Partner affetto da disturbo psicotico
Salve,
è da qualche mese che frequento una ragazza affetta da un disturbo psicotico.
Ha frequenti allucinazioni uditive, sente voci che la insultano e che le dicono di farsi del male, nel peggiore dei casi di togliersi la vita. È seguita da una psicoterapeuta ed assume aripiprazolo anche se è da qualche settimana che sta peggiorando, sta iniziando a svenire per attacchi di panico, ha costantemente queste allucinazioni ed ha anche iniziato ad averle visive e tattili.
Fin dall'inizio ho fatto del mio meglio per essere presente e stare al suo fianco e per me non è per niente facile. Vederla ridotta in quello stato non è semplice. Ci sono momenti in cui inizia ad accusarmi di tradirla, oppure in cui mi dice 'tu non mi vuoi, tu mi vuoi lasciare', oppure ancora ci sono volte in cui mi dice che non sono reale, che sono solo frutto della immaginazione. E anche se so che è il suo disturbo che la porta a dire ciò, mi ferisce profondamente..
Non so più cosa fare. La situazione è sempre più difficile e sto iniziando a soffrire per questa cosa sempre di più. Purtroppo a causa dei suoi problemi lei non può darmi le attenzioni e le rassicurazioni di cui io ho bisogno..
Io cerco di fare il possibile per lei, le sto sempre vicina, tanto che lei afferma che quando sta con me si sente sempre meglio.
La situazione però sta pian piano degenerando, io voglio stare con lei, voglio un futuro con lei perché la amo ma tutto questo sta iniziando a diventare sempre più doloroso per me, non so se sarò in grado ancora di reggere tutto ciò.. non so più cosa fare, tutti i miei sforzi per aiutarla sono inutili, non servono a niente.
Adesso sta valutando con chi la segue il ricovero.
Non so se dovrei lasciarla andare in modo che si concentri del tutto su sè stessa, senza che si preoccupi di me ed i miei problemi (vari problemi in famiglia, di salute) oppure se continuare comunque a starle affianco.
Vorrei tanto continuare a stare con lei ma mi rendo conto che non siamo pienamente felici, io perché la vedo continuamente a terra, a pezzi, e lei perché si sente in colpa in continuazione e dice che non può darmi quello che mi merito.
Non so più come comportarmi.
è da qualche mese che frequento una ragazza affetta da un disturbo psicotico.
Ha frequenti allucinazioni uditive, sente voci che la insultano e che le dicono di farsi del male, nel peggiore dei casi di togliersi la vita. È seguita da una psicoterapeuta ed assume aripiprazolo anche se è da qualche settimana che sta peggiorando, sta iniziando a svenire per attacchi di panico, ha costantemente queste allucinazioni ed ha anche iniziato ad averle visive e tattili.
Fin dall'inizio ho fatto del mio meglio per essere presente e stare al suo fianco e per me non è per niente facile. Vederla ridotta in quello stato non è semplice. Ci sono momenti in cui inizia ad accusarmi di tradirla, oppure in cui mi dice 'tu non mi vuoi, tu mi vuoi lasciare', oppure ancora ci sono volte in cui mi dice che non sono reale, che sono solo frutto della immaginazione. E anche se so che è il suo disturbo che la porta a dire ciò, mi ferisce profondamente..
Non so più cosa fare. La situazione è sempre più difficile e sto iniziando a soffrire per questa cosa sempre di più. Purtroppo a causa dei suoi problemi lei non può darmi le attenzioni e le rassicurazioni di cui io ho bisogno..
Io cerco di fare il possibile per lei, le sto sempre vicina, tanto che lei afferma che quando sta con me si sente sempre meglio.
La situazione però sta pian piano degenerando, io voglio stare con lei, voglio un futuro con lei perché la amo ma tutto questo sta iniziando a diventare sempre più doloroso per me, non so se sarò in grado ancora di reggere tutto ciò.. non so più cosa fare, tutti i miei sforzi per aiutarla sono inutili, non servono a niente.
Adesso sta valutando con chi la segue il ricovero.
Non so se dovrei lasciarla andare in modo che si concentri del tutto su sè stessa, senza che si preoccupi di me ed i miei problemi (vari problemi in famiglia, di salute) oppure se continuare comunque a starle affianco.
Vorrei tanto continuare a stare con lei ma mi rendo conto che non siamo pienamente felici, io perché la vedo continuamente a terra, a pezzi, e lei perché si sente in colpa in continuazione e dice che non può darmi quello che mi merito.
Non so più come comportarmi.
[#1]
Gentile utente,
essere in coppia con una persona che soffre di psicosi non è per niente facile.
<<Non so più cosa fare. La situazione è sempre più difficile e sto iniziando a soffrire per questa cosa sempre di più.<<
Lei deve valutare se può farcela.
Capisco che sembra di essere senza cuore qundo si lascia chi soffre, ma bisogna anche valutare le proprie forze...
Le allego un minforma per capire meglio:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/558-schizofrenia.html
essere in coppia con una persona che soffre di psicosi non è per niente facile.
<<Non so più cosa fare. La situazione è sempre più difficile e sto iniziando a soffrire per questa cosa sempre di più.<<
Lei deve valutare se può farcela.
