Paura di stare a casa da sola di notte
Gentili dottori,
mi vergogno un po' per il consulto "infantile", ma a 25 anni sono terrorizzata di stare in casa da sola la notte. È una paura che ho da sempre, ma finché ero bambina o ragazzina non mi capitava mai di doverla affrontare, invece adesso succede molto più spesso e ho l'impressione che peggiori. Stasera per esempio mio padre è rimasto a dormire dalla compagna, io sono rientrata a casa verso la una e per prima cosa ho controllato tutte le stanze (dietro le porte, sotto i letti, nella doccia, dietro ai mobili...) per verificare che non ci fosse niente/nessuno, girando per casa tengo le orecchie tese, mi sento sempre come se fossi seguita e ogni minima cosa vista con la coda dell'occhio mi fa salire il cuore in gola, evito sempre di camminare in penombra o al buio accendendo le luci ben prima di entrare in una stanza. Per lavare la faccia ho usato un fazzoletto umido perché so, avendolo già provato, che mi verrebbe il panico a tenere gli occhi chiusi tutto quel tempo. Mi fanno paura soprattutto i riflessi nelle finestre e negli specchi, li controllo di continuo e temo sempre di trovarci "qualcosa". Una volta a letto non voglio mai spegnere la luce, quando ci provo mi prende il panico e la riaccendo entro pochi secondi. Il fatto di essere molto miope non aiuta, poiché mettendomi a letto tolgo gli occhiali e degli oggetti normalissimi mi sembrano chissà che. Mi addormento tardissimo per sfinimento dopo ore di accendi-spegni, e sempre con qualche luce accesa (per esempio le lucine per bambini o lo schermo del cellulare). È un problema che ho ovunque, non solo a casa mia, e che sparisce se c'è qualcuno in casa, chiunque sia.
Non saprei dire di preciso di cosa ho paura: sia di cose "reali", come ad esempio ladri, sia di cose "paranormali": spesso quando riaccendo luce è perché spegnendola mi assalgono delle immagini di film o videogiochi horror (tipo Resident evil), fotografie o disegni "paranormali" visti da qualche parte oppure storie che ho letto in passato.
Specifico che non credo assolutamente in niente di paranormale né in una vita dopo la morte (sono atea), anzi in generale ho una mentalità molto scettica e scientifica. A livello razionale so benissimo che tutte le mie paure sono infondate, eppure non posso fare a meno di essere terrorizzata e ogni volta ci perdo una notte di sonno. Figuriamoci se dovessi andare a vivere da sola...
Di giorno non ho nessun problema, anzi stare sola a casa mi piace molto.
Aggiungo che mi capita una cosa simile anche quando guido la sera tardi, controllo continuamente lo specchietto retrovisore con la paura di vedere qualcuno sui sedili posteriori.
C'è qualcosa che posso fare per migliorare la situazione?
Ringrazio in anticipo chiunque voglia rispondere.
mi vergogno un po' per il consulto "infantile", ma a 25 anni sono terrorizzata di stare in casa da sola la notte. È una paura che ho da sempre, ma finché ero bambina o ragazzina non mi capitava mai di doverla affrontare, invece adesso succede molto più spesso e ho l'impressione che peggiori. Stasera per esempio mio padre è rimasto a dormire dalla compagna, io sono rientrata a casa verso la una e per prima cosa ho controllato tutte le stanze (dietro le porte, sotto i letti, nella doccia, dietro ai mobili...) per verificare che non ci fosse niente/nessuno, girando per casa tengo le orecchie tese, mi sento sempre come se fossi seguita e ogni minima cosa vista con la coda dell'occhio mi fa salire il cuore in gola, evito sempre di camminare in penombra o al buio accendendo le luci ben prima di entrare in una stanza. Per lavare la faccia ho usato un fazzoletto umido perché so, avendolo già provato, che mi verrebbe il panico a tenere gli occhi chiusi tutto quel tempo. Mi fanno paura soprattutto i riflessi nelle finestre e negli specchi, li controllo di continuo e temo sempre di trovarci "qualcosa". Una volta a letto non voglio mai spegnere la luce, quando ci provo mi prende il panico e la riaccendo entro pochi secondi. Il fatto di essere molto miope non aiuta, poiché mettendomi a letto tolgo gli occhiali e degli oggetti normalissimi mi sembrano chissà che. Mi addormento tardissimo per sfinimento dopo ore di accendi-spegni, e sempre con qualche luce accesa (per esempio le lucine per bambini o lo schermo del cellulare). È un problema che ho ovunque, non solo a casa mia, e che sparisce se c'è qualcuno in casa, chiunque sia.
