Rifiuto di salutare nel bambino
Buongiorno. ho un bimbo di tre anni e mezzo che si rifiuta di salutare, sia quando arriva in un luogo con altre persone, che quando va via, anche quando sta con i nonni o con i suoi amici, a volte decide di non salutare e adduce come spiegazione "non mi piace salutare". Onestamente fino ad oggi non ne avevo fatto un problema, amava andare al nido ed anche l'inserimento alla materna è filato piuttosto liscio. Dice sempre grazie, e spesso chiede anche per favore,è un bimbo socievole anche con gli sconosciuti, dopo un paio di minuti iniziali si apre e scherza, a casa nostra c'è sempre un via vai di amici, sia nostri che suoi, quindi è sempre stato abituato a socializzare, ma sul dire buongiorno (o salutare in generale)quando lo porto a scuola o in qualsiasi altro luogo o ciao quando si va via c'è stato sempre un rifiuto.
Ieri e oggi la maestra ci ha fatti chiamare per lamentarsi di questa cosa, dicendo che non è accettabile.
Noi (io e il papà) oltre che dare l'esempio, salutando sempre ed in ogni occasione, e facendogli notare ogni volta che si saluta per educazione ed anche perchè rende felici il fatto di essere considerati, così come rende felice lui l'attenzione, non sappiamo cosa fare.
Non mi sembra il caso di metterlo in punizione come quando ha attraversato la fase dello "sputare", ma non sappiamo come fare. Non vorrei metterla sul piano della sfida, perchè considerato il suo caratterino sarebbe ancora più difficile convincerlo, vorrei trovare un modo sereno ed appropriato, ma non so proprio cosa altro fare.
Grazie
Ieri e oggi la maestra ci ha fatti chiamare per lamentarsi di questa cosa, dicendo che non è accettabile.
Noi (io e il papà) oltre che dare l'esempio, salutando sempre ed in ogni occasione, e facendogli notare ogni volta che si saluta per educazione ed anche perchè rende felici il fatto di essere considerati, così come rende felice lui l'attenzione, non sappiamo cosa fare.
Non mi sembra il caso di metterlo in punizione come quando ha attraversato la fase dello "sputare", ma non sappiamo come fare. Non vorrei metterla sul piano della sfida, perchè considerato il suo caratterino sarebbe ancora più difficile convincerlo, vorrei trovare un modo sereno ed appropriato, ma non so proprio cosa altro fare.
Grazie
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Cara Signora,
a parte questa difficoltà educativa può dire che il suo bambino è ubbidiente e non vi dà altri problemi?
E' infatti possibile che il piccolo, con il suo "caratterino", abbia individuato un ambito in cui voi vi aspettate qualcosa da lui e che si rifiuti di farlo proprio per farvi arrabbiare.
Potrebbe avercela con voi per qualche motivo?
Ci sono stati cambiamenti in famiglia?
Solitamente questo tipo di problema è transitorio e si risolve con il tempo, ma se insegnargli direttamente che deve salutare (e per inciso le faccio i complimenti per il fatto che glielo state insegnando, vista la quantità di bambini ai quali non è stata affatto insegnata l'educazione da questo punto di vista) non porta a nulla potete ad esempio provare a non salutarlo e ad accordarvi anche con i vostri amici e con chi trova in casa perchè non lo salutino, in modo tale che capisca cosa si prova nel non essere considerati.
Lo sviluppo dell'empatia si agevola anche facendo provare al bambino cosa sente chi sta "dall'altra parte": a volte le spiegazioni teoriche non sortiscono grandi effetti e l'esperienza diretta è molto più efficace.
Suo figlio ha iniziato a rifiutare di salutare quando si congeda da qualcuno o indifferentemente al proprio arrivo e quando se ne va?
Gli ha chiesto perchè non gli piace salutare?
a parte questa difficoltà educativa può dire che il suo bambino è ubbidiente e non vi dà altri problemi?
E' infatti possibile che il piccolo, con il suo "caratterino", abbia individuato un ambito in cui voi vi aspettate qualcosa da lui e che si rifiuti di farlo proprio per farvi arrabbiare.
Potrebbe avercela con voi per qualche motivo?
Ci sono stati cambiamenti in famiglia?
Solitamente questo tipo di problema è transitorio e si risolve con il tempo, ma se insegnargli direttamente che deve salutare (e per inciso le faccio i complimenti per il fatto che glielo state insegnando, vista la quantità di bambini ai quali non è stata affatto insegnata l'educazione da questo punto di vista) non porta a nulla potete ad esempio provare a non salutarlo e ad accordarvi anche con i vostri amici e con chi trova in casa perchè non lo salutino, in modo tale che capisca cosa si prova nel non essere considerati.
