Rapporto di coppia e paure
Sono una ragazza di 25 anni, e da 3 mesi ho una relazione con un uomo più grande di me (16 anni di differenza).
Premetto che non ho mai avuto nessuna relazione sentimentale in precedenza, e con quest'uomo ho fatto l'amore per la prima volta.
I primi 2 mesi circa sono stati nel complesso positivi, nessuno screzio particolare, tanta voglia di stare insieme nonostante il poco tempo a disposizione.
Da un mese però litighiamo spesso, io so di essere a tratti oppressiva e di dare peso a cose "futili" che per me tanto futili non sono (l'essere chiamata amore, il sentirmi dire "ti amo"), sono piuttosto emotiva e piango facilmente; lui dal canto suo ha molte rigidità, cerca di "spronarmi" a essere più forte, a non piangere così spesso, a non farmi prendere sempre dall'emotività, usando anche, come ieri, l'arma della minaccia ("in questo modo tu rischi di allontanare le persone, non le avvicini") e tenendomi il muso per giorni se solo io esprimo un dubbio o una preoccupazione.
L'intesa fisica è comunque molto forte, lui dice di provare un forte sentimento nei miei confronti che non pensava di provare più dopo precedenti esperienze sentimentali, però ha questi modi che mi fanno soffrire, perchè più che in una relazione sentimentale a volte mi sembra di essere in caserma.
Come possiamo trovare una "quadra" in questa situazione? Io so di dover rafforzare alcuni aspetti del mio carattere, di dover lavorare su me stessa e che la mia emotività è portata talvolta all'eccesso, ma credo che anche lui dovrebbe starmi un po' più vicino e capirmi di più. Sbaglio?
Premetto che non ho mai avuto nessuna relazione sentimentale in precedenza, e con quest'uomo ho fatto l'amore per la prima volta.
I primi 2 mesi circa sono stati nel complesso positivi, nessuno screzio particolare, tanta voglia di stare insieme nonostante il poco tempo a disposizione.
Da un mese però litighiamo spesso, io so di essere a tratti oppressiva e di dare peso a cose "futili" che per me tanto futili non sono (l'essere chiamata amore, il sentirmi dire "ti amo"), sono piuttosto emotiva e piango facilmente; lui dal canto suo ha molte rigidità, cerca di "spronarmi" a essere più forte, a non piangere così spesso, a non farmi prendere sempre dall'emotività, usando anche, come ieri, l'arma della minaccia ("in questo modo tu rischi di allontanare le persone, non le avvicini") e tenendomi il muso per giorni se solo io esprimo un dubbio o una preoccupazione.
L'intesa fisica è comunque molto forte, lui dice di provare un forte sentimento nei miei confronti che non pensava di provare più dopo precedenti esperienze sentimentali, però ha questi modi che mi fanno soffrire, perchè più che in una relazione sentimentale a volte mi sembra di essere in caserma.
Come possiamo trovare una "quadra" in questa situazione? Io so di dover rafforzare alcuni aspetti del mio carattere, di dover lavorare su me stessa e che la mia emotività è portata talvolta all'eccesso, ma credo che anche lui dovrebbe starmi un po' più vicino e capirmi di più. Sbaglio?
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Gentile Utente,
concordo in pieno! Intendo dire che certamente Lei dovrebbe cercare di "crescere" da un punto di vista emotivo e relazionale -in realtà è in effetti un po' in ritardo in quanto a relazioni sentimentali- ma dall'altro canto anche lui dovrebbe cercare di ricordarsi per lo meno di quando era ragazzo, delle sue paure, delle sue intemperanze e del modo che aveva allora di vivere ed esprimere le emozioni. Quella che descrive è una situazione molto comune in coppie che presentano una importante differenza d'età: all'inizio è sempre tutto splendido, una ventata d'aria fresco per la parte più matura, e un porto sicuro in cui approdare per quella più giovane. Ovvio però che con il tempo proprio quegli aspetti che ci avevano colpiti, che ci avevano fatto pensare "è una persona davvero speciale, differente da tutte le altre che ho conosciuto", mostrano l'altro lato della medaglia. Anche quello che Lei descrive come una "minaccia" sa tanto di paternalista. Ma non è forse un altro aspetto, l'altro lato della medaglia, dell'esperienza e stabilità più tipiche dell'età matura? E del resto la sua emotività non è l'altro lato della medaglia della sua innocenza, freschezza e quindi giovinezza? In conclusione parli con lui e gli chieda apertamente di lasciarle vivere la sua emotività, di lasciarle compiere i suoi sbagli, di sbatterci la testa contro per poter crescere davvero come donna, non perchè un uomo le ha detto di farlo (quella non è crescita reale, ma una mera finzione... un po' come un'adolescente che indossa gli abiti della madre), ma perchè vivendo la sua vita ha compreso davvero che tipo di donna vuole essere. Dall'altro lato però non pretenda da lui un'inversione di marcia! Si ricordi che gli ci è voluto un sacco di tempo e fatica per diventare così brontolone! E poi un'altra cosa: spesso gli uomini sono impauriti dall'espressione emotiva femminile, e per questo, per proteggersi, adottando comportamenti rigidi. Cerchi di fargli il meno paura possibile!
