Suoceri impossibili
Salve,
Sono fidanzata da quasi due anni con un ragazzo di 26 anni. Conviviamo, lui lavora e io studio. Siamo in una città molto distante dalla sua per via della mia universitá. Questa lontananza non è stata accettata dai suoi genitori. I primi 3/4 mesi di convivenza sua madre continuava a scrivermi che non si puó "allontanare un figlio dalla madre" e altre frasi di questo tipo, in modo decisamente pressante e poco rispettoso. Il tutto condito con continue telefonate e messaggi minatori al mio ragazzo (" sei una delusione" , "addio per sempre", "non me lo aspettavo"). Col tempo sono diminuiti ma non è mai cambiato il fatto che si telefonano dalle 3 alle 6 volte al giorno e se ció non accade sono rimproveri e discussioni infinite che si protraggono per giorni tra loro. Dopo l'ennesimo episodio in cui sono stata trattata male da sua madre ho tagliato i ponti e non ho più contatti. Questo mi rasserena tanto e sto psichicamente meglio, ritengo sia stata una decisione saggia. Lascio che sia lui a gestire i rapporti coi suoi genitori anche se a me infastidiscono parecchio. Specialmente le telefonate, che trovo eccessive, non curanti del fatto che abbiamo una nostra vita e sintomo di un attaccamento morboso. Spesso tutto ció crea litigi fra me e il mio ragazzo perchè i suoi vogliono che lui salga ogni due settimane il weekend e se contraddiciamo sono seri problemi. Io sono riuscita a tirarmi fuori ma vorrei riuscire a far capire anche a lui che è il caso di ridimensionare questa invadenza, ad alto tasso ansiogeno. Fosse per me li disconescerei come suoi genitori. E in parte l'ho fatto tagliando i rapporti. Ma lui? Questa situazione comprometterá la nostra relazione?
Grazie a tutti per le risposte.
Sono fidanzata da quasi due anni con un ragazzo di 26 anni. Conviviamo, lui lavora e io studio. Siamo in una città molto distante dalla sua per via della mia universitá. Questa lontananza non è stata accettata dai suoi genitori. I primi 3/4 mesi di convivenza sua madre continuava a scrivermi che non si puó "allontanare un figlio dalla madre" e altre frasi di questo tipo, in modo decisamente pressante e poco rispettoso. Il tutto condito con continue telefonate e messaggi minatori al mio ragazzo (" sei una delusione" , "addio per sempre", "non me lo aspettavo"). Col tempo sono diminuiti ma non è mai cambiato il fatto che si telefonano dalle 3 alle 6 volte al giorno e se ció non accade sono rimproveri e discussioni infinite che si protraggono per giorni tra loro. Dopo l'ennesimo episodio in cui sono stata trattata male da sua madre ho tagliato i ponti e non ho più contatti. Questo mi rasserena tanto e sto psichicamente meglio, ritengo sia stata una decisione saggia. Lascio che sia lui a gestire i rapporti coi suoi genitori anche se a me infastidiscono parecchio. Specialmente le telefonate, che trovo eccessive, non curanti del fatto che abbiamo una nostra vita e sintomo di un attaccamento morboso. Spesso tutto ció crea litigi fra me e il mio ragazzo perchè i suoi vogliono che lui salga ogni due settimane il weekend e se contraddiciamo sono seri problemi. Io sono riuscita a tirarmi fuori ma vorrei riuscire a far capire anche a lui che è il caso di ridimensionare questa invadenza, ad alto tasso ansiogeno. Fosse per me li disconescerei come suoi genitori. E in parte l'ho fatto tagliando i rapporti. Ma lui? Questa situazione comprometterá la nostra relazione?
Grazie a tutti per le risposte.
[#1]
Cara Utente,
lei è riuscita a compiere il primo passo e a sottrarsi alle recriminazioni di una suocera decisamente colpevolizzante, cosa che sicuramente rappresenta il suo bene e le ha consentito di recuperare serenità.