Capisco che sembra di essere senza cuore qundo si lascia chi soffre, ma bisogna anche valutare le proprie forze...
Le allego un minforma per capire meglio:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/558-schizofrenia.html
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile utente,
In effetti stare accanto a una persona con una grave malattia diventa estenuante e logorante sotto ogni punto di vista.
Inoltre c'è da considerare la tipologia della malattia... Quando "si entra" nel mentale, abbiamo a che fare col nucleo di ciò che percepiamo come noi stessi.
Si percepisce quanto fortemente sia coinvolto dalla Sua compagna, ed è struggente vedere l'impegno che pone in questo percorso, a costo persino di andare oltre se stesso.
Ammiravole veder la profonditá e sinceritá del suo sentire, ma in questo momento Lei si è "fatto carico" (scusi se suona male) di una situazione in cui è divenuto quasi "caregiver", colui che si prende cura (credo e mi auguro che questa giovane abbia alle spalle una famiglia).
Si potrebbe spalancare un abisso su quanto sia difficile essere caregiver, e su come questo coinvolga tutta la vita della persona che accudisce.
Inoltre Lei è davvero molto giovane, di fronte a una realtá che spaventerebbe gente ben più adulta.
I suoi sentimenti sono intensi, ma ha il diritto e dovere di pensare anche a se stesso.
Con questo non sto consigliandoLe di lasciare una ragazza così sofferente... Può tentare di starle vicino coinvolgendo la sua famiglia (qui non abbiamo tutti i dati), ma scrive che la situazione sta degenerando.
Solo Lei conosce i suoi limiti e le Sue forze, e - mi auguro, dato che ci scrive - quando fermarsi prima di cedere sotto al peso della realtá vissuta.
È vero: può sembrare poco "gentile" consigliare di allontanarsi; è facile stare assieme quando tutto è magnifico, ma qui stiam parlando di una situazione enorme.
Lei non ha poteri magici, purtroppo.
Quindi si interroghi pensando per una volta a se stesso e a quello che sente giusto per la Sua persona.
"La lascio per il suo bene?"... Pensi anche al Suo, di bene.
Mi dispiace enormemente scrivere ciò, per via del dolore della ragazza, ma Lei ha 19 anni ed è praticamente uno dei caregiver di una situazione davvero difficile da gestire.
Ma solo Lei ha la risposta.
Pensi a fondo, su quel che sente davvero di voler fare. Senza giudicarsi. Se si sente di proseguire questo cammino molto arduo, deve essere una scelta sentita e consapevole.
Tanti auguri a Lei e a questa ragazza.
Sinceramente.
In effetti stare accanto a una persona con una grave malattia diventa estenuante e logorante sotto ogni punto di vista.
Inoltre c'è da considerare la tipologia della malattia... Quando "si entra" nel mentale, abbiamo a che fare col nucleo di ciò che percepiamo come noi stessi.
Si percepisce quanto fortemente sia coinvolto dalla Sua compagna, ed è struggente vedere l'impegno che pone in questo percorso, a costo persino di andare oltre se stesso.
Ammiravole veder la profonditá e sinceritá del suo sentire, ma in questo momento Lei si è "fatto carico" (scusi se suona male) di una situazione in cui è divenuto quasi "caregiver", colui che si prende cura (credo e mi auguro che questa giovane abbia alle spalle una famiglia).
Si potrebbe spalancare un abisso su quanto sia difficile essere caregiver, e su come questo coinvolga tutta la vita della persona che accudisce.
Inoltre Lei è davvero molto giovane, di fronte a una realtá che spaventerebbe gente ben più adulta.
I suoi sentimenti sono intensi, ma ha il diritto e dovere di pensare anche a se stesso.
Con questo non sto consigliandoLe di lasciare una ragazza così sofferente... Può tentare di starle vicino coinvolgendo la sua famiglia (qui non abbiamo tutti i dati), ma scrive che la situazione sta degenerando.
Solo Lei conosce i suoi limiti e le Sue forze, e - mi auguro, dato che ci scrive - quando fermarsi prima di cedere sotto al peso della realtá vissuta.
È vero: può sembrare poco "gentile" consigliare di allontanarsi; è facile stare assieme quando tutto è magnifico, ma qui stiam parlando di una situazione enorme.
Lei non ha poteri magici, purtroppo.
Quindi si interroghi pensando per una volta a se stesso e a quello che sente giusto per la Sua persona.
"La lascio per il suo bene?"... Pensi anche al Suo, di bene.
Mi dispiace enormemente scrivere ciò, per via del dolore della ragazza, ma Lei ha 19 anni ed è praticamente uno dei caregiver di una situazione davvero difficile da gestire.
Ma solo Lei ha la risposta.
Pensi a fondo, su quel che sente davvero di voler fare. Senza giudicarsi. Se si sente di proseguire questo cammino molto arduo, deve essere una scelta sentita e consapevole.
Tanti auguri a Lei e a questa ragazza.
Sinceramente.
dr.ssa Alessia Ghisi Migliari
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.4k visite dal 09/01/2017.
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