Paura nel bambino e sonnambulismo

Buonasera
Mio figlio ha 7 anni, è un bambino vivace e per niente timido. Fin da neonato abbiamo cercato di non trasmettergli paure e abbiamo cercato di farlo dormire nella sua stanza in modo sereno. Fino ai 3 anni la situazione è andata piuttosto bene, perché nonostante i suoi ripetuti risvegli notturni, bastava riaddormentarlo per farlo arrivare al mattino senza problemi.
Con l'arrivo della paura sono iniziati i problemi: paura del buio, dello stare solo in una stanza... abbiamo cercato di consolarlo e rassicurarlo come meglio abbiamo potuto e lo abbiamo fatto dormire con noi quando proprio non riusciva a stare solo (si addormentava in camera sua ma con la consapevolezza che una volta addormentato saremmo tornati in camera nostra e così si svegliava poco dopo terrorizzato di essere di nuovo solo).
Abbiamo capito che è un bambino sensibile alle immagini... una volta per esempio lo abbiamo portato in un parco giochi e lui è rimasto terrorizzato da un animatore vestito da alieno che intratteneva i bambini (la paura di questo alieno è rimasta per notti e notti).
Adesso anche durante il giorno non va in bagno da solo se non accompagnato, non rimane solo in camera sua a giocare o in altre stanze se noi non siamo nelle stanze vicino e la notte è un continuo andare avanti e indietro. Noi non possiamo addormentarlo in camera sua anche 6/7 volte per notte e finiamo per cedere e farlo entrare nel letto con noi, dove poi dorme beato. Altre volte siamo talmente stanchi che ce lo ritroviamo al mattino nel letto e lui dice di non ricordarsi di esserci venuto.
Voglio precisare che si addormenta in camera sua... ogni sera alla stessa ora lo accompagniamo a dormire, gli parliamo e lo coccoliamo qualche minuto e poi andiamo via lasciandogli una luce accesa nel corridoio. Purtroppo questo non basta; per farlo addormentare tranquillo ha bisogno che ogni 5 minuti andiamo a farci vedere.. così facendo dopo un pò si addormenta...fino verso l'una di notte circa. Se gli diciamo di non venire da noi la notte, lui sostiene di non ricordarsi proprio di venire...Questa notte è successa una cosa strana...alle 1.30 l'ho sentito chiamare mamma più volte in tono spaventato... mi sono diretta in camera sua pensando mi stesse chiamando per la paura e lui non c'era...l'ho trovato in salotto seduto sul divano...ho provato a chiedergli cosa ci faceva ma non rispondeva... allora l'ho preso in braccio e l'ho portato nel nostro letto. Abbiamo provato a chiedergli cosa facesse o come mai mi stesse chiamando, ma rispondeva soltanto mezze parole senza senso. Allora abbiamo pensato non fosse cosciente e lo abbiamo fatto riaddormentare. Ovviamente questa mattina non si ricordava niente.
Mi chiedo spesso da cosa possa dipendere tutta questa paura e quale sia il comportamento giusto da attuare. Se continuare ad assecondarlo o cambiare atteggiamento.
Mi chiedo se anche l'episodio di questa notte sia collegato alle sue paure o un semplice caso. Potete darmi un parere per favore.
Grazie mille.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

la paura è un'emozione primaria, cioè innata.
Nessuno ci insegna ad avere paura, perché da un punto di vista evolutivo è sensatissimo avere paura.
Semmai, bisogna insegnare ai bambini a superare e attraversare le paure, affinché non paralizzino la persona che sta crescendo.

Per quanto riguarda le paure di cui ci parla e che riguardano Suo figlio, tenga presente che per i bambini non è facile stare da soli, dormire da soli, stare al buio.

Vero è che a sette anni il bambino avrebbe già dovuto imparare a dormire da solo nel Suo letto in modo sereno.
Quindi va bene rassicurarlo con dolcezza per permettergli di riaddormentarsi.

Ma è importante anche non usare un rinforzo intermittente, perché se da una parte viene trasmesso al bambino la rassicurazione, dall'altro è probabile che ci siano anche segnali di allarme... un po' sta da solo nella sua cameretta e un po' nel lettone. Questo di solito confonde il bimbo che non sa più che fare.