Non saprei dire di preciso di cosa ho paura: sia di cose "reali", come ad esempio ladri, sia di cose "paranormali": spesso quando riaccendo luce è perché spegnendola mi assalgono delle immagini di film o videogiochi horror (tipo Resident evil), fotografie o disegni "paranormali" visti da qualche parte oppure storie che ho letto in passato.
Specifico che non credo assolutamente in niente di paranormale né in una vita dopo la morte (sono atea), anzi in generale ho una mentalità molto scettica e scientifica. A livello razionale so benissimo che tutte le mie paure sono infondate, eppure non posso fare a meno di essere terrorizzata e ogni volta ci perdo una notte di sonno. Figuriamoci se dovessi andare a vivere da sola...
Di giorno non ho nessun problema, anzi stare sola a casa mi piace molto.
Aggiungo che mi capita una cosa simile anche quando guido la sera tardi, controllo continuamente lo specchietto retrovisore con la paura di vedere qualcuno sui sedili posteriori.
C'è qualcosa che posso fare per migliorare la situazione?
Ringrazio in anticipo chiunque voglia rispondere.
[#1]
Gentile ragazza,
Non è assolutamente un consulto "infantile" per il semplice fatto che la paura e l'ansia sono emozioni trasversali in tutte le fasce d'età.
Qualche domanda per cercare meglio di inquadrare il tutto ed eventualmente pensare a strategie di intervento.
* lei dice che da sempre è terrorizzata di restare a casa da sola. Si ricorda approssimativamente a che età ha iniziato a sviluppare questa paura?
* è accaduto qualcosa, durante la sua infanzia, che lei pensa abbia potuto incidere su questo timore?
* quando c'è qualcuno in casa con lei la notte, la paura non c'è. Secondo lei, come mai?
* di cosa ha più paura in assoluto quando si trova da sola in casa la notte?
* durante il giorno tende a pensare costantemente alla notte ed ad una eventuale solitudine?
* oltre che al controllo che mette in atto ispezionando la casa e l'auto, assume questo comportamento controllante anche in altre circostanze nella quotidianità?
* ha pensieri intrusivi sgradevoli e costanti del tipo: "devo controllare che sia tutto a posto/non ci sia nessuno"? Se si, come reagisce a tali pensieri?
Non è assolutamente un consulto "infantile" per il semplice fatto che la paura e l'ansia sono emozioni trasversali in tutte le fasce d'età.
Qualche domanda per cercare meglio di inquadrare il tutto ed eventualmente pensare a strategie di intervento.
* lei dice che da sempre è terrorizzata di restare a casa da sola. Si ricorda approssimativamente a che età ha iniziato a sviluppare questa paura?
* è accaduto qualcosa, durante la sua infanzia, che lei pensa abbia potuto incidere su questo timore?
* quando c'è qualcuno in casa con lei la notte, la paura non c'è. Secondo lei, come mai?
* di cosa ha più paura in assoluto quando si trova da sola in casa la notte?
* durante il giorno tende a pensare costantemente alla notte ed ad una eventuale solitudine?
* oltre che al controllo che mette in atto ispezionando la casa e l'auto, assume questo comportamento controllante anche in altre circostanze nella quotidianità?
* ha pensieri intrusivi sgradevoli e costanti del tipo: "devo controllare che sia tutto a posto/non ci sia nessuno"? Se si, come reagisce a tali pensieri?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Gentile utente
La paura che descrive è un qualcosa di fortemente debilitante che potrebbe dare problemi ancora più consistenti se non trattata.