Lo sviluppo dell'empatia si agevola anche facendo provare al bambino cosa sente chi sta "dall'altra parte": a volte le spiegazioni teoriche non sortiscono grandi effetti e l'esperienza diretta è molto più efficace.
Suo figlio ha iniziato a rifiutare di salutare quando si congeda da qualcuno o indifferentemente al proprio arrivo e quando se ne va?
Gli ha chiesto perchè non gli piace salutare?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Grazie per la celere risposta Dr.ssa Massaro,
inizio a rispondere alle sue domande.
Mio figlio ha sempre rifiutato di salutare sia al proprio arrivo, o quando arriva qualcuno in casa, sia quando lui o altri se ne vanno, fatta eccezione per noi genitori e saltuariamente i nonni.
Non posso assolutamente dire che mio figlio sia ubbidiente, ha un carattere piuttosto tenace, è una sfida continua con lui , ma cerchiamo di restare uniti e fermi, quindi di solito non l'ha vinta, proviamo prima a ragionare con lui e qualche volta ricorriamo a punizioni, del tipo che gli togliamo un gioco per una giornata oppure non gli consentiamo di vedere un cartone dopo cena o ancora come ci hanno insegnato a scuola, va nell'angolo del pensare, posto in cui riflettere su un comportamento sbagliato.
A volte dopo diversi minuti ne esce imbronciato e non chiede comunque scusa, ma non viene mai giustificato quando sbaglia.
Unico cambiamento in famiglia è stato che a dicembre ho avuto un'interruzione di gravidanza alla nona settimana, di cui lui non sapeva nulla. Di sicuro sono stata più triste e più nervosa del solito, ma la questione del "saluto" è stata così da sempre. Ogni volta che gli chiedo perchè non gli piace non motiva mai la cosa.
Proverò a mettere in atto il suo consiglio, ignorandolo per fargli capire che è brutto non essere considerati e speriamo funzioni. Grazie ancora della disponibilità
inizio a rispondere alle sue domande.
Mio figlio ha sempre rifiutato di salutare sia al proprio arrivo, o quando arriva qualcuno in casa, sia quando lui o altri se ne vanno, fatta eccezione per noi genitori e saltuariamente i nonni.
Non posso assolutamente dire che mio figlio sia ubbidiente, ha un carattere piuttosto tenace, è una sfida continua con lui , ma cerchiamo di restare uniti e fermi, quindi di solito non l'ha vinta, proviamo prima a ragionare con lui e qualche volta ricorriamo a punizioni, del tipo che gli togliamo un gioco per una giornata oppure non gli consentiamo di vedere un cartone dopo cena o ancora come ci hanno insegnato a scuola, va nell'angolo del pensare, posto in cui riflettere su un comportamento sbagliato.
A volte dopo diversi minuti ne esce imbronciato e non chiede comunque scusa, ma non viene mai giustificato quando sbaglia.
Unico cambiamento in famiglia è stato che a dicembre ho avuto un'interruzione di gravidanza alla nona settimana, di cui lui non sapeva nulla. Di sicuro sono stata più triste e più nervosa del solito, ma la questione del "saluto" è stata così da sempre. Ogni volta che gli chiedo perchè non gli piace non motiva mai la cosa.
Proverò a mettere in atto il suo consiglio, ignorandolo per fargli capire che è brutto non essere considerati e speriamo funzioni. Grazie ancora della disponibilità
[#4]
Utente
Sì è figlio unico, ha iniziato il nido a 14 mesi e l'ha frequentato per 2 anni, pur restando spesso a casa ammalato.
L'inserimento al nido è andato bene direi, andava sempre volentieri, tranne più o meno nel periodo di maggio, quando iniziava a fare storie la mattina, ma le educatrici mi dicevano che non era il solo e che probabilmente era stanco.
Alla materna è stato un po' più difficile,c'erano molti bimbi che conosceva dal nido, ma non c'era più il suo miglior amico che ha cambiato scuola. Da appena sveglio iniziava a dire di non voler andare, ma ora sembra superata la cosa.
Come ci avevano spiegato le educatrici del nido, è sempre stato salutato quando ci allontanavamo, anche quando lo abbiamo dovuto lasciare in lacrime, spiegandogli che sia io che il papà saremmo tornati appena possibile, e ci è stato riferito dalle persone a cui era affidato, che siano le educatrici o i nonni, che smetteva immediatamente di piangere.
Per chiarezza devo specificare che il fatto che lui non saluti non si verifica solo alla materna, ma in ogni circostanza.
Grazie .
L'inserimento al nido è andato bene direi, andava sempre volentieri, tranne più o meno nel periodo di maggio, quando iniziava a fare storie la mattina, ma le educatrici mi dicevano che non era il solo e che probabilmente era stanco.
