Ossessioni aggressive
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Le sue sgradevoli e dolorose ossessioni hanno di base un'emozione: L'ANSIA
È un emozione che è presente in noi fin dalla nascita perché ci invia segnali di un pericolo. È un emozione utile e funzionale!
Tuttavia in alcuni momenti/periodi della vita può diventare disfunzionale,
non consentendoci la serenità che meritiamo,
compromettendoci la quotidianità della vita,
creandoci malessere.
<< Un giorno addirittura sono andata a scrivere su internet "come si fa per uccidere" per dire a me stessa "vedi non ne sarai capace" , ma oggi questo è diventato il mio più grande tarlo !!! Perché sono andata a scrivere quella cosa su internet ? Ho paura ... ho paura di me ... ho dei sensi di colpa è non riesco a perdonarmi>>
Cara ragazza, chi intende uccidere:
-non si pone dubbi ossessivi;
-non si pone paure e sensi di colpa nel farlo;
-non ha l'ansia di cercare: "come si fa per uccidere"
-non si pone dubbi sul perdonarsi;
Lo fa e basta!
<< come si fa per uccidere" per dire a me stessa "vedi non ne sarai capace" >>. Questo è proprio un chiaro segno di ansia: il testare se stessi per trovare una rassicurazione dall'ansia. Le è chiaro ora perché è andata al PC a scrivere?
Ma, come credo di leggere, avrà capito che le rassicurazioni all'ansia fanno poco e nulla. Rassicurazioni eventuali battono ansia 5 a 1!
Le rassicurazioni servono solo per abbassare il livello di ansia per un breve periodo di tempo. Poi l'ansia ritorna più invadente di prima...
le vorrei chiedere:
-I suoi pensieri ansiosi sono frequenti?
-Che intensità hanno da 0 a 10?
- la stancano mentalmente durante la giornata?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
le consiglio questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

Se pensa di avere necessità di un supporto specialistico, si avvalga dei suggerimento del Collega Santonocito.
Non trascuri di leggere il link del dottor De Vincentiis. Le tornerà utile
Saluti cordiali

Vede come le rassicurazioni che le ho dato, siano servite a nulla alla sua ansia...?
Una consulenza dal vivo presso un Collega Psicoterapeuta
(preferibilmente con orientamento: cognitivo comportamentale o strategico breve)
non potrà che esserle utile.
Ci rifletta...
Un caro saluto

Se vuole ci faccia sapere novità decisionali
Noi siamo qui
Buona serata!

Cose vanno già meglio , quel "tarlo" sembra non esserci più. Speriamo bene. Ancora vi ringrazio per la disponibilità.

Si è risposta da sola ;)
E poi... mica saranno "provvedimenti" drastici! ???
Una consulenza e un eventuale percorso terapeutico con un/a collega, de visu, non rappresenta tanto un provvedimento, quanto piuttosto un modo di assumersi la responsabilità della propria salute psichica, prendendoci cura di noi stessi.
Un caro saluto

Dei sintomi ne abbiamo già abbondantemente discusso nei precedenti consulti. Non ci sono novità. Ha letto l'articolo del Collega De Vincetiis?
Per avere informazioni sui professionisti che esercitano nella sua zona, cerchi sul sito www.psy.it.
Si avvalga di uno dei due approcci terapeutici proposti nei consulti sopra!
È giunto il momento di prendersi cura di sé!!!

>>>
Le continue richieste di rassicurazioni, contrariamente a ciò che l'ansioso pensa, l'ansia non la fanno diminuire, la fanno *aumentare*.
Perciò cerca un aiuto fattuale di persona come già raccomandato e poi spegni il pc.

Pillole di saggezza autoprodotta, non frutto di rassicurazioni.
Ma che sono purtroppo di breve durata.
Un giorno va meglio, ci si illude "che tutto sia passato",
il giorno dopo daccapo.
Non attenda oltre a chiedere aiuto;
non è poi così disonorevole,
lo si fa ogni giorno
per risolvere disturbi fisici,
per aggiustare una scarpa,
per accorciare un jeans.
Eppure per la psiche ci sono ancora tante resistenze frutto di pregiudizi e cattiva informazione.
Saluti cari.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

dalla rete
riesca a transitare
verso le persone,
verso gli specialisti in carne ed ossa.
Saluti cordiali.

Se ti è stata prescritta una psicoterapia attivati in tal senso. Ed evita di cercare rassicurazioni qui perché cercando rassicurazioni l'ansia aumenta, non diminuisce. Se non hai voglia di iniziare un percorso, non puoi d'altra parte credere di risolvere il tuo problema per email.