Quindi Lei e Suo marito potreste condividere una strategia e usarla per essere fermi con il bambino, in modo da aiutarlo a superare la paura.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

alcune domande per cercare di avere un quadro possibilmente più puntuale:

* dai 0 ai 3 anni, pensa che possa essere accaduto qualcosa di spiacevole al bambino? Qualche episodio/momento/ periodo che magari a voi è passato inosservato e che a piccolo invece no?
* ci sono stati problemi durante la gravidanza e/o il parto? Quest'ultimo è stato eutocico o cesareo?
* è nato a termine o pretermine?
* lei ha assunto farmaci durante la gravidanza? Se si, quali?
* lei ha avuto problemi dopo la nascita di suo figlio?
* il bambino ha avuto qualche problema?
* il bambino assume farmaci? Ha problemi organici?
* come è e come è stato il rapporto tra lei e il suo compagno?
* chi si occupa prevalentemente di suo figlio?
* ha fratelli/sorelle?
* lei e il padre avete un'emotivitá contraddistinta da ansia? Quali sono le vostre emozioni prevalenti sia singole che di coppia?
* al bambino è stata data regolarità nei momenti di addormentamento?
* cosa fa generalmente prima di andare a letto?
* ha mai espresso la paura di andare a dormire?
* come è la sua alimentazione serale? Assume bibite gassate/zuccherate?
* quanto tempo trascorre con lei e/o il suo compagno, durante la giornata? Che tipo di lavoro svolgete?
* il bambino ha amici? Va a scuola con regolarità? Come è il rapporto con i compagni di classe?
* partecipa ad attività ludiche insieme ai propri amici?
* avete consultato il pediatra? Se si, cosa ha suggerito?

Grazie

Un saluto

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#3]
Utente
Utente
Buonasera
Innanzi tutto vi ringrazio per le vostre risposte. Riguardo al consiglio della dottoressa relativamente al comportamento comune da tenere con mio marito sono daccordo e non ci sono problemi se non quello di decidere quale comportamento sia più corretto. Da una parte infatti non vorremmo che continuando a farlo venire con noi la situazione non si evolva mai e dall'altra non so quanto sia per il bambino positivo lasciarlo piangere in camera sua in preda al panico. A volte cerchiamo di fargli capire che è grande per questi comportamenti ma anche questo non vorrei lo facesse sentire ancora più in difetto.
riguardo alle domande del dott Pizzoleo cercherò di rispondere a tutte per darle in quadro più chiaro perché in effetti tante cose sono successe negli ultimi anni che possono aver influito sulla situazione ma non ho riportato in quanto la paura era presente già prima di questi avvenimenti.
Ho parlato dei tre anni non perché ci fosse un episodio particolare ma perché prima di quell'età i risvegli erano dovuti non a paura, ma semplicemente al non sapersi addormentare da solo se si svegliava durante la notte. In quei casi convincerlo a stare in camera sua non era un problema... lo è diventato dopo quando più grande aveva paura del buio e dei mostri.
Non ho avuto problemi in gravidanza e non ho assunto farmaci né io né il bambino, nato a termine da parto indotto ma naturale. Ha avuto qualche piccolo problema di frequenti episodi febbrili risolti nel 2015 con tonsillectomia. In casa abbiamo un buon rapporto e fortunatamente con mio marito i rapporti sono molto buoni. Fino all'anno scorso i miei genitori lo tenevano il pomeriggio dopo l'uscita di scuola fino al nostro ritorno. Siamo entrambi impiegati.
a gennaio è nata sua sorella e da allora sono rimasta a casa e poi tornata a lavoro xon orario ridotto quindi mi occupo direttamente io di loro dopo scuola. A scuola va molto bene e con i compagni è molto loquace... ha amici anche a casa che frequenta nel pomeriggio. Ha un'alimentazione piuttosto sana e non beve mai bevande gassate e zuccherate perché fortunatamente non gli piacciono. L'unico episodio rilevante è oltre alla nascita della sorella un mio episodio depressivo risalente ad un anno fa a seguito della morte di mia sorella con cui lui era molto legato. Purtroppo i mesi della sua malattia io ho avuto una forte depressione e forse può essersi sentito trascurato.
Il pediatra non è stato sentito.
chiedo un vostro parere... come dobbiamo comportarci? Dobbiamo dargli la sicurezza che lui vuole e assecondarlo e cercare di insegnargli a essere più autonomo anche se significa farlo piangere?
grazie ancora
[#4]
Utente
Utente
Ho parlato dei tre anni non perché ci fosse un episodio particolare ma perché prima di quell'età i risvegli erano dovuti non a paura, ma semplicemente al non sapersi addormentare da solo se si svegliava durante la notte. In quei casi convincerlo a stare in camera sua non era un problema... lo è diventato dopo quando più grande aveva paura del buio e dei mostri.
Non ho avuto problemi in gravidanza e non ho assunto farmaci né io né il bambino, nato a termine da parto indotto ma naturale. Ha avuto qualche piccolo problema di frequenti episodi febbrili risolti nel 2015 con tonsillectomia. In casa abbiamo un buon rapporto e fortunatamente con mio marito i rapporti sono molto buoni. Fino all'anno scorso i miei genitori lo tenevano il pomeriggio dopo l'uscita di scuola fino al nostro ritorno. Siamo entrambi impiegati.
a gennaio è nata sua sorella e da allora sono rimasta a casa e poi tornata a lavoro xon orario ridotto quindi mi occupo direttamente io di loro dopo scuola. A scuola va molto bene e con i compagni è molto loquace... ha amici anche a casa che frequenta nel pomeriggio. Ha un'alimentazione piuttosto sana e non beve mai bevande gassate e zuccherate perché fortunatamente non gli piacciono.
L'unico episodio rilevante è oltre alla nascita della sorella un mio episodio depressivo risalente ad un anno fa a seguito della morte di mia sorella con cui lui era molto legato. Purtroppo i mesi della sua malattia io ho avuto una forte depressione e forse può essersi sentito trascurato.
Il pediatra non è stato sentito.
chiedo un vostro parere... come dobbiamo comportarci? Dobbiamo dargli la sicurezza che lui vuole e assecondarlo e cercare di insegnargli a essere più autonomo anche se significa farlo piangere?
grazie ancora
[#5]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Grazie gentile signora per le precisazioni.