Da ciò che leggo, è possibile che questa paura e queste strategie per fronteggiarla possano essere il riflesso emotivo e comportamentale di un qualcosa di molto profondo che la fa stare ed agire così e che fa parte di Lei.
Se arriva a scrivere su questo Sito in questo momento della Sua vita, sono sicuro che è indicativo. Indicativo del fatto che questa serie di problemi che ha da tempo, probabilmente, l'ha come "sovraccaricata" rendendo lo stare sola e lo stare al buio degli eventi non più tollerabili.
Ha consultato degli specialisti per questa Sua problematica o ha pensato di farlo?
Nell'attesa di un Suo riscontro per poter avere la possibilità di darLe delle indicazioni più precise, colgo l'occasione di porgerLe i miei più cordiali saluti.
La paura che descrive è un qualcosa di fortemente debilitante che potrebbe dare problemi ancora più consistenti se non trattata.
Da ciò che leggo, è possibile che questa paura e queste strategie per fronteggiarla possano essere il riflesso emotivo e comportamentale di un qualcosa di molto profondo che la fa stare ed agire così e che fa parte di Lei.
Se arriva a scrivere su questo Sito in questo momento della Sua vita, sono sicuro che è indicativo. Indicativo del fatto che questa serie di problemi che ha da tempo, probabilmente, l'ha come "sovraccaricata" rendendo lo stare sola e lo stare al buio degli eventi non più tollerabili.
Ha consultato degli specialisti per questa Sua problematica o ha pensato di farlo?
Nell'attesa di un Suo riscontro per poter avere la possibilità di darLe delle indicazioni più precise, colgo l'occasione di porgerLe i miei più cordiali saluti.
Dott. Adriano Carità
Psicologo, psicoterapeuta
Perfezionato in Psicologia Clinica, Counselling e mindfulness
[#3]
Utente
Buonasera e innanzitutto vi ringrazio!
Per rispondere al dottor Pizzoleo:
* lei dice che da sempre è terrorizzata di restare a casa da sola. Si ricorda approssimativamente a che età ha iniziato a sviluppare questa paura?
In questo momento mi vengono in mente 3 episodi in cui come minimo dovevo avere 5 o 6 anni, prima di quest'età non ricordo. Non mi dilungo sui dettagli, ma non volevo dormire da sola dopo aver visto film o letto storie che mi avevano spaventato.
* è accaduto qualcosa, durante la sua infanzia, che lei pensa abbia potuto incidere su questo timore?
Uno degli episodi di cui sopra lo ricordo in maniera particolarmente nitida: ero spaventata e volevo dormire con i miei genitori ma mia madre si arrabbiò e mi liquidò rimandandomi in camera mia. Mio padre poi mise una brandina nella mia stanza e dormì con me per un paio di settimane. Detta così è una cosa abbastanza stupida e non so perché mi sia rimasto così impresso, ma è una cosa che spesso mi torna in mente e mentre lo scrivo mi viene da piangere. Ricordo di aver percepito il gesto di mia madre come inutilmente crudele e quello di mio padre come molto affettuoso e gliene ero molto grata. Mi ricordo anche di averli sentiti discutere, con mia madre che diceva che mi dovevo abituare e mio padre che rispondeva "ma non vedi che ha qualcosa?".
A parte questo, non mi viene in mente altro.
* quando c'è qualcuno in casa con lei la notte, la paura non c'è. Secondo lei, come mai?
Non so proprio rispondere. Non penso che sia l'idea di qualcuno che mi difenda, trovo conforto anche in figure che non ne sarebbero in grado (come amiche, bambini e in parte i miei gatti, che per fortuna ci sono sempre). E' solo il fatto di avere compagnia.