Per il suo compagno il discorso è diverso, dal momento che si trova alle prese con una mamma che non fa che ribadirgli che l'ha abbandonata e che è quindi sostanzialmente un figlio indegno.
E' figlio unico o ha fratelli/sorelle?
Cosa le risponde quando lei gli chiede di dare meno retta alla madre?
Siete originari della stessa zona e vi siete trasferiti per i suoi studi?
lei è riuscita a compiere il primo passo e a sottrarsi alle recriminazioni di una suocera decisamente colpevolizzante, cosa che sicuramente rappresenta il suo bene e le ha consentito di recuperare serenità.
Per il suo compagno il discorso è diverso, dal momento che si trova alle prese con una mamma che non fa che ribadirgli che l'ha abbandonata e che è quindi sostanzialmente un figlio indegno.
E' figlio unico o ha fratelli/sorelle?
Cosa le risponde quando lei gli chiede di dare meno retta alla madre?
Siete originari della stessa zona e vi siete trasferiti per i suoi studi?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Grazie per la risposta tempestiva.
Purtroppo è figlio unico.
Non siamo originari della stessa zona. Abbiamo avuto per un anno e mezzo circa una relazione a distanza e poi abbiamo deciso di convivere dalle mie parti, in una città vicino a dove vivevo io dove c'è l'universitá che frequento (psicologia). Quando gli dico di dare meno retta alla madre mi ascolta in parte, cerca di tenere fuori i problemi dalla casa ma al tempo stesso ribadisce il fatto che è sua madre e non puó farci niente. Ogni tanto mi dice pure che dovrei recuperare i contatti ma io sono irremovibile visto come mi sentivo prima, frustrata e triste. Ora mi dispiace semplicemente per le telefonate continue e il fatto che loro vogliono imporre dei ritmi non nostri. Influiscono decisamente troppo nella vita di un figlio che va verso i 30 anni.
Purtroppo è figlio unico.
Non siamo originari della stessa zona. Abbiamo avuto per un anno e mezzo circa una relazione a distanza e poi abbiamo deciso di convivere dalle mie parti, in una città vicino a dove vivevo io dove c'è l'universitá che frequento (psicologia). Quando gli dico di dare meno retta alla madre mi ascolta in parte, cerca di tenere fuori i problemi dalla casa ma al tempo stesso ribadisce il fatto che è sua madre e non puó farci niente. Ogni tanto mi dice pure che dovrei recuperare i contatti ma io sono irremovibile visto come mi sentivo prima, frustrata e triste. Ora mi dispiace semplicemente per le telefonate continue e il fatto che loro vogliono imporre dei ritmi non nostri. Influiscono decisamente troppo nella vita di un figlio che va verso i 30 anni.
[#5]
Penso che possa chiedere al suo compagno di limitare gradualmente le telefonate giornaliere, che possono tranquillamente scendere alla fine a una sola (o anche meno).
Per quanto riguarda le visite ai genitori dovrebbe discutere con lui di quanto ci tenga o meno, perchè potrebbe anche scoprire che gli va bene tornare nella sua città due volte al mese e vedere familiari e amici.
Lei invece in che rapporti è con i suoi genitori?
Con che frequenza vi vedete e sentite?
Per quanto riguarda le visite ai genitori dovrebbe discutere con lui di quanto ci tenga o meno, perchè potrebbe anche scoprire che gli va bene tornare nella sua città due volte al mese e vedere familiari e amici.
Lei invece in che rapporti è con i suoi genitori?
Con che frequenza vi vedete e sentite?
[#6]
Utente
Ho già fatto questa richiesta e in parte c'è stato un piccolo tentativo di ridimensionare ma rimane il fatto che lui si sottrae affermando che se non chiama tutte quelle volte sono "problemi" e verrebbe chiamato ancora di più (questo perchè i suoi pretendono di sentirlo più volte nell'arco della giornata e se non chiama deve sempre dare spiegazioni). A mio parere è assurdo.