lei ha parlato di un suo episodio di depressione reattiva all'avvenuta mancanza di sua sorella.

* si è avvalsa, in quel periodo, di una consulenza specialistica di tipo psichiatrico e/o psicologico clinico? Ha una diagnosi in proposito? Ha seguito qualche tipo di terapia? Attualmente come sta?
* le paure di suo figlio che ci descrive( la paura di stare da solo, del buio, dei mostri etc...), crede che si possano essere amplificate dopo l'episodio della perdita della zia o no?
* come avete spiegato a vostro figlio che la zia a cui era molto legato, era morta? ne avete parlato con lui? Suo figlio ha pianto la perdita della zia?
* avete condiviso il dolore in famiglia?
[#6]
Utente
Utente
Sono stata in terapia da una psicoterapeuta per quattro mesi ed ho assunto farmaci prescritti dallo psichiatra a causa del forte dimagrimento che avevo avuto in pochi giorni. Purtroppo ho dovuto interrompere la terapia per problemi personali e legati anche alla scoperta della gravidanza. Come immaginera'la gravidanza se pur non indesiderata è stata difficile da gestire in un momento in cui sapevo prendermi cura ben poco anche di me stessa.
in casa abbiamo affrontato la cosa... il bambino è cresciuto insieme alla malattia della zia perché malata da prima della sua nascita. Abbiamo spiegato anche durante l'ultimo periodo dellaggravarsi della malattia ed è stato a trovare la zia più volte. Poi gli abbiamo detto che ci aveva lasciato e lui gli ha fatto in disegno di un angelo che io avrei dovuto portare da lei al funerale. In casa ne parliamo spesso anche se purtroppo ancora con molta tristezza. Soprattutto i primi tempi dopo la sua morte la sera ce lo facevo parlare e gliela facevo salutare cercando di spiegargli che comunque lei era ancora con noi e che l'importante era conservare il buon ricordo delle cose vissute insieme. Andiamo spesso al cimitero insieme ma non l'ho portato al funerale.
[#7]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
La ringrazio ancora,

Gentile signora.
Comprendo la sofferenza che avete vissuto e vi dico che con suo figlio avete gestito, al meglio delle vostre possibilità e capacità genitoriali, tutta la situazione. E lo state facendo anche ora sulla base di quello che pensate sia più utile per vostro figlio.

Tuttavia molti studi scientifici dimostrano che già nella pancia materna i bambini vivono e sentono le emozioni della madre.

Il periodo di gravidanza è una meravigliosa simbiosi tra il feto e la madre. Come il bambino si nutre attraverso il cordone ombelicale, nello stesso modo si "nutre" degli stati mentali materni.
A questo periodo ne è susseguito un altro in cui le emozioni e gli stati mentali fetali, sono diventate visibili e concrete per suo figlio perché cresciuto con una zia dolorosamente sofferente, alla quale era molto legato emotivamente. Quando c'è un legame molto profondo le emozioni inevitabilmente " passano" da una persona all'altra.

È possibile che (ragionando per ipotesi... data la sede che non ci permette di avere un confronto diretto) il piccolo abbia accumulato e sia fatto inconsapevolmente carico, di un insieme di emozioni che ora lo portano ad avere paura dell'abbandono, di stare da solo, del buio.

La proposta che le posso fare è quella di avvalersi di una consulenza specialistica di un/a collega perfezionato/a in età evolutiva. Sarebbe molto utile ad inquadrare il "funzionamento cognitivo" (pensieri ed emozioni) di suo figlio ed eventualmente a proporre un percorso terapeutico in cui vostro figlio possa sentirsi protetto e ascoltato nelle sue emozioni più sgradevoli con lo scopo di appropriarsi della serenità che merita e che meritate.

Un caro saluto e un abbraccio a suo figlio:)
Gravidanza

Gravidanza: test, esami, calcolo delle settimane, disturbi, rischi, alimentazione, cambiamenti del corpo. Tutto quello che bisogna sapere sui mesi di gestazione.

Leggi tutto