Difficoltà di accettazione di ciò che è finito

Buongiorno Gentili Dottori,
dopo circa tre anni, la mia storia è progressivamente finita. E all'inizio della crisi, ho lasciato che tutto mi scivolasse addosso.. pensando che così il distacco sarebbe stato tanto più lento quanto più facile. A distanza di tre mesi dalla fine vera e propria, invece, mi rendo conto di non volere veramente che tutto resti così, intentato. Senza essersi messi a parlare e a cercare di trovare soluzione insieme.
Ho provato a contattare il mio ex-compagno, che mi ha risposto di non volerci riprovare, che quei momenti insieme li ricorda ad uno ad uno, ma sono per lui irripetibili, che non solo non vuol stare più con me...ma con nessuna, perchè al momento si trova bene da solo. Mi ha detto che la mia è una fase, che passerà, che aspettarlo (perchè ho domandato se fosse questione di tempo) è inutile, non avendo lui nulla da "dare" in senso emozionale, di sentimenti. Mi ha detto che la vita va avanti e mille cose analoghe: il problema è che non riesco ad accettarlo.
Il problema è anche che mi sento cambiata e ho capito i miei sbagli (essenzialmente, ho cercato di cambiarlo "a mia immagine" e lui è pure cambiato....ma così facendo lo ho "snaturato" e mi sono io stessa dis-innamorata) e credo che si potrebbe ripartire da presupposti diversi. Per fare tutto ciò, questo lavoro su di me, superando le mie paure di soffrire e le mie tendenze a voler tenere tutto razionalmente sotto controllo, ci ho impiegato i tre mesi a cui mi riferivo sopra. Penso che sia stato questo attendere troppo tempo per un nuovo approccio, commisto al fatto che nel frattempo lui abbia ascoltato (e il mio parere è che si sia fatto un po' influenzare) altre persone, da sempre non favorevoli al nostro rapporto.
Io non riesco ad accettare che tutto sia così finito senza tentare di ricucire: ho anche pensato che potremmo affrontare un percorso medico insieme. Ma, dato che io ci tengo davvero a lui, mi chiedo (anzi, vi chiedo!): il mio è egoismo? Dovrei insistere faccia a faccia (visto che per ora gli ho solo scritto) per avere una seconda possibilità? Purtroppo, non so discernere quanto di ciò che afferma, lo pensi davvero e quanto sia frutto di una corazza per evitare di stare ancora male, o della rabbia che "di riverbero" inizia a provare nei miei confronti.
Non so che fare....una cosa però la so: non voglio essere ancora la causa del suo malessere e della sua tristezza.
Grazie molte per l'ascolto!
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile ragazza,

ognuno ha un proprio modo di far finire le storie,
oppure di "lasciare" che finiscano.

Leggendo lo storico, vedo che ben 4 anni fa Lei scriveva:
".. ovvero non riesco a pensare di lasciarlo nonostante lui non mi nasconda la sua posizione rispetto a me: ..."
E leggo una certa difficoltà ad accettare il distacco, pur con tutte le differenze e i distinguo del caso.

Ora ci chiede:
"1. Non so che fare....
2. una cosa però la so: non voglio essere ancora la causa del suo malessere e della sua tristezza."
La prima parte riguarda Lei stessa ed è molto sintetica.
La seconda è rivolta a lui e vòlta a proteggerlo.

Lei ora deve pensare a Sè, considerato che lui ha sottolineato la propria NON intenzione di riprovarci.
Lei che scrive ha
da rispettare i propri sentimenti,
da curare il proprio lutto,
da accettare che l'altro abbia deciso anche per Lei,
da aiutare il prorio curore, mente, cervello a spegnere gradualmente il contatto. Al proposito Le suggerisco https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html

Se però si accorge che - alla fine di una storia - ripete sempre le stesse dinamiche,
gira sempre in tondo,
chieda aiuto di persona ad un nostro/a Collega della Sua zona.

Saluti cordiali.




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Salve dottoressa,
la ringrazio per la risposta: stavo rileggendo anche io il vecchio consulto e sa perchè? Si tratta della stessa persona di quasi 4 anni fa....
la mia difficoltà ad accettare i distacchi è oggettiva, anche nel caso dei lutti o di altri eventi familiari.
Tuttavia, nello specifico di questa storia, rispetto a quello che accadeva mentre scrivevo il consulto che lei ha letto (2013), la situazione poi si è stabilizzata e sono stati periodi bellissimi.
Lui è cambiato, mi ha dimostrato il suo amore e si è aperto completamente. Per questo ora non voglio perderlo.
E' davvero possibile che lui provi questa assenza di sentimenti? Sbaglio io a cercare un contatto e una seconda opportunità?
Ovviamente, lo farei nel tentativo di non tornare al punto di partenza....ma con nuove consapevolezze su quelle che sono state le mie mancanze!

p.s. avevo già letto l'articolo che mi ha linkato... e negli altri aspetti della mia vita, sono molto più equilibrata ed attenta a non ripetere gli stessi errori. Nell'amore però non ci riesco!
Devo lasciare perdere quindi, secondo lei?
Proporre a lui una terapia di coppia sarebbe altrettanto inutile?
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Se lui è disponibile, una terapia di coppia può andare.

Ma una terapia individuale per Lei forse sarebbe più produttiva inizialmente,
con l'obiettivo di fare luce sui meccanismi a cui abbiamo accennato.