Paura degli altri
Salve,sono una ragazza di 28 anni.Sono cresciuta senza un padre, causa divorzio dei miei quando io avevo soltanto 3 anni, e con una madre iperprotettiva. Lei ha sempre fatto tutto per me, ha cercato in tutti i modi di non farmi mancare nulla, ha cercato di colmare quel vuoto dato dalla mancanza e dal poco affetto di mio padre.
Ho fatto questa breve premessa perché in qualche modo credo che ciò che provo da sempre sia un po' legato al modo in cui io sono cresciuta.
Mi ritrovo a vivere male il rapporto con altre persone; quando so che devo fare qualcosa inizio ad avere agitazione e ogni volta il mio corpo inizia a sudare, a volte anche abbondantemente, divento rossa in viso e con delle macchie su collo e petto.
Non sono più timida come lo ero da ragazzina a scuola quando me ne stavo in un angolo e nemmeno parlavo più di tanto con le mie compagne, ma so che in cuor mio prevale la voglia di evitare certe situazioni. Ho preferito sempre che fosse qualcun altro a fare qualcosa per me (es. mia madre ha fatto molte cose al mio posto, cose che magari già ad una certa età potevo e dovevo benissimo fare io da sola e sicuramente questo mi avrebbe fatto crescere).
Ora la mia testa mi obbliga a fare proprio quelle cose che eviterei, eppure stiamo parlando di cose banali come andare al tabacchino a pagare una bolletta, entrare in un ufficio a chiedere informazioni su qualcosa, ecc... Mi obbligo a non rinunciare più, a non dire a mia madre o al mio ragazzo di fare quella determinata cosa per me (spesso trovando delle scuse) ma cerco di farmi forza e di farla io pensando che alla fine non è niente di difficile, che nessuno mi giudicherà.
Ho sempre voluto non trovarmi al centro dell'attenzione, non farmi notare più di tanto, ma so che ho delle qualità, che non sono da buttare, che sono una ragazza carina e intelligente.
Questo problema mi frena in parecchie cose perché ogni volta so come andrà: se so che devo andare al tabacchino, inizia quella insopportabile sudorazione, ci vado, ma anche se è inverno io appunto sudo, mi sudano le mani, suda la schiena, il viso diventa rosso, mi agito e delle volte ho paura di dire/fare cose stupide, cerco di fare il prima possibile e di andare via per sentirmi meglio.
Io ora non so veramente come chiamarlo mio problema, non so capire a cosa sia dovuto e non so come eliminarlo. Sono felice però che una parte di me è più forte in confronto al passato quando appunto evitavo tutto e tutti. Anche se tardi, ho capito che devo darmi da fare, che non posso contare sempre sugli altri, che devo vincere quest'ansia, questa paura di parlare, di sentirmi troppo osservata. Ed è qui che mi forzo ogni volta a fare proprio quella cosa che non mi va di fare, faccio respiri profondi, riesco a parlare non avendo quella paura di dialogare che avevo una volta. Mi dico da sola che io devo superare questo problema perché voglio vivere tranquillamente. Mi potete dare consigli?
Vi ringrazio.
Federica.
Ho fatto questa breve premessa perché in qualche modo credo che ciò che provo da sempre sia un po' legato al modo in cui io sono cresciuta.
Mi ritrovo a vivere male il rapporto con altre persone; quando so che devo fare qualcosa inizio ad avere agitazione e ogni volta il mio corpo inizia a sudare, a volte anche abbondantemente, divento rossa in viso e con delle macchie su collo e petto.
Non sono più timida come lo ero da ragazzina a scuola quando me ne stavo in un angolo e nemmeno parlavo più di tanto con le mie compagne, ma so che in cuor mio prevale la voglia di evitare certe situazioni. Ho preferito sempre che fosse qualcun altro a fare qualcosa per me (es. mia madre ha fatto molte cose al mio posto, cose che magari già ad una certa età potevo e dovevo benissimo fare io da sola e sicuramente questo mi avrebbe fatto crescere).
Ora la mia testa mi obbliga a fare proprio quelle cose che eviterei, eppure stiamo parlando di cose banali come andare al tabacchino a pagare una bolletta, entrare in un ufficio a chiedere informazioni su qualcosa, ecc... Mi obbligo a non rinunciare più, a non dire a mia madre o al mio ragazzo di fare quella determinata cosa per me (spesso trovando delle scuse) ma cerco di farmi forza e di farla io pensando che alla fine non è niente di difficile, che nessuno mi giudicherà.
Ho sempre voluto non trovarmi al centro dell'attenzione, non farmi notare più di tanto, ma so che ho delle qualità, che non sono da buttare, che sono una ragazza carina e intelligente.
Questo problema mi frena in parecchie cose perché ogni volta so come andrà: se so che devo andare al tabacchino, inizia quella insopportabile sudorazione, ci vado, ma anche se è inverno io appunto sudo, mi sudano le mani, suda la schiena, il viso diventa rosso, mi agito e delle volte ho paura di dire/fare cose stupide, cerco di fare il prima possibile e di andare via per sentirmi meglio.
Io ora non so veramente come chiamarlo mio problema, non so capire a cosa sia dovuto e non so come eliminarlo. Sono felice però che una parte di me è più forte in confronto al passato quando appunto evitavo tutto e tutti. Anche se tardi, ho capito che devo darmi da fare, che non posso contare sempre sugli altri, che devo vincere quest'ansia, questa paura di parlare, di sentirmi troppo osservata. Ed è qui che mi forzo ogni volta a fare proprio quella cosa che non mi va di fare, faccio respiri profondi, riesco a parlare non avendo quella paura di dialogare che avevo una volta. Mi dico da sola che io devo superare questo problema perché voglio vivere tranquillamente. Mi potete dare consigli?
Vi ringrazio.
Federica.
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Gentile Federica,
i sintomi che descrive sembrerebbero essere quelli dell'ansia, che trioverà ampiamente delineati in
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Ansia nei confronti della propria adeguatezza e competenza nel "fare", ma anche nelle relazioni con le persone.
Cercando di superare, attraverso l'agire, questi stati d'animo limitanti e cogenti, sta facendo quanto in Suo potere per non lasciare campo libero ad essi, li sta contrastando, li costringe a ridimensionarsi.
Ma solo fino ad un certo punto, probabilmente.
Ci dice:
"devo superare questo problema perché voglio vivere tranquillamente. Mi potete dare consigli?"
L'orientamento nel Suo caso è di farsi aiutare di persona da un/a nostro/a Collega.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1k visite dal 08/02/2017.
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