In ospedale mi hanno detto che era solo un attacco di panico
Salve, non so bene come spiegare la situazione ma ci proverò in maniera schematica. Premetto che ho passato il 2016 ad allenarmi nel sollevamento pesi, è stato il mio primo pensiero di pari passo all'alimentazione, curata in maniera maniacale, sia nelle quantità che nelle tempistiche. Dopo allenamento "dovevo" assolutamente mangiare, me lo imponevo, altrimenti ero convinto di non crescere muscolarmente.
Primavera 2016: ho iniziato ad affaticarmi troppo durante l'allenamento, come se andassi in debito di ossigeno ( anche se non può essere cosi, perché svolgevo solo pesistica e mai cardio ) e quando tornavo a casa non riuscivo a mangiare, mi si bloccava il riflesso della deglutizione, o meglio, lo bloccavo io a livello centrale per non so quale ragione, fatto sta contemporaneamente mi saliva un gran mal di testa e mi sentivo svenire. A maggio ne ho parlato con la mia professoressa di semeiotica, una cardiologa, e mi ha fatto fare dei controlli: ecografia ed elettrocardiogramma da sforzo. Tutto nella norma, mi ha detto di non esagerare con la palestra e di calmarmi. Ha parlato di una possibile iperattivazione del simpatico. Ad ogni modo il sapere di avere il cuore sano mi ha tranquillizzato, e ho ripreso ad allenarmi e piano piano le cose sono migliorate. Ora riesco anche a mangiare in modo relativamente normale, anche se mangio molto lentamente e tossisco spesso per la paura che il cibo mi vada di traverso. Comunque riesco a nutrirmi e visto quel che ho passato non è poco.
Gennaio 2017: periodo molto stressante, ho passato 2 mesi a studiare per l'esame di patologia, tutto il giorno, ma riuscivo inizialmente a ritagliarmi delle ore da dedicare alla palestra. Sono arrivato a sollevare carichi molto alti, e lo stress era notevole. Una mattina, subito dopo l'allenamento in palestra non riuscivo a riprendere fiato, non riuscivo a ristabilizzarmi, mi sentivo come se mi mancasse il respiro, e sono andato letteralmente nel panico più totale. Dopo un po' che cercavo di riprendermi, non ci sono riuscito e sono svenuto. In ospedale mi hanno detto che era solo un attacco di panico. e che avrei dovuto attendere 3 ore per la visita medica. Allora quando mi sono sentito meglio, mi sono alzato e me ne sono andato a casa ( con i miei genitori ). Sono ritornato 4 giorni dopo in palestra, ho avuto nuovamente un attacco di panico dopo l'allenamento ma respirando in un sacchetto mi sono ripreso e non sono svenuto. Non sono più andato in palestra. Ad ogni modo da quel momento accuso un' ansia generalizzata inspiegabile, un senso di malessere, e soprattutto non riesco a respirare bene. A volte ho una sensazione di oppressione al petto, e vado nel panico per la paura di non riuscire a respirare bene. Faccio spesso sbadigli, e inspirazioni intense. Va avanti cosi da settimane, e la cosa mi da anche un gran mal di testa, una sinusite probabilmente dovuta a sforzo per la respirazione.
Non ho proprio idea di come affrontare il problema,
grazie in anticipo
saluti
Primavera 2016: ho iniziato ad affaticarmi troppo durante l'allenamento, come se andassi in debito di ossigeno ( anche se non può essere cosi, perché svolgevo solo pesistica e mai cardio ) e quando tornavo a casa non riuscivo a mangiare, mi si bloccava il riflesso della deglutizione, o meglio, lo bloccavo io a livello centrale per non so quale ragione, fatto sta contemporaneamente mi saliva un gran mal di testa e mi sentivo svenire. A maggio ne ho parlato con la mia professoressa di semeiotica, una cardiologa, e mi ha fatto fare dei controlli: ecografia ed elettrocardiogramma da sforzo. Tutto nella norma, mi ha detto di non esagerare con la palestra e di calmarmi. Ha parlato di una possibile iperattivazione del simpatico. Ad ogni modo il sapere di avere il cuore sano mi ha tranquillizzato, e ho ripreso ad allenarmi e piano piano le cose sono migliorate. Ora riesco anche a mangiare in modo relativamente normale, anche se mangio molto lentamente e tossisco spesso per la paura che il cibo mi vada di traverso. Comunque riesco a nutrirmi e visto quel che ho passato non è poco.
Gennaio 2017: periodo molto stressante, ho passato 2 mesi a studiare per l'esame di patologia, tutto il giorno, ma riuscivo inizialmente a ritagliarmi delle ore da dedicare alla palestra. Sono arrivato a sollevare carichi molto alti, e lo stress era notevole. Una mattina, subito dopo l'allenamento in palestra non riuscivo a riprendere fiato, non riuscivo a ristabilizzarmi, mi sentivo come se mi mancasse il respiro, e sono andato letteralmente nel panico più totale. Dopo un po' che cercavo di riprendermi, non ci sono riuscito e sono svenuto. In ospedale mi hanno detto che era solo un attacco di panico. e che avrei dovuto attendere 3 ore per la visita medica. Allora quando mi sono sentito meglio, mi sono alzato e me ne sono andato a casa ( con i miei genitori ). Sono ritornato 4 giorni dopo in palestra, ho avuto nuovamente un attacco di panico dopo l'allenamento ma respirando in un sacchetto mi sono ripreso e non sono svenuto. Non sono più andato in palestra. Ad ogni modo da quel momento accuso un' ansia generalizzata inspiegabile, un senso di malessere, e soprattutto non riesco a respirare bene. A volte ho una sensazione di oppressione al petto, e vado nel panico per la paura di non riuscire a respirare bene. Faccio spesso sbadigli, e inspirazioni intense. Va avanti cosi da settimane, e la cosa mi da anche un gran mal di testa, una sinusite probabilmente dovuta a sforzo per la respirazione.
