Crisi da dipendenza affettiva, ansia e confusione

Sono una ragazza di 30 anni,assieme ad un ragazzo da +di 2 anni:all'inizio tutto benissimo,ma dopo un anno ho iniziato a sentire un attaccamento sempre più forte a lui,tanto da diventare l'unica fonte di benessere.Ho abbandonato tutte le passioni,le amicizie e anche a casa(vivo ancora coi miei) la situazione è peggiorata:tensioni sempre più frequenti e senso di malessere al solo pensiero di essere in casa.Stavo bene solo con lui e col tempo avevo bisogno di vederlo sempre di + e a lungo e già poco prima di salutarci stavo male e gli trasmettevo il malessere.
Lui è molto sensibile,emotivo ed ha sempre assecondato il mio bisogno per quanto possibile,venendomi sempre a trovare,e ha sempre provato a spronarmi nel riprendere le mie attività,ma ha trovato in me una totale chiusura(non capivo nemmeno io,pensavo di essere depressa).
Tutto questo malessere si è riversato su di lui,tanto +perché non sentivo di ricevere cose che reputavo importanti(rassicurazioni,parole dolci,pur sapendo che non fa parte del suo carattere),ancora di + al rifiuto della mia richiesta di convivenza(cosa che pensavo fosse la soluzione ai miei problemi).
Provavo rabbia e frustrazione per non sentire di ricevere ciò che speravo e per tutta questa insicurezza nel rapporto.
Mi ha sempre detto di volermi bene ma che in quel momento non poteva darmi ciò che chiedevo:mi sono resa conto(solo ora)di averlo ossessionato con le richieste,non mettendolo nella condizione di benessere necessaria per poter pensare agli obiettivi di coppia.
C'è anche da dire che lui è sempre alla ricerca di qualcosa che non trova,insoddisfatto,pessimista,prende sempre in considerazione di poter cambiare mansione nell'ambito lavorativo(ha un lavoro che glielo permette),il che significa continui possibili cambiamenti,poca stabilità,il contrario di ciò che gli chiedevo.è molto ansioso,tant'è che anche quando stavamo bene si era reso conto di questa sua continua insoddisfazione mista ansia e voleva andare da uno specialista.
Ci sono stati tanti litigi e sempre per le stesse cose,che gli hanno portato ulteriore ansia,tant'è che aveva paura a dirmi qualsiasi cosa(di lavoro)per la reazione che avrei potuto avere.Ci abbiamo sempre riprovato ma nn abbiamo mai risolto,credo perché il fulcro del problema non l'abbiamo mai riconosciuto(almeno io).
Finché è scoppiato:2 settimane fa mi ha chiesto una pausa.Mi è crollato il mondo addosso,ho toccato il fondo e ho iniziato a riflettere profondamente su di me,capito ed accettato di avere un problema.
So di essere molto insicura e che questa è una delle cause che mi ha portato a questo.Questa consapevolezza però mi dà la speranza di poter tornare ad essere felice con me stessa.Vorrei però essere felice anche con lui,so quanto vale e penso sia la persona per me,ma lui ora vuole solo stare solo.Ha accumulato talmente tanta ansia che sta bene solo quando è solo,oltre al fatto che nn sa più cosa prova e che nn sa cosa vuole(riferito a me e al lavoro).E' quanto mi ha detto.
Aiutatemi
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<So di essere molto insicura e che questa è una delle cause che mi ha portato a questo.>

Gentile Utente,
credo abbia già compreso che il partner non è una stampella a cui aggrapparsi per risolvere le proprie problematiche, ma un valore aggiunto alla propria vita.
Chiudersi nella coppia escludendo il resto, aspettandosi che ogni difficoltà si risolva con la convivenza, tamponando le proprie insicurezze o ansie chiedendo continue rassicurazioni al proprio compagno o assillandolo con le proprie richieste, in genere si rivela controproducente, finendo per allontanarlo.
La richiesta di una pausa da parte del suo ragazzo, per quanto sia spiacevole, può però consentirle di spostare il focus su sé, sulle sue difficoltà irrisolte e di comprendere che per stare bene in un rapporto è opportuno stare prima bene con se stessi.
Cosa l'ha spinta a chiudersi nella sua coppia?
Cosa fa nella vita? Come trascorre le sue giornate?
Quali eventuali problemi in famiglia, anche precedentemente?
Prima di questa ha avuto altre relazioni importanti?

