Genitori

Salve, recentemente per problemi di natura economica, sono ritornato a vivere (temporaneamente) con i miei genitori, all'eta' di 31 anni.
Non vedo questo come una sconfitta, anzi dopo tutto quello che mi e' successo, trovo che mentalmente ho resistito e affronto bene le cose, con costante ottimismo. Tuttavia, il mio ambiente familiare e' terribile, esattamente come e' stato quando ero ragazzo, quindi la convivenza e' dura. Ora non sto a spiegare tutto, e arrivo al punto.
Mio padre e' una persona essenzialmente buona, ma estremamente negativa. Si lamenta tutto il giorno di ogni cosa, purtroppo, non sto esagerando. Non c'e' una cosa che vada bene/funzioni. Inoltre pensa che senza di lui, io e mia madre, non potremmo andare avanti e fa costanti allusioni al fatto che quando non ci sara' piu' sara' difficile per tutti. Personalmente, questa cosa mi fa un po' sorridere visto che e' da quando sono bambino che me la cavo da solo. Ho un'attivita' online e lavoro al computer, lui e' sempre stato un operaio con limitata istruzione e pensa che se non ci si spacca la schiena non si lavora. Anche in questo caso, sento costanti allusioni al fatto che io non faccia nulla. Ora, siamo realisti, ogni figlio vorrebbe l'approvazione dei propri genitori, ma col tempo, ho imparato ad andare per la mia strada. Sono oggettivo quando dico che del suo giudizio non mi interessa, dove sono arrivato nella mia vita e' solo frutto mio, nessuno mi ha mai dato una mano, nemmeno i miei genitori. Purtroppo, essere sotto il costante influsso negativo anche solo di una persona non e' salutare. Me ne rendo conto perche' ho meno voglia di fare, sono piu' triste in generale ecc insomma. Vorrei sapere come fare a schermarmi dalle influenze negative per questi mesi che staro' con i miei genitori.
Alcune tattiche che ho individuato sono:
- uscire il piu' possibile e socializzare
- quando lavoro, mi devo isolare usando i tappi per le orecchie o le cuffie

Le strategie sopra non risolvono la questione iniziale, ovvero, vorrei che ogni commento negativo di mio padre mi rimbalzasse addosso. Non sto parlando solo di commenti negativi nei miei confronti, ma in generale. Parla di politica da esperto, avendo la terza media e non sapendo distinguere i politici. Il momento di aggregazione della famiglia, ovvero i pasti, sono tristi, dovuti al costante lamento delle cose che vede in TV... non se ne puo' veramente piu'. Come ho detto prima anche mia madre e' al limite

Grazie in anticipo
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
Lei pensa ad una possibile soluzione, e questo va be, ma un po' a senso unico. Se il papà potesse cambiare e smettere di lamentarsi non sarebbe più semplice?

Da come l'ha descritto, sembra che il papà soffra di un disturbo del tono dell'umore, che lo fa essere sempre pessimista, negativo, magari anche irritabile e tendenzialmente triste.

Se si riuscisse a convincere il papà ad effettuare una valutazione psichiatrica per verificare se abbia o meno bisogno di assumere un farmaco molti dei vostri problemi si risolverebbero in poche settimane.

Ovviamente la mia è solo un'ipotesi.

Per quanto la riguarda, invece, non ha mai pensato di fare qualche colloquio con uno psicologo? Il nostro lavoro contempla infatti anche il costruire insieme al paziente delle strategie per migliorare i suoi rapporti, dentro e fuori la famiglia.
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Dr.ssa Francesca Lifranchi Psicologo, Psicoterapeuta 31 4
Buongiorno,
condivido il consiglio del collega e alle due opzioni suggerite aggiungo che in questi casi potrebbe essere utile anche fare delle sedute famigliari, visto che il problema riguarda tutti perchè scrive che anche sua mamma è al limite.
Purtroppo non ci sono "ricette" facili da poter suggerire via internet... la teoria la conosce e in alcune parti la sta già mettendo in pratica: uscendo e cercando di limitare il tempo che passa a contatto con suo padre. Sa che è lui è fatto così, quindi ipoteticamente quello che dice non dovrebbe farla star male... ma purtroppo in certe relazioni anche se cognitivamente si è consapevoli delle cose, poi emotivamente non si può fare a meno di starci male e di essere influenzati da quello che dice l'altro.
Per questo è importante essere aiutati da uno specialista a lavorare proprio per costruire quella corazza che le permetterebbe di farsi davvero scivolare addosso quello che succede con suo padre. Certo se anche lui fosse disponibile a mettersi in gioco sarebbe davvero la cosa ottimale perchè poi oltre a lei, anche i suoi genitori riuscirebbero a stare meglio!

