Attacchi di panico dopo congestione post diagnosi sm

Buonasera, sono una ragazza di 24 anni ed esattamente lo scorso anno mi è stata diagnosticata la SM. L'estate precedente mi è venuto il primo attacco di SM con vertigini forti che sono passati solo dopo una terapia di Microser, e dopo un paio di settimane ho avuto una congestione mentre mi trovavo insieme ad una mia conoscenza e da lì è iniziato un calvario. Sono sempre stata una persona frivola, che non dava peso ai problemi personali ed affrontava tutto a testa alta. Da dopo la diagnosi ho cominciato a sentire sempre una sorta di paura e dopo quest'estate i sintomi sono peggiorati dopo aver mangiato un panino di fretta stando insieme ad una vecchia conoscenza anche in questo caso.
Adesso quando mangio ho paura che ciò che assumo possa farmi star male, sono arrivata ad avere paura a bere liquidi a temperatura ambiente poiché li sento freddi e non riesco nemmeno a bere un tè freddo o mangiare una mozzarella senza farmi assalire dall'angoscia. Premetto che vivo da sola da tre anni e questa cosa mi condiziona terribilmente poiché quando ho paura spesso e volentieri è perché mi trovo disorientata ed abbandonata. Tachicardia, giramento di testa e comincio a tremare visibilmente per l'ansia. Mi avevano prescritto delle gocce, ma mi sono rifiutata di seguire questa terapia poiché sono spaventata dal senso di spossatezza che potrebbero causarmi. Pensavo di rivolgermi ad uno psicologo AISM, ma non so quanto possa servire poiché i miei attacchi di panico generalmente sono legati al cibo.
Non esco volentieri di casa, ho paura di sentirmi male per strada e anche prendere una metropolitana affollata è diventata una tragedia. Mi condiziona anche questa paura di programmare progetti futuri poiché temo di sentirmi male e rovinare tutto. Sono stanca e mi sento impotente, quando fin da quando ero piccola non mi facevo problemi a bere o mangiare cose fredde anche in poco tempo.
Adesso ho paura di mangiare anche fuori casa, come se il cibo che assumo potesse farmi star male. Non riesco a godermi le giornate come vorrei e questo senso di angoscia non mi lascia in pace. Presto inizierò a lavorare ed il pensiero di mangiare anche un'insalata di frigo mi spaventa. Grazie per l'attenzione.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<Pensavo di rivolgermi ad uno psicologo AISM, ma non so quanto possa servire poiché i miei attacchi di panico generalmente sono legati al cibo.>>

Gentile Ragazza,
credo che, tanto per cominciare, sarebbe una buona idea quella che ha avuto: la manifestazione della sua ansia è principalmente evidente nelle situazioni che ha descritto, ma non penso sia slegata dal resto. E, in ogni caso, per "digerire" una diagnosi come la sua sarebbe opportuno un supporto psicologico, che l'accompagni nelle varie fasi. Ancora di più se si trova ad essere così sola...
Se poi, lo psicologo che incontrerà riterrà più utile l'intervento di un altro professionista, sarà tenuto ad inviarla ad un collega.

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

è normale che una diagnosi come quella che lei ha ricevuto spaventi e faccia vedere sotto un'altra luce il futuro che si progettava in precedenza.
Da quanto dice pare che da allora lei sia entrata in uno stato di allerta continua e l'episodio del panino va letto all'interno di questa cornice: è accaduto uno spiacevole imprevisto che le ha dimostrato che anche una cosa banale come un panino può provocare malessere, con il risultato che è entrata in uno stato di evitamento di tutto quello che pensa possa portare a ripetere quella brutta esperienza.
Il fatto di vivere sola e non sentire la vicinanza di persone che le diano appoggio e sostegno peggiora probabilmente il suo stato d'animo:

"quando ho paura spesso e volentieri è perché mi trovo disorientata ed abbandonata".

Di conseguenza a mio avviso rivolgersi ad uno psicologo AISM è una buona idea, dal momento che la malattia e la sua idea della malattia ad aver generato quello stato di allerta che ha poi portato all'episodio del panino e, a cascata, a tutte le altre conseguenze.
Un professionista preparato sia ad occuparsi di ansia, sia dello stato psicologico delle persone colpite da SM, è sicuramente in grado di aiutarla ad elaborare cosa significa per lei essere malata, doversela cavare da sola e mantenere uno sguardo ottimistico sul futuro, che non è azzerato dalla possibilità di avere ulteriori crisi.

In questo momento non può fare riferimento e affidamento su nessuno?
Ha stretto qualche amicizia nella città dove si trova?
Come hanno reagito i suoi familiari alla diagnosi che ha ricevuto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Rispondo alla Dr.ssa Flavia Massaro riguardo le domande poste:
- Ho solo la mia migliore amica a mezz'ora di macchina da casa. Per il resto i miei genitori ed il mio fidanzato sono a 500 km. Ho anche la mia coinquilina ma lavora fino a tardi e quindi in casa non c'è spesso.
- Ho stretto amicizie con persone che però non ritengo come dire 'importanti'
- Anche mia mamma ha la SM e sono stati tutti molto addolorati che sia stato diagnosticato anche a me.

Ho anche notato una cosa ma solo recentemente: se mangio con mio padre o la mia migliore amica vicino, non soffro di queste paure.
Vi ringrazio infinitamente per le risposte, seguirò il vostro consiglio e mi rivolgerò all'AISM.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Sua mamma come ha affrontato la malattia?
Può essere per lei un valido esempio di come sia possibile fare dei progetti e costruire ad esempio una famiglia pur soffrendo di SM.

Visto che nel suo luogo d'origine ha un fidanzato, ci può dire se ha fatto dei progetti con lui?
Se ho capito bene lei lavorerà nel luogo dove si trova ora: è così? In questo caso lui la raggiungerà?
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