Per le visite lui sale la maggior parte delle volte per accontentare i genitori e le loro richieste, altrimenti si generano problemi appunto.
Io invece sento i miei ogni tot, puó essere ogni due giorni come tre a seconda delle necessità. E passano da noi ogni due o tre settimane per salutarci o portarci cose per la casa.
Per le visite lui sale la maggior parte delle volte per accontentare i genitori e le loro richieste, altrimenti si generano problemi appunto.
Io invece sento i miei ogni tot, puó essere ogni due giorni come tre a seconda delle necessità. E passano da noi ogni due o tre settimane per salutarci o portarci cose per la casa.
[#7]
Gentile Utente,
Lei chiede: "Questa situazione comprometterá la nostra relazione?"
Non credo sarà la mamma del Suo compagno a compromettere la relazione, quanto la Sua (di Lei che scrive) rigidità.
Ha mai pensato che la reazione dei genitori del Suo ragazzo possa essere stata dettata dalla "perdita" di un figlio? Forse le loro aspettative erano diverse: un figlio che, uscendo da casa, restasse nella stessa città. In questo modo, invece, essi lo hanno probabilmente vissuto come una perdita e hanno bisogno di rielaborare questo distacco. Mi sembra comprensibile.
Ma Lei faccia attenzione alle parole e ai messaggi che il Suo ragazzo Le invia: egli Le sta ripetendo che in fondo è sempre Sua madre! Questo significa che lui le vuole bene ed è giusto che sia così. Probabilmente il Suo ragazzo desidera anche vedere con questa frequenza la mamma, desidera sentirla e condividere con lei la Sua giornata. Evidentemente è per lui un'abitudine.
Mi permetta anche di sottolineare un altro importante aspetto: se lui è così legato e affezionato alla mamma, Lei dovrebbe esserne felice. In fondo la mamma è la prima persona con la quale abbiamo un legame, che ci insegna tutto, ci insegna ad amare e nel caso specifico è stata proprio la mamma ad insegnare al Suo compagno come si ama una donna.
In pratica, non è meglio, nel senso di più funzionale, anziché esasperare una situazione nella quale potrebbe anche perdere (la mamma è sempre la mamma!) tentare di essere conciliante, di provare a vedere la situazione con maggior distacco e da un'altra prospettiva, di comprendere le ragioni per le quali la mamma del Suo ragazzo dice e fa certe cose?
Non è anche un Suo interesse che il Suo compagno sia felice e abbia una relazione con la mamma?
Questo ovviamente non significa non mettere dei paletti laddove sia necessario, ma non significa nemmeno tagliare i ponti con una persona che è significativa nella vita del Suo ragazzo e con la quale avrà sempre un legame.
Ha pensato alle conseguenze della Sua scelta di chiudere i rapporti?
Lei chiede: "Questa situazione comprometterá la nostra relazione?"
Non credo sarà la mamma del Suo compagno a compromettere la relazione, quanto la Sua (di Lei che scrive) rigidità.
Ha mai pensato che la reazione dei genitori del Suo ragazzo possa essere stata dettata dalla "perdita" di un figlio? Forse le loro aspettative erano diverse: un figlio che, uscendo da casa, restasse nella stessa città. In questo modo, invece, essi lo hanno probabilmente vissuto come una perdita e hanno bisogno di rielaborare questo distacco. Mi sembra comprensibile.
Ma Lei faccia attenzione alle parole e ai messaggi che il Suo ragazzo Le invia: egli Le sta ripetendo che in fondo è sempre Sua madre! Questo significa che lui le vuole bene ed è giusto che sia così. Probabilmente il Suo ragazzo desidera anche vedere con questa frequenza la mamma, desidera sentirla e condividere con lei la Sua giornata. Evidentemente è per lui un'abitudine.