Alla materna è stato un po' più difficile,c'erano molti bimbi che conosceva dal nido, ma non c'era più il suo miglior amico che ha cambiato scuola. Da appena sveglio iniziava a dire di non voler andare, ma ora sembra superata la cosa.
Come ci avevano spiegato le educatrici del nido, è sempre stato salutato quando ci allontanavamo, anche quando lo abbiamo dovuto lasciare in lacrime, spiegandogli che sia io che il papà saremmo tornati appena possibile, e ci è stato riferito dalle persone a cui era affidato, che siano le educatrici o i nonni, che smetteva immediatamente di piangere.
Per chiarezza devo specificare che il fatto che lui non saluti non si verifica solo alla materna, ma in ogni circostanza.
Grazie .
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Non è semplice riuscire a stabilire a distanza che significato ha assunto per il bambino il gesto del saluto, posso solo formulare questa ipotesi: se lo associa a mamma e papà che se ne vanno e lo lasciano tutto il giorno in un ambiente estraneo rispetto a casa e alla famiglia è possibile che lo rifiuti proprio per quello che gli ricorda, e che abbia poi esteso il rifiuto di salutare anche alle altre situazioni.
Forse anche il comportamento oppositivo e il "caratterino" che lei riferisce dipendono dall'essersi sentito "abbandonato" e quindi dal fatto che magari ce l'ha con voi per questo.
Quando state con lui come si comporta?
Richiede molte attenzioni o sta per conto proprio e non vi cerca?
Forse anche il comportamento oppositivo e il "caratterino" che lei riferisce dipendono dall'essersi sentito "abbandonato" e quindi dal fatto che magari ce l'ha con voi per questo.
Quando state con lui come si comporta?
Richiede molte attenzioni o sta per conto proprio e non vi cerca?
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Utente
Spero vivamente che non si sia mai sentito abbandonato, visto e considerato che da quando è nato ogni istante in cui non sono in ufficio lo passo con lui, proprio per i miei fisiologici sensi di colpa da mamma lavoratrice, però non posso escluderlo.
Quando siamo insieme in realtà sono io che mi "intrufolo" nelle sue attività per fare delle cose insieme, lui ama molto i puzzle e le costruzioni della lego, quindi spesso gioca solo, anche se poi mi chiama per guardare ciò che ha fatto ogni 10 secondi (a dire il vero qualsiasi cosa stia facendo mi chiama ogni 10 secondi), a volte invece ci chiede di giocare a nascondino o di ballare insieme, ma nel gioco lo trovo piuttosto equilibrato.
Capisco la difficoltà nel dare delle risposte senza aver mai visto il bimbo, ma grazie comunque per i consigli, proveremo a fargli "provare" cosa vuol dire non essere salutati, perchè se dovessi dirgli "bisogna salutare per educazione"come già faccio, oppure "se non saluti fai una cosa brutta", lui non lo farebbe semplicemente per essere il bastian contrario della situazione.
Quando siamo insieme in realtà sono io che mi "intrufolo" nelle sue attività per fare delle cose insieme, lui ama molto i puzzle e le costruzioni della lego, quindi spesso gioca solo, anche se poi mi chiama per guardare ciò che ha fatto ogni 10 secondi (a dire il vero qualsiasi cosa stia facendo mi chiama ogni 10 secondi), a volte invece ci chiede di giocare a nascondino o di ballare insieme, ma nel gioco lo trovo piuttosto equilibrato.
Capisco la difficoltà nel dare delle risposte senza aver mai visto il bimbo, ma grazie comunque per i consigli, proveremo a fargli "provare" cosa vuol dire non essere salutati, perchè se dovessi dirgli "bisogna salutare per educazione"come già faccio, oppure "se non saluti fai una cosa brutta", lui non lo farebbe semplicemente per essere il bastian contrario della situazione.
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Il concetto di "educazione" a quest'età è eccessivamente astratto: anche se è bene che lo abbiate introdotto si tratta di un principio piuttosto "fumoso" per un bambino così piccolo.
Provi a fargli vivere la situazione a parti invertite e quando vuole mi aggiorni.
Un caro saluto,
Provi a fargli vivere la situazione a parti invertite e quando vuole mi aggiorni.
Un caro saluto,
[#9]
Utente
Mi aveva chiesto di tenerla informata, beh diciamo che per lo più abbiamo risolto la cosa, ora inizia a salutare, sottovoce, ma lo fa. La cosa che ha funzionato di più è stato il dialogo continuo, soprattutto la sera prima di dormire, e premiandolo con delle piccole concessioni (tipo il lecca lecca) quando si è comportato da bambino educato, premi che ora non servono più, diciamo che sono stati di incoraggiamento.
