Il mio padre non padre

Salve dottori. Da quando i miei genitori si sono separati 5 anni fa (avevo 18 anni), non ho più un padre. Ero molto attaccata a lui,nonostante negli ultimi tempi fosse diventato violento verbalmente e non solo, e all'improvviso ho visto su di me (e su mia madre) un'aggressività senza fine. Non ci siamo parlati per diverso tempo e sono stati anni molti difficili che mi hanno reso molto rabbiosa e introversa. Non mi sono mai più sentita amata da lui. Ho provato negli anni a ricucire il rapporto perché avevo estremo bisogno di lui, e non mi importava se ero sempre io a cercarlo e magari rifiutata, io riprovavo come se avessi una colpa da espiare. È estremamente egoista; ogni volta nelle.forti liti non faceva altro che parlare di lui e ha sempre attributo la colpa a me dicendomi che lo avevo abbandonato e che non valevo niente e Che non avevo saputo convincere mia madre a non separarsi. Le sue parole ripetute perennemente mi hanno resa priva di un'autostima e sempre in ansia di fare un piccolo errore con le persone che amavo, per questo mi sono chiusa tantissimo. Da un anno ho riprovato nuovamente a riavvicinarmi, abbiamo adottato anche un cane e le cose fino asembravano andare un po' meglio, passavamo molto tempo assieme. ho capito che non avrei avuto il padre che ricordavo ma mi sono adattata lasciando scorrere discussioni che a volte riprendeva. Da due mesi lui frequenta una donna che ha lasciato il sud America per venire da abitare con lui (la Casa coniugale era stata affidata a lui) nonostante avesse dei figli lì. Non ho avuto fiducia in questa situazione ma ho provato a conoscerla provando a parlare ma lei non sembra aperta a me, non ha interesse e non mi ha mai chiesto nulla, anche quando sono in casa da papà per lei è come se non ci fossi. Soffro molto per la sua presenza che mi sta allontanando da papà, e perché vorrebbero fare un figlio. Io non so cosa fare. Gli ho detto che è assurdo perché la conosce da così poco. Mi sento tradita da lui, mi sembra sempre di elemosinare il suo amore. Sono un soggetto molto fragile e non parlo molto nonostante ho una madre e una nonna molto presenti. Ho frequenti pensieri suicidi, sbalzi di umore repentini da circa 8 mesi e da quando c'è questa donna ancora di più perché mi sembra tutto un incubo. Sono sempre stata amica delle precedenti compagne e vado d'accordo col compagno di mamma. mi sento inutile e mi sento non amata e accettata da lui e questo mi rende impossibile vivere. mi ha fatto molto male negli anni e ha sempre fatto sentire me in difetto dicendo che sono una figlia irrispettosa e snaturata. È un padre un po' padrone che deve avere sempre ragione anche nei miei tentativi di confronto. mi ha indebolito mentalmente e per quanto abbia bisogno di un padre lui mi sta distruggendo la vita. Questo possibile figlio con questa donna sarebbe la coltellata finale. Non so più come gestire tutto e come controllare la mia mente che sta andando alla deriva.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2017 al 2023
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
ha mai provato a parlare liberamente con suo padre evitando di mettere rabbia nelle parole? Gli dica quello che prova, quali sono le sue paure e soprattutto il bisogno che lei ha della sua presenza.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile ragazza,

talvolta i comportamenti e i percorsi di vita genitoriali creano difficoltà nelle tappe evolutive dei figli.

E dunque:
Lei è tuttora molto "legata" a Suo padre (che definisce un "non padre" perchè?)
nonostante la Sua età sia maggiormente adatta ad un legame con un fidanzato.
- inoltre è in competizione con un ipotetico figlio che potrebbe realisticamente nascere (perchè no?)
- considera suo padre unicamente come genitore, e non come una persona (cinquantenne ipotizzo) che è ancora "sulla breccia".

Certamente tutti questi aspetti rendono difficile
- la Sua serenità,
- la Sua transizione serena verso un'altra figura maschile (ha mai avuto un fidanzato?),

il che fa propendere per l'opportunità di un percorso psicologico de visu.
Che ne pensa?


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Ho più volte parlato con mio padre a cuore aperto e in modo pacato ma non troviamo una via comunicativa poiché il modo in cui lui vede le cose sono assolute. Ho avuto una relazione di due anni e mezzo con una persona speciale terminata due anni fa perché i miei livelli di rabbia interiore erano talmente alti da rendere impossibile i miei rapporti interpersonali. Da quel momento in poi ho cercato di trovare un equilibrio ripartendo da me stessa, lavorando con me stessa per poi cercare di ricostruire un rapporto con mio padre che però tutt'ora sfocia in risentimenti del passato da parte sua. Ho provato dei sentimenti per altre persone e ultimamente ho terminato una frequentazione, ma con persone molto sbagliate per me, inaffidabili, nei quali provavo comunque a cercare invano uno spiraglio di stabilità. Dunque credo di aver ultimamente riversato la mancanza di amore di mio padre (o forse è un amore che non comprendo io?) in relazioni che mi hanno svilito e fatto sentire non abbastanza. Quindi dopo la rottura della relazione precedente non sono più riuscita ad avere una relazione Sana, ho cercato di lavorare su me stessa, ma i problemi con mio padre mi riportano alla mia condizione di profonda irrequietudine e di conseguenze a rapporti sbagliati con persone che mi dicono di stare bene con me ma di non aspettarmi quanto io vorrei. Apparentemente sembro una persona molto indipendente e forte, sembro una persona che sa farsi rispettare eppure finisco per desiderare cose sbagliate facendomi ferire e basta. Un nuovo figlio dalla parte di mio padre lo vedrei come una sostituzione, perché è rimasta in me l'idea di abbandono che ho vissuto anni fa. Probabilmente non sono riuscita più a scrollarmela di dosso. Infine ho sempre avuto un blocco nel parlare con uno psicologo perché ho paura di non saper spiegare, che l'altro non possa aiutarmi a risolvere anche se adesso è proprio ad uno psicologo che sto chiudendo aiuto. Sono una contraddizione probabilmente.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Sì, Lei si trova in una contraddizione. :-)
Ha scritto qui perchè sa che è possibile essere aiutata da Psy, pur ...non credendoci.

Vorrei incoraggiarla a chiedere un aiuto di persona, dopo la Sua aggiunta in #3,
dopo aver ricevuto conferma che la Sua sofferenza ha influenze pesanti sui Suoi rapporti col maschile, come era facile ipotizzare.

Riguardo all'ipotetico "blocco nel parlare con uno psicologo/a perché ho paura di non saper spiegare"
devo dire che Lei si spiega benissimo.
Che lui/lei possa aiutarLa se ne accorgerà Lei stessa nel procedere del percorso.
Speso "il tempo della sofferenza è tempo perso, se non se ne trova il bandolo".

Saluti!