In bocca al lupo,
cordiali saluti

Dr.ssa Francesca Lifranchi
Psicologa, Psicoterapeuta

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile utente,

rientrare in famiglia a 30 anni non è affatto semplice.
Può essere pesante re-incontrare le dinamiche che ci hanno accompagnato lungo l'età evolutiva.. Vederle ancora lì, immutate, produce uno strano insieme di sentimenti.
Ed inoltre si ritorna figli, dopo qualche (parecchi) anno di autonomia adulta.
Ciò accade a chi rientra dall'estero dopo aver frequantato un master, a chi deve chiedere ospitalità dopo una separazione, a chi perde il lavoro e la possibilità di pagare un appartamento.

Questa premessa per dire che non è facile attrezzarsi a fronteggiare la pesantezza che si incontra. Sarebbe necessario elaborare il proprio essere stati figli bambini e adolescenti, e al contempo superare la barriera generazionale per porsi nei confronti del genitore da adulto ad adulto (cosa che, peraltro, non ogni genitore accetta).

Se il rientro è previsto come transitorio, strategie-tampone come quelle che Lei ha individuato possono aiutare. Se invece si prevede di durata medio lunga occorre cerca una ragione che "giustifichi" certi modi di fare dei genitori, mettere in atto un sentimento di gratitudine per la loro ospitalità, e quant'altro Lei trovi nel Suo cuore, con l'obiettivo di evitare di innervosirsi.

Se Le è possibile, un percorso psicologico La potrebbe aiutare molto in tale processo, peraltro evolutivo per tutti Voi.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
@ Dr. Daniel Bulla
La ringrazio per l'intervento. Purtroppo, anche se posso passare per egoista, voglio pensare sopratutto alla mia persona. Conoscendo bene i miei genitori, posso affermare che mio padre e' una delle persone piu' mentalita' piu' chiusa che abbia mai incontrato. Immagino questo sia dovuto al fatto sia stato cresciuto in un ambiente poco facoltoso. Ho, anzi, abbiamo provato sia io che mia mamma a fargli capire che alcuni suoi atteggiamenti siano sbagliati, ma non ne vuole sapere. Prende tutto come un attacco e a 60 anni, non penso che abbia la voglia/intelligenza/capacita' di cambiare. Quindi una visita psichiatrica non e' una nostra opzione. Per quanto riguarda il lavorare con uno psicologo... personalmente ho avuto un counselor per il mio lavoro e mi sono rivolto ad altri professionisti per affrontare altri temi importanti. Sono rimasto estremamente soddisfatto di ogni sessione effettuata e quindi credo fortemente in un aiuto del genere. Purtroppo bisognerebbe essere tutti d'accordo e mio padre non e' convincibile. Proprio per questo il mio obiettivo e' di sopravvivere questi mesi, pensando esclusivamente a stare bene.
Le sue soluzioni sono sicuramente migliori, puntando a risolvere il problema alla radice, ma non e' quello che cerco. Ripeto, non voglio passare per egoista, ma ne ho passate veramente tante, ho mille problemi per conto mio, e non voglio addossarmi anche quelli degli altri.



@ Dr.ssa Francesca Lifranchi
Ringrazio anche lei per la risposta. Seguiro' sicuramente il suo consiglio lavorando con un professionista. Nella mia citta' c'e' un professionista con cui ho lavorato un anno fa, il quale mi ha veramente aiutato... non vedo l'ora di riprendere. Attualmente ho alcuni problemi da risolvere, ma questo non toglie che sara' una mia priorita' ritornare a lavorare sulla mia mente con l'aiuto di un professionista