Mi permetta anche di sottolineare un altro importante aspetto: se lui è così legato e affezionato alla mamma, Lei dovrebbe esserne felice. In fondo la mamma è la prima persona con la quale abbiamo un legame, che ci insegna tutto, ci insegna ad amare e nel caso specifico è stata proprio la mamma ad insegnare al Suo compagno come si ama una donna.
In pratica, non è meglio, nel senso di più funzionale, anziché esasperare una situazione nella quale potrebbe anche perdere (la mamma è sempre la mamma!) tentare di essere conciliante, di provare a vedere la situazione con maggior distacco e da un'altra prospettiva, di comprendere le ragioni per le quali la mamma del Suo ragazzo dice e fa certe cose?
Non è anche un Suo interesse che il Suo compagno sia felice e abbia una relazione con la mamma?
Questo ovviamente non significa non mettere dei paletti laddove sia necessario, ma non significa nemmeno tagliare i ponti con una persona che è significativa nella vita del Suo ragazzo e con la quale avrà sempre un legame.
Ha pensato alle conseguenze della Sua scelta di chiudere i rapporti?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#8]
Utente
La mia scelta di chiudere momentaneamente i rapporti è ben pensata ed è venuta in seguito anche a brutte parole che mi sono state rivolte e a tutta una serie di episodi nei mesi passati che mi hanno portato a tagliare per preservare la mia salute. Detto ció ci sarebbe tanto da raccontare!!! E il mio ragazzo, per fortuna, mi ha capita al 100%. Detto ció io ho provato in tutti i modi ad essere conciliante ma non è bastato, continuavano le recriminazioni e le minacce. Dunque la rigidità penso provenga da altre parti.
Inoltre, lui stesso non approva il comportamento della madre ed entrambi ci chiediamo come ridimensionarla.
Inoltre, lui stesso non approva il comportamento della madre ed entrambi ci chiediamo come ridimensionarla.
[#9]
Lei chiede se questa situazione potrebbe compromettere la Sua relazione d'amore...
Perché non prova a rileggere tutta la conversazione tra qualche giorno per rendersi conto di quanto Lei sia tanto arrabbiata, nonostante abbia tagliato i ponti con queste persone e nonostante dica di essere più serena.
Che cosa ha ottenuto in pratica?
- è ugualmente arrabbiata
- litiga SPESSO con il Suo ragazzo
- vuole far diminuire le telefonate
- continuano le vessazioni
- il Suo ragazzo non è felice della situazione che si è creata ("...Quando gli dico di dare meno retta alla madre mi ascolta in parte, cerca di tenere fuori i problemi dalla casa ma al tempo stesso ribadisce il fatto che è sua madre e non puó farci niente. Ogni tanto mi dice pure che dovrei recuperare i contatti...")
Ora, vale la pena perdere tempo ed energie dietro questa faccenda? E' in questo senso che credo che Lei potrebbe essere più flessibile. In che modo? Dal momento che questi tentativi di soluzione non hanno davvero aiutato, magari è tempo di provare altre strategie, per arrivare ad un punto in cui almeno possiate essere sereni e risolvere il problema.
Ma il problema deve prima essere messo a fuoco in modo chiaro.
Non dubito che ci sarebbe tanto da raccontare: ogni giorno ascolto storie di coppie che incontrano difficoltà e la maggior parte dei litigi nelle coppie avvengono per questioni legate ai parenti, al sesso e ai soldi.
Però, dal momento che Lei è giovane e che ha da poco iniziato una convivenza, mi sentirei di suggerirLe di lasciare andare rabbia e rancori. Questo andrebbe solo a Suo vantaggio e a vantaggio della Sua storia sentimentale.
Tenga presente che può scegliere: può decidere di essere arrabbiata e rancorosa perché questa signora chiama spesso e in passato L'ha trattata male. Quali vantaggi e svantaggi ha?
Oppure può decidere di dare priorità alle cose importanti della vita.
