Conflitti familiari

Buonasera, scrivo per chiedere un parere riguardo la mia situazione. Sono una ragazza di 25 anni, ho da poco chiuso una relazione con un mio coetaneo che mi ha portato ad interrogarmi molto su me stessa. Quest'uomo, come gli altri pochi ragazzi che ho avuto, non voleva una relazione seria, nonostante ciò io mi sono follemente innamorata. Nella mia vita posso dire di aver voluto solo e sempre lui ma di essere stata più o meno sempre rifiutata come donna della sua vita. Altri partner passati non hanno mai suscitato in me un forte amore o interesse ma, anche loro, non volevano mai legarsi in una relazione stabile.
Per farla breve, mi sto rendendo conto che mi lego spesso ad uomini che non mi vogliono davvero, che non vogliono entrare in profonda intimità con me, o io con loro (ho respinto potenziali partner migliori). In qualche modo, rivedo in questi rapporti quello che ho con mio padre. Io e lui ci vogliamo bene, ma quando ero piccola era fuori per lavoro e tra noi non si è mai stabilito un rapporto "emotivo". Insomma ci vogliamo bene, ma a distanza, senza dircelo. Tra di noi c'è affetto, c'è dialogo, ma mai gesti o parole che lo hanno dimostrato, se non in modo indiretto. Quando ero più piccola ho sempre sentito questa mancanza e la interpretavo come un mancato amore di mio padre nei miei confronti.
Mi domando se il rapporto con gli uomini adesso possa essere influenzato da questa mancanza che ho sentito nei primi anni della mia vita. Mi domando se la mia incapacità di legarmi intimamente a uomini che vogliono legarsi a me derivi da questo. Ho avuto e ho amici di sesso maschile, ma non riesco ad andare oltre, rincorro costantemente chi mi sfugge. Infine, in che modo sarebbe possibile superare questo tipo di conflitti?
Grazie per l'attenzione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

hai provato a parlare col papà in modo diverso rispetto al solito? Probabilmente, se la relazione resta in superficie, non dev'essere facile per nessuno dei due. Vero è che uno dei due deve cambiare strategia e, in questo caso, potresti essere tu.

Ciò detto, la tua attuale difficoltà ad avere relazioni più profonde potrebbe dipendere da molti fattori, magari anche una bassa autostima, la paura di mostrarti vulnerabile, la paura dell'intimità, la mancanza di un esempio di relazione profonda col genitore eterologo, ecc... e così non possiamo dire ora -senza conoscere la tua storia direttamente- da che cosa potrebbe dipendere tutto ciò.

Una consulenza psicologica potrebbe chiarirlo, ma credo sarebbe opportuno soprattutto capire cosa fare per modificare il tuo approccio.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile ragazza,

Lei fa un'ipotesi riguardante il padre che online non ha modo di essere verificata.
Dunque facciamo un discorso teorico.

La figlia ha bisogno del padre.
Le ricerche svelano che la sua assenza rende più difficili le relazioni della figlia con l'altro sesso: in fondo è lui il primo uomo con il quale essa ha confidenza, di cui può fidarsi. Si può inoltre affermare che la relazione col padre sarà in grado di influenzare significativamente la scelta dei partner nella vita adulta.

E il padre assente?
L'assenza psicologica si ha nei casi di uomini deboli, insignificanti, insicuri, che delegano totalmente la relazione educativa alla moglie. Nel caso delle figlie, il padre di Biancaneve e quello di Cenerentola simbolizzano nelle fiabe questa figura debole che sparisce subito lasciando campo libero alla matrigna.

Lei chiede:
"in che modo sarebbe possibile superare questo tipo di conflitti?"
<in che modo sarebbe possibile superare questo tipo di conflitti?<
Risposta: attraverso un percorso psicologico.




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/