@ Dr. Carla Maria Brunialti
Grazie della risposta dottoressa, e' esattamente come dice, rincontrare i comportamenti che mi hanno accompagnato da ragazzo e' estremamente pensate. I miei genitori sono delle brave persone, ma purtroppo, essere brave persone non significa essere bravi genitori. Non ho mai avuto una guida, ne una parola di incoraggiamento, ne il supporto che un ragazzo richiede in un'eta' dove non sa distinguere nemmeno cio' che e' giusto da cio' che e' sbagliato. Come mi ha detto una sua collega, il fatto di aver affrontato i problemi da solo, mi ha fatto svegliare prima e quindi non e' stato un male. Mi sono perso molte cose, ma non importa, mi sembra di essere rinato e ho voglia di fare tutte le esperienze che non ho fatto prima, per fortuna a 30 anni non sono spacciato.
Dopo la morte della nostra splendida cagnetta, i miei hanno avuto la brillante idea di prenderne un'altra, a una settimana di distanza. Io non so come possa crescere quel cane in un ambiente del genere... voglio dire i miei si comportano esattamente come facevano con me. Urlano tutto il giorno a caso, mio padre non si interessa a lui ecc, per fortuna che almeno mia madre se ne prende cura.
Onestamente, come ho detto a un suo collega sopra, ho sofferto veramente tanto in passato e ad oggi ne porto le conseguenze fisiche. Non ho assolutamente voglia di addossarmi i problemi degli altri, anche se mi farebbe piacere dare una mano specialmente a mio padre. Voglio concentrarmi su me stesso, visto che fino ad ora mi sono sacrificato. La combinazione di strategie tampone e aiuto di un professionista mi sembra perfetta

Vi ringrazio ancora, siete stati gentilissimi
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598


"La combinazione di strategie tampone e aiuto di un professionista mi sembra perfetta"
anche a me...

Se ritiene ci faccia sapere il prosieguo.

Cordiali saluti.




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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
" Non ho assolutamente voglia di addossarmi i problemi degli altri, anche se mi farebbe piacere dare una mano specialmente a mio padre. Voglio concentrarmi su me stesso, visto che fino ad ora mi sono sacrificato"

Gentile Utente,

Lei torna nella casa dei Suoi genitori solo per problemi economici, ma dice molto chiaramente che ora se ne sommeranno altri, di problemi. Sono quelli relazionali con il papà in particolare.

Ma riconosce chiaramente che probabilmente un punto d'incontro non ci sarà mai perché molto diversi e soprattutto perché ora Lei non è dell'idea di fare nulla per modificare la situazione.

A me, con i limiti del consulto on line, sembra una scelta sana a Sua. Non fa bene addossarsi anche i problemi altrui e comunque non è Suo compito, soprattutto con i genitori. Con i genitori la relazione è e deve rimanere sbilanciata, ma non è certo il figlio che deve prendersi carico del problema dei genitori che, tutto sommato, sono anche relativamente giovani.
Non fa bene, anche perché Lei dice di essersi sacrificato. Di solito dove c'è il sacrificio, segue poi una reazione come la Sua, con il desiderio di distanza di protezione.

Forse creerebbe più danni cercando di risolvere che allontanandosi. Talvolta sono i tentativi di soluzione, anche attuati con le migliori intenzioni, a generare nuovi problemi.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
@Dott. Pileci
La ringrazio per la risposta

"ma non è certo il figlio che deve prendersi carico del problema dei genitori che, tutto sommato, sono anche relativamente giovani.
Non fa bene, anche perché Lei dice di essersi sacrificato. Di solito dove c'è il sacrificio, segue poi una reazione come la Sua, con il desiderio di distanza di protezione."

Sicuramente un gran bel punto... a riguardo mi viene da pensare come i miei costantemente mi dicevano "Quando saremo vecchi ci metterai in una casa di riposo, non ti prenderai cura di noi ecc." e questo accadeva quando non ero nemmeno maggiorenne. Purtroppo i miei vivono in una realta' che non esiste, e in molte occasioni ho constatato che hanno messo al mondo un figlio, non per piacere nel crescerlo, ma per generare forza lavoro e sicurezza nell'anzianita'. Questo lo trovo veramente allarmante, ma io non mi sento in obbligo verso di loro. Molti miei amici sanno i miei trascorsi e si meravigliano come mai gli parli ancora.
Un figlio deve essere onorato di accudire i propri genitori, non si deve sentire obbligato. Se mi avessero guidato nei momenti bui e se ci fossero veramente stati, ad oggi sarebbe diverso.

Per finire, ho deciso di trasferirmi in tempi brevi (questione di mesi, tempo di sottopormi ad un'intervento chirurgico) proprio fuori dall'Italia.
La ringrazio ancora