Tra l'altro, visto che in futuro sarà una Collega, è chiaro che la Sua serenità personale è prioritaria per vivere e lavorare bene! :-)
Cordiali saluti,
Perché non prova a rileggere tutta la conversazione tra qualche giorno per rendersi conto di quanto Lei sia tanto arrabbiata, nonostante abbia tagliato i ponti con queste persone e nonostante dica di essere più serena.
Che cosa ha ottenuto in pratica?
- è ugualmente arrabbiata
- litiga SPESSO con il Suo ragazzo
- vuole far diminuire le telefonate
- continuano le vessazioni
- il Suo ragazzo non è felice della situazione che si è creata ("...Quando gli dico di dare meno retta alla madre mi ascolta in parte, cerca di tenere fuori i problemi dalla casa ma al tempo stesso ribadisce il fatto che è sua madre e non puó farci niente. Ogni tanto mi dice pure che dovrei recuperare i contatti...")
Ora, vale la pena perdere tempo ed energie dietro questa faccenda? E' in questo senso che credo che Lei potrebbe essere più flessibile. In che modo? Dal momento che questi tentativi di soluzione non hanno davvero aiutato, magari è tempo di provare altre strategie, per arrivare ad un punto in cui almeno possiate essere sereni e risolvere il problema.
Ma il problema deve prima essere messo a fuoco in modo chiaro.
Non dubito che ci sarebbe tanto da raccontare: ogni giorno ascolto storie di coppie che incontrano difficoltà e la maggior parte dei litigi nelle coppie avvengono per questioni legate ai parenti, al sesso e ai soldi.
Però, dal momento che Lei è giovane e che ha da poco iniziato una convivenza, mi sentirei di suggerirLe di lasciare andare rabbia e rancori. Questo andrebbe solo a Suo vantaggio e a vantaggio della Sua storia sentimentale.
Tenga presente che può scegliere: può decidere di essere arrabbiata e rancorosa perché questa signora chiama spesso e in passato L'ha trattata male. Quali vantaggi e svantaggi ha?
Oppure può decidere di dare priorità alle cose importanti della vita.
Tra l'altro, visto che in futuro sarà una Collega, è chiaro che la Sua serenità personale è prioritaria per vivere e lavorare bene! :-)
Cordiali saluti,
[#10]
Utente
Per ora ritengo sia meglio non parlarle, ho bisogno del mio tempo e dei miei spazi per riflettere. Mi ha causato per tantissimi mesi dello stress e dell'ansia in modo pressante e continuativo e dopo un episodio eclatante ho deciso di lasciar perdere e prendermi del tempo per stare tranquilla. È una scelta ragionevole a mio parere e continueró su questa strada finchè non mi sentiró di nuovo pronta a intrattenere rapporti. Dopotutto è un diritto primario e fondamentale quello alla serenità, che sto recuperando passo a passo!
:-)
Saró lieta di essere vostra collega fra pochi anni! Grazie ancora per le risposte e buon lavoro.
:-)
Saró lieta di essere vostra collega fra pochi anni! Grazie ancora per le risposte e buon lavoro.
[#11]
Secondo lei se i suoi genitori la vedessero allontanarsi per andare a vivere dalle parti del suo compagno (quindi abbastanza lontano, se ho capito bene) non avrebbero nulla da ridire?
In fin dei conti lei è rimasta vicino a casa e i suoi sanno che possono passare quando vogliono a salutare o a trovarvi (fra l'altro lo fanno con le stessa frequenza con la quale il suo compagno torna dalla famiglia) perchè lei è sempre in zona, mentre la mamma del suo fidanzato l'ha visto andare lontano e penso che tutto sommato non ne sia felice come non è generalmente felice nessuna madre in questa situazione - a meno che non si tratti di persone che hanno una vita piena e quindi poco tempo per pensare al figlio che se n'è andato lontano.
Magari anche sua madre reagirebbe in questo modo: forse con minore insistenza, ma ugualmente con tristezza e magari rabbia.