<Questa consapevolezza però mi dà la speranza di poter tornare ad essere felice con me stessa.>
E' buona cosa, a tale scopo ha preso in considerazione l'opportunità di rivolgersi direttamente a un nostro collega ?



Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Ho abbandonato tutte le passioni,le amicizie e anche a casA"

Genrile Utente,
Avete fatto tanti sbagli.
Un rapporto di coppia si basa sulla dimensione del piacere, non del bisogno.

Bisogna mantenere la giusta distanza dal mondo dell'altro , avere spazi propri ed interessi, che nutrono il legame d amore.

Quando un legame diventa asfittico, simbiotico, fusionale, praticamente una galera, si tenta di evadere

Le allego delle letture come spunti di riflessione

https://www.valeriarandone.it/psicologia/dipendenza-affettiva/
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6605-fame-d-amore-ansia-e-depressione-sono-correlate.html



Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Utente
Utente
Gentili Dottoresse,
grazie molte per le vostre risposte e per gli spunti di riflessione.

Capisco perfettamente ciò che mi avete scritto e sono fermamente intenzionata a prendere per mano la mia vita innanzitutto.
Non so cosa mi abbia spinta a chiudermi nella coppia, forse la frustrazione per non ricevere ciò che continuamente chiedevo, o forse anche per un forte orgoglio caratteriale che da sempre purtroppo mi contraddistingue.
Sono insegnante precaria, dedico parecchio tempo al lavoro, alla preparazione delle lezioni, fin troppo...e fino a poco tempo fa facevo praticamente soltanto quello, oltre a vedere il mio ragazzo. Ora ho ricominciato a dedicarmi a qualche attività, la corsa, il pianoforte, qualche uscita.
In famiglia non ci sono mai stati grossi problemi fortunatamente, i miei genitori sono sempre stati comprensivi ed in particolare mia madre ha sempre cercato di aiutarmi, ma come ho detto prima, sono molto orgogliosa e in casa mi chiudo.
Prima di questa ho avuto un paio di relazioni, di cui una durata quasi sei anni, ma che non è andata a buon fine per incompatibilità di carattere credo.
Sì, ho preso appuntamento con una professionista, purtroppo dovrò però aspettare ancora 2 settimane.
Un pensiero che mi tormenta ora è come come dover interpretare quel suo "stare bene da solo" e non mancargli (cosa che mi ha detto dopo una settimana senza sentirsi né vedersi)...lo pensa veramente? Può essere che tutta l'ansia accumulata e improvvisamente in parte svanita grazie al nostro distacco, gli faccia pensare che la causa di tutto il suo malessere sia solo io? Sono convinta che il problema di fondo sia un'ansia generalizzata che ha sempre avuto da molto prima di conoscermi (e io non ho migliorato di certo le cose)... non so come comportarmi con lui..se tentare un approccio o meno, una riflessione insieme o meno
[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Un pensiero che mi tormenta ora è come come dover interpretare quel suo "stare bene da solo">
A mio parere in questo modo rischia di tormentarsi e non può trovare risposte certe, non si può stare nelle testa di un'altra persona.

Dunque sarebbe opportuno a mio parere si basasse su quanto le ha chiesto il suo ragazzo, attendendo con fiducia l'appuntamento con lo specialista.

Nel frattempo si dia occasioni per attività piacevoli oltre al lavoro, come del resto ha già cominciato a fare, la aiuteranno a liberare la mente e a non stare con il chiodo fisso del pensiero sul suo ragazzo.

La motivazione a riprendersi in mano la sua vita è la sua migliore alleata per lavorare in modo proficuo su sé con l'aiuto del professionista che incontrerà.

Cordialità



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