EDIT: pensandoci meglio, potrebbe essere una specie di "prova del nove": penso che se ci fosse "una presenza" in casa, la persona che è con me se ne accorgerebbe, perciò se questa persona dorme tranquilla posso farlo anch'io. In effetti anche quando mio padre è a casa quasi inconsciamente aspetto sempre che vada a letto lui per andarci anch'io, e quando non c'è adotto in maniera automatica la strategia con i gatti: vedere che dormono tranquilli in parte mi calma, perché se sono tranquilli loro posso esserlo anch'io. Viceversa, mi inquieto se rivolgono l'attenzione a qualcosa (ad esempio per via di un rumore).
* di cosa ha più paura in assoluto quando si trova da sola in casa la notte?
Semplicemente della presenza di qualcuno o qualcosa di non definito, che potrebbe farmi del male.
* durante il giorno tende a pensare costantemente alla notte ed ad una eventuale solitudine?
No, direi di no, non ho mai paure "anticipatorie". Ieri sera prima di scrivere il consulto sono uscita con delle amiche e ho preso in considerazione di dormire da una di loro, ma più per il desiderio di dormire bene dovendo studiare il giorno dopo che per timore, in quel momento ero tranquilla. In generale a questo problema ci penso solo quando ci sono dentro.
* oltre che al controllo che mette in atto ispezionando la casa e l'auto, assume questo comportamento controllante anche in
altre circostanze nella quotidianità?
Sì, tendo ad essere ansiosa e a mettere in atto piccoli rituali (ad esempio riordinare o fare liste di cose da fare), specialmente adesso che in prossimità della laurea sono un po' stressata.
* ha pensieri intrusivi sgradevoli e costanti del tipo: "devo controllare che sia tutto a posto/non ci sia nessuno"? Se si, come reagisce a tali pensieri?
Sì, mi capita quando mi metto a letto e cerco di dormire, mi assale il bisogno di accendere la luce per controllare che la stanza sia vuota. Provo a trattenermi cercando di razionalizzare o spostando l'attenzione su altro, ma non dura molto. Vado avanti così finché riesco a rimanere sveglia.
Mi comporto in modo simile anche in altre situazioni, per esempio se la casa è in disordine sento un bisogno forte di rimettere a posto e mi riesce difficile non farlo (e in tal caso non riesco a rimanere nella stanza disordinata, perciò mi sposto). Oppure mi capita di essere ansiosa e di avere pensieri intrusivi riguardanti l'università e le relazioni sociali. Due anni fa ho passato un periodo particolarmente brutto con pensieri ossessivi riguardanti una relazione in cui ero coinvolta che è durato qualche mese.
Per rispondere al dottor Carità, sì, ho pensato di consultare uno specialista: non tanto per questo specifico problema (a cui in realtà nel quotidiano non penso neppure, ci penso solo quando ci sono dentro) ma per generici problemi di ansia di cui parlo sopra, che nell'ultimo periodo sono diventati più invasivi e mi stanno rendendo difficile finire l'università. Finora ho fatto solo un colloquio presso lo sportello psicologico di ateneo, che mi ha aiutato anche se temporaneamente. Non ho ancora contattato uno specialista (un po' per mancanza di fondi, un po' per timore), ma mi rendo conto che dovrei farlo.
Per rispondere al dottor Pizzoleo:
* lei dice che da sempre è terrorizzata di restare a casa da sola. Si ricorda approssimativamente a che età ha iniziato a sviluppare questa paura?
In questo momento mi vengono in mente 3 episodi in cui come minimo dovevo avere 5 o 6 anni, prima di quest'età non ricordo. Non mi dilungo sui dettagli, ma non volevo dormire da sola dopo aver visto film o letto storie che mi avevano spaventato.
* è accaduto qualcosa, durante la sua infanzia, che lei pensa abbia potuto incidere su questo timore?