Va tenuto conto di tutto questo nel ragionare sul perchè è tanto presente: non si rassegna ad aver "perso" il suo unico figlio e probabilmente non ha una vita piena, che le dia grandi soddisfazioni e le consenta di pensare ad altro.
E' possibile che il suo compagno si senta i colpa per essersi allontanato tanto e che per questo non trovi le parole e la fermezza necessaria per limitare il numero quotidiano di chiamate, ma è possibile anche che a sua volta senta la mancanza di casa e che ritorni lì volentieri ogni 2 settimane anche per rivedere gli amici.
Non credo che abbia solo i genitori da salutare quando torna indietro, anche se i vostri discorsi vertono essenzialmente su questo punto.
Forse tutto si risolverebbe se in futuro vi trasferiste dalle parti del suo compagno: lei sarebbe disposta ad allontanarsi dai suoi per cambiare vita e ambiente?
E in tal caso quanto pensa che li sentirebbe e che li vorrebbe rivedere?
E' importante che ragioni su tutto questo per trovare la soluzione e andare oltre l'idea che la suocera sia impossibile e "cattiva".
La mia è una provocazione, ma se lei andasse a vivere dalle loro parti sono sicura al 99% che tutto si risolverebbe: sarebbe disposta a farlo?
In fin dei conti lei è rimasta vicino a casa e i suoi sanno che possono passare quando vogliono a salutare o a trovarvi (fra l'altro lo fanno con le stessa frequenza con la quale il suo compagno torna dalla famiglia) perchè lei è sempre in zona, mentre la mamma del suo fidanzato l'ha visto andare lontano e penso che tutto sommato non ne sia felice come non è generalmente felice nessuna madre in questa situazione - a meno che non si tratti di persone che hanno una vita piena e quindi poco tempo per pensare al figlio che se n'è andato lontano.
Magari anche sua madre reagirebbe in questo modo: forse con minore insistenza, ma ugualmente con tristezza e magari rabbia.
Va tenuto conto di tutto questo nel ragionare sul perchè è tanto presente: non si rassegna ad aver "perso" il suo unico figlio e probabilmente non ha una vita piena, che le dia grandi soddisfazioni e le consenta di pensare ad altro.
E' possibile che il suo compagno si senta i colpa per essersi allontanato tanto e che per questo non trovi le parole e la fermezza necessaria per limitare il numero quotidiano di chiamate, ma è possibile anche che a sua volta senta la mancanza di casa e che ritorni lì volentieri ogni 2 settimane anche per rivedere gli amici.
Non credo che abbia solo i genitori da salutare quando torna indietro, anche se i vostri discorsi vertono essenzialmente su questo punto.
Forse tutto si risolverebbe se in futuro vi trasferiste dalle parti del suo compagno: lei sarebbe disposta ad allontanarsi dai suoi per cambiare vita e ambiente?
E in tal caso quanto pensa che li sentirebbe e che li vorrebbe rivedere?
E' importante che ragioni su tutto questo per trovare la soluzione e andare oltre l'idea che la suocera sia impossibile e "cattiva".
La mia è una provocazione, ma se lei andasse a vivere dalle loro parti sono sicura al 99% che tutto si risolverebbe: sarebbe disposta a farlo?
[#15]
...magari non così tanto adiacenti! ; -)
Le auguro allora che la situazione si possa risolvere e le suggerisco comunque anch'io di cercare di mettersi nei panni dei suoi suoceri per capire meglio cosa provano e trovare un altro modo per gestire la situazione.
Se vuole ci aggiorni, un caro saluto
Le auguro allora che la situazione si possa risolvere e le suggerisco comunque anch'io di cercare di mettersi nei panni dei suoi suoceri per capire meglio cosa provano e trovare un altro modo per gestire la situazione.
Se vuole ci aggiorni, un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 4.8k visite dal 19/01/2017.
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