Non ho proprio idea di come affrontare il problema,
grazie in anticipo
saluti
[#1]
Gentile utente,
il suo corpo Le aveva mandata precedentemente numerosi messaggi, peraltro accolti in modo inadeguato o inascoltati.
Ad es. non avrà probabilmente rappresentato una buona decisione abbandonare il Pronto Soccorso quando - nell'immediatezza dell'evento - avrebbe potuto ricevere indicazioni mirate ...
E così il Suo corpo "ha alzato il tiro" nella speranza di essere ascoltato e compreso.
"accuso un' ansia generalizzata inspiegabile, un senso di malessere, e soprattutto non riesco a respirare bene." ed aggiunge di non sapere cosa fare.
Ma il fatto che abbia scritto in quest'area è segno che Lei in realtà SA cosa fare;
occorre chiedere aiuto per l'ansia, per gli attacchi di panico ad un/a nostro/a Collega, di persona.
Per il mal di testa invece, evitando le autodiagnosi che nel Suo caso sono soggettivamente orientate al peggio, si rivolga in prima battura al suo medico di base. Lui saprà distinguere tra sintomi di quando il "corpo va in ansia" e patologie organiche:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Saluti cordiali.
il suo corpo Le aveva mandata precedentemente numerosi messaggi, peraltro accolti in modo inadeguato o inascoltati.
Ad es. non avrà probabilmente rappresentato una buona decisione abbandonare il Pronto Soccorso quando - nell'immediatezza dell'evento - avrebbe potuto ricevere indicazioni mirate ...
E così il Suo corpo "ha alzato il tiro" nella speranza di essere ascoltato e compreso.
"accuso un' ansia generalizzata inspiegabile, un senso di malessere, e soprattutto non riesco a respirare bene." ed aggiunge di non sapere cosa fare.
Ma il fatto che abbia scritto in quest'area è segno che Lei in realtà SA cosa fare;
occorre chiedere aiuto per l'ansia, per gli attacchi di panico ad un/a nostro/a Collega, di persona.
Per il mal di testa invece, evitando le autodiagnosi che nel Suo caso sono soggettivamente orientate al peggio, si rivolga in prima battura al suo medico di base. Lui saprà distinguere tra sintomi di quando il "corpo va in ansia" e patologie organiche:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
La ringrazio, il fatto è che sono sempre stato ansioso, ma un po' come tutti, ora invece mi rendo conto che è un diverso tipo di ansia, molto più invalidante a livello fisico, e non essendoci abituato non so come gestirla. Poi la cosa peggiore è la paura di avere paura. Prima dell'esame ero più ansioso che mi prendesse un attacco di panico durante l'orale, che per l'esame stesso. Purtroppo non posso permettermi economicamente uno psicologo e non so neanche se si tratti della soluzione giusta; c'è qualche sportello gratuito o insomma qualcosa che possa fare senza spendere troppo?
Grazie ancora per la risposta,
saluti
Grazie ancora per la risposta,
saluti
[#3]
"c'è qualche sportello gratuito o insomma qualcosa che possa fare senza spendere troppo?"
Sì certo.
-il Consultorio, specialmente dove è stato istituito lo "Spazio giovani"
-Il centro di igiene mentale
-Consultori privati.
Saluti cordiali.
[#4]
Utente
Buonasera, la questione attacchi di panico si è relativamente risolta nel senso che riesco a controllarmi mentre ne sono in preda, sia perchè riesco a controllare bene il respiro anche senza sacchetto, sia perché ho capito ( e gli accertamenti medici lo confermano ) di essere sano come un pesce. Facendo delle ricerche su internet sono arrivato a trarre queste conclusioni:
Ho passato 1 anno stressante concentrato esclusivamente su me stesso e sul mio fisico e l'alimentazione. Ho iniziato ad avere problemi di anginofobia ma non avevo idea di cosa fossero e li ho sottovalutati, non interpretandoli come campanelli d'allarme quali erano. Piccola parentesi, mio padre soffre di anginofobia fin dall'adolescenza. Io ho scoperto oggi della sua esistenza e ho letto che si può guarire con un percorso "rieducativo" che mira al ristabilimento del riflesso della deglutizione in quanto tale, inconsapevole. Necessita ovviamente dell'aiuto di uno psicoterapeuta, e io sono assolutamente propenso e motivato, ma nel frattempo, mi saprebbe dire gentilmente cosa posso fare e cosa devo assolutamente evitare?
La ringrazio
Ho passato 1 anno stressante concentrato esclusivamente su me stesso e sul mio fisico e l'alimentazione. Ho iniziato ad avere problemi di anginofobia ma non avevo idea di cosa fossero e li ho sottovalutati, non interpretandoli come campanelli d'allarme quali erano. Piccola parentesi, mio padre soffre di anginofobia fin dall'adolescenza. Io ho scoperto oggi della sua esistenza e ho letto che si può guarire con un percorso "rieducativo" che mira al ristabilimento del riflesso della deglutizione in quanto tale, inconsapevole. Necessita ovviamente dell'aiuto di uno psicoterapeuta, e io sono assolutamente propenso e motivato, ma nel frattempo, mi saprebbe dire gentilmente cosa posso fare e cosa devo assolutamente evitare?
La ringrazio
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.7k visite dal 08/02/2017.
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