Uno degli episodi di cui sopra lo ricordo in maniera particolarmente nitida: ero spaventata e volevo dormire con i miei genitori ma mia madre si arrabbiò e mi liquidò rimandandomi in camera mia. Mio padre poi mise una brandina nella mia stanza e dormì con me per un paio di settimane. Detta così è una cosa abbastanza stupida e non so perché mi sia rimasto così impresso, ma è una cosa che spesso mi torna in mente e mentre lo scrivo mi viene da piangere. Ricordo di aver percepito il gesto di mia madre come inutilmente crudele e quello di mio padre come molto affettuoso e gliene ero molto grata. Mi ricordo anche di averli sentiti discutere, con mia madre che diceva che mi dovevo abituare e mio padre che rispondeva "ma non vedi che ha qualcosa?".
A parte questo, non mi viene in mente altro.
* quando c'è qualcuno in casa con lei la notte, la paura non c'è. Secondo lei, come mai?
Non so proprio rispondere. Non penso che sia l'idea di qualcuno che mi difenda, trovo conforto anche in figure che non ne sarebbero in grado (come amiche, bambini e in parte i miei gatti, che per fortuna ci sono sempre). E' solo il fatto di avere compagnia.
EDIT: pensandoci meglio, potrebbe essere una specie di "prova del nove": penso che se ci fosse "una presenza" in casa, la persona che è con me se ne accorgerebbe, perciò se questa persona dorme tranquilla posso farlo anch'io. In effetti anche quando mio padre è a casa quasi inconsciamente aspetto sempre che vada a letto lui per andarci anch'io, e quando non c'è adotto in maniera automatica la strategia con i gatti: vedere che dormono tranquilli in parte mi calma, perché se sono tranquilli loro posso esserlo anch'io. Viceversa, mi inquieto se rivolgono l'attenzione a qualcosa (ad esempio per via di un rumore).
* di cosa ha più paura in assoluto quando si trova da sola in casa la notte?
Semplicemente della presenza di qualcuno o qualcosa di non definito, che potrebbe farmi del male.
* durante il giorno tende a pensare costantemente alla notte ed ad una eventuale solitudine?
No, direi di no, non ho mai paure "anticipatorie". Ieri sera prima di scrivere il consulto sono uscita con delle amiche e ho preso in considerazione di dormire da una di loro, ma più per il desiderio di dormire bene dovendo studiare il giorno dopo che per timore, in quel momento ero tranquilla. In generale a questo problema ci penso solo quando ci sono dentro.
* oltre che al controllo che mette in atto ispezionando la casa e l'auto, assume questo comportamento controllante anche in
altre circostanze nella quotidianità?
Sì, tendo ad essere ansiosa e a mettere in atto piccoli rituali (ad esempio riordinare o fare liste di cose da fare), specialmente adesso che in prossimità della laurea sono un po' stressata.
* ha pensieri intrusivi sgradevoli e costanti del tipo: "devo controllare che sia tutto a posto/non ci sia nessuno"? Se si, come reagisce a tali pensieri?
Sì, mi capita quando mi metto a letto e cerco di dormire, mi assale il bisogno di accendere la luce per controllare che la stanza sia vuota. Provo a trattenermi cercando di razionalizzare o spostando l'attenzione su altro, ma non dura molto. Vado avanti così finché riesco a rimanere sveglia.
Mi comporto in modo simile anche in altre situazioni, per esempio se la casa è in disordine sento un bisogno forte di rimettere a posto e mi riesce difficile non farlo (e in tal caso non riesco a rimanere nella stanza disordinata, perciò mi sposto). Oppure mi capita di essere ansiosa e di avere pensieri intrusivi riguardanti l'università e le relazioni sociali. Due anni fa ho passato un periodo particolarmente brutto con pensieri ossessivi riguardanti una relazione in cui ero coinvolta che è durato qualche mese.
Per rispondere al dottor Carità, sì, ho pensato di consultare uno specialista: non tanto per questo specifico problema (a cui in realtà nel quotidiano non penso neppure, ci penso solo quando ci sono dentro) ma per generici problemi di ansia di cui parlo sopra, che nell'ultimo periodo sono diventati più invasivi e mi stanno rendendo difficile finire l'università. Finora ho fatto solo un colloquio presso lo sportello psicologico di ateneo, che mi ha aiutato anche se temporaneamente. Non ho ancora contattato uno specialista (un po' per mancanza di fondi, un po' per timore), ma mi rendo conto che dovrei farlo.