La cosa che mi inquieta ora invece è che da qualche giorno disegna (per modo di dire, piuttosto scarabocchia, ma a 3 anni è normale) con gli acquerelli, utilizzando unicamente il nero, colore che non aveva mai considerato, prima era tutto verde (il suo colore preferito), e dice di disegnare mostri. Non so se sia una fase, ma spero duri poco.
Grazie per il suo tempo e la pazienza.
La cosa che mi inquieta ora invece è che da qualche giorno disegna (per modo di dire, piuttosto scarabocchia, ma a 3 anni è normale) con gli acquerelli, utilizzando unicamente il nero, colore che non aveva mai considerato, prima era tutto verde (il suo colore preferito), e dice di disegnare mostri. Non so se sia una fase, ma spero duri poco.
Grazie per il suo tempo e la pazienza.
[#11]
Utente
Buongiorno Dottoressa
Per quanto riguarda i disegni è ritornato al verde, ma il tema dei mostri persiste sia nei disegni che nelle sue paure "non posso prendere la palla dietro la tenda perché c'è un mostro, mamma vieni con me?" e anche in altre situazioni. Ho chiesto se sia successo qualcosa a scuola o dai nonni, ma non riferisce nulla di particolare, può essere una fase? Per il resto sembra tornato sereno.
Per quanto riguarda i disegni è ritornato al verde, ma il tema dei mostri persiste sia nei disegni che nelle sue paure "non posso prendere la palla dietro la tenda perché c'è un mostro, mamma vieni con me?" e anche in altre situazioni. Ho chiesto se sia successo qualcosa a scuola o dai nonni, ma non riferisce nulla di particolare, può essere una fase? Per il resto sembra tornato sereno.
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Prima di preoccuparsi a fronte di tutti i cambiamenti che riscontra aspetti di capire se sono appunto delle "fasi" o meno.
Interpelli il bambino sul significato di quello che fa, così lo abituerà al dialogo e a riflettere su quello che prova e che compie.
Nel caso di suo figlio è possibile che abbia visto qualche cartone animato, qualche libro, qualche immagine nella quale compaiono dei "mostri", e che li disegni per padroneggiare la paura che possono provocare in lui.
Gli chieda perchè li disegna, chi sono, se li ha visti da qualche parte, se fanno paura, perchè fanno paura, chi li può sconfiggere ecc.
Le fiabe tradizionali sono piene di mostri, di personaggi cattivi e crudeli, e l'elaborazione dell'aggressività insita in queste figure e della minaccia che rappresentano - figure presenti archetipicamente nell'inconscio collettivo (in prospettiva Junghiana) e nell'inconscio individuale (in prospettiva Freudiana) - è necessaria per superare le paure e crescere sicuri ed equilibrati.
Interpelli il bambino sul significato di quello che fa, così lo abituerà al dialogo e a riflettere su quello che prova e che compie.
Nel caso di suo figlio è possibile che abbia visto qualche cartone animato, qualche libro, qualche immagine nella quale compaiono dei "mostri", e che li disegni per padroneggiare la paura che possono provocare in lui.
Gli chieda perchè li disegna, chi sono, se li ha visti da qualche parte, se fanno paura, perchè fanno paura, chi li può sconfiggere ecc.
Le fiabe tradizionali sono piene di mostri, di personaggi cattivi e crudeli, e l'elaborazione dell'aggressività insita in queste figure e della minaccia che rappresentano - figure presenti archetipicamente nell'inconscio collettivo (in prospettiva Junghiana) e nell'inconscio individuale (in prospettiva Freudiana) - è necessaria per superare le paure e crescere sicuri ed equilibrati.
[#14]
Consideri che ha pur sempre 3 anni, quindi il dialogo deve essere adeguato all'età e non un terzo grado : )
Se mai ci fosse qualcosa di cui preoccuparsi si accorgerebbe di cambiamenti nelle funzioni fondamentali, come il sonno e l'alimentazione, e lo vedrebbe o isolarsi o diventare irritabile e fare giochi di ruolo che le darebbero da pensare (per come utilizzerebbe pupazzetti e altri giochi).
I disegni senza altri cambiamenti comportamentali in genere non significano nulla.
Se mai ci fosse qualcosa di cui preoccuparsi si accorgerebbe di cambiamenti nelle funzioni fondamentali, come il sonno e l'alimentazione, e lo vedrebbe o isolarsi o diventare irritabile e fare giochi di ruolo che le darebbero da pensare (per come utilizzerebbe pupazzetti e altri giochi).
I disegni senza altri cambiamenti comportamentali in genere non significano nulla.
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 26.1k visite dal 07/02/2017.
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