnosi non mi è sembrato molto efficace.
Sono 3 anni ormai che soffro in maniera più o meno intensa d'ansia.
La prima volta è comparsa circa nel periodo delle scuole superiori, non sono mai riuscito a capire esattamente quali siano stati i fattori scatenanti, per quanto ricordi poco di quel periodo, posso dire con certezza che la mole di studio era intensa, persi un familiare e mi capitava (molto sporadicamente) di fare uso di marijuana.
La mia entrata in questo "status" non è ben descrivibile, ricordo che da un giorno scolastico all'altro cominciai a sentirmi sempre più stanco ed affaticato (anche fisiciamente) senza un apparente motivo, tale disagio ebbe la sua più significativa manifestazione in un attacco di panico accaduto un pomeriggio: ero sdraiato sul letto e cominciai ad avere una forte tachicardia, dal momento che questa sensazione mi era particolarmente nuova allora cominciai ad andare nel panico. Inizialmente pensavo che questo mio malessere fosse dovuto a un qualcosa di fisico, ma accertatomi con i dovuti esami medici che così effettivamente non fosse, ricollegai allora il tutto a un problema di natura psicologica. Non mi rivolsi immediatamente a uno specialista, credevo infatti che potesse trattarsi di una fase temporanea, abbastanza normale per un adolescente, ma con il passare del tempo il mio problema perdurava e non riuscivo a concentrarmi bene nello studio (cosa che mi era sempre riuscita facile e con poco sforzo), ero particolarmente pessimista, perennemente assonnato e irrequieto.
Sono sempre stato un soggetto un pò ansioso, ma non ho mai avuto, nei primi anni di giovinezza, episodi che potessero in qualche modo compromettere il mio stile di vita o l'approccio alle cose come effettivamente è accaduto a seguito di questo periodo...
Non ho mai più avuto, escludendo il primo attacco di panico, ulteriori manifestazioni fisiche così disagianti, ma alcuni sintomi sono rimasti: fitte/fastidi alla testa (in particolare alle tempie), sonnolenza (non sempre), e momenti di "astrazione" in cui mi immergo nei miei pensieri, senza essere sufficientemente reattivo e coinvolto nelle situazioni e eventi che mi circondano.
Sottolineo che il problema in questi anni si è attenuato, ma non sono totalmente soddisfatto della cosa. Vorrei tornare a essere "giovane" o comunque a essere capace di svuotare la mente da pensieri così irrazionali, ossessivi e limitanti... per farla breve, vorrei smetterla di vivere nella mia testa.
Mi sono rivolto a uno specialista, ma ho effettuato poche sedute e il metodo ipnosi non mi è sembrato molto efficace.
[#1]
"non sono mai riuscito a capire esattamente quali siano stati i fattori scatenanti, "
Da solo non è possibile guarire, e poche sedute, senza la terapia farmacologica, non possono bastare.
Provi a rivolgersi ad una struttura pubblica, dove troverà psichiatra e psicologo, i due referenti per la salute psico-fisica
Le allego una lettura, potrebbe aiutarla a decidere di farsi aiutare davvero.
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/6593-ansia-ansia-ansia-fortissimamente-ansia.html
Da solo non è possibile guarire, e poche sedute, senza la terapia farmacologica, non possono bastare.
Provi a rivolgersi ad una struttura pubblica, dove troverà psichiatra e psicologo, i due referenti per la salute psico-fisica
Le allego una lettura, potrebbe aiutarla a decidere di farsi aiutare davvero.
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/6593-ansia-ansia-ansia-fortissimamente-ansia.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Grazie per la rapida risposta...
Nella mia ignoranza in materia ho sempre associato l'assunzione di farmaci come qualcosa di relativamente negativo.
Mi spiego meglio... se il problema è di origine psicologica, un ipotetico farmaco non farebbe altro che agire solo da paliativo e con tutti i lati negativi che generalmente i calmanti hanno sull'individuo? Non sopporto il senso di spossatezza, e per quanto io ne sappia, i farmaci ansiolitici hanno diversi effetti che provocano sensazioni simili.
Come ho detto prima infatti ho sempre identificato l'uso di farmaci in questo genere di terapie con problemi abbastanza gravi, non credevo una situazione come la mia potesse richiedere un intervento così forte.
Ovviamente ci tengo a sottolineare nuovamente che queste mie incertezze sono dettate dall'incertezza/ignoranza, sicuramente (come spero) lei potrà dimostrarmi il contrario.
Nella mia ignoranza in materia ho sempre associato l'assunzione di farmaci come qualcosa di relativamente negativo.
Mi spiego meglio... se il problema è di origine psicologica, un ipotetico farmaco non farebbe altro che agire solo da paliativo e con tutti i lati negativi che generalmente i calmanti hanno sull'individuo? Non sopporto il senso di spossatezza, e per quanto io ne sappia, i farmaci ansiolitici hanno diversi effetti che provocano sensazioni simili.
Come ho detto prima infatti ho sempre identificato l'uso di farmaci in questo genere di terapie con problemi abbastanza gravi, non credevo una situazione come la mia potesse richiedere un intervento così forte.
Ovviamente ci tengo a sottolineare nuovamente che queste mie incertezze sono dettate dall'incertezza/ignoranza, sicuramente (come spero) lei potrà dimostrarmi il contrario.
[#3]
Gentile utente,
riguardo ai farmaci:
"se il problema è di origine psicologica, un ipotetico farmaco non farebbe altro che agire solo da paliativo e con tutti i lati negativi che generalmente i calmanti hanno sull'individuo? "
L'abbinamento di farmaci e psicoterapia permette di ottenere positivi risultati nella maggior parte dei casi, anche di lunga durata del disturbo. Ad esempio:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
Per quanto riguarda i farmaci, lo specialista è lo psichiatra,
che sa anche dosarli al meglio per minimizzare gli effetti secondari.
A questo riguardo può postare in "Psichiatria" un consulto con i Suoi dubbi/timori.
riguardo ai farmaci:
"se il problema è di origine psicologica, un ipotetico farmaco non farebbe altro che agire solo da paliativo e con tutti i lati negativi che generalmente i calmanti hanno sull'individuo? "
L'abbinamento di farmaci e psicoterapia permette di ottenere positivi risultati nella maggior parte dei casi, anche di lunga durata del disturbo. Ad esempio:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
Per quanto riguarda i farmaci, lo specialista è lo psichiatra,
che sa anche dosarli al meglio per minimizzare gli effetti secondari.
A questo riguardo può postare in "Psichiatria" un consulto con i Suoi dubbi/timori.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 17/02/2017.
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