[#4]
Cara ragazza. Andiamo per ordine provando - con i limiti che lei comprenderà di una consulenza on line- a darci un quadro dei suoi timori e proporre strategie di intervento.
* << non volevo dormire da sola dopo aver visto film o letto storie che mi avevano spaventato.>>. Questo avviene quando a 5/6 anni un/a bambino/a vede o legge qualcosa che impressiona e spaventa non ricevendo, da parte degli adulti, rassicurazioni, spiegazioni su ciò che si è visto e un abbraccio e una vicinanza emotiva di conforto. Questo è mancato. e spesso accade che le paure che abbiamo da bambini, se non elaborate, ritornano da adulti riproponendosi anche in modo diverso.
<< di cosa ha più paura in assoluto quando si trova da sola in casa la notte?
Semplicemente della presenza di qualcuno o qualcosa di non definito, che potrebbe farmi del male.>>. Tutto torna. Non crede?
* quando dice di ricordare l'episodio in cui sua mamma l'ha allontanata, lo ha vissuto come un crudele rifiuto e ciò probabilmente ha acuito le sue paure iniziando a farle tollerare poco la solitudine notturna.
* << perciò se questa persona dorme tranquilla posso farlo anch'io. In effetti anche quando mio padre è a casa quasi inconsciamente aspetto sempre che vada a letto lui per andarci anch'io, e quando non c'è adotto in maniera automatica la strategia con i gatti: vedere che dormono tranquilli in parte mi calma, perché se sono tranquilli loro posso esserlo anch'io>>. Lei si avvale e si aggrappa alla serenità degli altri per essere serena. Ora utilizza questa strategia e spaventata come è, le torna funzionale. Ora come ora non potrebbe essere diverso ed è assolutamente comprensibile. Tuttavia credo anche che lei vorrebbe andare a letto con la serenità che lei da a se stessa senza "pretenderla" da altri. << Ieri sera prima di scrivere il consulto sono uscita con delle amiche e ho preso in considerazione di dormire da una di loro, ma più per il desiderio di dormire bene dovendo studiare>>. Questo probabilmente sottolinea proprio il fatto che la sua serenità notturna, dipende da quella di qualcun altro.
* è comune che ansie e paure che non abbiamo avuto modo di gestire da piccoli, si trasformino in ansie e paure da adulti. Un esempio di questo sono i suoi pensieri intrusivi e sgradevoli che ha e che gestisce ossessivamente ispezionando continuamente la camera prima di addormentarsi. A queste intrusioni sgradevoli (con base ansiosa) si accompagnano i rituali di riordinare la stanza ad esempio.
Ciò detto sarebbe importante lavorare sui suoi pensieri ansiosi ossessivi, sulla loro sgradevolezza, sulla sua tendenza al controllo. Lei oltretutto ci dice che l'emozione prevalente di ANSIA che lei sta vivendo, le rende difficile terminare il suo percorso universitario.
Come le ha suggerito il collega, le sarebbe estremamente utile avvalersi di una consulenza specialistica di un collega psicoterapeuta ed eventualmente proporsi in un percorso terapeutico che le consenta di comprendere le origini dei suoi timori al fine di riuscire a gestirli.
La mancanza di fondi non rappresenta un problema perché potrebbe tranquillamente rivolgersi al consultorio a lei più congeniale pagando un irrisorio ticket come per qualsiasi altra prestazione sanitaria.
che ne pensa di quello che ci siamo detti?
le posso chiedere come mai ci scrive di avere timore di contattare uno specialista?
* << non volevo dormire da sola dopo aver visto film o letto storie che mi avevano spaventato.>>. Questo avviene quando a 5/6 anni un/a bambino/a vede o legge qualcosa che impressiona e spaventa non ricevendo, da parte degli adulti, rassicurazioni, spiegazioni su ciò che si è visto e un abbraccio e una vicinanza emotiva di conforto. Questo è mancato. e spesso accade che le paure che abbiamo da bambini, se non elaborate, ritornano da adulti riproponendosi anche in modo diverso.