Un grosso in bocca al lupo
concordo in pieno! Intendo dire che certamente Lei dovrebbe cercare di "crescere" da un punto di vista emotivo e relazionale -in realtà è in effetti un po' in ritardo in quanto a relazioni sentimentali- ma dall'altro canto anche lui dovrebbe cercare di ricordarsi per lo meno di quando era ragazzo, delle sue paure, delle sue intemperanze e del modo che aveva allora di vivere ed esprimere le emozioni. Quella che descrive è una situazione molto comune in coppie che presentano una importante differenza d'età: all'inizio è sempre tutto splendido, una ventata d'aria fresco per la parte più matura, e un porto sicuro in cui approdare per quella più giovane. Ovvio però che con il tempo proprio quegli aspetti che ci avevano colpiti, che ci avevano fatto pensare "è una persona davvero speciale, differente da tutte le altre che ho conosciuto", mostrano l'altro lato della medaglia. Anche quello che Lei descrive come una "minaccia" sa tanto di paternalista. Ma non è forse un altro aspetto, l'altro lato della medaglia, dell'esperienza e stabilità più tipiche dell'età matura? E del resto la sua emotività non è l'altro lato della medaglia della sua innocenza, freschezza e quindi giovinezza? In conclusione parli con lui e gli chieda apertamente di lasciarle vivere la sua emotività, di lasciarle compiere i suoi sbagli, di sbatterci la testa contro per poter crescere davvero come donna, non perchè un uomo le ha detto di farlo (quella non è crescita reale, ma una mera finzione... un po' come un'adolescente che indossa gli abiti della madre), ma perchè vivendo la sua vita ha compreso davvero che tipo di donna vuole essere. Dall'altro lato però non pretenda da lui un'inversione di marcia! Si ricordi che gli ci è voluto un sacco di tempo e fatica per diventare così brontolone! E poi un'altra cosa: spesso gli uomini sono impauriti dall'espressione emotiva femminile, e per questo, per proteggersi, adottando comportamenti rigidi. Cerchi di fargli il meno paura possibile!
Un grosso in bocca al lupo
Dr.ssa Marianna Soddu
Psicologa psicoterapeuta
www.mariannasoddu.it
[#2]
"sono piuttosto emotiva e piango facilmente; lui dal canto suo ha molte rigidità, cerca di "spronarmi" a essere più forte"
Gent.le Ragazza,
quando la nostra reattività emotiva è così accentuata l'antidoto non è "stringere i denti" ancora di più come suggerirebbe il suo fidanzato, al contrario, è necessario offrire a quelle emozioni uno spazio d'ascolto e di condivisione.
Spazio che non va cercato nella relazione di coppia per lo meno in prima battuta quando si tratta di aspetti (reattività emotiva) che ci riguardano in prima persona e, solo successivamente, interferiscono con la relazione di coppia.
Se le uniche alternative a disposizione restano la sopportazione e la richiesta di comprensione il rischio è che il ripetersi del copione relazionale interferisca con il naturale percorso di evoluzione della relazione di coppia, scavando una distanza sempre più ampia fra i partner.
In realtà le alternative ci sono se siamo disposti a dare alle nostre emozioni "diritto di cittadinanza" anziché continuare a trattarle come ospiti indesiderati e quindi inaccettabili.
Naturalmente stiamo parlando di un processo di crescita personale che può essere facilitato in modo efficace attraverso il rapporto diretto con lo psicologo.
"Le emozioni non meritano di essere contrapposte all'intelligenza. Le emozioni sono esse stesse un'intelligenza di ordine superiore"
Hobart Mowrer
Gent.le Ragazza,
quando la nostra reattività emotiva è così accentuata l'antidoto non è "stringere i denti" ancora di più come suggerirebbe il suo fidanzato, al contrario, è necessario offrire a quelle emozioni uno spazio d'ascolto e di condivisione.
Spazio che non va cercato nella relazione di coppia per lo meno in prima battuta quando si tratta di aspetti (reattività emotiva) che ci riguardano in prima persona e, solo successivamente, interferiscono con la relazione di coppia.
Se le uniche alternative a disposizione restano la sopportazione e la richiesta di comprensione il rischio è che il ripetersi del copione relazionale interferisca con il naturale percorso di evoluzione della relazione di coppia, scavando una distanza sempre più ampia fra i partner.
In realtà le alternative ci sono se siamo disposti a dare alle nostre emozioni "diritto di cittadinanza" anziché continuare a trattarle come ospiti indesiderati e quindi inaccettabili.
Naturalmente stiamo parlando di un processo di crescita personale che può essere facilitato in modo efficace attraverso il rapporto diretto con lo psicologo.
"Le emozioni non meritano di essere contrapposte all'intelligenza. Le emozioni sono esse stesse un'intelligenza di ordine superiore"
Hobart Mowrer
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Utente
Ringrazio entrambe le Dottoresse per le gentili e tempestive risposte.
Ciò che non riesco a fargli capire è che una persona va accettata così com'è, con tutte le sue fragilità, le sue paure, i suoi vissuti. Non esiste che mi scegli e poi vuoi che io metta da parte la mia emotività come se fosse qualcosa di cui io mi debba vergognare.
Che poi io sotto alcuni aspetti abbia un'emotività un po' "bambina" è vero, ma non per questo mi devo sentire messa sotto accusa, come se facessi qualcosa di male. Semplicemente se esprimo dei timori legati alla nostra relazione (paura dell'abbandono, paura del tradimento) ho bisogno di una rassicurazione, non di minacce e di paternalismi.
Ciò che non riesco a fargli capire è che una persona va accettata così com'è, con tutte le sue fragilità, le sue paure, i suoi vissuti. Non esiste che mi scegli e poi vuoi che io metta da parte la mia emotività come se fosse qualcosa di cui io mi debba vergognare.
Che poi io sotto alcuni aspetti abbia un'emotività un po' "bambina" è vero, ma non per questo mi devo sentire messa sotto accusa, come se facessi qualcosa di male. Semplicemente se esprimo dei timori legati alla nostra relazione (paura dell'abbandono, paura del tradimento) ho bisogno di una rassicurazione, non di minacce e di paternalismi.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 08/02/2017.
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