Lo scoraggiamento fa parte del disturbo, dato che finora ha lottato contro di esso senza avere gli strumenti adeguati. Ma proprio per questo è necessario un lavoro psicoterapeutico, altrimenti potrebbe non fare progressi.
A tal proposito, se la psicologa in questione non è anche psicoterapeuta, dovrebbe reperire uno psicoterapeuta.

ho letto con attenzione le sue precedenti richieste di consulto, riporto qui di seguito i passaggi principali:
-chiede un consulto nella sezione odontoiatria tre mesi dopo l'applicazione del byte nel dubbio che non si tratti dell'intervento più adeguato ad affrontare il suo disagio, nel suo racconto accenna ad un episodio di capogiro che risale a tre anni prima;
-chiede un riscontro nell'area psicologia un mese dopo aver visto in TV un servizio di cronaca nera (entrambi i genitori uccisi dal proprio figlio);
- circa un mese dopo decide di seguire il consiglio dei Colleghi e si rivolge di persona ad una psicologa;
- dopo pochi giorni chiede di un secondo riscontro prima in area psicologia e poi in area psichiatria per ricevere rassicurazioni sulla correttezza dell'intervento psicoterapeutico appena avviato (siamo solo alla seconda seduta di psicoterapia):
A questo punto, premesso che è legittimo avere il diritto di porre qualsiasi domanda agli specialisti ai quali ci si rivolge sia on line che off line, se reiterate nel tempo, tali domande contribuiscono ad alimentare dubbi, incertezze e confusioni che, a loro volta, interferiscono con il rapporto di fiducia che sta costruendo con gli specialisti che la stanno seguendo (odontoiatra e psicoterapeuta), nonché con la possibilità stessa di proseguire gli interventi terapeutici appena avviati.
"perché ci sono vostri colleghi che sostengono che dietro a delle ossessioni ci sia solo ansia ,e altri che appunto presuppongono che ci sia rabbia repressa o conflitti ?"
In psicoterapia ci sono diversi orientamenti ma non esistono "risposte pre-confezionate" alle quali uniformarsi, ma processi di cambiamento che si realizzano oppure no, nel primo caso la psicoterapia è stata efficace nel secondo caso no.
In ogni caso, la resistenza al cambiamento è parte del processo terapeutico e semmai, ne rivela il suo avvio concreto anche se sul momento delude le aspettative di avere un miglioramento a breve termine, d'altra parte, tu stessa ti descrivi come "ansiosa di carattere" per sottolineare come il tuo disagio sia antecedente all'episodio citato di tre anni fa.
In realtà, il processo di cambiamento non van confuso con l'estinzione o la riduzione del sintomo (ansia, pensiero ossessivo, vertigine, cefalea ecc.), ma sarà concretamente identificabile nella possibilità di iniziare a SENTIRSI e PENSARSI con modalità che si rivelino FUNZIONALI al tuo benessere, anziché alla somma di due diagnosi (odontoiatrica e psicologica).
Proprio per questo che è necessario avere accesso concreto attraverso la relazione terapeutica ad uno "spazio protetto" (seduta di psicoterapia), all'interno del quale FARE ESPERIENZA DI SE' ATTRAVERSO L'INCONTRO CON L'ALTRO.
A tal proposito ti consiglio di leggere questo articolo:
http://www.psicoterapeuta-pescara.it/psicologia-e-psicoterapia/la-psicoterapia-funziona.html
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

"Chiedere consulti ulteriori penso che faccia parte del mio carattere ,e fondamentalmente so che non mi fa bene , ma non riesco a farne a meno""
Forse noi dovremmo fare a meno di risponderLe, per fare il suo bene.. Non crede?
>>>
Quindi, in altre parole ci sta chiedendo di diventare complici della sua disfunzionalità e di colludere con essa.
Si rende conto di quanto poco professionali saremmo continuando a darle corda? Agiremmo *contro* il suo interesse.
Cerchi un terapeuta capace di farle capire questo e altre cose, ma prima di tutto impari a rendersi conto che più chiede rassicurazioni, più si sta comportando come il drogato nei confronti della sua droga preferita. Sul momento la fa stare bene, ma alla lunga si sta distruggendo da sola.
Quella che descrive è una condizione di disagio iniziale che legittima la scelta di rivolgersi di persona ad uno psicoterapeuta per realizzare un processo di cambiamento e non necessariamente di cura di una presunta "psicopatologia".
Per dirla con le parole di Ron Kurtz: " Il cliente è un'esperienza in attesa di realizzarsi, piuttosto che un problema da risolvere".
"
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