<< di cosa ha più paura in assoluto quando si trova da sola in casa la notte?
Semplicemente della presenza di qualcuno o qualcosa di non definito, che potrebbe farmi del male.>>. Tutto torna. Non crede?
* quando dice di ricordare l'episodio in cui sua mamma l'ha allontanata, lo ha vissuto come un crudele rifiuto e ciò probabilmente ha acuito le sue paure iniziando a farle tollerare poco la solitudine notturna.
* << perciò se questa persona dorme tranquilla posso farlo anch'io. In effetti anche quando mio padre è a casa quasi inconsciamente aspetto sempre che vada a letto lui per andarci anch'io, e quando non c'è adotto in maniera automatica la strategia con i gatti: vedere che dormono tranquilli in parte mi calma, perché se sono tranquilli loro posso esserlo anch'io>>. Lei si avvale e si aggrappa alla serenità degli altri per essere serena. Ora utilizza questa strategia e spaventata come è, le torna funzionale. Ora come ora non potrebbe essere diverso ed è assolutamente comprensibile. Tuttavia credo anche che lei vorrebbe andare a letto con la serenità che lei da a se stessa senza "pretenderla" da altri. << Ieri sera prima di scrivere il consulto sono uscita con delle amiche e ho preso in considerazione di dormire da una di loro, ma più per il desiderio di dormire bene dovendo studiare>>. Questo probabilmente sottolinea proprio il fatto che la sua serenità notturna, dipende da quella di qualcun altro.
* è comune che ansie e paure che non abbiamo avuto modo di gestire da piccoli, si trasformino in ansie e paure da adulti. Un esempio di questo sono i suoi pensieri intrusivi e sgradevoli che ha e che gestisce ossessivamente ispezionando continuamente la camera prima di addormentarsi. A queste intrusioni sgradevoli (con base ansiosa) si accompagnano i rituali di riordinare la stanza ad esempio.
Ciò detto sarebbe importante lavorare sui suoi pensieri ansiosi ossessivi, sulla loro sgradevolezza, sulla sua tendenza al controllo. Lei oltretutto ci dice che l'emozione prevalente di ANSIA che lei sta vivendo, le rende difficile terminare il suo percorso universitario.
Come le ha suggerito il collega, le sarebbe estremamente utile avvalersi di una consulenza specialistica di un collega psicoterapeuta ed eventualmente proporsi in un percorso terapeutico che le consenta di comprendere le origini dei suoi timori al fine di riuscire a gestirli.
La mancanza di fondi non rappresenta un problema perché potrebbe tranquillamente rivolgersi al consultorio a lei più congeniale pagando un irrisorio ticket come per qualsiasi altra prestazione sanitaria.
che ne pensa di quello che ci siamo detti?
le posso chiedere come mai ci scrive di avere timore di contattare uno specialista?
[#5]
Utente
Salve dottore, mi scusi per il ritardo nella risposta ma volevo leggere il suo messaggio con calma.
Il suo discorso mi sembra molto ragionevole e sensato, penso proprio che mi rivolgerò ad uno specialista, non voglio rischiare che il problema si aggravi ulteriormente. Il mio timore di farlo è dovuto in parte alla mia timidezza, ma anche perché avevo già fatto un colloquio con una professionista del consultorio e mi ero trovata molto male. Ritenterò!
La ringrazio tantissimo per l'aiuto, è stato molto rassicurante.
Il suo discorso mi sembra molto ragionevole e sensato, penso proprio che mi rivolgerò ad uno specialista, non voglio rischiare che il problema si aggravi ulteriormente. Il mio timore di farlo è dovuto in parte alla mia timidezza, ma anche perché avevo già fatto un colloquio con una professionista del consultorio e mi ero trovata molto male. Ritenterò!
La ringrazio tantissimo per l'aiuto, è stato molto rassicurante.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 87.2k visite dal 22/01/2017.
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